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Editoriale

IL CAPRIOLO MANNARO


lunedì 12 ottobre 2009
    
È alto una settantina di centimetri, lungo poco più di un metro, pesa oltre venti chili e d’estate ha un colorito rossiccio. State in guardia, è un capriolo. E sta devastando le campagne italiane. Non se ne può più: lo hanno segnalato, con una serie di clamorose prese di posizione, diverse associazioni agricole di categoria. I caprioli, sembra, ci priveranno, per esempio, dei più pregiati vini italiani.

In una provincia Emiliana si sono persino, pare, raccolte firme per intervenire drasticamente sulle popolazioni. Con una petizione che su diversi blog e siti internet di ambiente venatorio suonava così: «Siamo invasi dai caprioli: 51.000 esemplari sul territorio. Portano le zecche, danneggiano le auto e l’agricoltura… Oltre 3000 firme raccolte in pochi giorni.»

Io, che vivo in una regione (il Trentino Alto Adige), dove l’agricoltura di pregio (frutteti e vigneti) convive da molti decenni con alte densità di ungulati, primo fra tutti il capriolo, sono rimasto abbastanza perplesso. Non avevo sentore di questa calamità a quattro zampe.

La questione dei danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura è però concreta e, giustamente, sentita. Se ne parla anche a livello scientifico e tecnico-gestionale. Non molto tempo fa si sono tenuti ben due convegni sul tema: una giornata di studi presso la prestigiosa Accademia dei Georgofili di Firenze e un incontro, organizzato da Arcicaccia di Piemonte e Liguria, con il patrocinio delle due Regioni e i rispettivi politici, nonché rappresentanti di altre associazioni venatorie, a Mornese nell’alessandrino.

Al convegno di Alessandria, la documentata relazione della dottoressa Maria Luisa Zanni (tecnico faunistico della Regione Emilia Romagna) portava una quantità di dati precisi sui danni da fauna selvatica registrati nel quadriennio 2004-2007. A me piacciono i dati, quando c’è da discutere, e questi erano illuminanti.

Se stiliamo una “classifica di colpevolezza” in quella regione, fra le sedici specie elencate, l’animale più temibile risulta essere indubbiamente lo storno (1.129.793,17 Euro di danni). Seconda, per un pelo, la lepre (1.127.669,30 Euro), terzo il cinghiale (956.901,85 Euro) e, a un passo dal podio, nutria (943.656,61) e uccelli ittiofagi (920.256,02) quasi a pari merito. Il capriolo, un dilettante, si piazza solo all’undicesimo posto (280.335,55 Euro di danni) “realizzando” poco più dei fringillidi (254.771,40 Euro), facendo una figuraccia rispetto ai corvidi (571.343,42 Euro) o al fagiano (513.037,73 Euro). Stracciato persino dai passeri e dai piccioni di città. Cervo e daino sono a fondo classifica, con le anatre.

Allora, se i danni prodotti da tutti gli ungulati (cinghiale escluso) sono il 5,1% del totale, meno di quelli provocati dal solo fagiano, perché tanto clamore e avversione riservati in particolare al capriolo?
Forse perché, a differenza di lepre e fagiano, è uno sconosciuto. O quasi.

Una specie che, seppur presente nel passato lontano, ritorna e prospera è di fatto nuova in quel paesaggio culturale. Poco familiare alle persone, difficile da comprendere. E quando succede qualche guaio… non è proprio sull’ultimo arrivato, sullo “straniero”, che si punta subito l’indice accusatore?

Con questa sommaria argomentazione (ma i dati sono dati), non si intende certo negare il problema - perché il capriolo può fare dei danni, in determinate situazioni anche significativi - ma solo esortare ad affrontarlo in modo razionale (i dati sono dati!).

Cioè con conoscenze e competenza. Per quantificare esattamente i danni, risalire con ragionevole certezza alla specie che li ha provocati, monitorarli, risarcirli equamente e soprattutto prevenirli. Magari attingendo alle esperienze fatte altrove. L’obbiettivo è, o dovrebbe essere, eliminare i danni, mica eliminare i caprioli.

Certo, la storia della gestione faunistica italiana non sempre brilla di razionalità, anzi. E il rischio di funzionali strumentalizzazioni resta sempre in agguato, lo abbiamo percepito all’istante.
Per cui, con l’aria che tira, se fossi un capriolo un po’ mi preoccuperei. E mi preoccupo anche da cacciatore che, i caprioli, li ama nel profondo.
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Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Anim'ale, se le interessa approfondire il discorso gestione capriolo (o di altri ungulati) e andare a vedere un po' di animali (non fugaci apparizioni grigie o rossicce a seconda della stagione), ma cervi, caprioli e camosci (questi ultimi solo se lei vive in qualche regione che si affaccia sulle Alpi), non in parchi, ma in Atc o Ca, può contattarmi in redazione ([email protected]). A seconda della sua regione di residenza potrò certamente "affidarla" alle cure di qualche amico/collaboratore che la porterà in giro a vedere animali e a "spiegarglieli" ben volentieri. Andare ad osservare gli animali, fotografarli, viverli e, perché no, amarli profondamente (questa è una delle contraddizioni non razionalizzabili insita nell'animo di noi cacciatori, ma questo è un discorso molto lungo e non affrontabile in poche righe) è un'attività che ogni cacciatore degno di tale nome effettua sempre con rinnovato piacere e coinvolgente emozione ogni primavera, o comunque in tutti i periodi in cui l'attività venatoria (intesa come prelievo, perché si è cacciatori e si svolgono attività gestionali 365 giorni l'anno) è ferma. Un cordiale saluto. Danilo Liboi, direttore di Cacciare a Palla e Sentieri di Caccia

da Danilo Liboi 17/11/2009 13.37

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

mi piacerebbe che ti dilungassi a spiegarti... se mi dai la tua mail ti scrivo. grazie, buona giornata

da anim'ale 27/10/2009 9.27

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Carissimo anim'ale. Vista dall’esterno questa discussione può sembrare un democratico dibattito fra due punti di vista diversi nell’ambiente venatorio. Ma chi conosce il “background” della parte dei segugisti (perché ce ne sono di molto più consapevoli e informati che prendono più distanza possibile da certe posizioni) che qui spingono verso la loro ipotetica soluzione venatoria, si mette la mani nei capelli, perché distingue il bene dal male. Il sole dalle tenebre. Non mi dilungo a spiegartelo, ci vorrebbero due pagine, ma sono cose che nell’ambiente sanno tutti… La caccia parte da un impulso irrazionale, istintivo, ma nel 2009 si può fare solo sulla base di un approccio razionale, perché la fauna è una risorsa (pubblica) non infinita. Mi piacerebbe solo sapere quanti di questi estremo-segugisti “esperti” di danni e di gestione conoscono l’alimentazione del capriolo (molto molto selettiva), sanno come è strutturata una popolazione o più semplicemente sanno distinguere un maschio da una femmina, in novembre. Se davvero la specie ti interessa comincia col leggere qualcosa di serio e poi vai ad osservarli: con un binocolo e vestito di verde, per favore :-) Se fornisci un indirizzo mail ti potrò dare indicazioni più precise. Weidmannsheil

da Ettore Zanon 25/10/2009 0.42

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Per Ettore Zanon: sono riuscita a leggere solo ora la tua risposta in merito alla mia curiosità rispetto ai caprioli. Vedere un pelo grigio in fuga non mi interessa, credo non interessi a nessuno però... come si spiega allora la passione dei "segugisti". Io sono estraneo al mondo della caccia, anche se mi incuriosisce abbastanza. Capisco che c'è molto di intimo, di irrazionale, di inspiegabile quindi.

da anim'ale 24/10/2009 22.54

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

NO!! gli animalisti non ce lo faranno cacciare con i cani in braccata, ma ve lo ricordate cosa accadde qualche anno fà in Piemonte? Prima di farci cacciare il Capriolo maschio come 40 fà. immettono sul territorio i Leoni e le Tigri. Ma non Vi rendete conto che hanno occupato tutti i centri di potere?

da campagnolo07 22/10/2009 22.36

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

NON ELIMINIAMOLO INUTILMENTE DATECI LA POSSIBILITA DI CACCIARLO E COSI MANTENERE LA SPECIE IN BASSO NUMERO E FAR SI CHE I DANNI VENGANO DI XTANTO DIMINUITI AL POCHISSIMO

da CARMINE 21/10/2009 12.58

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Dott. Bosio (così siamo felici tutti...), tralasciando i titoli accademico-professionali, la invito cortesemente a “dare del lei” a chi non conosce di persona e a chi non le ha fatto richiesta di utilizzo di formule interlocutorie esplicitamente meno formali. La relazione prodotta dal sottoscritto in Commissione Agricoltura della Camera altro non è che il sunto delle più recenti indagini ed analisi condotte dai principali organi scientifici italiani. Non meraviglia certo che lei si contrapponga e contrasti questo tipo di informazioni e di impostazione analitica. Lo fa da sempre... Tuttavia, è alquanto stancante il fatto che continui solo attraverso la solita demagogia spicciola e le sciatte provocazioni. Certo, nulla di nuovo. Questi modi sono l’unica possibilità di sopravvivenza per chi come lei, abbaiando (pardon, latrando) in solitaria da decenni alla luna, si è chiaramente ritagliato un posto di prima fila tra i più fulgidi esempi di capofila di un’inesistente “categoria sociale” sopravvalutata e autoreferenziale. Motivo per il quale, sempre da anni, cerca spazi nelle riviste di settore (sempre negati) e tenta, ora, la via di convegni... Così da dare un segnale ufficiale della sua esistenza, per sua sfortuna “inesistente”. Ps: i dati di coloro che la campagna la vivono e soprattutto la amano, sono ancora quelli divulgati dall’editoriale di queste pagine e ai quali ancora non ha contrapposto controargomentazioni oggettive e verificate. Come sempre...

da Giovanni Giuliani 19/10/2009 9.25

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

E perchè demonizzarlo. Io demonizzo l'introduzione di una metodologia di caccia, quella di selezione che non ci appartiene, avulsa dal mondo mediteraneo e dalla caccia corale e sociale. Ci sono gli animali, sono in buona salute, grazie ai cacciatiri, dico io, bene allora caccciamoli come fanno in francia e in spagna CON I CANI.

da Gregorio Mastrantonio 19/10/2009 9.04

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

La realtà è che i cacciatori sono sempre meno e la loro età media e di circa 55 anni, quindi sono destinati all'estinzione per limite di età, spesso si autoeliminano... basta aspettare....

da cunegonda 18/10/2009 22.44

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Carissimo Bosio, non mi importa molto se non mi vuoi rispondere. Mi basta aver messo in luce alcune delle tue molte contraddizioni. E la questione fondamentale è che non si pongono le basi del futuro della caccia in Italia inseguendo tradizioni spesso discutibili ma creandone di nuove che siano in sintonia con la cultura e la sensibilità degli italiani di oggi. Un saluto

da claudio nuti 18/10/2009 21.46

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

ETRUSCO NON TI VERGOGNI?? HAI PRATICAMENTE DATO DELL'IGNORANTE A ZARATIN! NON LO SAI CHE LUI SA TUTTO?? scherzi a parte, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e cioè che la caccia fa parte del passato ed è destinata ad estinguersi... non confidare nei giovani, loro non sono disposti ad ammazzare animali per divertimento (giustamente).

da dante 18/10/2009 20.29

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Si parla di dati ? Abbiamo letto un esempio di dati di risarcimenti liquidati. Si parla invece un po' troppo poco di come vengono accertati. C'è una oggettiva sovrastima dei danni, specie quando i danni stessi (succede da più parti) - con relativo importo- vengono AUTOCERTIFICATI, tuttalpiù con verifiche a campione. Con i danni da Gruccione che liquidava la Regione Sardegna,ad esempio, questa regione dovrebbe produrre comunque tanto miele da riempire delle navi cisterne, in proporzione. Ci sono gli accertatori ? E se si chi con quali professionalità e con quale formazione ? Nel micro e macrocosmo di regioni e province, paese che vai accertamento del danno che trovi, truffe comprese....

da Guido60 18/10/2009 20.20

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

non c'è dubbio che il mondo della caccia deve cambiare registro. C'è bisogno di giovani, più al passo con i tempi. Di giovani più preparati culturalmente. Non è vero che i nostri avversari sono quattro gatti. Sono tanti, invece, tanti che Zaratin non immagina neanche,tanti perchè hanno saputo meglio di noi interpretare i cambiamenti. In poche parole, semplici ma efficaci, sono più preparati, e quindi più bravi di noi a vivere nella contemporaneità. Cerchiamo di imparare. Forse con i giovani, con meno frasi fatte e meno prosopopea, ce la potremmo anche fare. Se ci fosse qualche donna, ancora meglio. Loro sono più pratiche di noi. Non hanno muscoli ma più cervello.

