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Editoriale

CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA


lunedì 27 settembre 2010
    
Ho fatto l’apertura. Senza cane. Ho provato a misurarmi – come da ragazzo – con qualche merlo, una tortora di quelle che non sono partite per il sud, qualche colombo impaesato. Mi sono tenuto lontano dai teatri fagianari, dagli abbai segugiformi. Li ho controllati in lontananza. Li ho ascoltati.

Poco dopo mezzogiorno, un carnieretto discreto, mi sono seduto a rimirarlo, all’ombra di una quercia frondosa, ho tirato fuori la merenda, pane e salame (misto cinghiale), una bibita light (vinello di 11 gradi) e, mentre mangiavo di gusto, ho scorso nella mente le mie tante, troppe,  aperture. E col fatto che l’appetito vien mangiando, ho ripercorso a ritroso molto in là nel tempo gli aspetti più significativi  della nostra caccia italiana.

Le cacce tipiche, mi sono detto. Ma quali sono? Beh, per me toscano, non per averle vissute tutte personalmente - non sono poi così vecchio – ma per averne sentito parlare, e  per averne letto un po’, sono, erano, tante. Col fucile e senza. Prima che arrivasse il fucile - ma bisogna andare molto indietro nel tempo, se si pensa che Leonardo da Vinci aveva già inventato la mitragliatrice – erano reti, trappole, archi, balestre. Falconi. I cavalieri, i signori, si confrontavano con orsi, cinghiali, cervi, caprioli. Alle anitre, alle pernici, alle starne, (alle lepri), si andava con le reti o col falcone. Le reti si utilizzavano poi per roccoli, paretai, prodine, e gli uccelli migratori che vi venivano presi erano capinere, pettirossi, prispoloni, e tordi, cesene, sasselli, tordele, merli, ma anche pavoncelle e trampolieri, storni, allodole, pispole, cardellini, e chi più ne ha più ne metta. Nel settecento, si cominciò a portare il fucile anche nel capanno dell’uccelliera. Non erano solo piccoli borghesi o popolani, quelli che ne facevano una passione. Al Museo della caccia di Cerreto Guidi, per esempio, è conservato un capanno/portantina, dai colori che si confondono con l’ambiente (dire mimetizzato è un po’ troppo), con tanto di “feritoie”, col quale il Granduca Leopoldo di Toscana si faceva accompagnare nel bosco e – molto probabilmente – da lì sparava anche a uccelli di piccola taglia. (graditissimi dettagli storici al riguardo). Quindi, mi sono detto, dal Granduca in giù, fino all’ultimo dei suoi sudditi, erano uccelletti a gogò. Certo, se ne faceva uso alimentare. I più poveri, di rado, perché ne facevano baratto con altre merci di cui non disponevano. Ma anche il Granduca e i suoi pari rango ne facevano commercio. I loro roccoli, le loro uccelliere rifornivano la loro tavola, ma i frigoriferi non c’erano, la carne si squagliava rapidamente e quindi andava trasformata in denaro. Tutti contenti. I cacciatori che li cacciavano, i denutriti e i ghiottoni che li mangiavano, i commercianti (di solito i verdurai) che sulle debolezze del palato ci lucravano.

