Genova ha fatto molto parlare di sé negli scorsi mesi a causa della eccezionale presenza di cinghiali a ridosso delle zone abitate in particolar modo nella zona del Parco delle Mura, sulle immediate alture della città.
I media locali (e nazionali) in quei giorni hanno parlato soprattutto di quella che è stata definita la mascotte dei cinghiali cittadini: Piero, un esemplare più simile ad un grosso maiale troppo peloso, eccessivamente nutrito dagli abitanti del posto e quindi per questo addomesticato.
La vicenda di Piero ha creato non pochi problemi alla Polizia Provinciale a cui è stato affidato il ruolo di eliminare i cinghiali in eccesso e di procedere alle catture, il tutto avrebbe dovuto svolgersi nel minor tempo possibile, per evitare ulteriori incidenti con la popolazione su strade e cortili.
In più occasioni gli animalisti hanno però intralciato gli interventi della Polizia. Dopo la cattura di Piero come è andata a finire? Qual'è la situazione oggi? Per saperlo la redazione di BigHunter ha contattato direttamente il Commissario Eraldo Minetti, che ha sovrinteso alle operazioni e che gestisce ancora oggi la situazione dei cinghiali nel genovese.
Al di là della cattura di Piero, si è risolta la situazione dei cinghiali nel parco?
La concessione fatta catturando il cinghiale Piero ha freddato gli animi più accesi e ci ha consentito di abbattere in quella zona ben 60 dico 60 cinghiali, dovevamo trovare delle soluzioni in fretta perchè i cinghiali hanno una rimonta del 200 per cento e in pochi mesi quei 60 sarebbero diventati 180, oggi via Carso è bonificata, ma i cinghiali permangono numerosi in altri quartieri cittadini nella zona più a ovest, dove continuiamo a lavorare in condizioni oggettivamente difficili se non addirittura impossibili.
Il Parco delle Mura si estende per 800 ettari alle spalle della città. Le operazioni nei quartieri di San Teodoro e Castelletto sono state complicate, siamo riusciti a fare un paio di battute con la collaborazione dei cacciatori (2 squadre, una settantina in tutto) e delle forze dell'ordine che hanno bloccato l'area permettendo l'abbattimento senza che i cittadini corressero rischi. Le catture si sono svolte attraverso trappole ad innesco automatico e manuale e l'uso di reti sempre all'interno dei quartieri.
Come avvengono le operazioni a ridosso delle case?
Dove è possibile usiamo il fucile ma non sempre si può, e quando non si può rischiamo sulla nostra pelle, per inciso sono pieno di ecchimosi, dovute ai corpo a corpo con i cinghiali.
Come se non bastasse ci si sono messi anche gli animalisti...
Abbiamo avuto grossi problemi perchè animalisti si frapponevano tra noi e i cinghiali.
Si è trattato di associazioni organizzate o semplici cittadini?
Soprattutto associazioni organizzate, in particolare erano presenti gli attivisti della Lav. Alle loro proteste si sono aggiunte quelle dei cittadini, che si attivano nel momento in cui all'improvviso scoprono che attorno alle loro case ci sono i cinghiali. In realtà c'erano anche prima che se ne rendessero conto. Queste persone vedono la natura solo in televisione e non conoscono i problemi della fauna selvatica, manca una percezione generale d'insieme, il che permette per esempio alla gente di continuare a foraggiare i cinghiali, anche se è vietato dalla legge.
Il problema del foraggiamento è stato poi anche all'origine della vicenda di Piero ed è simbolo di un rapporto del tutto sbagliato con la fauna selvatica. Vi siete mossi anche in questa direzione?
Nel 2000 esortammo l'amministrazione comunale su un problema ben più piccolo ma forse all'origine della situazione d'oggi: un signore nel genovese dava da mangiare ad un folto numero di cinghiali con gli avanzi di una mensa. Proprio nel 2000 il comune ha vietato il foraggiamento con un'ordinanza, tuttora in vigore, che sanziona chiunque venga sorpreso a nutrire gli animali. Controllare è comunque difficile, perchè bisogna cogliere sul fatto la persona, facciamo il possibile ma è più un problema di educazione ambientale.
Piero in ogni modo non può essere considerato un animale selvatico, è stato da sempre allevato dalle gattare, (letteralmente) è obeso e sicuramente non adatto alla vita selvatica.
Ci diceva che dopo la cattura di Piero gli animalisti si sono tranquillizzati. E' proprio andata così?
