Giulio Colombo, il cinofilo e giudice di prove e esposizioni, il cacciatore nato, ha scritto: - A propostito del cane da caccia – comperato il fucile..., la cartuccera, scarpe e stivali... manca solo un buon cane-.
… Cos'è il buon cane? Un essere tra i più intelligenti, il cervello al servizio della passione, l'olfatto ai comandi della volontà; è il frutto di selezione millenaria, creatura di Dio perfettamente cosciente, dotata di raziocinio, capace di affetti, con un carattere, dei gusti, delle preferenze; è l'ausiliare propenso a tutti i sacrifici per un po' di zuppa... è costruito in un certo qual modo e con certa attitudini per merito delle quali gli piace andare a caccia.
- A proposito del cane da ferma-. Quello che fa al caso nostro è il «Canis avicularius» (Linneo)- Avendo tentato invano di correre dietro al volatile, imparò ad accostarlo con malizia, furtivamente; l'uomo sfruttò tale attitudine e incoraggiò l'avicularius a fermarsi, a fermare, a diventare cane da ferma. Da allora gli concesse di occuparsi anche della lepre, ma a condizione di non rincorrerla.
Il primo razionale impiego del cane sul selvatico che si sottrae di volo, fu praticato dal falconiere. Il cane, persuaso che coodiuvando falconiere e bracconiere, prima lasciò l'illusione della preda allo sparviero, poi consentì bonariamente che lo intrappolassero nelle reti fra quaglie e pernici, e infine si fece epagneul e bracco, strisciò e si accucciò per lasciare libera la visuale al cacciatore, e favorì la grande innovazione del metodo di cacciare che, nell'arte di tirare al volo, fece della caccia lo “sport”, dove più che il carniere si coltiva il bersaglio.
Che Senofonte descrive nel Cynegethicon un tipo di cane in presenza del selvatico si ferma con una zampa alzata... forse non significa che detto cane sia “in ferma” nel senso da noi inteso... ma che si ferma assumendo posa inconfondibile quando avverte l'emanazione.
Per la presentazione di un suo libro (Trialer!) ci sono gli interventi di altri due personaggi straordinari.
«Sono stupito di come tu abbia potuto trovare tante cose da dire sul Trialer. Ritengo non si debba promuovere Giudice di prove chi non abbia letto il tuo libro». Prof. Giuseppe Solaro.
«Sto leggendo la tua bella prosa dalla quale molte cose tutti hanno d imparare e meditare». Dr. Fabio Cajelli.
E alla meditazione, invito tutti coloro che vogliono appropriarsi del difficile mestiere del cinotecnico, o più semplicemente intendono avviarsi sulla strada della conoscenza del cane da ferma. Magari leggendo, o rileggendo, questi ormai "classici" autori, dai quali c'è sempre tanto da imparare.
Mario Biagioni
Il vero trialer non è né il cane che vince una prova né quello che è laureato campione: è, piuttosto, il «Campione dei campioni», quello che «deve» riprodurre a beneficio di tutta la sua razza. Un cane virtuale, dunque? Tutto il contrario: un cane vero e grandissimo... Vai alla scheda libro
Altri libri degli autori citati:
GIULIO COLOMBO - IL CANE DA FERMA. Nicolosi Editore. Roma
ADDESTRIAMO INSIEME TELL. Nicolosi Editore. Roma
UN CACCIATORE RACCONTA. Nicolosi Editore. Roma
I CANI DA CACCIA. Novarco Editrice
FABIO CAJELLI - I SETTERS. SIS 1974