Così, più o meno, è andata dalle Alpi alla Sicilia da tempo immemorabile. Basta scorrere gli affreschi delle tombe etrusche o delle ville patrizie di Pompei, i manufatti medievali, i capolavori rinascimentali, i trompe l’oeil più recenti. Certo, con l’avvento del fucile, avvenne la prima selezione. Primo, non tutti se lo potevano permetter, il fucile. Secondo, chi ce l’aveva, se non era almeno benestante, doveva ridurre la scelta agli uccelli che “valevano la cartuccia”. Terzo, in mancanza di soldi e di mezzi di trasporto moderni (la moto, l’automobile), i comuni mortali potevano cacciare i migratori solo quando passavano sulle loro teste. Al sud erano un po’ più fortunati, perché molte specie vi trascorrevano l’inverno. La vera novità, nelle nostre abitudini di caccia, l’abbiamo registrata nel dopoguerra, quando col boom economico – lasciata la vanga per il tornio - ci siamo sentiti tutti ricchi, ci siamo fatti la moto, poi l’automobile, e rispondendo al richiamo della foresta siamo tornati al paesello, col fucile a tracolla la cartucciera piena e tanta voglia di dare pienezza a quella passione che i nostri nonni i nostri avi ci avevano trasmesso.  Ma, come dicevo più sù, l’appetito vien mangiando, abbiamo fatto come facevano gli indiani con i bisonti. Quando i bisonti si spostavano, anche la tribù si spostava.  E così, dal nord, dalla Padania, dalla Romagna, dalle conurbazioni toscane, dal Ternano, raccogliendo anche romani e napoletani, ci siamo spostati sempre più in giù, fino alla Puglia, alla Calabria. Dove, da una parte abbiamo fatto la fortuna di commercianti, albergatori, ristoratori,  dall’altra ci siamo messi in competizione con i cacciatori locali, gli agricoltori che d’improvviso si sono trovati in casa degli sconosciuti, e soprattutto ci siamo messi in competizione con quella massa ben più grande di coloro che – col portafoglio paffutello come il nostro (per le stesse ragioni) – hanno cominciato a smaniare per la villeggiatura, credendo di scoprire un mondo che non esiste (bucolico, disneyano, il wilderness, ovvero il selvaggio primordiale, che per ritrovarlo, da noi, bisogna risalire alla preistoria), e appropriandosene senza alcuna mediazione, forti del loro numero, dei loro soldi, della loro ideologia radical scich, della loro prepotenza. I fatti di cui noi ci lamentiamo almeno da trenta-quarant’anni dipendono di gran lunga da questa profonda mutazione sociale, da cui siamo stati attraversati. Forse troppo rapidamente.

Che vuol dire questo? Che ci dobbiamo arrendere? Che il mondo così va e noi non potremo fare altro che rallentarne la corsa? No. Io credo proprio di no. Come sempre, tutto dipende da noi. Diceva Finzi, l’altra settimana, quando  illustrava la ricerca promossa dalle associazioni venatorie e dall’associazione che fa capo ai produttori del settore, diceva che il nostro mondo è vivo, vitale, attraversato da energie anche giovani, “moderne”, tutto sta a cogliere i messaggi che ci vengono dalla società. Io credo quindi, che prima di tutto dovremo cominciare a distinguere, a convincerci, che quando noi diciamo “cacce tradizionali”, non sbagliamo se ci riferiamo alle piccole cacce ai migratori. Che sono state la vera essenza della nostra cultura popolare. Ma non possiamo oggi rivendicarle come tali, perché noi, cacciatori contemporanei, non le pratichiamo più come le praticavano i nostri bisnonni. Abbiamo colto l’attimo del cambiamento epocale e le abbiamo “trasformate” in “cacce tipiche”. Innestandovi mezzi e strumenti che - in quanto moderni e modernissimi - non possono essere definiti tradizionali. Da qui, da questa riflessione che non è di poco conto, potremo passare anche a considerare il concetto di “cultura rurale”, che pure ha subito una analoga rivoluzione epocale. Dove sono i fossi cespugliati, i filari, le macchie frangivento, dove sono i poderi con la diversità culturale (mi verrebbe da dire la biodiversità, visto che era proprio la piccola [con]-proprietà contadina, autosufficiente) che garantiva cibo e ricovero alle varie specie selvatiche, stagione per stagione, estatini in estate, masse di migratori in autunno, marzaiole a marzo, e così via. Il contadino non c’è più. C’è l’industriale della campagna. Che da decenni ormai sta trasformando il paesaggio. E non è che si può immaginare che il mondo torni indietro. Sull’Appennino tosco-emiliano vive da tempo una comunità che chiamano Gli Elfi. Vivono lontano dagli affanni della vita contemporanea, brutta copia dei figli dei fiori di californiana memoria. Bravissimi. Facciano pure, se a loro fa piacere. Andateli a trovare. Poi ditemi se qualcuno di voi se la sente di lasciare tutto e andare a far loro compagnia.
 
