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Editoriale

Dotti, medici e sapienti


lunedì 28 maggio 2018
    

 
 
Pensando alla nostra caccia, mi viene in mente Pinocchio. Quando il burattino, febbricitante nel letto della Fatina dai Capelli Turchini, era circondato da esimi luminari della medicina, un corvo, una civetta e un grillo-parlante. Interpellati dalla Fatina, uno dopo l'altro dettero il loro responso. "A mio credere - disse il Corvo - il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!". 
 
"Mi dispiace, — disse la Civetta — di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega; per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero.". "E lei non dice nulla? — domandò la Fata al Grillo-parlante. "Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto. Del resto quel burattino lì, non m’è fisonomia nuova: io lo conosco da un pezzo!".

Sono anni, ma che dico?!, decenni, che intorno alla caccia girano e rigirano falsi medici, sciamani, cerusici, barbieri (n.d.r.:  il barbiere spesso praticava salassi) e ciarlatani, insieme a qualche raro luminare, che a volte viene pure sbeffeggiato. Una triste realtà, nella quale è difficile discernere quel buono che c'è da quel  tanto, troppo, di presunzione, di prosopopea, di demagogia spicciola e di scienza maldigerita che imperversa.

Lo so, è difficile trovare la cura giusta per un'attività dominata dalla passione, forse ancora dall'istinto, antica come il mondo, in un mondo, purtroppo, che cambia le regole e i comportamenti con una velocità mai registrata nella storia. Con l'aggravante, ormai abbastanza chiara anche ai freschi di saggezza, che il principale difetto dei progetti che circolano sta nella mancanza di giovani neuroni, sinapsi in divenire, cervelli capaci di conformarsi ai cambiamenti. Una nuova classe dirigente, insomma,  al momento purtroppo asfittica e - per quel poco che è - anche largamente inadeguata, impreparata. Forse servirebbe anche un cambio di paradigma, una visione rivoluzionariamente prospettica come - forse - potrebbe dare  l'altra metà del cielo, che in altri campi sta conquistando piano piano il pianeta.

Si assiste, dunque, proprio di questi tempi, a un dibattito stretto sui temi più caldi, controllo delle specie opportuniste (fra cui metterei il cinghiale, ma anche il lupo), abrogazione dell'842 (privatizzazione della caccia, come in quasi tutto il pianeta, seppur secondo modelli diversamente articolati), ATC, tempi di caccia, specie cacciabili, gestione.

Gestione. Qui casca l'asino. Qui - come diceva Benigni - c'è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Spesso si dimentica che, non in natura - nei paesi cosiddetti avanzati, di wilderness (natura selvaggia) non c'è più niente - ma nel contesto regolato dall'uomo compatibilmente con le leggi della fisica e della chimica, la prima cosa da fare per mantenere degli equilibri "utilitaristici" non solo nell'immediato ma durevoli nel tempo, la prima cosa da fare è quella di valutare tutto nel suo insieme. Nel nostro caso: rapporti inter e intraspecifici, attività antropiche (agricoltura, forestazione, turismo e tempo libero, sfruttamento delle risorse e del suolo), univocità di gestione fra aree protette e aree concesse alla libertà d'intrapresa. Caccia compresa, ovviamente.

Su questo, c'è ancora qualcuno, seppur blasonato,  che insiste nel mettere in risalto l'incidenza  sul sistema da parte del numero dei cacciatori, quando negli ultimi venti-trent'anni questo numero si è ridotto ad un terzo o giù di lì. Ponendo implicitamente in secondo piano le cause principali che ormai è più facile trovare in ambito ambientalista (quello serio, che purtoppo in Italia difetta), piuttosto che fra i nostrali addetti ai lavori, almeno quelli che hanno dismesso la giubba del padulano o del maremmano per atteggiarsi ad austrungarico, magari rasandosi il cranio e facendosi crescere i favoriti, alla Ceccobeppe.

