Non sono un esperto cinofilo. Lo dico subito. Questo è il mio primo cane da caccia, azzardando la scelta "diversa" rispetto ai canoni della cinofilia venatoria italiana, che trova sempre esemplari di setter, pointer, breton, per cani da ferma.
È stata, la mia, una scelta per cercare di far capire che la caccia, quella di cui si parla da anni in Italia, non è "tutta lì"; i confini sono molto più ampi, ci sono sempre cose nuove da scoprire, che magari è da anni che esistono e funzionano.
Un modo per far capire che le "rotture" tra i vari "specialisti" delle varie attività di caccia (migratoria, capanno, cane da ferma, segugisti, lepre, cinghialai, selezione, ecc..), non portano che ad una chiusura, ad una gelosia stupida; oggi dobbiamo sentirci tutti Cacciatori, rimanere uniti e portare rispetto per le varie preferenze sulle varie attività.
Il cambiamento deve partire da noi, dall'apprendere, dall' informarci, dall' imparare, dall' informare, dal tutelare, dal gestire, per arrivare al prelievo, al premio, alla selvaggina in tavola, alla comunità, alle scuole.
Tempo fa vidi una foto su di un catalogo di armi/vestiti: questo bellissimo muso di un cane, somigliante ad uno springer spaniel, ma un po più quadrato, e nell' insieme dal corpo più scorrevole (passatemi il termine); comunque un cane piccolino, ma non troppo, con dei bei allineamenti impettiti ed eleganti.
Mi misi alla ricerca su internet per giorni, finchè scoprii la razza tedesca dei piccoli cani da ferma del paese di Münster (Vestfalia): il Kleiner Münsterlkander!
Da li la ricerca di qualche proprietario in Italia, trovando solo un risultato: una donna in toscana che aveva una femmina, contattata via social; mi disse che aveva trovato molte difficoltà ad avere un cucciolo, un po perchè per nulla diffuso in Italia e un po anche per le idee quadrate del club di razza tedesco. Mi disse che trovò il cucciolo nel Nord Europa, ora non ricordo se Norvegia/Finlandia o dove su di li... e poi mi dette delle piccole info caratteriali del cane; quel che risaltava di più era l' amore innato che dava ad ogni essere umano, pur mantenendo ferree particolarità caratteriali di instinto venatorio durante la caccia. Cercai anche notizie su "come era il cane" e per cosa fosse portato; risultato, anche traducendo articoli in lingua germanica: Cane da lavoro molto diffuso in Germania est e Nord Europa, cane di media piccola taglia, adatto ad ogni tipo di caccia, dalla ferma, al riporto, al lavoro in acqua, con doti sulla traccia su sangue, carattere estremamente equilibrato, molto intelligente e di facile apprendimento, cane giocherellone allegro e vivace anche per la vita in famiglia e in casa.
Ricerco foto, video ed immagini e trovo diverse foto di più esemplari, ognuno che segue un attività diversa ed ognuno con una sua particolarità di mantello (chi più bianco, chi più roano, o piu marrone..). Sta di fatto che più guardo le immagini e più mi innamoro di questo piccolo cane. Una della altre caratteristiche che mi piace molto è che è un cane da ferma con una cerca non molto lunga, molto ubbidiente; non mi piace cacciare con in mano un satellitare e correre dietro tutto il giorno al cane perchè si trova in ferma in cima alla montagna. Da qui passo alla ricerca degli standard di razza, le origini e poi alla ricerca di qualche allevamento.
Il cane denota nobiltà, forza ed eleganza nei movimenti, sguardo attento ed intelligente, sempre pronto, struttura e muscolatura ben proporzionate, collo forte, testa in tipo, petto aperto e una coda frangiata pronta a sventolare al vento, che nella cerca sembra un pennacchio come ad indicarne la sua posizione, zampe importanti e arti robusti, pelo liscio ben aderente e lucido, orecchie larghe frangiate con attaccatura alta e ben accostate.
Piccoli Münsterländer trovati in Italia: uno! Allevatori in Italia: zero barrato... Era ovvio...