E dunque, chiederà giustamente qualcuno, cosa vorresti dire? Niente. Non voglio dire niente. Proprio niente. Mi piacerebbe però che ognuno di noi riflettesse su queste cose, tranquillamente. Come ci riflettevo io, pago di una deliziosa mattinata d’apertura…
 
Gino Strati

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40 commenti finora...

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

no no, niente gogliardia ma ..........rivoluzione come nella passo celebre riferito ai cittadini. Tranquillo nessuna polemica anzi w sempre la caccia di tutti

da andrea ge 03/10/2010 13.00

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

appunto per questo ho scritto che scendo in piazza.. parla di questo la marsigliese.. oppure ti riferisci a rifacimenti tipo le gogliardiche osterie? vabbè, mica voglio far polemica con te. stai bene e w la caccia.

da machiavelli 02/10/2010 12.03

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

ciaooooo il francesismo è l'inizio della Marsigliese che nel seguito dice altre cose tipo alcune che mi vengono in mente ma non posso scrivere pena diffide

da andrea ge 01/10/2010 19.15

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

non ho capito il "francesismo"... forse perchè son stanco. ahh.. forse era un urlo? vabbè, ti ascolto e rispondo che per un ideale scendo in piazza ma quando dialogo e/o scrivo ho imparato a non urlare per ottenere più risultati. ciao

da machiavelli 01/10/2010 17.04

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

alons enfants de la patriéééééééééééé...........io non generalizzo, quando posso essere preciso, in questo caso però mi sono rotto le palle, anzi me le hanno rotte, siamo il paese con più divieti in europa e comunque il popolo più preso per il culo. E' il momento di dire basta!!!!!!!!!

da andrea ge 01/10/2010 16.50

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

ti prego andrea, non cadere nel tranello del generalizzare, se ci chiudiamo in compartimenti stagni non si arriva a nulla... piuttosto consiglierei a nonpiùuccisioni di leggere quello che ha detto il buon berlato, mi sembra azzeccato e garbato il paragone dell'albero. partiamo da lì.. se apriamo una breccia tra i nostri due contrapposti mondi penso sia solo con un garbato dialogo, concreto e tecnico. poi, chi non ama un pacato confronto, urli pure. io sicuramente non ascolterò. (,,,,.....SSSSS ecco un pò di punteggiatura e un pò di maiuscole, dite a sara di metterle dove vuole) ciao e ovviamente wlacaccia!

da machiavelli 01/10/2010 16.16

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

vatti a leggere quello che ha riportato gimessin sul business di federparchi & company, banda di aprofittatori!!!!!!!!!!!!!!

da andrea ge 01/10/2010 13.06

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Per Macchiavelli, come vorrei averne solo una con quanto costano ma purtroppo non mi e' possibile, sono comunque sempre disponibile a bere una buona birra, per S.Pertini pensare che tutti gli ambientalisti si gonfino il portafoglio e' equivalente a pensare che tutti i cacciatori siano bracconieri Buona Giornata

da NOMOREKILL 01/10/2010 9.06

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

X S. Pertini: hai ragione Sandro, sebbene generalizzi. La questione morale è il cruccio del nostro Paese. E dall'Alto non viene certo il buon esempio. Tra un po si sentirnno giustificazioni del tipo: Rubare? ma lo fan tutti. Ti saluto

da Fromboliere 30/09/2010 18.01

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Eh no, nomorekill, piano piano si sta scoprendo che un ambientalista impegnato è impegnato soprattutto a gonfiare il suo portafoglio, ce lo hanno spiegato da tempo il vecchio presidente e il vecchio direttore di un famoso parco, ce lo stanno ripetendo dalla procura ligure, malgrado il potere contrattuale con la politica di questi bei figuri è ancora immenso e prima di coglierli con le mani nel...parco ce ne vuole. Soprattutto ci vuole quel coraggio civile che scarseggia sempre di più.

