Eh si, non c'è più da stupirsi. In un paese allo sbando, con una classe dirigente che arranca, abbarbicata allo scranno, probabilmente in attesa di Godot (Samuel Becket; "...oggi non verrà, ma (...) verrà domani..."), c'è anche il tempo per crogiolarsi nello stupidario quotidiano, di cui ci sarebbe di che sbellicarsi se non ci fosse invece da inorridire.
Scegliendo dal mazzo, per quanto riguarda appunto l'assurdo, reale, non teatrale, ci raccontano di un fatta accaduto qualche anno fa, ormai, ma venuto a maturazione proprio in questi giorni, che ha visto protagonista un cacciatore, tale Luca B., che nel territorio di un comune della Maremma, si trovava a cacciare da appostamento nel rispetto di tutte le regole possibili e immaginabili, annoverate nel breviario infinito che dispone i comportamenti in caccia.
Dunque, come si legge da un rapporto di chiusura indagini firmato da un dirigente della polizia provinciale del luogo, il baldo Luca - che fa mettere a verbale - si trovava in località tale, nel comune tale, per effettuare la caccia da appostamento temporaneo alla selvaggina migratoria, in compagnia del sig. tal dei tali.... Durante la caccia, il sig. tal dei tali sparava a un tordo bottaccio, che cadeva a terra oltre un fossato pieno di rovi. Poichè Luca si trovava aldilà del roveto, proprio dal lato in cui era caduto il pennuto, veniva invitato dal compagno di caccia a raccogliere la preda. Raccoltala, s'incamminava verso il compagno per consegnargliela, ma....
Ma a quel punto, il malcapitato Luca veniva avvicinato da due Agenti Volontari di Vigilanza Ambientale, che dopo i controlli di prassi, lo invitavano a mostrare il bossolo della cartuccia sparata al volatile. Educatamente, Luca faceva presente che non era stato lui a sparare, ma il suo compagno di caccia, al quale si accingeva a consegnare la preda. Per cui, il bossolo non lo dovevano chiedere a lui, ma all'altro. Il quale, sollecito, si avvicinava e confermava l'accaduto, mostrando il bossolo appena sparato.
Niente da fare! I due agenti staccavano a Luca una contravvenzione amministrativa in base all'apposito articolo di legge che prevede che si debbano raccogliere i bossoli.
A questo punto, il povero Luca presentava opposizione alla decisione ingiusta, argomentando che quello che era accaduto era cosa normale, che succede spesso a chi pratica la caccia in quelle condizioni, tantopiù che la norma recita: "i bossoli delle cartucce devono essere recuperati dal cacciatore e non lasciati sul luogo di caccia", dal che si evince che mentre ha il dovere di raccoglierli, se sparati direttamente, non sussiste invece un obbligo generale a carico del cacciatore che ha sparato di recuperare personalmente il volatile ucciso. E ci mancherebbe altro! E in ogni caso, ditemi voi, come poteva, Luca, raccogliere il bossolo che non aveva sparato, e che peraltro era già stato raccolto dal legittimo proprietario della preda recuperata. Siamo proprio al "teatrino" dell'assurdo. E c'è da credere che i solerti controllori abbiano fatto la conta nelle tasche dei due cacciatori e la verifica in loco, alla ricerca dell'eventuale corpo del reato (il bossolo espulso dal fucile e non raccolto).
Insomma, roba da matti! Voi che ne dite?
Ubaldo Simoni
P.S.
Ovviamente, il dirigente della polizia provinciale ha deciso di archiviare il procedimento d'infrazione. Tutto è bene quel che finisce bene. Ma che rottura di scatole....
|