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Editoriale

RIFLESSIONI DI UN PEONE


lunedì 8 marzo 2010
    
Eravamo molti amici al bar e diventammo due milioni e mezzo. L’indice di propagazione della voglia di caccia era quasi paragonabile a quello di un’epidemia influenzale.
 
Avevamo un legame  diretto con la campagna, attraverso i nostri nonni, che c’erano voluti rimanere e la campagna era anche caccia,  visibile, esibita, raccontata e gustata, come un privilegio. La forza occulta  dell’esempio, delle immagini e dei discorsi, che il subcosciente elabora, permetteva   alla coscienza comune di considerare la caccia come un‘attività famigliarmente tradizionale e giustamente collocata nella natura.
 
Ma fu  proprio   l’immaginario collettivo che lentamente avrebbe invertito la posizione dei pesi sulla bilancia. Il ‘68 cala la sua mannaia sulla mentalità mondiale e anche noi cominciamo a recepire esempi, immagini e discorsi differenti, in un processo continuato  ma inesorabile, che ci porta novità tecniche, sociali, culturali e politiche; novità troppo spesso male elaborate perché condizionati da suggerimenti interessati.
 
L’ambiente fu una di queste novità su cui si cominciò a dibattere ed il primo grave errore, che noi, esperti in materia, abbiamo commesso è che ce lo siamo fatto scippare da alcuni intellettuali di barricata, che il dibattito l’hanno condotto, praticamente, senza contradditorio. Dalla nostra parte, mentalità spavalde e romantiche ma  sopite e distratte, poco organizzate, incoscienti, sia delle grandi capacità di molti cacciatori, sia del grave rischio che si stava correndo, a causa del crescere, come funghi, di associazioni ambientaliste ostili ed agguerrite.
 
Associazioni che, cavalcando l’onda alta delle novità ambientali, sono riuscite a perseguire i loro obiettivi, sottraendoci, non solo  territori, ma anche visibilità presso quell’opinione pubblica alla quale, da quei giorni, la parola caccia è arrivata sempre di meno. Parve quindi che, nel ‘90, con il referendum, fosse arrivato il momento giusto per dare alla caccia un duro colpo.  Spesso, un rischio drastico, risveglia l’orgoglio e stimola all’unione, ma per noi è stata un’altra occasione perduta. Con il senno di poi e solo il mio, il referendum sarebbe stato meglio averlo ‘perso‘.
 
L’interminabile scontro con gli ambientalisti sarebbe finito e noi avremmo avuto tempo e spazio per riorganizzarci, padroni bastonati ma assoluti, all’interno di un sistema venatorio, privato si, ma comunque collettivo, nella costituzione di probabili cooperative provinciali, proprietarie esclusive dei diritti di caccia sui territori convenzionati. Questo, già allora, avrebbe unito, in modo inscindibile, i cacciatori con gli agricoltori, suggellando, sebbene contrattualmente, la tanto ambita cultura rurale. 
 
D’altro canto, avere un’unica tessera di quel tipo, avrebbe impedito il proliferare indiscriminato di associazioni legate a partiti, bandiere e gadget di qualsiasi tipo; una sola tessera legata ad una certezza concreta, il territorio con la sua selvaggina. So già che questa ‘idea’ non piacerà a nessuno, ma che nessuno s’illuda, perché corriamo ancora il ‘rischio’ che ciò possa avvenire. Allora che cosa abbiamo fatto dal ‘68 fino ad oggi? Esattamente quello che la nostra società ha fatto: un’indigestione di novità caotiche distribuendo in giro denaro e nomine, a persone poco competenti ma allineate, senza avere la capacità di agguantare le opportunità e di tradurre concretamente le nostre aspirazioni, disperdendo un capitale umano più meritevole ma poco utile all’ “ideale”.
 
La caccia italiana questo ci offre, uno spaccato di quello che siamo socialmente oggi: tifosi sfegatati. Se i nostri rappresentanti volessero riproporsi come esempio ambientale e quindi rimettere in moto quel processo di forza occulta, che riporterebbe dalla nostra parte l’immaginario collettivo, allora che avessero il coraggio di cominciare a guardarsi dentro e cominciassero a potare i troppi rami di un albero che ha  poca linfa vitale, anche a costo del sacrificio di se stessi, prima che siano gli stessi cacciatori a rovesciarli dalle loro poltrone.
 

Fromboliere
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50 commenti finora...

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

caro fromboliere...come volevasi dimostrare. saluti

da aaa 26/04/2010 21.49

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Non sono d'accordo "sul senno del poi",certo e' un suo rispettabilissimo punto divista,che non condivido..Se all'epoca fosse saltato l'842,i nostri ambientalisti, non si sarebbero fermati in nessun modo.Andava modificato lo status giuridico della fauna,e non credo che sarebbero lasciati sfuggire la proprieta' colletiva a favore di quella privata,ne sarebbe andata di mezzo la loro disponibilita' economica,come si e' arrivati oggi a "cacciare" nei Parchi sarebbe successo all'ora.Le associazioni sarebbero state come oggi, decine,si sarebbe trovato il sistema legale di aggirare l'842,...Come perdere un sistema consolidato di gestione umana di voti,soldi,tessere a favore di cosa??? Di una caccia privatistica?..Se realmente l'842 fosse stato un dramma, era gia' deceduto da tempo..E' semplicissimo non serve un referendum abrogativo..Un bel decreto legge e finisce la storia..Non diciamo assurdita se la caccia deve funzionare funziona con l'impegno dell'uomo non dell'842,o della 157,o 968....O da chissa quale altra magia...