da S. Pertini 30/09/2010 17.19

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

per nonpiùuccisioni: scusa se rispondo ora. Bravo!!! hai visto che a generalizzare non ci si becca mai.. scusa, ma è un pò che leggo i commenti dei tuoi amici che del "generalizzare" sono maestri (h.. non h... che palle!). Sei una brava persona; di me dicono uguale (chi si loda..) anche se caccio. fidati che non impoverisco e non deturpo nulla, accettalo serenamente. p.s.anch'io organizzo pulizie varie, magari un giorno lo facciamo insieme! poi diventiamo amici e quando andiamo a bere una birra al bar con le tue segretarie (mi ha fatto impazzire il plurale, sarà l'ividia, io ne ho solo una) scopriamo che ci siamo scritti su bighunter. allora sì che ci sarà da ridere. ciao

da machiavelli 30/09/2010 16.41

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Per macchiavelli, ho organizzato intere giornate di pulizia di greti di fiumi, boschi etc etc... oltre a riportare sempre a casa tutto cio' che trovo in giro. Avete l' errata convinzione che un ambientalista sia un fighetto di citta' che nulla conosce di natura, io vivo in mezzo ai boschi in un paesino che conta di 240 anime.

da NOMOREKILL 30/09/2010 14.36

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

E' più il tempo che passo a dare una mano ai contadini che a sparare, ma quando la selvaggina arriva loro mi avvertono e quindi conto di rifarmi. Comunque sia ogni giornata passata in campagna è un premio, si vede che me lo sono meritato e nessuno me lo leverà.

da Fromboliere 30/09/2010 14.16

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

porgi i migliori auguri di pronta guarigione al giovane cacciatore e salutami le tue segretarie. p.s. io quando vado a caccia se vedo un sacchetto di plastica, anche se sporco, lo raccolgo, tu?.

da machiavelli 30/09/2010 13.48

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Non ti sforzare troppo, lascia stare.

da youhunt 30/09/2010 12.45

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Non riesco a capire perche' non si possa passare un giorno in mezzo aala natura senza doverla impoverire e depredarla p.s. Il nipote di una mia segretaria (anni 21) ha dovuto subire Lunedi' l' amputazione di alcune dita di un piede per un incidente di caccia avvenuto domenica, non vedo molta poesia in tutto questo.

da NOMOREKILL 30/09/2010 12.02

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Il pollo............sultano? non temere sei una specie protetta.

da Nato cacciatore 29/09/2010 12.50

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

chiudi il tuo cervello, che è meglio. con codesta logica bisognerebbe farsi morire di fame e d'inedia. stupidaggini del genere sono il frutto di una cultura imparaticcia, che dimostra come gli analfabeti mentali si nascondano fra una folla di apparenti comuni mortali.

da montaigne 29/09/2010 9.47

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

La caccia anticamente era x i Signori la caccia per i poveri era sostentamento Oggi la caccia è solo un uccidere x divertimento CHIUDIAMOLA UNA VOLTA X TUTTE

da il sultano 28/09/2010 23.42

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Appunto Mnemosine: hai capito perché ti dicevo che la caccia è un'arte divinatoria?..... finalmente!

da Fromboliere 28/09/2010 21.07

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Per te sarebbe più appropiata Talia, la musa protettrice della "commedia".

da Nato cacciatore 28/09/2010 20.13

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

"Urania, Musa dell'astronomia, eleva la contemplazione dell' uomo dalle cose terrestri a quelle celesti donandogli serenità e pace." E' la vostra Musa ,ne avete bisogno per frenare l'aggressiviata'.

da Mnemosine 28/09/2010 19.52

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

X Silvano B., Mnemosine sta prendendo schiaffi da tutte le parti e manco si arrende. E' proprio tosta/o.