da etrusco 18/10/2009 18.54

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Amici cacciatori,tutti,ma vi immaginate se chi è preposto,costituzionalmente parlando,a promulgare una nuova legge sulla caccia italiana,dovesse far riferimento alle notizie emerse da questo dibattito,ai dati contraddittori,alle esperienze descritte su come si caccia nel resto del mondo!!!che razza di legge verrebbe fuori? Se questo è un esempio di comunicazione interna per aumentare la crescita culturale dei cacciatori,credo che, dopo aver messo in pratica tali insegnamenti,l'opinione pubblica si farà di noi cacciatori un'immagine talmente qualificante da esserne orgogliosi e che ci permette di guardare al futuro con fiducia. Ma è mai possibile che la nostra attività più redditizia,si far per dire,è quella di rinfacciarsi fallimenti di gestione,critiche su tipi di caccia da praticare,esperienze venatorie senza portare,nessuno,pezze di appoggio legali a conforto delle proprie idee estremizzandole peggio dei peggiori ambientalisti; ma vi ricordo che ognuno di noi va a caccia rispettando leggi che nessuno di noi,purtroppo, ha contribuito o ha condizionato per la sua promulgazione. Ora,che forse possiamo incidere in qualche maniera,invece di essere uniti e portare qualche contributo,rispettando la pari dignità di tutti i tipi di caccia,perchè, con tutti i distinguo necessari, possono convivere,andiamo allo sbaraglio riempiendo i vari blog di chiacchiere che non producono niente di costruttivo. Dividi et imperat: solo che noi facciamo tutto da soli e speriamo che gli altri,poi, facciano i nostri interessi.

da francesco47 18/10/2009 18.24

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Bosio, ti ho già risposto, siamo seri: 1. facciamo il convegno, così ne uscite con le ossa (tecnicamente) ancora una volta rotte e forse venite a più miti consigli; 2. smettila di fare demagogia sui danni all'agricoltura altrimenti qualcuno affronterà il tema del cinghiale, una vostra esclusiva gestionale, ed avreste da rimetterci anche lì; 3. più in generale: comprendo come la tua posizione non consenta molte altre scelte se non strumentalizzare e sobillare chi ha poca conoscenza, ma così non costruirai mai nulla di serio e utile per la caccia, compresa la tua.

da Ettore Zanon 18/10/2009 17.35

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Ma io ho lanciato la proposta del convegno e nessuno dei carabinisti mi ha risposto!!!.Giuliani Dott. Giovanni, tutto maiuscolo e con il Dott. così sei soddisfatto, le tue anaisi sono improponibili ed assolutamente di parte. La tua relazione in commissione agricoltura è una cosa inverosimile .... e se ne sono accorti anche loro. A Nuti non voglio nemmeno rispondere perchè ho già risposto prima a Zanon e perchè a lui han gia risposto Polazzi e Lorenzo. Questi sono i fatti, sono i dati di coloro che lavorano in campagna ...che ci rimettono i soldi.

da gian carlo bosio 18/10/2009 11.56

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

I tuoi ossessivo-compulsivi stupidi commenti con nick diversi sono la chiara dimostrazione di quanto sarebbe facile averla vinta su una minoranza che è di una bassezza culturale da guinness dei primati (quello delle scimmie ovviamente). Tuttavia, fintantochè ci sono cacciatori poco convinti e che credono ancora alla befana che porta un dialogo con un mondo che non sa neanche cosa sia il dialogo, una chance ce l'avete pure voi. Resisti! :)

da massimo zaratin 18/10/2009 9.29

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Ma quanto mi piace sto Giuliani! Io voglio, desidero, ansimo di sapere il perchè UNA SOLA associazione venatoria è così distante dai cacciatori e quindi dalla caccia in generale. Dimmi se possedete, o meglio, pensate di possedere, una "verità venatoria" superiore alla nostra; in tal caso voglio saperla. Non hai risposto e la mia sete di sapere non ha limiti...dispostissimo a cambiare opinione! Anzi, propongo alla redazione una discussione apposita su questo tema: perchè c'è una associazione di cacciatori che la pensa in maniera assai differente rispetto al resto del mondo venatorio? Ti aspetto volentieri sul "ring"! :) Saluti.

da massimo zaratin 17/10/2009 21.06

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

E’ da aspiranti suicidi continuare a guardare indietro. Se la caccia non riuscirà a ritagliarsi un ruolo ed uno spazio che gli siano riconosciuti anche da chi cacciatore non è, non andremo molto lontano. Ed il ruolo non è certo quello di sterminatore di ungulati cui sembrano ambire in molti. Oggi la provvidenziale (grazie all’impegno di molti) presenza di ungulati rappresenta un’occasione storica per trasformare la caccia in Italia e farla diventare quello che in molti altri paesi è già: una attività di gestione con finalità di tutela, di conservazione ed anche di sfruttamento razionale di un patrimonio che altrove è privato e che qui, per fortuna o per disgrazia, è della collettività. Una attività di gestione che, come la pesca o l’agricoltura, non viene demonizzata e additata al pubblico ludibrio come macabro divertimento per gente frustrata e immatura.

da claudio nuti 17/10/2009 18.24

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

(alcune Aziende agrituristiche o faunistiche). Non è quindi vero, se non per Bosio ed i segugisti, che la selezione ha fallito. Ha semplicemente fallito dove non è stata fatta, cosa che può essere affermata anche per la caccia al cinghiale. I cinghiali proliferano a dismisura solo dove non vengono cacciati e lo stesso dicasi per cervi e caprioli. Si parla poi della Germania e dell’Austria e ognuno dice cose diametralmente opposte. Io caccio frequentemente in Foresta Nera e in Sassonia. Non ho mai visto usare segugi a gamba lunga. Nel mese di ottobre si fanno alcune battute (non braccate) nelle quali si può sparare a tutto, compreso lepre e volpe, a completamento dei piani di prelievo. Si usano pochissimi cani (Jagd, bassotti ecc.) e molti battitori che mettono in movimento una parte degli animali presenti. A meno che non ci siano due Austrie e due Germanie, smettiamola di inventarci l’Europa che ci torna meglio e atteniamoci ai fatti. Si parla tanto, infine di tradizioni e si dice che a quelle dobbiamo riferirci per salvare la caccia. Altra bestialità. La tradizione edonistica ed estetizzante delle cacce nobiliari come la vénérie, la caccia inglese alla volpe e la caccia con i levrieri, con tantissimi cani e nessun rispetto per la preda, che viene inseguita senza pietà e finalmente data in pasto ai cani, è assolutamente estranea alla storia caccia popolare italiana. Chi cacciava la lepre o il cinghiale anche per la carne ha sempre utilizzato pochi cani ben addestrati. La salvezza della caccia non risiede nell’accontentare i gusti ed i vezzi dei vecchi cacciatori del tipo “polenta e osei” o gli amanti della “poesia della canizza” per timore che altri attacchino il fucile al chiodo.

da claudio nuti 17/10/2009 18.23

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Vorrei introdurre qualche spunto di riflessione che ho maturato leggendo i vari interventi della discussione che, quantomeno, si è mantenuta su toni di confronto civile e con argomentazioni non superficiali. E’ senz’altro legittimo avere le proprie preferenze in materia venatoria. Tuttavia non mi piace chi strumentalizza un fatto positivo, l’alta densità di ungulati presente in molte regioni italiane, densità raggiunta grazie ad una oculata gestione che ha preso avvio nella mia Toscana circa venti anni or sono, per cercare di ricavarne argomenti a proprio esclusivo vantaggio. Si sostiene che la caccia di selezione abbia fallito: non esiste bestialità più grande. Il fatto che ci sia un grande patrimonio di ungulati a stimolare gli appetiti di molti (cacciatori e agricoltori) e che noi siamo qui a discuterne mi sembra che sia un fatto positivo il cui merito è, anche, della caccia di selezione. Si minimizza le criticità derivanti dalla presenza della specie cinghiale e si enfatizzano quelle derivanti da cervi e caprioli. Il perché è ovvio (il cinghiale si caccia già con il segugio) ma non è sintomo di onestà intellettuale. Si sfruttano notizie di cronaca e prese di posizione degli agricoltori che si riferiscono ad aree limitate dove effettivamente occorre un correttivo per generalizzare ed esportare il problema dove non esiste. Personalmente caccio il capriolo in due distretti: nel primo, in appennino, il piano di prelievo si mantiene costante da vari anni e viene realizzato sempre nella percentuale del’80%; il numero dei caprioli resta stabile e di danni ce ne sono ben pochi. In compenso aumentano i cervi solo perché non sono ancora oggetto di gestione. Nel secondo distretto, nel Chianti, la specie capriolo è in buona salute e le densità elevate consentono la colonizzazione di nuovi areali. In sostanza i danni eccessivi sono da ricondurre alla presenza di aree non soggette a gestione (parchi, ZRC, zone di rispetto venatorie) o gestite male (alcune Aziende agrituristi

da claudio nuti 17/10/2009 18.21

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Se il tuo studio e la tua sete di conoscenza non si fermano, non posso che esserne felice. Però, dammi retta, continua a studiare, perchè così non basta... Se non ti intrigano (fazioso sinonimo da te utilizzato in sostituzione di “aggradano”) argomentazioni valide a sostegno dei contenuti dell’editoriale in oggetto, beh, allora dimostri ulteriormente, ed in altro modo, (se mai ce ne sia stato bisogno) l’insostenibilità delle “tesi” di quanti faziosamente (di nuovo) gridano al dramma senza proporre realisticamente soluzioni tecnico-biologiche sagge e condivise nell’interesse della collettività. Quanto al tuo ennesimo esistenziale quesito, ti invito solo a continuare nella tua “ricerca e nell’analisi della struttura di pensiero che accomuna tutti i responsabili fruitori della natura, intesi quali soggetti perfettamente integrati nella stessa e rientranti pertanto nell’”etica della responsabilità umana” . Prima o poi troverai la verità. Un caro saluto e alla prossima discussione. Ps: risponderò in breve anche all’avv. Viezzi.

da Giovabni Giuliani 17/10/2009 17.48

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Polazzi, un esempio che conferma la tesi del mio editoriale: se non li conosci li temi. Se poi un capriolo (di notte) ogni due campi è sintomo di una densità ingestibile... credo serva informazione e con urgenza. "Magari è colpa della stagione, chi lo sa, però di questi animali non se ne può più... ". Esemplare. Le consiglio: di quantificare il danno, verificare quale animale lo ha prodotto (lepri e fagiani no?) informarsi su come prevenire i danni e che sovvenzioni esistono. Oltretutto cosa possa fare un capriolo ai "boschi appena tagliati" mi risulta veramente oscuro (fregoni?). Per confortarla le faccio capire cos'è una densità elevata: quando facciamo i conteggi primaverili sul primo verde, nel percorso che faccio io di circa 4km si contano nei prati a bordo strada fra i 350 e 400 cervi.

da Ettore Zanon 17/10/2009 16.42

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Fantastico Giuliani...quando parti per la tangente non ti ferma più nessuno! Non faccio polizze ed il mio studio non si ferma solo in certe zone! Per il resto non torno su argomenti già discussi e per i quali non mi "intrigano" le ulteriori argomentazioni che hai portato. Non posso però perdere l'occasione di chiederti una cosa che mi affascina da anni e che non ha mai trovato risposta valida. Se ti va, dimmi perchè la politica-venatoria e la visione della caccia della tua associazione (e le ultime tue righe lo confermano) sono così distanti dalla visione dei cacciatori italiani e così profondamente diverse dal resto delle altre associazioni (anche quelle europee). Siete voi depositari di una verità che noi ignoriamo oppure c'è dell'altro?

da massimo zaratin 17/10/2009 16.22

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Per finire, segugi-incidenti stradali: i risultati definitivi non sono stati pubblicati ma il lavoro si riferisce a dati e analisi provenienti da 5 (cinque) anni di studi... Ergo, ci si può anche sbilanciare in conclusioni senza aver timore di essere smentiti. E sbagli di nuovo, se pensi che la maggior parte degli investimenti avviene nelle ore notturne, dal momento che più della metà di questi avviene all’alba ed al tramonto. Manchi poi, di nuovo, di capacità di analisi pensando che se caprioli e cinghiali si spostano di notte, non vi sia alcuna attinenza tra segugi-cani vaganti ed erraticità degli ungulati. Si spostano di notte comunque, ed in territori che non conoscono perchè sbattuti fuori ed infastiditi continuamente di giorno “da quelli familiari”, si spostano ancora di più. Ergo aumenta la probabilità di investimenti (?). Il punto interrogativo è per farti felice non avendo ancora certezza. Fino a prova contraria avevo scritto “sembra” e non “è”. Detto questo, ed in via del tutto amichevole, concedimi (non riesco a farne a meno) un pensiero "filosofeggiante" sull'intera vicenda (e non ti offendere se mutuo il tuo di pensiero). Dati, analisi e relative speculazioni di certe associazioni venatorie (e non solo) e di certi personaggi autoreferenziali e non, stanno, pian piano, distruggendo un vero patrimonio universale: la fauna selvatica! Tu, non so se hai la capacità di fare qualcosa per non permettere più tutto questo. In caso tu non ci riesca o non ne abbia voglia, abbi almeno la decenza di non “fare strada” (e non fargli neanche le polizze...) agli “speculatori”! Saluti e... curi lo zampino.

da Giovanni Giuliani 17/10/2009 14.48

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Salve, ho letto con un po' di dispiacere questo articolo che ridicolizza i danni provocati dagli ungulati a Bologna... Vivo in uno dei comuni che sta cercando di intraprendere la lotta contro i danni provocati dagli ungulati (in particola modo capriolo e cervo), il comune di Camugnano. Vi assicuro che quest'anno la resa dei campi seminati a fieno è calata mostruosamente; io stesso, avendo dei campi (poca roba, 4-5 ettari), ho riscontrato che il raccolto è stato inferiore... Magari è colpa della stagione, chi lo sa, però di questi animali non se ne può più... Vi invito a venire da noi, girare dopo le otto di sera e contare gli ungulati che vedete nei campi...Ad occhio, ogni 2 campi ce n'è uno... Per non parlare dei danni alle macchine e ai boschi appena tagliati... Non ricresce più niente, mangiano tutto...Sarà di parte, ma fidatevi che qui è davvero insostenibile... Cordiali saluti, da un aspirante cacciatore (esame tra 20 giorni) Michele.