La caccia italiana potrà avere ancora un futuro rispettabile se riuscirà a mantenersi saldamente collegata alle proprie radici popolari. Noi siamo "migratoristi", lepraioli, cultori della piccola selvaggina per il cane da ferma. Tutte forme di caccia che - nel rispetto delle mitologie della braccata e dell'elitario rito del waidmansheill (!) -  hanno bisogno, oggi come ieri, di cacciatori competenti (e ce ne sono, anche fra i tecnici di riferimento), responsabili, che prima di tutto si preoccupino di mantenere integro, adatto, un territorio che invece sta soffrendo di infinite aggressioni anche in quelle aree che certi bempensanti (ipovedenti) si  ostinano a considerare "protette", solo perchè sono segnalate da cartelli.  Fa sorridere, ma dovrebbe anche far riflettere, ad esempio, che ci siano "tecnici", esperti faunisti, che continuano a porre l'accento sul piombo delle cartucce (facilmente asportabile almeno nelle aree di massima concentrazione: valli da caccia agli acquatici), quando quella stessa acqua non solo della valli, ma dei fiumi, dei laghi, delle falde acquifere stesse, ha raggiunto livelli di inquinamento chimico che dovrebbero allarmare le intere comunità.

E per chiuderla ancora con Pinocchio, che udendo le sentenze di quei luminari comincia a singhiozzare (per la triste circostanza, verrebbe da pensare, che lo ha fatto cadere nelle mani di certa gente), neppure io saprei se gioire o disperarmi.

"Quando il morto piange è segno che è in via di guarigione" disse solennemente il Corvo. "Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega, — soggiunse la Civetta — ma per me quando il morto piange, è segno che gli dispiace a morire".

Ma forse aveva ragione il Grillo-Parlante. Siamo noi che ci dobbiamo dare da fare. Valutare una volta per tutte le nuove situazioni, preparare una nuova classe dirigente, supportata da quelle competenze che  - rivalutate alla luce dell' odierna conoscenza - abbiamo da sempre dentro di noi, fin da quando siamo nati, figli del tempo, delle stagioni, delle pratiche di buongoverno della campagna (macchè wilderness!?), di generazione in generazione.

Vito Rubini


P.S. Consiglio a tutti di riascoltare Edoardo Bennato, nella canzone a cui si riconduce il titolo.

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9 commenti finora...

Re:Dotti, medici e sapienti

Difficile contraddire CACCIATORE DELUSO. Tuttavia, nello stesso tempo, secondo me ci si dovrebbe adoperare per mettere in evidenza tutti gli aspetti virtuosi che attengono all'attività di caccia e ai cacciatori. E molti ce ne sono. Una cosa su cui si dovrebbe porre più attenzione, anche, è l'azione di controllo e contrasto al dissesto ambientale e all'inquinamento, soprattutto delle acque e dei terreni (agricoli). Proprio stamani, parlando con un compagno di caccia, lui mi faceva presente che nell'area palustre della nostra zona, delimitata in ZPS, si continuano a produrre derrate agricole che hanno bisogno di prodotti chimici, mentre nè le une nè gli altri sarebbero consentiti in quell'area, per ovvie ragioni "protezionistiche". E tuttavia, l'ATC sembra, dico sembra perchè non ho avuto modo di verificare, sembra che paghi lauti danni agli agricoltori di riferimento per le scorrerie dei cinghiali. Vi sembra giusto?? A me no. Anche questo sodalizio con gli agricoltori andrebbe meglio calibrato. Amici si, collaboratori anche, ma complici sarebbe meglio di no.

