Sembra che nei prossimi mesi al Senato si inizierà a discutere di 394/91, la legge quadro sui Parchi ed aree protette.
Di per sé la notizia non è né buona né cattiva, tutto dipenderà da che piega prenderanno gli orientamenti delle componenti politiche del Senato, prima di tutto ovviamente della maggioranza di governo che in quella Camera ha numeri ampi ma che, come l’esperienza purtroppo insegna, anche di recente, quando si affrontano temi che direttamente o indirettamente riguardano anche la gestione faunistica (trattandosi di parchi è meglio, per evitare ogni malinteso e strumentalizzazione, non parlare mai di caccia!!) non sempre mantiene quanto promesso.
Anzi, verrebbe da dire mai, visti i destini (Camera o Senato che fosse) del Disegno di legge Onnis in passato ed in tempi più recenti della proposta del Sen. Orsi.
L’ultimo episodio è quello della Legge Comunitaria varata nel 2010, partita con proposte che sembravano andare nel senso di allineare la caccia italiana ai parametri Europei e arrivata con quel pasticcio che sappiamo, fonte disastrosa di attacchi ai calendari venatori delle Regioni.
La materia era direttamente la caccia, è vero, si potrà dunque legittimamente pensare che la 394/91 è un’altra cosa, ma non risulteranno sprecati, per i cacciatori e le loro associazioni, tempo ed attenzione dedicati a seguire bene, fin da subito, la vicenda: sia per gli aspetti di stretto merito della Legge su parchi ed aree protette sia perché il Parlamento ci ha abituato, negli ultimi anni soprattutto, al non proprio edificante costume di modificare una normativa approfittando della discussione su un’altra, ancorché collegata tematicamente. Il costume, insomma, di fare di ogni legge un provvedimento cosiddetto “omnibus”, con all’interno di tutto e di più.
Sia chiaro, ove ci fossero la maturità e la consapevolezza - vorremmo dire la laicità tanto invocata e così raramente praticata (anche da coloro che politicamente dovrebbero essere più laici di altri) – adeguate, approfittare del dibattito sulla 394/91 per rilanciare un confronto serio sulla gestione complessiva di fauna ed ambiente potrebbe essere un fatto positivo, se affrontato partendo dalla premessa che gli equilibri faunistici – dunque gli interventi necessari per mantenerli e/o ripristinarli – sono questione che riguarda tutto il territorio, indipendentemente dal diverso regime di tutela e gestione di questa o quella porzione; e che i cacciatori, cittadini che hanno specifiche competenze e conoscenze, possono essere fra i protagonisti qualificati dei suddetti interventi.
Non è intenzione qui entrare nel merito dei testi che saranno discussi, degli emendamenti presentati o di futura presentazione: ci sarà tempo e modo.
L’intento, magari scontato e banale, era solo di sollecitare attenzione, e con essa idee, vigilanza, iniziativa. Se davvero la discussione sulla 394/91 partirà e andrà avanti, fra i maggiori interessati ci sono senza dubbio i cacciatori.
Pietro Gori
(05/09/2011)
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