da M. Polazzi 17/10/2009 14.33

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Velocità eccessiva: scrivi “Se bastasse solamente dire ai giovani che non devono bere perchè è la causa principale delle morti da incidenti stradali avremmo risolto tutti i nostri problemi”... Accidenti che senso civico! Complimenti! Io capisco che sei di parte (sia ideologica che professionale) ma questo proprio te lo puoi risparmiare. Oltre che assicuratore cos’hai anche una quota societaria in una spa di alcolici? I limiti, come le leggi, vanno rispettati. E se a te francamente non importa se qualche idiota viaggia sulla sua bmw a 150 km/h (ubriaco) invece che a 70, sappi che la sua condotta (in tutti i sensi), non solo pesa sulla sicurezza pubblica ma anche sulle casse pubbliche. Dal momento che se avesse rispettato i limiti forse non avrebbe investito il capriolo, il cinghiale o l’istrice di turno o, peggio, ammazzato qualche cristiano... La causa in questo caso, va ricercata nell’idiota e non nella NATURALE presenza di fauna selvatica. Seguendo il consiglio di Zanon, fatti un giro nella civile Slovenia per vedere come si comportano in caso di incidenti stradali con fauna selvatica... Ne rimarrai sorpreso e capirai che per te è una fortuna stare in Italia, perchè li non lavoreresti. Poi fai un saltino in Svezia o in Canada per vedere come rispettano i limiti di velocità. Capirai anche perchè.

da Giovanni Giuliani 17/10/2009 14.10

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

suddivisione % cinghiale e capriolo negli investimenti: Qui capisco definitivamente che ci sei e non ci fai... 36,51% a carico di cinghiale non mi sembra marginale. O no? Anche perchè la differenza tra le due sono 60 investimenti su tutta la regione... Aggiungo (tu che “polizzi” potrai anche verificare) che in merito alle entità economiche dei danni alle autovetture, quel 36% ca. a carico di cinghiale supera di gran lunga il 42% ca. a carico dei caprioli. Ciò porta il problema degli investimenti causati da cinghiale a superare quello relativo agli investimenti dei caprioli. Come dire al 90° minuto: cinghiale 2 - capriolo 1. Triplice fischio e tutti a casa. Sistemi deterrenti e precauzionali: sfortunatamente non tutti i tratti stradali vengono muniti di sistemi di prevenzione... Aggiungo che addirittura da un paio di anni non ci sono più neanche quelli posizionati in alcune strade tempo fa. Comunque, sui tratti interessati da tali misure “sperimentali”, guarda caso alcuni tra i più critici (SS 76 bis tratti compresi dal Km 30 al 64 et al.), si è registrato una diminuzione del 40 % ca. in un solo anno.

da Giovanni Giuliani 17/10/2009 13.40

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Tanto va Zaratin al lardo che ci lascia lo zampino... Le capacità di analisi le avrà pure, ma manca di conoscenze specifiche. D’altronde, nonostante faccia l’assicuratore (o qualcosa di simile), non posso pretendere che sappia cosa succede in luoghi lontani da quelli di sua competenza, o di materie, nei quali e sulle quali dovrebbe avventurarsi con le dovute cautele. Campione: dal 1998 ad oggi sono cambiate un po’ di cosine nelle Marche, caro Zaratin. Premesso che le denunce in oggetto debbono essere certificate dalle autorità preposte, ti informo che solo la provincia di PU fini al 2001 aveva messo in campo, attraverso il Distretto Veterinario zt 2 e il “suo” Osservatorio Epidemiologico per la fauna selvatica, personale preposto al rilevamento degli investimenti e ad informare le autorità (CC, PS ecc). Viene da se che i dati relativi agli incidenti fino al 2001 provengono prevalentemente dalla prov. di Pu. Anche in questo caso l’esponenzialità del fenomeno va anche connessa al sempre maggior personale coinvolto e disponibile per i rilevamenti, che hanno visto l’impegno, negli ultimi anni, anche di altre zone territoriali dei distretti veterinari. Questo dapprima a Pu, poi nelle altre province. A ciò aggiungiamo pure che, mentre in passato in molti incidenti con i caprioli la denuncia non veniva fatta (guarda caso per danni all’autovettura molto spesso minimi o inesistenti) e il capriolo di turno veniva allegramente caricato nel bagagliaio e destinato alle cucine familiari, oggi, dopo “qualche” denuncia per appropriazione di fauna selvatica (famosi i casi di carabinieri che bloccano un auto e trovano ancora il capriolo zampettante nel baule...) e conseguenti articoli sui giornali locali, tutti (o quasi) chiamano chi di dovere per rilevare l’accaduto.

da Giovanni Giuliani 17/10/2009 12.55

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Springher, anche io abito in Toscana. Ho piantato 1500 olivi (le frustine, piante trapiantate dal vasetto) su un terreno a ridosso di una cerreta. Me ne hanno mangiate più di mezze (visti con i miei occhi). Alla faccia se non mi devo preoccupare del capriolo.....

da Lorenzo 17/10/2009 11.05

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

dalle mie parti, in toscana più precisamente nel senese, c'è una grande cultura venatoria che riesce a far capire alla maggior parte della gente, l'immortanza della presenza di questi ed altri ungulati pur garantendola con un prelievo venatorio rigoroso e mirato...ma smettiamola con l'ipocrisia del selvatico nocivo..è solo un problema di gestione!!!

da riccardo conti 17/10/2009 9.25

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

X anim'ale: se ti interessa osservare un capriolo in natura, guardarlo con calma, capirne le caratteristiche e il comportamento... allora è meglio che ti rivolga a noi che pratichiamo la caccia alta. Se preferisci vedere, per qualche secondo, una macchia di pelo in fuga che attraversa il bosco, allora rivolgiti ai segugisti...

da Ettore Zanon 16/10/2009 22.12

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Il Giuliani, purtroppo, ha solo la capacità di strumentalizzare, pro domo sua, dati ed elaborare statische in modo che quello che lui pensa sia la sola verità che gli altri debbono credere. Leggete bene la sua relazione, fatta per conto dell'Arcicaccia, alla Camera e ve ne renderete subito conto.Per cui "Dati, analisi e relative speculazioni di certe associazioni venatorie stanno, pian piano, distruggendo un vero patrimonio dell'umanità...quello della caccia e dei cacciatori! al Giuliani Dott. Giovanni nulla importa. Per Garelli vedi se ti riesce di produrre qualcosa di utile perchè quello che hai scritto fin'ora è puerile....quella del vaiolo poi...Comunque i Segugisti in Italia sono 180.000 credo proprio che l'esigua miniranza sia la tua. Ritengo comunque che in democrazia ed in uno stato di diritto anche alle minoranze si debba il massimo rispetto.

da ispanico 16/10/2009 19.28

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

GIULIANI SCRIVE: nell’80% dei casi referenziati corrisponde sempre una relazione positiva tra eccesso di velocità (sui limiti consentiti) del mezzo con l’incidenza CONTROARGOMENTAZIONE: Francamente, poco importa quale sia la causa. E' necessaria una risoluzione! Se bastasse solamente dire ai giovani che non devono bere perchè è la causa principale delle morti da incidenti stradali avremmo risolto tutti i nostri problemi. GIULIANI SCRIVE: 5: da recenti ricerche ancora in corso, sta emergendo un dato alquanto singolare. La maggiore concentrazione degli investimenti di caprioli nel periodo autunno-invernale si registra nei tratti stradali delle aree ove si caccia con più frequenza (e densità di cacciatori) con i cani da seguita e dove vi sono maggiori segnalazioni di cani vaganti. CONTROARGOMENTAZIONE: non c'è...non c'è perchè attendo i risultati finali di questa ricerca! Vi consiglio però di tenere conto che la maggior parte degli incidenti avviene di notte, ovverosia quando segugi e cacciatori dormono! Detto questo, ed in via del tutto amichevole, concedemi (non riesco a farne a meno) un pensiero "filosofeggiante" sull'intera vicenda! Dati, analisi e relative speculazioni di certe associazioni venatorie stanno, pian piano, distruggendo un vero patrimonio dell'umanità...quello della caccia e dei cacciatori! Tu, io lo so e lo sento, hai la capacità di fare qualcosa! Non permettere che tutto ciò accada! Saluti

da massimo zaratin 16/10/2009 18.09

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

GIULIANI SCRIVE: 1) l’incremento “esponenziale” deriva anche dal fatto che progressivamente negli anni si è valutato un campione più ampio di territorio. CONTRO-ARGOMENTAZIONE. Voi tecnici faunistici forse si, ma a livello assicurativo ti garantisco che i dati sono di una precisione certosina e non sono affatto limitati ad un campione ma si riferiscono, puntualmente, ai sinistri tutti avvenuti in occasione di collisione con animali selvatici. Peraltro, come ho già avuto modo di spiegare, solo una parte viene risarcita in quanto molti sinistri rimangono a carico del danneggiato vista la difficoltà di portare prove certe ed inoppugnabili. La relativa copertura assicurativa è a carico degli enti preposti (ergo della collettività) ed i premi sono stabiliti proprio in base alle analisi effettuate, non su un campione, ma su dati reali precedenti...3.000.000 di euro non mi sembrano pochini. GIULIANI SCRIVE: come già detto, parte non marginale di quei “danni” va ricondotta al cinghiale (così rifacciamo chiarezza sul demonizzato capriolo). CONTROARGOMENTAZIONE come già scritto, e non detto, 424 incidenti su 1005 (contro i 367 dei cinghiali) sono a causa dei caprioli. GIULIANI SCRIVE: negli ultimi 5 anni si è visto che nei tratti stradali ove si è fatta prevenzione (attraverso appositi sistemi deterrenti e precauzionali), gli investimenti (di cp) sono diminuiti del 40% ca: CONTROARGOMENTAZIONE: gli ultimi 5 anni? 2003 (460 incidenti) - 2004 (628 incidenti) - 2005 (603 incidenti) - 2006 (800 incidenti) - 2007 (1.005 incidenti)...ovviamente non mancherò di analizzare accuratamente il 2008, e non su un campione! ...(continua)

da massimo zaratin 16/10/2009 18.08

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Egregio Viezzi: a parte che parlare di "censiti" per il capriolo è improprio, eventualmente stimati, lei scrive: a) 05/06 piano 54 abbattuti 52; b) 06/07 piano 64 abbattuti 52; c) 07/08 piano autorizzato 76 capi abbattuti 57. Leggendo questi numeri (che non depongono a suo favore), cioè osservando i piani di prelievo che aumentano, ma poi non si riesce a completare (e non di poco)... nemmeno col caterpillar (il segugio), mi porrei qualche serio quesito generale. Per esempio, quali sono le modalità di censimento/stima della popolazione (una cosa abbastanza complessa da fare sul capriolo)?

da Ettore Zanon 16/10/2009 17.55

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Sig. Giuliani, mi perdoni la schiettezza ma io sono nella condizione di potermi permettere tutto ciò che voglio se questo sta nella legalità e nell’educazione. Non ritengo d’aver fatto alcun sofisma e la sua difficoltà di comprensione non sta certo nella natura del mio pensiero. I dati a cui l’ho rinviata non sono i dati della mia associazione ma quelli ufficiali della Regione FVG che Lei non ha neppure consultato sebbene tale inconsapevolezza le abbia suggerito “sdegno”. Lei ha la capacità di negare il mio diritto all’esercizio venatorio (caccia con il segugio ai cervidi) senza conoscere le realtà friulana di cui disserta e non vedo grandi differenze fra l’atteggiamento e la posizione che assume e quella di un qualunque altro ambientalista demagogicamente contro. Dato che non riesce a fare lo sforzo di documentarsi prima di polemizzare le riporto un dato a caso di una qualunque riserva delle Valli del Natisone, ovvero quella di Stregna. Si estende per 1.940 ettari di cui solo 1.300 cacciabili e 36 cacciatori che esercitano solo la caccia tradizionale con il segugio agli ungulati, ha il seguente trend (ho riportato per brevità solo i dati del capriolo al quale per la medesima riserva dovrebbero aggiungersi i dati del cinghiale e del cervo): a) annata 05/06, censiti 440 caprioli, piano autorizzato 54 capi, abbattuti 52; b) annata 06/07, censiti 460 caprioli, piano autorizzato 64 capi, abbattuti 52; c) annata 07/08, censiti 480 caprioli, piano autorizzato 76 capi; abbattuti 57. Mi dica Lei dove sta la “sdegno”. Per inciso, io pratico solamente la caccia di selezione nella Riserva di Tarvisio, ma ho voluto capire un altro mondo (la seguita agli ungulati) ed una volta compreso ho avuto la certezza di dover fare di tutto per difenderlo dalla demagogia, dal pregiudizio e dalle falsità, perché rappresenta una cultura venatoria fantastica.

da Paolo Viezzi 16/10/2009 17.26

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Per il Signor Garelli: lei ha ritenuto opportuno commentare la mia proposta su un sondaggio, non accorgendosi però che la stessa era volta a stabilire quanti cacciatori fossero d'accordo sull'introduzione della caccia ai cervidi/bovidi con il cane da seguita, NON CERTO PER AVERE UN PARERE SCIENTIFICO. Aggiungo che la "esigua minoranza" a cui fa riferimento comprende la maggioranza dei cinghialai d’Italia.

