Si avvicinano a grandi passi le elezioni europee. Ce ne siamo accorti tutti dalle nostre parti, dato che non passa secondo che in televisione, sui social, sulla grande stampa che non si veda impegnato qualche big a scassarci i timpani con promesse mirabolanti. Quando per i nostri portafogli, quando per la nostra sicurezza o il nostro benessere in genere. C'est la vie, direbbero i nostri cugini francesi. Se ti vuoi informare, ti devi sorbire di tutto. Ma distinguere fra il buono e il meno buono, il vero o il fasullo, l'ideale o il reale, quello sì che è difficile.
Per noi che andiamo a caccia, e vorremo continuare ad andare a caccia alla grande, il discorso si fa ancora più difficile. Ormai, dicono, anche per le nostre cacce italiane per tre quarti si decide in Europa. Ci sarebbe da essere contenti, visto che a casa nostra certi nostri governanti sono ormai decenni che ci snobbano. D'accordo, non tutti e non tutti nello stesso modo, ma il fatto è che ci vediamo tutti i giorni rinchiudere in "ambiti" più stretti. Per dirla tutta e per non farci idee votate alla disillusione, dobbiamo sapere che in Europa, a Bruxelles, come si dice, non ci siamo solo noi italiani; peraltro le nostre rappresentanze sono poco più che un decimo rispetto al consesso totale. Ragione per cui si tratta anche di compenetrarsi nelle variegate alleanze e riuscire a dialogare a tutto tondo per ottenere ragionevoli compromessi. Lo sappiamo, i cacciatori del nord Europa, o dell'est, hanno sensibilità e culture diverse dalle nostre mediterranee. E questo dovrebbe essere un primo punto su cui soffermarsi: aspirare ad una piattaforma comune, per la caccia, fra paesi mediterranei. A ognuno il suo ruolo, ovviamente. Ci sarà anche stavolta una maggioranza e un'opposizione. Auspicabile che sui temi della caccia, rappresentati auspicabilmente nella stessa misura dalla FACE, si possa ancora costituire quell'intergruppo caccia, agricoltura, ambiente, facendo in modo che sia più incisivo di quanto lo è stato fino ad oggi. Almeno per noi, per il sostegno delle cacce mediterranee.
Le previsioni dicono che sarà una competizione agguerrita, ma che comunque gli equilibrii, anche in un consistente riassetto, si dovrebbero ricostituire nelle rappresentanze consuete. Alle quali, pur nelle legittime distinzioni, maggioranza/opposizione, nord/sud, paesi ricchi/meno ricchi, ci dovremo collegare per reclamare il massimo dell' attenzione sulle nostre aspettative. Con giudizio, direbbe qualcuno, magari chiedendo in anticipo alle motitudini di candidati (per i nostri 76/79 seggi, Brexit non Brexit) cosa ne pensano della caccia: è basilare fare di tutto per non far approdare a Bruxelles rappresentanti che ci sono ostili, e conseguentemenet sollecitarli per conoscere la loro opinione su ciò che ci sta particolarmente a cuore. Difficile svicolare da ciò che da sempre in cima ai nostri pensieri. Recupero delle nostre cacce, maggiore considerazione del ruolo e dell'importanze dei cacciatori per la salvaguardia del patrimonio faunistico e ambientale, valorizzazione della cultura della caccia nella società contemporanea. Per questo non sarebbe male si attivasse quella che chiamano "Cabina di regia" interassociativa. Non per generici appelli, ma per un incisisiva indagine, capillare, nei confronti di tutti i candidati, per selezionarne una ghirlanda a cui riservare attenzione, nel rispetto delle singole sensibilità degli elettori, in modo da ottenere una delegazione la più robusta possibile, che sappia - per competenza e per principii - affrontare la complessa e a volte incomprensibile burocrazia che l'attende. A cui non dovremo far mancare in seguito il nostro sostegno, ricordando loro, se serve, che siamo qui a viglilare, che non molleremo e che contiamo su di loro.
Credo che per questo ci dovremo tutti impegnare, segnalando i candidati, sollecitando i nostri dirigenti, sviluppando rapporti che ci consentano di costituire una rete di relazioni virtuose, utili a rafforzare quell'idea di caccia che meglio rispecchia il nostro modo di intendere quel legame che da generazioni ci distingue.
La caccia è una passione che ognuno di noi deve praticare secondo le proprie sensibilità, nel rispetto delle regole e di interessi a volte anche dissimili. Ma la caccia è anche una risorsa, che se ben concepita e amministrata, porta vantaggio a tutta la società.
Pietro Bertani