I tragici fatti di Parigi, così terribili, danno una dimensione diversa, minima, a tutto il resto. I nostri popoli, la civile Europa che da oltre mezzo secolo vive in pace e in democrazia, inorridiscono di fronte a tanta barbarie. Tutti noi dobbiamo rivolgere le nostre particolari attenzioni a capire questi inquietanti fenomeni e adoperarci per combatterli e vincerli. Sarebbe tuttavia un grande errore se ci chiudessimo a riccio nella paura. Dobbiamo reagire, dobbiamo continuare con la nostra vita di tutti i giorni, con coraggio, senza piegarci alle turpi minacce. Non demordiamo, affrontiamo con lo stesso impegno e la stessa passione anche i problemi che ci stanno a cuore, anche quelli della caccia. E' la migliore risposta che possiamo dare a queste vili aggressioni che umiliano l'umanità.
Veniamo a noi, dunque. Il 30 settembre il Ministro dell'Ambiente incontra un'autorevolissima delegazione formata dai Parlamentari Europei Renata Briano (già assessore all'ambiente della Regione Liguria, oggi vicepresidente della Commissione per la pesca al Parlamento UE), Paolo De Castro (già Ministro dell'Agricoltura e Presidente della Commissione EU per l'Agricoltura, oggi coordinatore S&D alla Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale), David Sassoli (Capo delegazione del PD al Parlamento EU) e Damiano Zoffoli (membro della commissione ambiente del Parlamento EU).
L'incontro (che verte sulle diverse problematiche riguardanti la caccia: dai rapporti con la Commissione europea a quelli con le Regioni, dai calendari venatori ai procedimenti EU Pilot, dallo storno ai richiami vivi, dalla revisione dei Key Concepts ai dati scientifici dell'ISPRA), sembra positivo, tanto che la Briano sente l'obbligo di ringraziare per scritto il Ministro a nome di tutti i componenti la delegazione, convinti che sulle questioni affrontate, relative alla necessaria armonizzazione dei calendari europei riuscirà "a trovare le migliori soluzioni possibili prendendo una precisa posizione dinnanzi alla Commissione UE/Env., in modo che siano meglio armonizzate le decisioni tra i vari Paesi europei (per esempio, calendari venatori francesi)." La Briano si spinge addirittura a scrivere: "Apprezziamo vivamente la proposta per definire il problema “non problema” sulla chiusura della stagione di caccia al 31 gennaio per alcune specie con la convocazione delle Regioni per chiarire le singole posizioni sulla base dei molti dati raccolti che legittimano quanto richiesto. Quelli trasmessi nel passato alla Commissione sono alquanto datati nel tempo e incompleti essendo venuta a mancare quella necessaria collaborazione tra ISPRA e le istituzioni preposte a vario livello".
"E così - prosegue in quella lettera la Briano - anche il problema Storno deve trovare per ora una corretta soluzione “italo-italiana”, essendo realizzabile un prelievo in piccola quantità, senza creare una conflittualità permanente che non porta tranquillità al settore".
Infine, - conclude - siamo stati tranquillizzati, anche tramite gli Uffici, sulla definizione del rifornimento dei richiami vivi secondo l’o.d.g. votato il 23/07/2015 in Senato a corollario del testo dell’art. 21 della L. 115/015 predisposto fin dall’inizio dal Ministero col quale vogliamo concretamente collaborare, quale trait d’union, con la Commissione UE per eliminare un'immagine che il nostro Paese non si merita." Punto.
Evidentemente, o il ministro ha cambiato idea, o in quell'incontro ci sono stati imbarazzanti equivoci, se il 13 novembre scorso, gli stessi parlamentari europei, piuttosto contrariati, gli indirizzano una nuova missiva per protestare per l'annuncio di provvedimenti di tutt'altro tenore rispetto a quelli per cui - a loro dire - si era impegnato.