da Emanuele Castelli 16/10/2009 17.07

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

per il sig. Castelli: il suo concetto di "costruttivo" è molto personale, come tutte il resto. Cominci a togliersi di dosso quell'"aurea" di superiorità e ascolti anche chi non la pensa come lei

da anim'ale 16/10/2009 16.54

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Suvvia, Sig. Castelli, non faccia finta di non capire: la esigua minoranza a cui mi riferivo era quella dei sostenitori dei segugi sui cervidi. Il fatto che Lei ritenga non costruttive le mie (e non solo mie) opinioni sull'argomento, potrei considerarlo un complimento.

da Enrico Garelli 16/10/2009 16.38

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Ma come potete pensare che una categoria di animali, gli ungulati, che è sempre stata cacciata con i segugi e che è cacciata con i segugi in tutto il mondo, debba ora essere appannaggio di pochissimi individui che pretendono di praticare, solo loro, una caccia mitteleuropea che con noi non c'entra niente? Se non si esce dall'egoismo, non si va da nessuna parte. Si fanno i censimenti, si decide quanti esemplari si possono abbattere, e poi si dia la possibilità di farlo anche con i segugi. E' tanto semplice.

da lucas 16/10/2009 16.31

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Per il signor anim'ale: l'aggettivo sterile si riferisce al fatto che il commento del Signor Garelli non apporta alcun contributo costruttivo a questa discussione. Per il signor Garelli: la informo che Lei sta rilasciando dei commenti su un blog di cacciatori. La invito a scrivere al Corriere della Sera se pensa che le sue opinioni possano interessare "la rimanente maggioranza".

da Emanuele Castelli 16/10/2009 16.28

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Evidentemente le mie "sterili" opinioni non interessano a Lei, gentile sig. Castelli; ma vista la (molto) esigua minoranza che Lei rappresenta, devo presumere che interessino la rimanente maggioranza. Saluti e auguri...

da Enrico Garelli 16/10/2009 16.13

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Perchè sterili opinioni? chi non la pensa come lei, sig. Castelli, è sterile?

da anim'ale 16/10/2009 16.07

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Per il signor Zanon: Il ritrovo alla casa di caccia, la gioia nel rivedere gli amici cacciatori, lo scambio di battute, il sorteggio per le poste, il discorso del capocaccia prima dell’inizio, la sciolta dei cani, l’attesa alle poste, il recupero degli animali abbattuti...tutto questo per Lei non conta? Non sono tradizioni queste? Per il signor Garelli: le sue sterili opinioni non ci interessano.

da Emanuele Castelli 16/10/2009 15.55

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Sondaggi...una fortissima valenza scientifica! Se è per quello, lo stesso sondaggio appurerebbe che la maggior parte dei cittadini italiani è favorevole all'abolizione della caccia...

da Enrico Garelli 16/10/2009 15.41

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

L'insostenibilità paventata dal sig. Giuliani è tutta da dimostrare. Aggiungo che se facessimo un sondaggio risulterebbe che la maggior parte dei cacciatori italiani è favorevole all'introduzione della caccia ai cervidi/bovidi con il segugio.

da Emanuele Castelli 16/10/2009 15.34

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Bosio, non ho il tempo materiale di spiegarti (ma tanto lo sai) che nemmeno "fucile e segugi" è una tradizione. Rappresentano il tipo di caccia che piace a te, accontentati. Quello che vi manca è il rituale, il vocabolario specifico,i simboli (quale tradizione non ha questi elementi?)e soprattutto il rispetto per l'animale. Vedi prodi cacciatori in posa SEDUTI sopra il cinghiale!!! Ho vissuto tanti anni in una zona con le più alte concentrazioni segugistiche del Nord Italia. la "tradizione" che ho visto applicata si sintetizza così: bau bau, bum bum (rigorosamente a pallettoni o pallini) e poi freezer. Ancor oggi quella zona è un vasto buco nero faunistico sulle Alpi. Forse la differenza essenziale sta proprio qui: a te appassionano i cani, a noi appassionano gli animali del bosco. Weidmannsheil!

da Ettore Zanon 16/10/2009 15.29

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Viezzi, il rispetto di una norma o disposizione (PA) non credo sia molto distante, nel principio, dal rispetto della legge. Sig. Viezzi, non mi sembra proprio che lei sia nella posizione di poter permettersi di “spaccare il capello in quattro” o di fare tergiversanti sofismi dialettici. Soprattutto, alla luce del fatto che, ancora, non ho ben capito cosa avesse voluto comunicare in precedenza. A parte la solita, patetica e noiosa difesa ideologica della caccia ai cervidi con i segugi. Poi va detto che lei fa riferimento a dati, mi sembra, non molto “super partes”, dal momento che sono predisposti dalla sua stessa associazione... E’ possibile avere in mano dati “istutizionali”? Soprattutto è possibile analizzare dati in cui vi sia un raffronto (come già chiesto prima) tra trend, dinamica di popolazione, consistenze e strutture demografiche censite, tassi di abbattimento tra aree dove si cacciano i caprioli con il segugio e quelle dove si esercita solo la selezione? Il tutto in “serie storica” ovviamente. La mia consapevolezza in merito (e non solo mia, ma di parecchi “addetti ai lavori”), suggerisce sdegno e insostenibilità di esercizio in merito alle esperienze di caccia ai Cervidi con il segugio in Italia. Nel suo caso non mi sembra proprio opportuno di parlare di finalità attese o di credibilità, stanti: la scarsa o assente comunicazione con gli “istituti di riferimento”, il mancato recepimento di indicazioni da parte di questi, lo status demografico di alcune specie ungulate nei territori ove si cacciano con i segugi. Per quest’ultimo punto, anche a fronte di un’elevata vocazionalità dei “suoi” territori (cui non corrispondono densità biotiche normalmente attese?) e della comparazione con dati provenienti sia da aree corregionali ove si esercita solo la selezione, dalla vicina Slovenia e dalla quasi totalità delle altre aree italiane dove si cacciano i cervidi in selezione. Saluti.

da Giovanni Giuliani 16/10/2009 14.48

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Ah, sì: il Cinegetico di Senofonte nel 400 a.c......ma volendo possiamo anche andare più indietro, quando si inseguivano gli animali con le clave e si facevano precipitare giù dai burroni, o si facevano trappole a caduta e lacci a strozzo...tutte tradizioni da rievocare...mettiamoci anche il vaiolo, già che ci siamo...

da Enrico Garelli 16/10/2009 14.30

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Giuliani...ora ti faccio i complimenti per la tua grinta (nella caccia ci vuole)...poi con calma, ma entro lunedì prima che scada la discussione, ti darò risposta! Tanto per solleticare le tue curiosità sulla mia "non conoscenza".

da massimo zaratin 16/10/2009 13.46

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

E io concludo ribadendo che il "lavoro" che hai fatto per l'ARCICACCIA sarà oggetto di approfondimento. Sono esterefatto per quanto hai affermato in Commissione Agricoltura dove, in buona sostanza, hai scritto che i danni li fa solo il cinghiale!!!!. I milioni di euro che sono costati i Cervidi non avallano questo tuo "pensiero" e visto che dovrò anche io incontrarmi con l'On. Paolo Russo, Presidente della Commissione Agricoltura, farò le mie osservazioni al tuo dire. A tutti i Segugisti arcicacciatori, se ve ne sono ancora,è ormai chiaro che la posizione dell'ARCICACCIA è evidentemente contraria all'utilizzo del cane da seguita per il prelievo dei cervidi.

da gian carlo bosio 16/10/2009 13.42

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Zaratin ...Concludo ribadendo un concetto che forse lei fa finta di ignorare. Alla presenza di fauna selvatica in un territorio corrisponde sempre una percentuale di “costi sociali”, variabile in relazione alle stesse caratteristiche del territorio occupato. Il punto è che, dal momento che la fauna selvatica è un bene collettivo, va ricercato un equilibrio tra l’ammontare dei costi cui sopra e i vantaggi derivanti la presenza di questa. Valorizzare la fauna selvatica è la chiave che ancora non si vuole comprendere in Italia. Ciò, iniziando dagli strumenti di programmazione e sviluppo delle politiche agricole, il tutto sempre in senso collettiva e di gestione conservativa. Tuttavia, finché la fauna selvatica verrà percepita come un fastidio, anziché una risorsa cui attingere per interessi comuni e per far fronte anche ai costi fisiologici che la sua presenza impone, ogni specie selvatica del nostro Paese e, su scala più ampia gli ambienti naturali, non avranno certo un futuro roseo in termini di conservazione. E con esse anche tutte le attività connesse alla loro presenza, in primis quella venatoria. Lei, Zaratin, in questo senso e con ciò che scrive, pur definendosi cacciatore, ha sempre dato un chiaro esempio di far parte di quella isterica schiera di “infastiditi”. Complimenti!

da Giovanni Giuliani 16/10/2009 13.21

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

COMMISSIONE XIII AGRICOLTURA Resoconto stenografico INDAGINE CONOSCITIVA -------------------------------------------------------------------------------- Seduta di mercoledì 11 febbraio 2009 -------------------------------------------------------------------------------- Pag. 3 -------------------------------------------------------------------------------- PRESIDENZA DEL PRESIDENTE PAOLO RUSSO La seduta comincia alle 14,10. (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente). Sulla pubblicità dei lavori. PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati. Audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale ARCI Caccia. PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul fenomeno dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche, l'audizione di rappresentanti dell'Associazione nazionale ARCI Caccia. Do la parola al presidente di Arci Caccia, dottor Osvaldo Veneziano. OSVALDO VENEZIANO, Presidente dell'Associazione nazionale ARCI Caccia. Desidero ringraziare per questa opportunità e lasciare la parola ai tecnici per l'esposizione del documento che abbiamo predisposto e che vorremmo lasciare agli atti. In questo ultimo periodo, è stata avvertita una escalation di tensione attorno al tema dei danni causati dalla fauna selvatica talvolta a ragione, altre a torto. Si tratta infatti di una realtà molto articolata e complessa. Centreremo la nostra comunicazione in particolare su una specie, il cinghiale, perché dalle informazioni raccolte emerge che l'ammontare dei danni causati da cinghiali corrisponde a circa il 90 per cento dell'intero pacchetto dei danni rimborsati. Riteniamo quindi necessario collocarlo al centro della riflessione, per poi affro

da ispanico 16/10/2009 12.52

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Tanto per farvi capire chi è Giovanni Giuliani Vi invio estratto dell'audizione fatta presso la commissione agricoltura della camera. Da qui si capisce l'enfasi con la quale afferma che i cervidi non sono un problema!! è quanto ha sostenuto per conto dell'ARCICACCIA "GIOVANNI GIULIANI, Tecnico faunistico dell'ARCI Caccia. Innanzitutto ringrazio il presidente e i componenti della Commissione per l'opportunità. Affrontare la questione danni in termini gestionali non può prescindere da un'analisi - seppur sintetica - dei cambiamenti socio-economici, naturalistici, faunistici del nostro Paese negli ultimi decenni. Per una serie di motivazioni, infatti, si è assistito ad una esplosione faunistica di specie ungulate selvatiche. Questa esplosione ha toccato tutto l'arco alpino e appenninico, con distribuzione settentrionale-meridionale. Nel panorama faunistico che concerne gli ungulati, è tuttavia opportuno operare distinzioni sia geografiche, che specifiche sulle diverse specie presenti in Italia. Dagli ultimi studi europei in materia emerge che un livello di emergenza su tutta l'area paleartica (compresa anche l'Italia) si registra solo per la specie cinghiale. Contestualmente, in Italia per alcune specie come il cervo nell'arco alpino si registrano dimensioni di danni molto localizzate a carico di alcuni ecosistemi forestali, facilmente affrontabili con protocolli gestionali in atto già da tempo. Allo stesso modo, in area appenninica specie come cervo, daino e capriolo possono determinare situazioni locali di criticità, che sono legate non -------------------------------------------------------------------------------- Pag. 4 -------------------------------------------------------------------------------- tanto alle caratteristiche biologiche della specie, quanto alla distribuzione spaziale e stagionale delle risorse trofiche e comunque di portata molto limitata. L'emergenza deve quindi essere registrata solamente per quanto concerne il cinghiale

da ispanico 16/10/2009 12.48

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Zaratin, l’oltranzismo della “non conoscenza” ed il tirare a campare con slogan e menzogne, vanno affrontati con la stessa veemenza con cui vengono vendute. Ciò, lo ribadisco, soprattutto quando si rischia di mettere a repentaglio sia un assetto gestionale consolidato, i cui equilibri e virtuosismi sono dimostrati e dimostrabili, sia un patrimonio collettivo (fauna selvatica). In merito ai dati che ha zelantemente allegato, sono ben felice di rispondere, dal momento che vivo e lavoro nelle Marche (avevo solo saltato il commento, tra i tanti di questa discussione...) e mi sono occupato anche dell’analisi di quei dati. Vede Zaratin, innanzitutto quei numeri vanno corredati di qualche considerazione. 1: l’incremento “esponenziale” deriva anche dal fatto che progressivamente negli anni si è valutato un campione più ampio di territorio; 2: come già detto, parte non marginale di quei “danni” va ricondotta al cinghiale (così rifacciamo chiarezza sul demonizzato capriolo); 3: negli ultimi 5 anni si è visto che nei tratti stradali ove si è fatta prevenzione (attraverso appositi sistemi deterrenti e precauzionali), gli investimenti (di cp) sono diminuiti del 40% ca; 4: nell’80% dei casi referenziati corrisponde sempre una relazione positiva tra eccesso di velocità (sui limiti consentiti) del mezzo con l’incidenza. 5: da recenti ricerche ancora in corso, sta emergendo un dato alquanto singolare. La maggiore concentrazione degli investimenti di caprioli nel periodo autunno-invernale si registra nei tratti stradali delle aree ove si caccia con più frequenza (e densità di cacciatori) con i cani da seguita e dove vi sono maggiori segnalazioni di cani vaganti. ...

