“L’uomo ha perduto la capacità di prevenire e prevedere. Andrà a finire che distruggerà la Terra”. E' questo il monito che probabilmente hanno dimenticato molti dei nostri ambientalisti e ornitologi, compreso, a quanto pare, qualche ricercatore dell'ISPRA.
Il monito, qualcuno lo ricorderà, almeno spero, lo lanciò nell'(ormai) lontano 1962 l'evidentemente dimenticata Rachel Carson, biologa della Pennsylvania, col suo atto d'accusa (Silent Spring, Primavera silenziosa, un best seller, per quei tempi) nei confronti dell'uso (smodato?) dei pesticidi e dei prodotti fitosanitari, che stava decimando le popolazioni di piccoli uccelli, insettivori e granivori, un po' ovunque, in quei paesi che stavano cambiando totalmente le pratiche agricole.
Quindi, dato il successo planetario del libro, almeno da quella data (1962) tutto il mondo ornitofilo, ambientalista, scientifico, sapeva quali erano le cause di queste morie di rondini, pettirossi, fringillidi, passeri, turdidi (ma anche dell'aquila testa bianca e di altri accipitrini e uccelli rapaci in genere).
Sorpende - ripeto: sorprende - che oggi, a distanza di più di cinquant'anni, ci sia ancora qualcuno che - come si dice - cade dal pero. E' quanto si può dedurre leggendo, per esempio, un recente articolo di La Repubblica, dove tale Michele Zanetti (sè-dicente naturalista e divulgatore di Noventa di Piave, che ogni anno insegna a 5000 bambini geografia naturale ed ecologia) ha scoperto quello che la Carson raccontava già allora.
Fortuna che all'ISPRA, come racconta Lorenzo Serra primo ricercatore avifauna a Ozzano dell'Emilia, hanno preparato per il Ministero dell'Ambiente il Rapporto sullo stato di conservazione sugli uccelli italiani (dal 2000 al 2012), di prossima pubblicazione. Dalle sue anticipazioni, veniamo a sapere - ancora tramite La Repubblica - che i passeri sono considerati - in Italia - "categorie vulnerabili". Veniamo a sapere, anche, tramite l'altrettanto citato Progetto Mito (Monitoraggio Italiano Ornitologia) finanziato dal Ministero dell'Agricoltura, che questa situazione dei passeri è confermata, e che riguarda anche l'allodola (unica specie cacciabile), ilverdone, la rondine, il torcicollo, il rigogolo. La causa? I prodotti chimici, ovviamente (visto che queste tragiche morie accadono - come leggiamo - in aree intensamente coltivate). Concausa? Il prevalere di predatori, da tempo non più oggetto di corretti prelievi, che le vecchie leggi sulla caccia invece contemplavano come indispensabili con una coerente ed equilibrata gestione del patrimonio avifaunistico.
Tutto questo, ovviamente, a noi cacciatori è noto da tempo, ma - voci clamanti nel deserto - fino ad oggi inascoltati, tutti impegnati come sono, a partire dai massimi responsabili del benessere ambientale del nostro paese, a dar retta a quelle sirene di ambientalisti (???) che continuano a sparare balle contro la caccia e i cacciatori, misconoscendo anche quello che loro stessi scrivono. Tutta gente che ad ogni rapporto del genere... cade dal pero, appunto, continuando a recitare le solite litanie, per mortificare un mondo che fino a che lorsignori - gli ambientalisti di professione - non si occupavano di queste cose, queste cose funzionavano bene, grazie al presidio di persone esperte, sensibili e consapevoli, che racchiudevano in sè valori unici e complessivi, essendo all'un tempo ambientalisti, cacciatori e in molti casi anche contadini (non industriali dell'agricoltura).
Chissà se certuni saranno caduti dal pero anche stavolta, quando hanno letto la denuncia inoltrata recentemente alla Commissione UE (Vai alla denuncia dell'Atc GR8 alla Commissione UE), dall'ATC di Grosseto, e il ricorso al Tar del Lazio delle Associazioni nazionali ( Ricorso al Tar del Lazio contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri) che chiamano in causa fra l'altro l'operato di autorevoli operatori che da quanto appare oltre che cadere dal pero ogni volta, sembrano soffrire di strabismo (dov'erano in tutti questi anni, quando contestando anche aspramente la caccia, non altrettanto facevano nei confronti dello scempio che si consumava sotto gli occhi di tutti?) e di vuoti di memoria. Speriamo che riescano a convincerci del contrario. Non foss'altro per la loro salute (strabismo, vuoti di memoria), a cui, come timorati di dio, teniamo più di ogni altra cosa. Tuttavia, a parere diffuso, bisognerà insistere su questa strada.
Vito Rubini
P.S. Nel mio giardino - sono un fortunato, ho la casa in mezzo a un bosco in buona parte abbandonato; i campi intorno sono ancora trattati come i poderi di una volta, come la tradizione comanda - come ogni anno, anche quest'anno sono arrivati a fare il nido merli, fringuelli, verdoni, cardellini, la stiampetta, l'upupa, il picchio rosso, il torcicollo, una coppia di tordi (finalmente), sul tetto ho un paio di famiglie di passeri, una di storni. Ogni tanto vedo anche qualche rondine. Tutti procreano garruli, sotto gli occhi di un sanguinario cacciatore: il sottoscritto.