da Critico positivo 31/05/2018 9.12

Re:Dotti, medici e sapienti

LA CACCIA DEVE CONTINUARE AD ESISTERE, SU QUESTO NON CI PIOVE; MA PERCHE’ CIO’ SI REALIZZI, SIDEVE PRIMA DI TUTTO CAMBIAREIN MODO RADICALE IL MODO DI PENSARE DEL CACCIATORE; PER FARE UN ESEMPIO , SU UN NOTISSIMO SOCIAL NETWORK NASCONO GRUPPI DI COSIDETTI APPASSIONATI , CHE PUBBLICANO FOTO DI MONTAGNE DI UCCELLI MORTI, OVVIAMENTE CON LORO VICINO, TIPO LE FOTO DEI CACCIATORI DEI BEI TEMPI ANDATI CHE SI FACEVANO FOTOGRAFARE CON IL PIEDE POSATO SUL LEONE MORTO…FORSE A QUEI TEMPI SI POTEVA FARE, OGGI SOLO DEGLI IMBECILLI PATENTATI POSSONO ARRIVARE A QUESTO; POI SI DEVONO ELIMINARE I FURBETTI COLLEGATI VIA RADIO CON WALKIE TALKIE, CHE CIRCONDANO UNA DETERMINATA AREA STERIMANDO TUTTA LA SELVAGGINA ESISTENTE CON L’AUSILIO DI ORDE DI CANI ; NON DIMENTICHIAMO POI IL BRACCONIERE , CHE TUTTI SANNO CHI SIA, MA NESSUNO HA IL CORAGGIO DI DENUNCIARLO; PER FINIRE SI DEVE ELIMINARE LA CONNIVENZA TRA CONTROLLORI E CONTROLLATI, IN QUANTO PIU’ DI QUALCHE CONTROLLORE FINO AD ORA HA BENEFICIATO DI INVITI A CENE A BASE DI SELVAGGINA PER TUTTO L’ANNO AGGRATIS…..DISCORSI DA BAR FORSE, MA LI SENTO DA TROPPI ANNI...

da CACCIATORE DELUSO. 29/05/2018 10.56

Re:Dotti, medici e sapienti

......poi arrivò un merlo,vietato da tempo immemore in Piemonte e senza che nessuna AAVVse ne strappo le vesti,............e disse al corvo......."belin cumme tei neigru!!! ".....asso come sei nero!!!

da Meno chiacchere, piu fatti 29/05/2018 10.02

Re:Dotti, medici e sapienti

troppa politica sporca e poca caccia

da Pippo 29/05/2018 7.31

Re:Dotti, medici e sapienti

Si in Francia, rintroducono la caccia alle oche in deroga sino al 28 Febbraio, da noi certi dottori,NON RIESCONO ad rintrodurre lo storno nonostante i danni che questi crea all'agricoltuta, a questi dottori dico,SVEGLIATEVI FENOMENI,CHE E' ORA.

da Fucino Cane 28/05/2018 18.35

Re:Dotti, medici e sapienti

Più che da un'associazione (e qui, per la migratoria, ne conosco di fama almeno due che sanno quello che fanno e quello che dicono) mi preoccuperei di tanti soloni che si nascondono direttamente o indirettamente dietro il paravento Ispra, e di qualche genio incompreso che pretenderebbe autoproporsi come factotum per risolvere i problemi della caccia nazionale. Stravolgendola da popolar-migratorista ad austroungarica da conferenza. Mentre credo invece che ci sia ancora spazio per una caccia all'italiana, rivalutata alla luce dei nuovi strumenti di ricerca e di formazione. In pratica, recuperare tutte le competenze dei tantissimi cacciatori italiani che orientarono e consolidarono la cultura della caccia in epoca preconsumistica.

da Tagliacarne 28/05/2018 14.22

Re:Dotti, medici e sapienti

X Vito Rubini, credo che la tua metafora, calzi proprio ha pennello ad alcuni tecnici faunistici di qualche associazione venatoria nazionale, però non dirglielo sinò si offendono.

da Fucino Cane 28/05/2018 13.33

Re:Dotti, medici e sapienti

Grazie Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

da Massy 28/05/2018 11.34

Re:Dotti, medici e sapienti

ma che cosa vuoi fare guarda cosa è successo oggi l'Italia è un paese sotto dominio straniero da SEMPRE !!!E LA CACCIA IDEM ! COMDA L'EUROPA NON I CITTADINI ITALIANI

da Rem 28/05/2018 9.57