da Giovanni Giuliani 16/10/2009 12.20

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Cari cacciatori, leggere articoli come questo e i vostri commenti fa nascere il desiderio di vedere un capriolo, a chi l'ha visto solo nei film di Walt Disney (ahimè...). E' molto interessante quello che scrivete. Avete delle scaramanzie a portarvi appresso "non cacciatori" quali meri spettatori di natura, quella vera, o magari esiste già questa possibilità e non ne sono a conoscenza? Una volta mi azzardai a chiedere ad un pescatore di uscire di notte in barca insieme a lui, e si è rifiutato oltre che "toccato gli attributi". Abito in Lombardia, ma non ho problemi a spostarmi in regioni limitrofe. Cordiali saluti.

da anim'ale 16/10/2009 11.23

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Noi Italiani abbiamo la nostra cultura venatoria che trae sostanza dalle nostre radici latine e greche. La cinegetica, che è l'arte ci cacciare con i cani, (Senofonte, Il Cinegetico, 400 aC)ne è in esempio straordinario. Il vero problema è conservare questa nostra storia che qualcuno vuole che scompaia a favore di pratiche venatorie "moderne". La caccia morirà solo se prevarrà l'egoismo e la mancanza di rispetto tra le varie forme di caccia che, in ossequio delle norme, hanno tutte pari dignità.

da gian carlo bosio 16/10/2009 10.54

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Emanuele, lei ha ragione. La caccia in Italia (caso quasi unico al mondo) ha il pregio di essere democratica e "possibile" per tutti. Inoltre non va copiata la cultura mitteleuropea o qualsiasi altra. Però una cultura venatoria ci vuole e il problema (grosso, si riflette su tutto) è che, salvo rare eccezioni locali, non c'è. Questo uccide la caccia, la sua povertà spirituale.

da Ettore Zanon 16/10/2009 8.42

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Per Ettore Zanon: Lei parla di "insopportabili vincoli degli ATC" perchè è un uomo fortunato che si può permettere di andare a caccia in Austria ma si ricordi che non tutti i cacciatori italiani possono permettersi di "pagare molto" per andare a caccia. Prudenza nel voler copiare a tutti i costi la cultura venatoria "mitteleuropea"; rischiamo di uccidere definitivamente la caccia e i pochi cacciatori rimasti.

da Emanuele Castelli 15/10/2009 22.34

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Bosio, te lo dico davvero amichevolmente, non mi interessano molto i segugi (ma non ho nulla contro), però visto che li hai tirati in ballo tu, strumentalizzando un ragionamento sui danni all'agricoltura... io mi sento di poterne parlare, come tutti qua dentro. Il sentimento, poi, è rafforzato dal fatto che tu parli liberamente di cervidi. Quanto agli 8 mesi dell'Austria immagino tu sappia che li fai su una superficie media di 250 ettari, se qualche amico ti ospita, come nel mio caso, oppure pagando e molto. Altro che insopportabili vincoli degli ATC (così introduciamo un altro argomento che ravvivi il dibattito :-)). Sotto il profilo della cultura venatoria e del patrimonio faunistico parliamo proprio di un altro mondo, avanti anni luce rispetto all'Italia.

da Ettore Zanon 15/10/2009 21.48

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Zanon lascia perdere, parla di quello che sai e continua pure a cacciare da maggio a gennaio in Austria, otto mesi!!!, ma non occuparti di segugi!!!. Non fa per te. Furfandino lo psicopatico sei tu! Noi possiamo anche discutere , incazzarci ed arrabbiarci ma alla fine ..."la caccia è la nostra vita" sia che ci sia il segugio sia che ci sia la carabina. Ad maiora!

da gian carlo bosio 15/10/2009 21.21

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Bosio, io in Austria ci caccio, da maggio a dicembre o gennaio. E tu confondi le lepri coi cervidi.

da Ettore Zanon 15/10/2009 19.59

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

facciamo così: introduciamo la possibilità di cacciare col kalasnikov, che ne dite? branco di psicopatici!!

da furfandino 15/10/2009 19.41

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

No in Austria si caccia il capriolo con il segugio "normalmente " e non in via eccezzionale. Il segugio utilizzato è il Tiroler Brake segugio a gamba lunga, velocissimo. Zanon, per favore, parla di quello che sai e non inventarti storie. Questa è una delle cacce tradizionali austriache. Si utilizzano uno o due tiroler, i Dachsbracke e i Jagdterrier, per di più legati al guinzaglio, te li sei sognati una qualche notte dopo una cena troppo pesante. Solo in Italia, e sono stanco di ribadirlo, si vuol vietare l'utilizzo del segugio per la caccia agli ungulati. Questo lo dobbiamo solo all'ISPRA,ex INFS, unico istituto al mondo che si autoreferenzia ( e questo la dice tutta), che ha sponsorizzato la vostra caccia con la carabina. In tutte le altre nazioni civili gli istituti preposti hanno sempre convenuto, dopo attenti studi e precise ricerche, che tale prelievo, quello con il segugio, è assolutamente compatibile; così come è compatibile cacciare la lepre, il cinghiale sempre con il sgugio.

da gian carlo bosio 15/10/2009 19.31

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Dato di fatto: gli ungulati sono troppi. La caccia di selezione non è lo strumento più efficace per riportare le densità agrofaunistiche a livelli ottimali e in tempi brevi. Soluzione: introduciamo anche la caccia al capriolo, daino, cervo con il segugio. Non mi sembra di chiedere la luna.

da ema 15/10/2009 19.04

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

In Austria (e solo in alcuni Länder, perché è uno stato federale e ogni Land ha la prioria normativa sulla caccia) si utilizzano a volte i cani da seguita per completare i piani di prelievo (principlamente dei cervi) in casi assai particolari. Si usano solo cani lenti a gamba corta (principalmente Dachsbracke e anche Jagdterrier) quasi sempre al guinzaglio. Per spingere gli animali alle poste tranquillamente e prelevare i capi giusti. È una girata e non un braccata, solitamente a fine stagione, si fa una sola volta su territori che in Austria (dove tutto il paese è diviso in riserve) sono molto piccoli. Comunque resta una pratica assolutamente eccezionale, che interessa una parte minima del prelievo... e applicata col buon senso e l'attenzione dei cacciatori austriaci. Per inciso, in Austria tutte le razze di cane, qualsiasi sia la specialità di caccia, hanno un esame di abilitazione. E i cacciatori austriaci sono abilitati con esame estremamente selettivo che prevede corsi di un’anno… Hanno una preparazione che il cacciatore italiano medio faticherebbe persino a immaginare. Quindi cambiano praticamente tutti i parametri. Per curiosità… un mio caro amico tedesco ha partecipato in Svizzera a una caccia al capriolo sperimentale col segugio (e arma anche munizione spezzata). Dovevano completare il piano su femmine e piccoli: su 10 caprioli onorati col corno alla fine della caccia… 7 erano maschi! Fate voi.

da Ettore Zanon 15/10/2009 17.34

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Ah beh...se sono tradizioni... allora attendiamo con trepidazione la reintroduzione della spingarda per gli acquatici, degli archetti e del vischio per la piccola migratoria e delle reti per la pesca nei torrenti di montagna...

da Enrico Garelli 15/10/2009 16.18

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

suggerisce solo che come al solito si fanno le cose all'Italiana senza badare alla sostanza dei problemi.L' Austria non è gran che come modello cinegetico (arte di caccare con i cani) eppure in Austria l'utilizzo del segugio è consentito anche per la caccia agli ungulati. sempre in austria è prevista la figura del "trappolatore" colui che cattura animali "nocivi" con le trappole...e allora sig Garelli cosa vuol dire! Ogni paese, ogni popolazione ha le sue tradizioni, la sua storia perchè disconoscerla. Lei scimmiotta una cultura, quella mitteleuopea, della caccia con la carabina che io non condivido ma non mi sogno neanche lontanamente di proibirgliela come invece fa lei, fate voi con noi segugisti.

da ispanico 15/10/2009 15.57

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Ah, quindi, se è consentita vuol dire che fa bene...e il fatto che sia consentita, ma solo in aree ristrettissime ed in forza di una pretesa "tradizionalità" ed in tutto il resto del territorio nazionale, italiano e no, sia preclusa, non suggerisce proprio nulla? Vogliamo parlare della vicina Austria, che sfido a definire incivile dal punto di vista venatorio, che proibisce l'uso del cane anche sui tetraonidi?

da Enrico Garelli 15/10/2009 15.23

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Sig. Giuliani, il rispetto di un piano di prelievo è per il cacciatore il rispetto di un obbligo (e non di una legge, per essere terminologicamente precisi) ma quello stesso piano è anche l’espressione della gestione faunistica da un punto di vista scientifico per il raggiungimento di un obbiettivo di conservazione o incremento delle specie. La metodologia per il perseguimento della finalità istituzionale minima conservazionistica ed anche della consistenza ottimale propria dello Stato e quindi delle Regioni, è la caccia in senso generale non le sue forme di esplicazione. Se la caccia con il segugio agli ungulati fosse incompatibile con il raggiungimento di quelle finalità non sarebbe attività consentita. Io non ho il bisogno di allegare dei dati, (che potrei tranquillamente fare ma per brevità la rinvio ai dati pubblicati sul sito www.cacciaefriuli.fvg) semmai questi dovrebbero essere nella sua personale conoscenza dato che ha espresso delle opinioni che ne presuppongono consapevolezza.

da Paolo Viezzi 15/10/2009 14.57

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Mi pare che qui il dialogo sia ormai stantio. Attendo con ansia il convegno, che non mancherò di seguire. Sempre che io riesca a sopravvivere, visto che vivo al margine del bosco, letteralmente attorniato da cervi e caprioli (e camosci) ad alte (ma deliziosamente gestibili) densità. A difendermi... solo il mio cane da traccia che però del segugio è un parente ormai lontano... Speriamo bene... Weidmannsheil!

da Ettore Zanon 15/10/2009 14.54

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

E' nato un nuovo sport tutto italiano: la richiesta di danni da capriolo. A breve, probabilmente, ci saranno denunce di segugi sbranati, tenete a casa i bambini! mah...io farei intervenire l'esercito, magari...coi cani! :))

da Enrico Garelli 15/10/2009 14.24

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Ma...Giuliani! Non eri per caso tu quello dei confronti ragionati, costruttivi e scientifici? Da te finora ho letto solo una valanga di auto-adorazioni e nessun numero! Almeno Zanon, pur non condividendomi, mantiene un dialogo sereno, pacato e quindi sicuramente più proficuo all’intera discussione che, qualora non te ne fossi accorto, non è affatto riservata solo ai supertecnici megafaunistici dalla gestione infallibile ...eddai, siamo pur sempre tra cacciatori no? Avevo riportato dei dati riferiti agli incidenti stradali della Regione Marche che non sono stati da te commentati...sono falsi questi dati secondo te? Prima di passare ai "perchè" mi sarebbe sufficiente solo un semplice si o no senza ulteriori dissertazioni filosofiche che, abbiamo capito, non ti si addicono!

da massimo zaratin 15/10/2009 14.17

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Il rispetto dei piani previsti è solo la prova del rispetto di quanto previsto dalle leggi. Ciò dovrebbe essere un dovere, non un onore... Cosa significa poi che una metodologia di caccia è ininfluente rispetto alla gestione della fauna? Vietti, scritta così significa che è una metodologia avulsa da un contesto gestionale. Ossia che non fa gestione... Provi a spiegarsi meglio e magari, dato che è intervenuto anche lei, provi anche ad allegare un po’ di numeri così da conoscere tassi di prelievo, trend, dinamica di popolazione, consistenze e strutture sia delle popolazioni di caprioli nei distretti ove si caccia con il segugio e sia di quelle dove invece viene praticata solo la caccia di selezione.

da Giovanni Giuliani 15/10/2009 13.09

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Zaratin lei davvero continua a scrivere di cose che non conosce e per di più, quando si prende licenza di esprimere giudizi a riguardo, si mette in ridicolo più di quanto non lo faccia già di norma attraverso i suoi peregrinaggi etico-filosofici. Ora si mette a fare anche previsioni di trend demografici... Complimenti! Ora ha anche i poteri della veggente... Cosa sia poi questa storia della "caccia soft", lo sa solo lei. Ci spieghi un po', suvvia! Che qui si vuole ridere ancora un pochino. Zaratin! Sia saggio, segua il consiglio del dott. Zanon, magari portando in viaggio con se anche qualche libricino (ottimo x iniziare il manuale per la licenza di caccia). Poi quando avrà capito cosa sono i piani di abbattimento, gli strumenti e gli obbiettivi di programmazione faunistico-venatoria, i censimenti, la caccia programmata e quella di selezione, ci risentiamo in tutta tranquillità. Allora vedrà che "più soft" saranno solo le figure "barbine" che inanella di continuo quando si avventura in argomenti che ignora e verso i quali, soprattutto, non nutre il benchè minimo interesse di conoscenza. Saluti.