"Dopo l’incontro presso il tuo ufficio del 30/09/2015 - gli scrivono - che avevamo ritenuto proficuo per uno scambio trasparente dei vari problemi, e facendo seguito alla precedente email che puoi trovare di seguito e che puntualizzava i temi trattati, rimaniamo fortemente stupiti del successivo evolversi della situazione, pur comprendendo il tuo non facile ruolo per trovare le migliori soluzioni possibili".
"Riceviamo dalle Regioni e dalle associazioni venatorie - proseguono i parlamentari europei - forti segnali di preoccupazione in merito soprattutto alla questione dei calendari venatori. Avevamo compreso la tua volontà di incontrare gli Assessori regionali per discutere e concordare con loro strategie di raccolta ed elaborazione dati al fine di adeguare i cosiddetti Key Concepts (KC) italiani a quelli degli altri paesi europei con le stesse caratteristiche ambientali (Francia, Spagna, Grecia, ad esempio). A tal proposito ti segnaliamo che esiste un documento della Commissione europea (trasmesso in copia. n.d.r.) in cui si indicano le procedure da seguire per la rivalutazione dei KC, sia a livello nazionale che europeo. La strada da seguire potrebbe essere, quindi, quella di creare un gruppo di lavoro indipendente che coinvolga tutti coloro che fanno ricerche sull'avifauna, incluse le associazioni venatorie nazionali, come dice tale documento".
"Abbiamo saputo, invece - scrivono senza mezzi termini i quattro parlamentari europei - che sarebbe intenzione del Ministero da un lato incontrare direttamente le Regioni nella conferenza Stato/Regioni sul calendario venatorio 2015/2016 senza aver prima concordato un percorso condiviso, dall'altro inserire nella futura cosiddetta legge comunitaria una modifica della nostra legge 157 che imporrebbe il 20 gennaio (anziché il 31) come data di chiusura obbligatoria per alcune specie. Questo avverrebbe prima di aver portato avanti il percorso di rielaborazione dei KC. Sinceramente non ne capiamo il senso e riteniamo che tale posizione non possa essere capita e accettata da una categoria che si sente discriminata rispetto ai cacciatori degli altri paesi europei. Fra l'altro in questo caso risulterebbe evidente la responsabilità tutta italiana di tale scelta. Per quanto riguarda lo storno, nonostante il lavoro svolto nel collegato ambientale, purtroppo il problema resta irrisolto. Continuiamo a essere convinti che la soluzione sia la cosiddetta "piccola quantità", così come discusso nella riunione del 30 settembre. Infine quello relativo al rifornimento dei richiami vivi resta un altro problema non risolto." Punto e firma a quattro mani.
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Questo è quanto e non ha bisogno di commenti. Ci sentiamo solo di aggiungere, come cacciatori e come cittadini, che purtroppo, se così stanno le cose, quando si parla di caccia, la chiarezza e la correttezza nei rapporti istituzionali lasciano molto a desiderare. E se, in un mondo dove certi valori sembrano appartenere ormai a un lontano passato, così appare che ci si comporti nei piccoli problemi come l'attività venatoria da parte di chi ci dovrebbe governare, figuriamoci cosa ci dovremmo aspettare quando si affrontano le grandi questioni nazionali.
Nel merito, corre l'obbligo di ricordare al Ministro (e agli esimi scienziati dell'ISPRA) che se il nostro paese è inadempiente rispetto all'Europa, ben altre sono le pendenze, che pesano pure dal punto di vista economico (97, per la precisione, di cui 21 solo per l'ambiente; la più recente - Corte di Giustizia dell'Unione Europea, Lussemburgo, Comunicato del 16 luglio 2015 - riguarda l'Inesatta applicazione dei rifiuti in Campania, che ci vede comminata una multa di 20milioni di Euro e una penalità di 120mila Euro per ciascun giorno di ritardo). Lo sa il Ministro???.
B.H.