da Gimessin 28/09/2010 19.00

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Ma non sarà un nostro "amico" conosciuto sotto mentite spoglie? Se non lo fosse, quello che l'accomuna tutti ma proprio tutti è l'immancabile citazione, ci vuole proprio li solleva dal vuoto. E quì vengono per liberarci dai pesi della nostra coscienza di mangiatori di carne. Ma perchè allora non facciamo una bella crociata contro La Prova del Cuoco? Lì su RAI UNO si cucina, si mangia, c'è il ludico non ci sono fucili, nessun "carnieretto" da ammirare, le quaglie si suicidano felici prima di entrare in scena, i caprioli fanno a gara per finire in padella per un'attimo di celebrità, la conduttrice non è disperata e non si straccia le vesti, anzi le sembra tutto normale, sorride e fa sorridere. Chissà dove risiede la normalità. E dove l'ipocrisia, cara Signora.

da Silvano B 28/09/2010 18.48

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

X Mnemosine: cantaci o diva almeno anche delle altre tue 8 figlie, ricordando che in ognuno dei loro versi è sempre compresa la caccia ed il cacciatore, perfino nella danza, tra le braccia di Tersicore, la cultura etnica celebra, innumerevoli volte, la figura del cacciatore.

da Fromboliere 28/09/2010 16.58

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Io leggerei anche Emily Dickinson, se fossi in te.

da la straniera 28/09/2010 16.47

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Le solite banali volgarita'. Eccovi un po' di poesia per ingentilire i vostri animi:Le radici affondate nel suolo,i rami che proteggono i giochi degli scoiattoli ,i rivi e il cinguettio degli uccelli,l'ombra per gli animali e gli uomini;il capo in pieno cielo:conosci un modo di esistere piu' saggio e foriero di buone azioni? Marguerite Yourcenar

da Mnemosine 28/09/2010 16.13

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Bisogna anche dire che fu madre delle 9 muse, perché da tale 'attrezzo' non si spreca certo la razza, ed esse rappresentano la Cultura. Ed una di esse, Urania, l'astronomia, che influenza con i suoi astri il movimento degli animali, della vita delle piante, delle seminagioni e dei raccolti nel mondo rurale, viene rappresentata con un bastone in mano ad indicare il cielo, un po come fa il cacciatore, nel colpo del re, quando manda in alto il suo colpo verso il cielo.

da Fromboliere 28/09/2010 15.13

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Hai capito a sta Mnemosine......ha combiato tutta sta caciara con Magno Signore dell'Olimpo e mò si permette di criticare noi. Lascia stare le canne dei nostri fucili e fatti una passeggiata allo zoo, magari nella gabbia delle zebre, trovati un'altro strumento.

da Il signore della caccia 28/09/2010 14.46

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

X Mnemosine, l'amante del pastore (Zeus), che venne dall'Olimpo per possederla durante 9 notti. Con quale strumento fosti posseduta dal Magno Signore dell Olimpo? Ti prego non rispondere, lo sappiamo tutti. Trovi allora qualcosa di strano se noi abbiano in Diana la nostra dea? E forse Diana abbandonava l'arco?

da Fromboliere 28/09/2010 13.34

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

X Tepossine: La caccia è un'arte divinatoria al confronto del macello truculento in cui viviamo.

da Fromboliere 28/09/2010 12.47

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Mnemosine....vai al cinema a vedere bambi che è meglio e vergognati di elargire giudizi a cappella di cane....risparmiaci le tue idiozie animaliste...Grazie.

da DaniloMb 28/09/2010 11.46

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Il fucile naturalmente non lo ha lasciato a casa. Patetica"l'ammirazione del carnieretto". Non c'è poesia in tutto cio', solo atrocita',

da Mnemosine 28/09/2010 11.01

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

X la personcina: In separata sede si potrà riflettere anche sui fatti, raffazzonati, che hai appena citato. Fai tu un editoriale, la prossima volta: aspettiamo.