da Giovanni Giuliani 15/10/2009 12.55

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

"in Italia una bugia ripetuta molte volte tende a diventare verità" COSì COME IL CONTINUARE AD AFFERMARE CHE IL SEGUGIO è UN MOSTRO SBRANATORE E DISTRUTTORE DELLA FAUNA...o no! Comunque Qui si è veramente davanti alla distorsione della realtà quando tu Zanon affermi che il problema ungulati in Italia non esiste! Come esiste in tutto il resto d'Europa. In Germania si verificano 400.000 incidenti all'anno causati dagli ungulati, cervi e caprioli. In Italia i danni all'agricoltura, solo nel Chianti sei milioni di euro, sono aumentati in maniera così grande che non possono non essere presi in esame. E tutto questo è la conseguenza di una gestione sbagliata basata sulla caccia con la carabina che ormai ovunque mostra i limiti che tutti conosciamo.Non ammettere questo vuol semplicemente dire che non si ammette la realtà. I modelli di gestione in Europa sono molto dinamici, più dei nostri ed in funzione delle realtà che vengono a presentarsi: In Svezia fino a cinque anni fa il prelievo degli ungulati con il segugio era poco utilizzato oggi è tornato di grande attualità. Vero è che l'UNICA nazione al mondo che ha vietato l'utilizzo del cane da seguita per il prelievo degli ungulati è l'Italia.Vero è che "una bugia ripetuta molte volte tende a diventare verità". Ad Maiora Comunque il Convegno, visto che voi fate orecchia da mercante, lo organizzeremo noi della Pro Segugio e Caccia e Cinofilia. Inviteremo tutti, "selecontrollori", ISPRA, agricoltori e tutti i soggetti istituzionalmente interessati.

da gian carlo bosio 15/10/2009 12.33

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Massimo, se si esclude il cinghiale (specie che conosco troppo poco per esprimermi) e si parla di cervidi e bovidi, i tuoi ragionamenti sulla ipotetica "ingestibilità" dei cervidi e il fallimento della "caccia di selezione" in Italia rasentano il ridicolo. Qui si confonde la libertà di pensiero con la distorsione della realtà. Gli slogan con i fatti. Dando per scontata la tua buona fede, non ti consiglio di leggere libri, visto che non sono né veterinario, né zoologo.... Ti consiglio solo di guardarti i dati dei paesi europei che tanti cervidi li hanno sul serio, da sempre, e verificare che modelli di gestione applicano. Oppure fatti un giro in Europa. Così forse ti renderai conto di cosa è vero e cosa è inventato. D'altronde e purtroppo, in Italia una bugia ripetuta molte volte tende a diventare verità...

da Ettore Zanon 15/10/2009 12.05

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

ma via, mi sembrate i polli di renzo. Il problema, degli ungulati e della caccia in italia è che, come spesso accade nel nostro paese, si dà più retta alle chiacchiere e a chi urla di più, che alla verità. Cercate di capire che la caccia può avere un futuro solo se aldilà delle vostre competenze e specializzazioni, l'opinione pubblica capisce che può essere utile alla società. E per ora, di impegni verso questo obiettivo ne vedo proprio pochi. Si pensa solo al presente. Ma se non si rinnova il parco macchine (leggi cervelli e modo di intendere la caccia) non si passa la nottata.

da etrusco 15/10/2009 12.02

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Egregio Giovanni dott. Giuliani, dopo averci resi edotti dell’opulenza biologico-culturale che fa da culla alla “perfetta” gestione faunistica del nostro paese, come mai potremmo noi, abbagliati da sì tanto amor proprio e del tutto privi di altrettanti luminescenti titoli accademici che possano avvalorare e sorreggere le nostri tesi, argomentare oltre? Potremmo mai azzardarci a far presente in mezzo a cotanto sbarlucicchio che non passa giorno che non venga riportato un comunicato ove ci si lamenta in qualche maniera e per qualche valida ragione della situazione ungulati in Italia? E’ possibile che i più insigni cattedratici e studiosi in materia (ma selecontrollori) non si siano ancora accorti che la selezione ha funzionato talmente bene da aver fallito il suo compito? Eh già!...mi viene proprio da pensare che se questa forma di caccia “soft” è stata utilissima in un momento in cui la situazione era ben diversa, ora non lo sia più...o meglio, non più sufficiente. E’ solo questione di tempo perché i numeri sono destinati inesorabilmente a salire e con essi il malumore che serpeggia tra chi deve convivere con gli ungulati. Allora sarà la stessa realtà a smentire grandi studi che in questo momento trovano conforto solo in chi vuole una forma di caccia e in chi non vorrebbe nemmeno quella. Un consiglio spassionato? Organizzate un convegno tra i pro ed i contro...ma non dimenticatevi di invitare anche coloro che i danni degli ungulati li subiscono sulla propria pelle! Saluti.

da massimo zaratin 15/10/2009 11.26

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

CARO BOSIO, la mia nota non era certo diretta a Lei, anche se non condivido le Sue idee le rispetto per come le espone e per il rispetto che ha degli altri. Ero contento se erano stati messi a cuccia quei cani che latrano verso gli altri, ai quali non piace la stessa selvaggina e vogliono imporre le loro idee giudicando il prossimo. In quanto ai miei post, credo che si sbagli, perchè io leggo molto e scrivo quasi mai

da alessio bitossi 15/10/2009 8.06

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

DAI, CACCIATORI, NON LITIGATE... POTRESTE FINIRE CON LO SPARARVI CONTRO!!!!

da CACCIA = SCHIFO 14/10/2009 23.54

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Ad uso e consumo caro dott. Bosio, lei vuole solo un patrimonio faunistico che fino ad oggi non hanno mai contribuito ad incrementare (Friuli docet). Tutt'altro... Dimostri innanzitutto il contrario (cominciando dal Natisone e dalla Carnia) e inizi a rispondere compiutamente senza "piccarsi" e senza slogan a quanto ho scrito in precedenza. Solo dopo aver dimostrato ciò, potrà guadagnarsi quella stima e quella credibilità che va nervosamente cercando da troppo tempo nel mondo venatorio italiano. Viste, infine, le sue precisazioni formali la invito a scrivere Giuliani con la maiuscola, preceduto da dott. Giovanni. Saluti.

da Giovanni Giuliani 14/10/2009 22.44

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Bè la cuccia la si dà ai cani...lei bitossi non ha mai brillato in ogni suo post e questa ne è la conferma. Comunque grazie perchè in questo caso offendere e sparlare lo fa qualcun altro. giuliani La gestione del cinghiale non è appannaggio solo dei segugisti. Inoltre esiste il registro degli allevatori di cinghiali ed è obbligatorio ed in tal senso vi è una precisa normativa che regola il settore. La gestione degli ungulati in Friuli non suscita vergogna ma è un esempio di come si gesticono gli ungulati che uno zoologo tecnico faunista (qualifica che mi giunge nuova; è zoologo perche laureato o è zoologo perchè tecnico faunista? che è tutta un'altra storia!) dovrebbe conoscere e non diffamare in maniera inopportuna.La sua saccenza è veramente fastidiosa in quanto condita da arroganza. Sicuramente "non smetterò una volta per tutte" di sostenere tesi in cui credo solo perchè me lo dice "uno zoologo faunista" come lei. Questo sia chiaro e la sua pretesa avalla ancor di più la sua arroganza che ora arriva alla tracotanza. Di caccia silenziosa in Francia ed in Europa non parla più nessuno ormai da anni perchè tutti hanno capito che non serve a nulla. In Francia l'anno scorso con il segugio sono stati prelevati 520.000 caprioli e 50.000 cervi. Comunque ad maiora e viva il segugio alla faccia dello zoologo tecnico faunista e del giornalista. Per le cataratte cominci a curarsi le sue perchè mi pare che legga male ...i dati sopratutto e quel che è peggio è che li vuole interpretare a suo uso e consumo ed in questo caso non c'è intervento chirurgico che tenga....!!

da gian carlo bosio 14/10/2009 22.02

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

i soliti due o tre denigratori capaci solo di sparlare e offendere chi non la pensa come loro, sono serviti. via a cuccia!

da alessio bitossi 14/10/2009 15.34

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

... Quindi, invece di continuare a chiedere “le felici mogli degli altrui letti”, dimostri innanzitutto di saper condurre e concertare una gestione razionale e sostenibile dell’unica specie ungulata cacciata con i segugi in Italia. Vede, nessuno chiede di cacciare il cinghiale solo con la carabina in selezione, ci si aspetta solo che lei la smetta, una volta per tutte, di pretendere che i Cervidi possano cacciarsi con i segugi, nonché, cessi di gettare fango su di un assetto gestionale consolidato e che ha ben dimostrato fino ad oggi di ottemperare sia alla gestione conservativa di Cervidi e Bovidi oltre che (attraverso la modulazione di tassi di abbattimento) ad una commisurazione delle densità di tali Ungulati agli obiettivi di programmazione faunistico-venatoria previsti. Ciò, anche alla luce dei “tristemente noti” risultati provenienti dalle uniche aree nazionali ove si cacciano i Cervidi con i segugi (Carnia e Natisone). Risultati che suscitano vergogna e che dovrebbero indurla saggiamente (se è persona di buon senso) ad evitare di portarli come esempio... Concludo, prendendo spunto dal suo invito. Le valutazioni, caro Bosio, indipendentemente dal ruolo professionale di che le esegue, dovrebbero essere sempre sensate, razionali, oggettive ed il più possibile condivise, soprattutto quando si tratta di un bene collettivo quale è la fauna selvatica. Chi le scrive non è certo un veterinario né si occupa di sanità o di benessere degli animali domestici ma uno zoologo tecnico faunista che, in quanto tale, queste valutazioni le fa per mestiere ogni giorno... Ora, consenta a me la battuta e non si offenda se la invito a preoccuparsi innanzitutto di cataratte (ad iniziare da quella sua nota cataratta verso forme virtuose di gestione della fauna selvatica), piuttosto che "sul come" debbano essere cacciati gli ungulati selvatici in Italia e in Europa. Saluti.

da Giovanni Giuliani 14/10/2009 14.45

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

... programmazione coerente con le aree esterne). A ciò si aggiungono, quali aggravanti deleterie, il fatto che in Italia non esiste un registro degli allevamenti di cinghiale, assenza di norme serie e controlli blandi sui “ripopolamenti” illegali che fino ad oggi continuano in modo capillare. Conseguenze? Beh, credo che lei le conosca bene anche se tace a riguardo. Proviamo a dirne alcune? Ibridazione con suini domestici (maggiore prolificità, maggiore “legame” con risorse trofiche d’origine agraria, impossibilità di comprendere le dinamiche gestionali, dal momento che tanti se ne abbattono e tanti se ne rilasciano ecc...) Scrive che “il problema cinghiale sta nel fatto che con il segugio lo possiamo cacciare solo per 90 giorni l'anno! mentre voi, già da sempre, lo cacciate da agosto a tutto gennaio con i risultati che tutti sappiamo”. Mi viene da sorridere caro dottore e mi viene spontaneo pensare “ci è o ci fa?”. Innanzitutto nessuno in Italia caccia il cinghiale oltre i 90 giorni previsti dalla Legge. E questo indipendentemente dai “Voi, Noi ed Essi. Dovrebbe saperlo... Forse voleva scrivere “si effettuano operazioni di controllo numerico delle popolazioni” e questo lo si fa già, sia con i segugi (in girata) che in selezione... Inoltre, non credo proprio che un incremento dei giorni annuali di caccia al cinghiale possa portare, in breve, a risultati significativi di contenimento delle popolazioni. Ciò, dal momento che tante “compagnie di braccata” evitano accuratamente di abbattere "oltre misura" i cinghiali delle unità di gestione assegnate, risparmiando a fine stagione le scrofe rimaste.

da Giovanni Giuliani 14/10/2009 14.21

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Egregio dott. Bosio, per proporre il ritorno ad un passato venatorio che in Italia ha fatto solo danni è necessaria una grande dose di sfrontatezza, proprio quella che lei, da anni mostra nelle sue insostenibili richieste. Ciò che sorprende è la tenacia con cui continua in questo suo “rosario di versi antichi” deii quali più di una volta è stata dimostrata la pericolosità dal mondo scientifico ed ai quali è stata mostrata la non volontà di realizzazione da gran parte del mondo venatorio italiano e dalle restanti componenti della società diversamente interessate alla fauna selvatica. Senza approfondire il fatto che in Francia si stanno progressivamente riducendo in numero i distretti dove si cacciano i Cervidi con i segugi a favore di quelli ove si pratica la “caccia silenziosa” (leggasi selezione), mi preme evidenziare ora alcune inesattezze da lei riportate nel suo commento. Il “problema” cinghiale in Italia (se così lei lo vive...) è frutto di una lunga serie di concause tra le quali, parte non marginale, va riconosciuta senza dubbi alla gestione venatoria cui è stata sottoposta la specie fino ad oggi. Non è forse risaputo che i forti livelli di destrutturazione sociale provocati dalla scarsa selettività della braccata incidono fortemente in termini di conseguenze di forti e concentrati impatti sugli ecosistemi agrari da parte della specie? Oppure, non è forse noto che la dispersione dei gruppi femminili causata dalla braccata (soprattutto quando fatta con mute numerose) va a pesare sulla distribuzione dei danni alle economie agricole? Il “problema cinghiale” caro dott. Bosio è determinato soprattutto da una gestione venatoria non omogenea della specie su scala nazionale (cui è corrisposta un’articolazione della gestione assai differenziata e basata su piccole superfici, acuendo i divari esistenti soprattutto tra aree a gestione venatoria ed aree protette, ove la specie ha velocemente trovato rifugio e nelle quali è risultato impossibile attuare una program

da Giovanni Giuliani 14/10/2009 13.58

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Lucas, la simpatia non è un elemento rilevante nella gestione faunistica, mentre l'informazione si. Sulla qualità delle carne ci sono un bel po' di studi e pubblicazioni (veterinarie) che lo dimostrano. Le trovo un po' più attendibili del tuo palato. È ovvio che io risulti antipatico a chi spinge per l'uso del segugio sui cervidi e bovidi. Non sono certo su un piedistallo, ma porto argomentazioni: perché prima di sostenere una cosa la verifico fino in fondo.

