Partirò col darVi una buona notizia: l’ideologia animalista, almeno com’è oggi concepita, non ha futuro.
Esiste, infatti, l’istinto di conservazione innato, ovvero non frutto di apprendimento, ed automatico, ovvero non frutto di ragionamento e scelta personale, che spinge tutte le specie, Uomo compreso, non solo a mantenersi in vita ma a cercare di sopravvivere meglio. Ciò rende obbiettivamente impossibile da realizzarsi una visione di benessere animale come quella oggi propagandata dagli animalisti, che si contrappone al benessere dell’Uomo, soprattutto in un mondo in cui è in costante aumento il numero di persone che vogliono raggiungere determinati standard di benessere ed in calo il numero di quelle che li hanno già raggiunti. Pertanto, l’unica forma di benessere animale effettivamente perseguibile è quella funzionale al benessere dell’Uomo (il bovino che sta bene dà latte e carne migliori), non quella che ipotizza il non uso degli animali per garantire loro la vita, che li porterebbe invece all’inutilità e, causa l’abbandono da parte dell’Uomo della loro cura e del loro allevamento per perdita di interesse, all’estinzione.
Ovviamente, però, va tenuto presente che chi tira le file del movimento animalista generalmente non è uno sprovveduto, e queste cose le sa; come sa anche che se è impossibile governare gli istinti, è però possibile, stimolando sapientemente determinate emozioni, determinare nel breve periodo azioni che abbiano ricadute anche nel lungo periodo. Don Luigi Sturzo, le cui idee Vi consiglio di rileggere (vedrete com’è quanto mai attuale), disse nel 1956 che “le rivoluzioni sono figlie di idee e di sentimenti prima che di interessi”, e ciò spiega quale potere abbia chi riesca a celare i propri interessi e a far leva sui sentimenti degli altri. La lobby animalista, infatti, riesce a motivare la propria base e ad illudere buona parte dell’opinione pubblica proprio facendo leva sui sentimenti.
Come ci riesce? Soprattutto attraverso l’informazione. Ed è proprio nell’informazione che, invece, il nostro mondo è carente, sia in quantità che in qualità. Mi ha scritto qualche giorno fa un Senatore: “Quello che le associazioni ambientaliste hanno gestito bene è l'informazione. Certo, di parte ma l’altra parte che tipo di informazione ha dato? Lo zero totale.” E io ho dovuto dargli ragione, perché a parte qualche lodevole esempio come il sito in cui sto scrivendo, l’informazione che diamo, soprattutto ai “non addetti ai lavori” è zero rispetto a quella fornita dalla controparte.
Ora qualcuno di Voi obbietterà: “loro sono tanti, hanno tanti volontari e hanno tanti soldi.” Non è del tutto vero! Fate la somma di tutte le persone che danno il 5x1000 (che non costa nulla) alle associazioni animaliste dal sito dell’Agenzie delle Entrate e Vi renderete conto che sono molti meno dei cacciatori; poi fate la somma delle cifre presenti sui bilanci di tutte le loro Onlus messe insieme e paragonatela alla somma che spendete Voi ogni anno per andare a caccia moltiplicata per il numero dei cacciatori: Vi renderete conto che sono sì ricchi ma che noi lo saremmo di più e, in fine, per quanto riguarda il volontariato, quello vero, non a stipendio, contate quanti sono i partecipanti, ad esempio, alle svariate giornate ecologiche che organizzano le Associazioni venatorie durante tutto l’anno per renderVi conto che anche sotto questo aspetto noi saremmo superiori.
Allora perché, ora Vi chiederete, noi manifestiamo a Roma in 50mila e i media ne parlano un giorno, e loro manifestano in 5cento e i media ne parlano una settimana? Certo, quanti soldi si investono e come vengono investiti, in comunicazione, ha la sua importanza: probabilmente anche le nostre Associazioni dovrebbero “applicarsi” di più in tal senso. Ma è anche vero che i nostri 50mila, se va bene, dell’evento ne hanno parlato qualche giorno tra di loro al bar o in armeria, qualcuno (pochi) su questo o quell’altro forum di settore, mentre almeno 100 dei 500 animalisti hanno cominciato un mese prima a inviarsi ed inviare mail a Sindaco, Assessori, Giunta, giornali, televisioni, radio, ecc. Questo aspetto è tutt’altro che secondario ed è una tecnica efficace anche nella delicata attività di lobbyng con le Istituzioni: poco importa al politico locale se le mille mail di protesta contro la tal iniziativa nel suo Comune in parte provengano addirittura dall’altro capo del globo: sono comunque mille mail di protesta! Se poi gli arrivano a gruppi di 100 al giorno e per 10 giorni consecutivi gli intasano la casella di posta, esse ottengono ancor più effetto!
Ciò per dirVi che tutti noi possiamo/dobbiamo contribuire a fare informazione, soprattutto verso i non addetti ai lavori. Dobbiamo scrivere sui forum generici, imparare a raccogliere e scambiarci gli indirizzi e-mail dei politici e dei giornalisti, ma anche del vicino di casa (che magari è anticaccia ma mangia il pollo!), e ad usarle! Non possiamo, ovviamente, pretendere subito che chiunque si interessi alle tematiche di nostro interesse, ma dobbiamo noi inserirci su temi anche di altro genere, portando il nostro punto di vista. E credetemi, non è poi così difficile: noi non abbiamo nemmeno bisogno di usare immagini taroccate o di riciclarne di vecchie perché quelle reali e attuali non sono abbastanza cruente da provocare la reazione desiderata: a noi è sufficiente mostrare la realtà!
Inoltre, fatto non secondario, ho constatato che la singola iniziativa, promossa dal singolo individuo, specialmente se proveniente dalla base, spesso può diventare un ottimo collante per la tanto agognata unità di soggetti molto diversi tra loro, quali noi siamo, perché se appare molto spesso difficile applicare il concetto che è impossibile tutelarsi da soli contro molti ma che diventa molto semplice tutelarsi in molti contro pochi, in linea generale, perché prevalgono gli egoismi di ciascuno, è molto più facile applicarlo per un obbiettivo definito.
Perciò Amico mio: Aiutati che il Ciel ti aiuta! Insieme saremo Forti!
Massimiliano Filippi