Bei tempi quando a San Giuseppe il padule brulicava di cacce e di cacciatori. Magari la notte aveva spruzzato un po' di neve le cime delle colline circostanti e un vento gelido ti ghiacciava le mani mentre posavi gli stampi. Seduto nella botte, lo schioppo a portata di mano, caffè caldo dal termos, occhi per aria a scrutare il cielo terso, sgombro di nubi. Primi fremiti, misteriosi fruscii, la trombetta di una folaga, e all'albetta rosarii di marzaioli, branchi di gambettoni, arrivi tesi di pittime, canne roventi, il grato odore della polvere da sparo. E miagolii di pavoncelle, zirli di tordi, branchetti di allodole, storni, colombacci. Tutto un fremere di ali in ripasso. Poi d'improvviso, un nuvolone all'orizzonte che poco a poco riempiva il cielo e giù scrosci di goccioloni di traverso, che neanche l'ombrello verde di cerata riusciva a parare. E poi di nuovo la brezza che scompaginava le nubi e via e via, fino a sera, di uccelli che sentivano la primavera. “Stratempi”. “Tempi rotti!” dicevano i vecchi. La nuova stagione che incalza; l'inverno che non vuole mollare. La potente forza della vita. La natura che riprende il sopravvento.
Tempi rotti anche oggi, ma di tutt'altro genere, purtroppo. Immersi da mesi nella sofferenza, ci tocca patire anche le ingiuste offese di una televisione ormai quasi sempre nemica, quando non agnostica o indifferente. Nella settimana di un algido Sanremo, misero di pubblico e di modelli culturali, ci è toccato di assistere a uno squallido speciale sulla TV di Stato (Rai3), a cui ha fatto da controcanto un TG5 (Mediaset) ormai in balia delle incursioni di Edoardo Stoppa (Striscia la Notizia) e delle paturnie brambilliane, insipide ancelle di Dudù. Ma fa tristezza soprattutto questo speciale di Rai3 in prima serata, dove una improbabile giornalista (offre una realtà parziale e ignora i problemi che stanno a monte) Sabrina Giannini, già nota per la sua professione di odio nei confronti dei cacciatori, fa di tutto per unire la sua ostilità alla caccia con trucide scene di pipistrelli cinesi e visoni danesi, ignorando del tutto cause ed effetti di un fenomeno che attiene più a una mal gestita globalizzazione, che a usi e costumi di questo o quel continente.
E comunque: in tutto questo, la caccia italiana che c'entra? Fa anche un po' specie che Rai3 ci sia ricascata, dopo che aveva dato la possibilità di esprimersi quasi liberamente al frizzante Mauro Corona, prima che il direttore di rete lo colpisse con l'ostracismo, nella disperazione di una Bianca Berlinguer (CartaBianca) che si vedeva calare rapidamente lo share, segno che certa genuinità è ancora molto gradita dalla gente, sommersa dal trash più osceno. Trash e ipocrisia che non hanno risparmiato nemmeno San Remo, appunto, dove per non smentirsi è stato dato ampio spazio al campione stellare Zlatan Ibrahimovic, cacciatore confesso, del quale si sono portate in superficie anche le sue più ascose abitudini, senza mai far emergere la sua più importante passione, dopo il calcio: la caccia.
Si, sono tempi rotti, anche questi, ma non c'è purtroppo neanche un barlume di primavera. Cosa dovremo fare per recuperare la nostra antica stagione?
Paolo Longo