da Ettore Zanon 14/10/2009 13.27

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Peccato che Giuliani si sia defilato...il succo di questa discussione, che spero venga letta da molti animalisti, dimostra la volontà e la capacità dei cacciatori di gestire l'ambiente. Alle sterile offese degli animalisti, queste son le giuste risposte!

da massimo zaratin 14/10/2009 12.31

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Professor Zanon, possibile che tu debba sempre intervenire cercando di dimostrare un presunta superiorità etico-scientifica che ti autoattribuisci? "la carne degli animali uccisi sotto lo stress psicologico e muscolare della braccata è di qualità scadente"..? Non me ne sono mai accorto. Direi che è ottima. Scendi dal piedistallo, invece di impegnarti tanto a risultare antipatico a tutti.

da lucas 14/10/2009 12.22

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Caro Bosio, apprezzo la tua volontà di discutere amichevolmente. Ma ARGOMENTA LE TUE TESI cosa che non fai mai. Io oggi non ho il tempo di tirare fuori i dati sulla caccia in Europa (dati che, come sempre, ti smentiscono clamorosamente). Non ho tempo di tirare fuori i dati (negativi) del tuo presunto fiore all’occhiello gestionale friulano. L’ho già fatto diverse volte. Tu, da veterinario, te ne esci con asserzioni del tipo “il problema ungulati esiste ed è dovuto alla vostra gestione con la carabina” oppure parli di “creazione di sovrappopolazioni ormai ingestibili”. Ti consiglierei, da giornalista (io non sono avvocato) a veterinario, almeno di usare la terminologia tecnicamente corretta e soprattutto di documentare quel che dici. Qui te la cavi con le battute, ma se si facesse il famoso convegno che auspichiamo saresti sottoposto al ludibrio generale. Niente di personale, né con te né coi segugisti, ma io mi oppongo alle scelte retrograde. E, magari, rispondi ai quesiti che ti vengono posti. Sui cinghiali italiani, che nel patrimonio genetico hanno persino tracce del maialino tailandese! Sui segugi, e su quando facevate quello che vi pareva (ed era tutto terra bruciata). Mi ricordo benissimo anche quando sostenevate che il segugio serve a migliorare il patrimonio genetico dei caprioli e a tenerli in forma!! Che mattacchioni!! Ben venga la cena, anche se a me non piace la polenta e il capriolo spero non sia cucinato in “salmì” (il modo in assoluto peggiore di trattate la selvaggina). Ma soprattutto che il capriolo non sia stato abbattuto sotto il segugio. Tu, da veterinario quale sei, sai perfettamente che la carne degli animali uccisi sotto lo stress psicologico e muscolare della braccata è di qualità scadente.

da Ettore Zanon 14/10/2009 11.30

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

In tutta Europa e in tutto il mondo gli ungulatisi cacciano ANCHE con la carabina ma SOPRATUTTO con il segugio. Germania compresa.Non vi è nessun trend positivo a favore della carabina perchè ormai tutti hanno capito che con quella non si fa gestione. Il problema cinghiale sta nel fatto che con il segugio lo possiamo cacciare solo per 90 giorni l'anno! mentre voi, già da sempre, lo cacciate da agosto a tutto gennaio con i risultati che tutti sappiamo. Ma immaginiamoci se lo cacciassero solo con la carabina...avremmo i cinghiali come cavallette. Lascia perdere "l’Europa centro-nord e orientale dove le grosse popolazioni di cervidi sono gestite col bilancino e sono un’enorme fonte di reddito" e già l'UNICA fonte di reddito non esistendo una realtà produttiva agricola paragonabile a quella italiana, francese o spagnola e dove non è nemmeno paragonabile la rete viaria e la densità della popolazione che vi abita. Bisogna fare valutazioni da veterinario e non...da avvocato! consentimi la battuta! Comunque il problema ungulati esiste ed è dovuto alla vostra gestione con la carabina. Lo sapete bene anche voi. Ma basta con questa guerra tra poveri, sediamoci davanti ad un bicchiere di vino e a polenta e capriolo e discutiamo da amici. Vedo troppo livore...che non serve.

da gian carlo bosio 13/10/2009 20.02

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Ci risiamo. Si parte dai danni all’agricoltura e la “colpa” è dei “selecontrollori” (termine di per sé errato perché in Italia si distingue il controllo dalla caccia). Ci sono incidenti stradali? Colpa della caccia di selezione che non sa gestire. Però nessuno si ricorda o (vuol ricordare) che i danni indiscutibilmente maggiori li fa il cinghiale, “gestito” al 99,99% in braccata: anche questa è colpa della caccia di selezione? Caro Bosio, con tutto il rispetto, la tua professione e le tue competenze dovrebbero renderti evidente che la gestione degli ungulati (cinghiale, in parte, escluso), ovunque in Europa nel mondo, si fa con la carabina e con risultati consolidati da decenni (basta che tu prenda tutta l’Europa centro-nord e orientale dove le grosse popolazioni di cervidi sono gestite col bilancino e sono un’enorme fonte di reddito). Persino in Francia (sempre citata, spesso a sproposito) il trend è verso la carabina. Dovresti anche sapere che finché l’uso del segugio era illimitato, in Italia non c’era il pelo di un cervide, e le tue zone di origine ne sono un esempio lampante. Questo se si vuole essere intellettualmente onesti. Dite (e qui non mi rivolgo a Bosio) chiaramente che vi danno fastidio gli ungulati, (cinghiale escluso) perché (e finché) si cacciano in modo diverso da quello che piace a voi. In questo modo il discorso sarebbe più chiaro e forse più produttivo.

da Ettore Zanon 13/10/2009 16.58

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Ma tu, caro Giuliani, devi assolutamente infierire affinchè noi tutti si comprenda! cosa dicono i tuoi manuali di biologia circa l'aumento esponenziale degli incidenti stradali causa ungulati (semprechè i dati che ho riportato tu li ritenga veritieri)? Cosa sta scritto sulla tua cornucopia del sapere biologico circa un problema evidenziato da molti e, parrebbe, sottovalutato solo dagli animalisti e, molto stranamente, da alcuni "cacciatori"?

da massimo zaratin 13/10/2009 16.13

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Il problema non è mai la fauna selvatica in genere ma bensì come viene gestita. In questi anni si è assistito "all'illuminata gestione delle carabine e delle ottiche" che ha consentito la NON gestione degli ungulati in genere con la creazione di sovrappopolazioni ormai ingestibili. Questo è in dato di fatto. Faccio il veterinario, mi occupo di gestione e conservazione della fauna, e so benissimo cosa è "la capacità portante, densità biotica, indici di vocazionalità dei territori" ma credo che visti i risultati, in ormai vastissime aree italiane, a non saperlo siano i "Selecontrollori", termine che utilizzo eccezzionalmente perchè sconfessato nei fatti dagli stessi "selecontrollori" che per l'appunto nulla hanno selezionato ne tanto meno controllato. Ma suvvia smettiamola con le sterili polemiche tra noi cacciatori. Andiamo pure ad un Convegno e discutiamo su come risolvere ed affrontare l'emergenza. In amicizia e con senso di responsabilità.Io, Caccia e Cinofilia e la Società Italiana Pro segugio ci siamo e siamo disponibili ad un sereno confronto. Ad Maiora

da Gian Carlo Bosio 13/10/2009 15.17

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

A ZANON ho letto solo ora la sua risposta al mio post che non voleva essere polemico. Ma per l'appunto sei laureato in giurisprudenza, impostazione che si evince e traspare da ogni tuo scritto. Sicuramente non quella del veterinario, del naturalista o del biologo. Sei perennemente sulla difensiva ed estremamente polemico e ipercritico. Avresti, Forse, avuto successo come avvocato. Come gestore di fauna selvatica, visti i risultati drammatici, no. Non è perchè più ce ne sono di ungulati è bello. Anzi.

da ispanico 13/10/2009 15.03

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Zaratin, la biologia ha delle regole che (salvo l'uomo) valgono per tutte le specie, in particolar modo selvatiche. Mai sentito parlare di capacità portante, densità biotica, indici di vocazionalità dei territori ecc? Lascia x una volta i trattati di filosofia e datti una sfogliata a qualche manuale di biologia della fauna selvatica. Sai, dentro ci sono concetti che dovrebbero essere alla base delle conoscenze di ogni cacciatore. Più che altro, per non ritrovarsi qualcuno dei "nostri" che come te scrive, senza portare dati e parametri a conferma ed analisi, che i nostri boschi sono stracarichi di ungulati... Tralascio, perchè non voglio infierire, la risposta al tuo esistenziale quesito sul "che ne facciamo". Cari saluti.

da Giovanni Giuliani 13/10/2009 13.31

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

XLucas ti ringrazio per la stima, ma io, pur amando i caprioli, non sono professore. Le tue teorie su caccia, cacciatori e gestione e… universo mi sono perfettamente note, nei dettagli. Malgrado questo, a forza di blog e forum ormai mi ci sono quasi affezionato, e ti leggo sempre con piacere. Cordialmente

da Ettore Zanon 13/10/2009 11.05

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Sicuramente non crescono all'infinito, ma non sappiamo neppure fin dove cresceranno. Il problema, a quanto pare, è degli ultimi anni e per il momento non vedo validi paletti all'espansione...in fin dei conti, cosa ce ne facciamo di boschi stracarichi di ungulati?

da massimo zaratin 13/10/2009 10.28

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

X Massimo Grazie per i dati delle Marche: se impensieriscono i 424 incidenti con caprioli, non capisco perché non creano problemi i 367 INCIDENTI CON I CINGHIALI accaduti nello stesso anno… Oltretutto l’articolo della coldiretti che linki prosegue proprio focalizzando sul cinghiale, cito: «Identica la situazione dei danni nelle campagne. I cinghiali ormai spadroneggiano sia tra i monti che sulle colline, devastando le colture e paralizzando le attività di molte aziende.» Però secondo voi… il problema è solo il capriolo. Massimo non scherziamo, gli incidenti in futuro non saranno decine di migliaia, perché le popolazioni animali non crescono all’infinito. Certo è che ci vogliono soluzioni.

da Ettore Zanon 13/10/2009 10.03

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Non ho ben capito come dovrebbero essere costruite le strade, secondo il professor Zanon, per evitare incidenti (a volte mortali) causati dai suoi amati caprioli. Forse dovrebbero essere percorse da reti elettrificate e per uscire dalle stesse bisognerebbe aprire dei cancelli telecomandati? Tutto, pur di non ammettere l'inconsistenza della "gestione" degli ungulati in Italia, così com'è stata condotta fino ad ora. Purtroppo per le sue tesi, presto il problema assumerà dimensioni tali da richiedere una soluzione vera, efficace e semplice: far cacciare gli ungulati ai cacciatori.

da lucas 13/10/2009 8.21

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

X Ispanico (ti rispondo solo per non darti spago: io mi firmo con nome e cognome e mi assumo la responsabilità delle mie idee) sono laureato in giurisprudenza, giornalista professionista, mi occupo da anni anche di divulgazione scientifica e campagne di comunicazione su tematiche ambientali e faunistico venatorie. Ah, sono responsabile della comunicazione per l’Associazione Cacciatori Trentini. Sono cacciatore da 24 anni (con abilitazione di Esperto accompagnatore per il prelievo di Ungulati nella Provincia autonoma di Trento, abilitazione da selecontrollore nel Parco Nazionale dello Stelvio settore Trentino, abilitazione da conduttore di cane da traccia nella Provincia autonoma di Trento, abilitazione venatoria suppletiva per la Provincia di autonoma di Bolzano, licenza di caccia nel Land Salzburg). Ho pubblicato oltre 300 articoli su temi di tecnica venatoria e gestione faunistico venatoria sulle testate nazionali di settore. Sono coautore di un manuale di 538 pagine abbastanza diffuso: “Ungulati delle Alpi – Biologia, riconoscimento, gestione”. Ho pubblicato diversi altri testi monografici su caccia e fauna. In tema di caccia sono stato relatore in numerosi convegni, docente in diversi corsi di abilitazione, membro di commissione d’esami abilitativi per la caccia. La dottoressa Zanni è responsabile della Pianificazione faunistica del Servizio Territorio Rurale, della Direzione generale Agricoltura della Regione Emilia Romagna e i dati che ho citato li ha presentati ufficialmente in un convegno. Immagino che tu abbia dati ben più rigorosi, analitici e di gran lunga più attendibili dei suoi: saresti così cortese da fornirceli? Ettore

da Ettore Zanon 12/10/2009 23.17

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

sono perplesso anche io. I dati di Zanon sono strani.... Mi dici caro Zanon quale lavoro fai tu e quale è il tuo titolo di studio!? O meglio vorrei sapere cosa sei per davvero in quanto un conto è l'elaborazione di dati scientifici fatta da un veterinario o da un biologo e un conto è quella fatta da un...archirtetto!. non so quale sia il tuo titolo di studio comunque i dati che dai così messi sono solo "numeri". se poi i numeri sono forniti da Maria Luisa Zanni (Regione Emilia Romagna) che si occupa di "Politiche di prevenzione e mitigazione dei conflitti" tali numeri che utilizzi sono da utlizzare con le pinze.