Ricercando in internet trovai un allevamento in Slovenia, mi mandarono le foto dei loro cani e tutte le info, ma non mi convinsero, anche perchè, prima di prender la decisione definitiva, mi sarebbe piaciuto vedere il cane dal vivo, anche sul lavoro. Durante un raduno di cacciatori di camosci, ebbi l' onore di conoscere a cena un cacciatore, esperto balistico e scrittore su svariate riviste del settore, il quale mi disse che collaborava con delle riserve in Ungheria, dove lì i forestali guardiacaccia avevano proprio questi cani, e che se ne volevo uno, potevamo sfruttare in futuro un occasione per poterlo acquisire, cosa poi accantonata data la difficoltà e la lontananza.
Successivamente passai Oltralpe, in Svizzera, contattai diversi allevamenti, ma la difficoltà era la lingua; trovai finalmente in Canton Vallese una famiglia che allevava Kleiner Münsterländer che tra l' altro parlava molto bene italiano (che fortuna!).
Spiegai a loro tutta la mia storia e la voglia di conoscere questa razza; loro mi dettero tutte le informazioni possibili, e mi fecero conoscere le loro due stupende "donzelle" di casa, Eyla e Aura (uscita dalla prima cucciolata di Eyla). Mi portarono sulle loro montagne e mi fecero vedere i cani all' opera; rimasi sbalordito dall' esecuzione dei comandi a bacchetta, senza dover nè urlare nè tanto meno parlare, solo con un piccolo gesto della mano facevano ciò che gli era impartito. Fantastico!
Rimasi con loro un intera giornata, esperienza bellissima, e mi spiegarono quali fossero anche le modalità di allevamento di questa razza: tutto su coordinamento del club di razza Svizzera che si appoggia al club tedesco (ciò mi dette piena sicurezza sulla genealogia dei cuccioli a cui potevo ambire); cosa ancor di pù a favore, mi dissero che loro davano cuccioli solamente a cacciatori e a cacciatori che li avrebbero portati a caccia e trattati con amore.
La conoscenza con questa famiglia andò avanti due anni, con contatti e incontri spesso ripetuti; visitai anche una cucciolata e seguii il primo percorso di addestramnento per tutta l' intera cucciolata: in questa occasione rimasi sbalordito nel trovare attitudine a diversi esercizi (ferma, cerca, riporto, traccia) da tutti i cuccioli a soli 4/5 mesi incondizionatamente in piena naturalezza.
Arrivò finalmente la terza cucciolata di Eyla, mi contattarono sia prima che appena nati i cuccioli, con tutte le varie foto: che amori! Volli andare a trovarli prima della consegna dei cuccioli ai vari cacciatori; organizzammo e mi dissero che era rimasta una femmina. Una volta da loro, spupazzati un po tutti i cuccioli di due mesi circa, ho chiesto quale era la femmina ancora non destinata nessuno, al che mi ritrovai in braccio Chelsea. Decidemmo insieme che a breve sarebbe tornata a casa con me.
Ed ecco come è iniziata la mia avventura con questa razza sconosciuta, sia da me ma anche da tutti i cacciatori cinofili che conoscevo. Da subito notai l' ubbidienza e l' apprendimento ai primi comandi, e durante le prime passeggiate, il collegamento. Adesso, dopo circa due anni, Chelsea cerca, riporta e ferma con degna nota positiva, ubbidisce eccellentemente e si sta addestrando con buoni risultati sulla traccia su sangue (benchè in Italia l'Enci la metta nei raggrupamenti dei cani da ferma, come tutti i tedeschi polivalenti, eccelle proprio in questa attività soprattutto nel Nordest dell'Europa). A otto mesi abbiamo partecipato ad un esposizione nazionale Enci, con ottimo risultato come best Juniores e giudizio M.P. (molto promettente) e l' estate scorsa abbiamo partecipato alla seconda expo nazionale, categoria intermedi, con un super risultato 1° cl. Eccellente con CAC e BOB!
Ora ci prodigheremo per effettuare le prove di lavoro.
Questa razza merita degna nota nel mondo cinofilo e merita di essere conosciuta anche da noi, soprattutto per le sue vaste doti venatorie. Spero che i cacciatori italiani possano godere delle più svariate bellezze che il vasto mondo venatorio ci può dare, riuscendo a vivere le nostre avventure al massimo delle emozioni, come a desempio un piccolo Münsterländer può farci fare.
Michele Bonesi