da Fromboliere 28/09/2010 9.27

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

mi pare che di buon senso tu ne abbia davvero poco. Comincia a frequentare i cacciatori, cerca di capirli prima di dare giudizi. conosco tanta gente che si è ricreduta. e quella si che era di buon senso. Bischero!

da Un Bischero qualunque, ma cacciatore 28/09/2010 8.14

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Ma come si fa a credere alle fesserie scritte in questo articolo? Ma come si fa a credere in un sito che non riporta la morte di un cacciatore avvenuta nel Molise? Morte avvenuta durante la caccia al cinghiale, vietata, perchè tale tipo di caccia apre solo il 2 ottobre. Ma come si fa a credere a dei bracconieri vestiti da cacciatori che stanno eliminando la fauna dal Molise? Ma come si fa a credere all'Assessore alla caccia della REgione Molise che dichiara di aver ammazzato solo sette quaglie, quando il limite è di cinque? La caccia era quella tra l'animale e l'uomo, per la sopravvivenza di questi ed una sfida basata sull'intelligenza. Oggi abbiamo caccia tecnologica, fuoristrada, e tanta demenzialità da parte degli esseri umani chiamati cacciatori. Se siete contenti di questo tipo di caccia, di persone che muoiono sparate da pallottole calibro 12, se siete contenti del silenzio dei boschi perchè la fauna è stata sterminata, beh, andate tutti affan..........

da unapersonadibuonsenso 28/09/2010 7.31

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Bello scritto. Servirebbe una giornata di studi sulla caccia e la storia

da Mino 27/09/2010 19.38

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Grazie finalmente uno si ricorda di Cerreto Guidi museo caccia, nella villa medicea usata per la caccia dei Medici. Quello che hai scritto sopra è magnifico si commenta da solo.

da Marco da Cerreto Guidi 27/09/2010 17.40

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Le deroghe, all'estero, salvo eccezioni che al momento non conosco, sono deroghe. Ovvero pratiche consentite in piccoli enclave da pochi utenti locali. Per recuperare - come vorremmo -le nostre cacce tipiche, fringuelli e similpasseracei, bisogna modificare la Direttiva Comunitaria. E' là quindi che bisogna impegnarsi e per questo è importante Berlato; per convincere delle nostre buone ragioni parlamentari e commissari europei. Altre operazioni, sul nostro territorio nazionale, come abbiamo visto, non ci portano a niente, e forse ci fanno danni. Non credo che nelle condizioni in cui ci troviamo, sia nostro interesse insistere. Prima dobbiamo modificare la percezione - sbagliata - che l'opinione pubblica ha di noi.

da F. Furetti 27/09/2010 17.17

Re:CACCE TIPICHE E VITA IN CAMPAGNA

Grazie Gino, ci proponi una giusta riflessione, un dilemma che avvolge la caccia e noi assieme, da molti anni, spesso un dilemma negato, rigettato. Spesso si risale alle origini della nostra passione, a quando da bambini ci è stata inculcata la scienza della caccia, quando frementi osservavamo i grandi, i cacciatori. Oggi si vorrebbero perpetrare quegli usi e quelle tecniche e spesso sarebbe necessario un miracolo per poterlo fare, ma ancora si insiste, a qualsiasi costo, italicamente si chiede l'intercessione dei 'potenti', della politica. La situazione da allora ci è sfuggita dalle mani. Viviamo in un' impasse continua. Chiedo perdono per l'esterofilia, ma all estero si caccia ancora col vischio, vero che anche li le cose son cambiate, gli uccelli così catturati non vengono più soppressi, però questo significa che la caccia ha una considerazione meno nevrotica e le si riconosce il giusto valore tradizionale. Perché succede questo? mille sono le ragioni ma è evidente che per quante le ragioni possano essere alla fine deve esistere un tavolo sul quale esse vanno poste. Ecco qui da noi 'un' tavolo non c'è, o ce ne sono troppi. Troppi tavoli, troppe teste, manca il polso robusto, molta confusione e nella confusione si perde sempre la ragione per la quale si è convenuti.

da Fromboliere 27/09/2010 13.00