da ispanico 12/10/2009 21.08

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

mah..... sono perplesso.... che il cinghiale sia un divoratore di vigneti (e non solo) e' cosa che sanno anche i sassi, ma che i caprioli possano avere effetti cosi' devastanti.... mi pare strano. Specifico che NON sono cacciatore di selezione e che di caprioli ne so ben poco. Peraltro, coi cinghiali perfino le reti elettrificate (cosa dimostrata di recente in un campo da golf vicino Firenze) non servono a nulla.

da Fabrizio 12/10/2009 18.37

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Massimo Ci sono un bel po’ di paesi europei, con una presenza antropica ben più pressante che l’Italia (che ha molte montagne), che convivono da lunghissimo tempo (almeno un secolo) con notevoli presenze di ungulati. Esempio classico la Germania, pressoché piatta, con strade e ferrovie ovunque e tanti tantissimi più caprioli (e non solo quelli) che in Italia. Lì nessuno si straccia le vesti. L’aumento degli incidenti stradali (e saresti cortese a passarmi il dato delle Marche, che non mi torna) è ovvio, visto che aumentano gli ungulati e aumentano le auto… La prevenzione è tutto, così come l’adeguamento delle reti stradali: come al solito cose normali all’estero che invece sembrano fantascienza in Italia. Persino in Francia (modello venatorio mitizzato da molti… ) il problema fauna è tenuto in debito conto nella progettazione delle strade, da molto tempo. Ma quello che non riesco proprio a capire è come mai ci si scaldi tanto per il capriolo… (quando lo racconto in giro i miei interlocutori stranieri non ci credono) quando il cinghiale è un problema enormemente più grande, sotto ogni profilo. E sfido chiunque a negarlo. Mi sorge il sospetto, credo legittimo, che il tipo di caccia e il tipo di utenza facciano confondere le pagliuzze con le travi. Weidmannsheil!

da Ettore Zanon 12/10/2009 18.14

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

...Ritornando al discorso dei dati e sulla maniera corretta per usarli pare ovvio che chi sostiene la “carabina” sarà portato ad avvalersi di documentazione che “sminuisce” il problema, chi invece sostiene i “segugi” porterà dati come quelli della Regione Marche. Questo a mio avviso è un male...per sostenere tesi contrarie alla modifica della 157 ci sono state ass. venatorie che non hanno esitato di avvalersi di dati ed opinioni dei peggiori anticaccia! Solo quando entrambe le parti affronteranno la questione liberandosi dagli “egoismi venatori” sarà possibile unire quei dati (stavolta molto più reali perché completi e portati dai pro e dai contro) per trovare soluzioni condivise e risolutrici per un problema che, in questo momento, per alcuni c’è, per altri no! Saluti

da massimo zaratin 12/10/2009 15.39

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Guarda Ettore...in questa faccenda mi considero un po’ super partes in quanto non pratico la caccia di selezione e non ho alcun interesse a praticarla con i segugi (già scrissi una volta che non saprei riconoscere un capriolo da un cervo). Siccome concordo con te per un approccio informato e ragionato mi viene quasi spontaneo battere sulla tastiera ogni qualvolta leggo delle “verità” che per me verità non sono (si può non dire la verità anche omettendola in parte). Ribadisco che non metto in discussione i dati che hai riportato relativi ai danni all’agricoltura in Emilia Romagna, anzi, li ho presi per buoni (mi pare ovvio dal momento che non ho né competenze tecniche né pratiche per poterli confutare). Leggendo il tuo articolo però ho come avuto la sensazione che quei dati, sicuramente incontrovertibili ed inconfutabili, vengano “usati” quali unici titolati per decidere o meno una forma di caccia. E’ sufficiente fare un giretto per il web per accorgersi invece che il problema ungulati non si ferma ai danni agricoli ma investe in maniera ancor più problematica le nostre strade e le nostre città. Da profano, leggere che meno di 15 anni fa nella regione Marche gli incidenti stradali erano appena qualche decina mentre nel 2007, seguendo un trend di carattere esponenziale, sono stati più di mille e per la maggior parte causati proprio da caprioli, mi fa riflettere su una questione: Per quanto tempo possiamo ancora sostenere aumenti del genere? Ci sarà un limite a tutto questo o tra 10 anni gli incidenti saranno 10.000? La segnaletica e l'invito alla prudenza dei conducenti basteranno? ...(continua)

da massimo zaratin 12/10/2009 15.37

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Apesttiamo ancora prima o poi ci chiameranno a risolvere il problema con i fucili a noi cacciatori!... bisognerebbe saper dire di no!... Ci chiamano sempre quando hanno l'acqua alla gola!... vedi le nutrie se andiamo avanti così ce ne accorgeremo tutti di quale danno stiano facendo!..

da turbo 12/10/2009 14.10

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Caro Massimo, non so se la tua iperbole sui dati e su come si possono strumentalizzare sia rivolta a me. In ogni caso, quelli a cui faccio riferimento, come è mia abitudine deontologica, sono dati ufficiali e concreti (risarcimenti pagati). E confermano una cosa ben nota a chi convive con il capriolo: salvo casi eccezionali (colture particolari) il capriolo di danni ne fa pochissimi. Sul problema incidenti, ho realizzato da poco un servizio pubblicato sull’ultimo numero di Cacciare a palla (se è pubblicità indebita, eventualmente me ne scuso). Le statistiche dicono una cosa scontata: la percentuale maggiore di incidenti è causata dalla specie più presente. Così il capriolo provoca più incidenti da me in Trentino, il cinghiale è quella che ne provoca di più in Piemonte. In generale, al di là del risarcimento, che ci vuole (da noi è erogato per legge al 70% del danno, in tempi ragionevoli), serve prima di tutto la prevenzione, con adeguamento dei comportamenti (prudenza) e della rete stradale (segnaletica attiva e passaggi per la fauna). A meno che… non si preferisca tornare a quel deserto faunistico (per gli ungulati) che era gran parte dell’Italia pochi anni fa. Se poi si sceglie addirittura di strumentalizzare il tutto per promuovere scelte pesantemente retrograde nella gestione della fauna e della caccia… è un altro paio di maniche ancora. La questione è sempre quella: la conoscenza. Cioè se i cacciatori (e non solo) conoscono il problema, lo possono qualificare e quantificare (ecco a cosa servono i dati) sanno di cosa si sta parlando, e quindi possono ragionare e infine scegliere liberamente. O se invece conviene, tenere sempre le discussioni a livello di osteria, dove è più facile mischiare la realtà alla fantasia e spingere teorie che non reggono ad un’analisi rigorosa e realistica. Io mi batterò sempre per un approccio informato e ragionato ai problemi di gestione faunistica e venatoria. Solo con la conoscenza si fanno scelte valide. Ettore

da Ettore Zanon 12/10/2009 13.59

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Fate risolvere questi problemi agli ambientalisti senno succede un'altra polemica.Loro hanno sicuramente una soluzione ad ogni problema,l'importante e non sparare...ha

da Mario 12/10/2009 11.57

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Caro Bosio, apprezzo la tua volontà di discutere amichevolmente. Ma ARGOMENTA LE TUE TESI cosa che non fai mai. Io oggi non ho il tempo di tirare fuori i dati sulla caccia in Europa (dati che, come sempre, ti smentiscono clamorosamente). Non ho tempo di tirare fuori i dati (negativi) del tuo presunto fiore all’occhiello gestionale friulano. L’ho già fatto diverse volte. Tu, da veterinario, te ne esci con asserzioni del tipo “il problema ungulati esiste ed è dovuto alla vostra gestione con la carabina” oppure parli di “creazione di sovrappopolazioni ormai ingestibili”. Ti consiglierei, da giornalista (io non sono avvocato) a veterinario, almeno di usare la terminologia tecnicamente corretta e soprattutto di documentare quel che dici. Qui te la cavi con le battute, ma se si facesse il famoso convegno che auspichiamo saresti sottoposto al ludibrio generale. Niente di personale, né con te né coi segugisti, ma io mi oppongo alle scelte retrograde. E, magari, rispondi ai quesiti che ti vengono posti. Sui cinghiali italiani, che nel patrimonio genetico hanno persino tracce del maialino tailandese! Sui segugi, e su quando facevate quello che vi pareva (ed era tutto terra bruciata). Mi ricordo benissimo anche quando sostenevate che il segugio serve a migliorare il patrimonio genetico dei caprioli e a tenerli in forma!! Che mattacchioni!! Ben venga la cena, anche se a me non piace la polenta e il capriolo spero non sia cucinato in “salmì” (il modo in assoluto peggiore di trattate la selvaggina). Ma soprattutto che il capriolo non sia stato abbattuto sotto il segugio. Tu, da veterinario quale sei, sai perfettamente che la carne degli animali uccisi sotto lo stress psicologico e muscolare della braccata è di qualità scadente.

da Ettore Zanon 12/10/2009 10.37

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Caro Bosio, apprezzo la tua volontà di discutere amichevolmente. Ma ARGOMENTA LE TUE TESI cosa che non fai mai. Io oggi non ho il tempo di tirare fuori i dati sulla caccia in Europa (dati che, come sempre, ti smentiscono clamorosamente). Non ho tempo di tirare fuori i dati (negativi) del tuo presunto fiore all’occhiello gestionale friulano. L’ho già fatto diverse volte. Tu, da veterinario, te ne esci con asserzioni del tipo “il problema ungulati esiste ed è dovuto alla vostra gestione con la carabina” oppure parli di “creazione di sovrappopolazioni ormai ingestibili”. Ti consiglierei, da giornalista (io non sono avvocato) a veterinario, almeno di usare la terminologia tecnicamente corretta e soprattutto di documentare quel che dici. Qui te la cavi con le battute, ma se si facesse il famoso convegno che auspichiamo saresti sottoposto al ludibrio generale. Niente di personale, né con te né coi segugisti, ma io mi oppongo alle scelte retrograde. E, magari, rispondi ai quesiti che ti vengono posti. Sui cinghiali italiani, che nel patrimonio genetico hanno persino tracce del maialino tailandese! Sui segugi, e su quando facevate quello che vi pareva (ed era tutto terra bruciata). Mi ricordo benissimo anche quando sostenevate che il segugio serve a migliorare il patrimonio genetico dei caprioli e a tenerli in forma!! Che mattacchioni!! Ben venga la cena, anche se a me non piace la polenta e il capriolo spero non sia cucinato in “salmì” (il modo in assoluto peggiore di trattate la selvaggina). Ma soprattutto che il capriolo non sia stato abbattuto sotto il segugio. Tu, da veterinario quale sei, sai perfettamente che la carne degli animali uccisi sotto lo stress psicologico e muscolare della braccata è di qualità scadente.

da Ettore Zanon 12/10/2009 10.36

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Caro Bosio, apprezzo la tua volontà di discutere amichevolmente. Ma ARGOMENTA LE TUE TESI cosa che non fai mai. Io oggi non ho il tempo di tirare fuori i dati sulla caccia in Europa (dati che, come sempre, ti smentiscono clamorosamente). Non ho tempo di tirare fuori i dati (negativi) del tuo presunto fiore all’occhiello gestionale friulano. L’ho già fatto diverse volte. Tu, da veterinario, te ne esci con asserzioni del tipo “il problema ungulati esiste ed è dovuto alla vostra gestione con la carabina” oppure parli di “creazione di sovrappopolazioni ormai ingestibili”. Ti consiglierei, da giornalista (io non sono avvocato) a veterinario, almeno di usare la terminologia tecnicamente corretta e soprattutto di documentare quel che dici. Qui te la cavi con le battute, ma se si facesse il famoso convegno che auspichiamo saresti sottoposto al ludibrio generale. Niente di personale, né con te né coi segugisti, ma io mi oppongo alle scelte retrograde. E, magari, rispondi ai quesiti che ti vengono posti. Sui cinghiali italiani, che nel patrimonio genetico hanno persino tracce del maialino tailandese! Sui segugi, e su quando facevate quello che vi pareva (ed era tutto terra bruciata). Mi ricordo benissimo anche quando sostenevate che il segugio serve a migliorare il patrimonio genetico dei caprioli e a tenerli in forma!! Che mattacchioni!! Ben venga la cena, anche se a me non piace la polenta e il capriolo spero non sia cucinato in “salmì” (il modo in assoluto peggiore di trattate la selvaggina). Ma soprattutto che il capriolo non sia stato abbattuto sotto il segugio. Tu, da veterinario quale sei, sai perfettamente che la carne degli animali uccisi sotto lo stress psicologico e muscolare della braccata è di qualità scadente.

da Ettore Zanon 12/10/2009 10.36

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

Concordo pienamente con il Sig. Zonon. Io abito in toscana,ho del terreno in una ZRC densamente popolata da caprioli, ho un piccolo vigneto e vi posso dire una cosa......i cinghiali mi preoccupano, gli storni mi preoccupano ma.............i caprioli danni non ne fanno davvero o ne fanno in misura talmente minima che parlare di "danno" è una forsatura talmente grossa che mette nel ridicolo chi la dice... Povera Italia...........

da SPRINGER TOSCANO 12/10/2009 10.30

Re: IL CAPRIOLO MANNARO

non va certo demonizato, il capriolo. Assolutamente. Ma può darsi che in alcune aree specifiche ad alta concentrazione di soggetti possa far paura. Peer i danni che arreca, ovviamente. Ma tutto questo dimostra solo una cosa, anche alla luce dei dati citati. Che la situazione della fauna italiana è florida, e non è certo la caccia che ne può minare la consistenza.

da etrusco 12/10/2009 9.58