Sì, l'operazione è stata complicata perchè ogni volta che un animale viene sedato non si sa esattamente come andrà a finire. Gli animali corrono diversi rischi, così anche le persone. C'era il rischio di ipertermia ( temperatura troppo alta) dovuta all'esagerato quantitativo di grasso dell'animale, definito "obeso" dal veterinario che ha assistito alle operazioni (ciò la dice lunga sulla follia di nutrire gli animali selvatici). Il telo con il quale è stata ricoperta la gabbia serviva a tenere l'animale al buio, poichè il sedativo somministrato è un ipnotico, l'animale non si è mai addormentato del tutto ma è restato in uno stato di semi incoscienza e la luce del giorno durante il trasporto lo avrebbe eccitato, un pericolo per gli agenti.
La complicata operazione è servita più che a sedare Piero, a sedare gli animi degli animalisti. Se non avessimo acconsentito a questa cattura, ci saremmo trovati un serio pericolo di ordine pubblico. La città era spaccata in due e qualcuno è addirittura arrivato alle mani. Dopo la cattura ci hanno lasciato operare.
Questa assurda “battaglia” animalista è stata in parte condizionata dalla stampa. I giornali locali hanno buttato acqua sul fuoco?
I due giornali cittadini hanno mantenuto una posizione abbastanza corretta anche se una strumentalizzazione c'è stata. Le notizie sono comunque state imprecise e i media avrebbero dovuto spiegare un po' meglio ai cittadini la situazione. Il problema è che su queste questioni non c'è informazione. A tutti i livelli. In quei mesi ho proposto all'assessore di organizzare incontri con la cittadinanza per spiegare la realtà drammatica dovuta alla presenza di cinghiali. Occorre spiegare alle persone che i cinghiali sono una risorsa dello Stato di cui esso dispone attraverso la caccia che ne regola l'equilibrio e che se sono troppi vanno eliminati, non possono essere immessi da altre parti (c'è una legge regionale che lo vieta) e non possono essere mantenuti in cattività.
Il riequilibrio dei cinghiali permette allo stesso tempo di tutelare altre specie, quali?
Mentre si perde tempo a pensare alla salvaguardia dei cinghiali si perdono di vista altre realtà che vanno realmente tutelate. Ci sono situazioni critiche dovute anche e soprattutto alla presenza massiccia dei cinghiali. Nel genovese ci sono alcune specie di anfibi rare che rischiano l'estinzione proprio perchè vengono distrutti i loro siti di riproduzione dai cinghiali che fanno il bagno nelle pozze di fango e negli stagni. Questa abitudine distrugge irrimediabilmente le uova di alcune specie di tritoni e della rara salamandra dagli occhiali.
Le risorse andrebbero utilizzate anche per la tutela e il monitoraggio dei cervidi e del lupo, presente anche qui da poco. Occorre per esempio uno studio per la prevenzione dei danni.
Oltre alle catture e agli abbattimenti, avete pensato a misure di prevenzione per scongiurare ulteriori invasioni di campo di questa specie?
Abbiamo già ottenuto un grosso risultato installando una cinta che con soli 600 metri di estensione, riesce a chiudere un fronte di 4 km di parco. La soluzione crea un fronte che preserva molte zone urbanizzate dall'afflusso di cinghiali e per di più è poco costosa perchè sfrutta mura già esistenti e molto antiche. Abbiamo inoltre già individuato i confini per ulteriori recinzioni, presentando la proposta all'amministrazione comunale, sulla cui realizzazione però non abbiamo potere decisionale, dipenderà poi dalle disponibilità del comune.
Come spiega l'eccessiva proliferazione dei cinghiali degli ultimi periodi?
Due anni fa abbiamo avuto una grossissima produzione di ghiande e castagne, tanto che ai tempi ne parlammo anche con la stampa anticipando quello che sarebbe successo. La produzione è stata tale che anche se la scorsa è stata un'annata non così favorevole, ci si siamo trovati con un aumento esponenziale. Tanto che alcune squadre di cinghialai sono passate da 100 cinghiali solitamente abbattuti ai 350 di quest'anno. Quasi tutte hanno visto raddoppiare gli abbattimenti. Quest'anno purtroppo la fioritura del castagno è ancora più ricca, rischiamo un grandissimo numero di cinghiali e problemi ancora più gravi.
Eraldo Minetti
Commissario Polizia Provinciale Genova