da Alessandro.Cannas. 18/03/2010 9.29

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

x Fromboliere, hai ragione amico mio, il nostro carrozzone e' spinto o meglio se vuoi trainato da passione vera, il loro soltanto da interessi venali e senza rispetto ne per la natura e neanche per i sentimenti o passioni di altri che comunque hanno e sono un ruolo importante nella vita rurale. Saluti rispetto e amicizia a tutti i cacciatori.

da Steno 69 14/03/2010 18.23

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

x r. panini e steno: ringrazio il primo per l'articolato commento che rinforza i concetti già espressi ed entrambi per la passione incondizionata per la nostra attività. Moltissime testimonianze espresse negli editoriali e nei commenti dei blog rendono evidente che non ci unisce la sola voglia di sparare di più. Questo comune sentimento di appartenenza che ambisce alla ricerca pacata di un confronto veritiero e responsabile, viene, per determinati interessi, volutamente mistificato; a mio avviso anche perché percepito come una minaccia che rischia di indebolire, per un osservatore imparziale, la denigrazione di cui siamo oggetto. La necessità di ricerca in prima persona, per stabilire alla fine una verità scientifica, pare preoccupare più i nostri avversari che noi che la vogliamo promuovere. La loro paura, forse di vedersi mancare di colpo il carrozzone da sotto i piedi, deve convincerci sempre di più che siamo sulla strada giusta e che quindi, sempre più uniti, deve essere percorsa. Saluti e buona notte.

da Fromboliere 14/03/2010 1.22

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Caro amico Fromboliere,mi permetto amico, sono un 41enne diciamo cosi' alle prime armi con il mondo venatorio sono solo 4 anni di licenza e attivita'ma trovo cosi' veri e reali i tuoi commenti perche' scorgo nelle tue parole lo stesso amore e stima e rispetto che nutro io verso la nostra grande madre natura, cosa aimhe' suppongo estranea del tutto ai signori che remano contro di noi. Posso sperare in qualcosa di buono per il futuro? Saluto tutti e restiamo vivi nella nostra simbiosi con la natura.

da Steno 69 13/03/2010 20.41

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

al momento, mi sembra che l'ISPRA dipenda dal ministero ambiente. I soldi sono quelli dei cacciatori, i riferimenti politici sono quelli degli ambientalisti. E' noto che all'Ispra sono entrate infornate di protezionisti, a volte anche anticaccia. Basta vedere come pretendono che vengano gestite le popolazioni di ungulati. Se le stime prevedono 10 abbattimenti, loro ne consentono tre. Non fanno neanche una ricerca sulla migratoria e per dare pareri si basano su dati vecchi e di altri paesi, magari a decine di migliaia di chilometri di distanza. A volte, esempio lo storno, danno pareri critici richiamandosi a carenze di popolazioni in paesi europei dove in base alla direttiva e ai dati scientifici lo storno viene cacciato. Le uniche ricerche serie di cui dispongono sono quelle dei cacciatori, ovviamente sotto il loro controllo. Salvo poi che non ne tengono conto. L'ISPRA andrebbe riformata, il corpo dei ricercatori riqualificato ideologicamente (ovvero ripulito di quelle inadeguate inopportune e datate derive animaliste) e indirizzato su ricerche - di natura molto pratica - individuate in sintonia con gli organismi amministrativi del territorio (ATC, Province, Regioni, associazioni di categoria dei cacciatori [es.ACMA, UCIM, UNCZA, URCA]), che tutto vogliono meno che il loro patrimonio faunistico diminuisca. Le associazioni ambientaliste, dalle quali invece ideologicamente gli Isprini dipendono, troppo spesso sono inadeguate, impreparate, aprioristicamente ostili alla caccia. I più,di queste associazioni, pensano ancora che gli animali selvatici li porti la befana.

da roberto panini 13/03/2010 16.47

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

x piersilvio da torretta: hai ragione, meglio un lutto in casa che quelle due alla porta. (Brambi&Presti), ti saluto.

da Fromboliere 12/03/2010 11.49

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

caro frombo è una vita che dico da cacciatore via art. 842 solo così finalmente si farà piazza pulita di troppi politici che mangiano nella nostra greppia nostra e degli agricoltori senza purtroppo dare niente in cambio, ciao

da piersilvio da torretta 12/03/2010 6.49

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

il discorso è un po' i parte però. gli studi valgono solo se vengono fatti dai cacciatori? se vengono fatti dall'ispra non hanno valore? Stiamo parlando dell'ispra non del partito dei verdi sono due cose diverse credo. l'avversione al sottostare al parere dell'ispra deriva dal fatto che sappiamo bene come l'istituto si è già espresso in merito motivando il comunicato. la motivazione dell'ispra non va bene? allora perchè dovrebbe andare bene uno studio commissionato dai cacciatori dove ci sarebbe un evidente conflitto di interessi? per la modalità di scientifica oggettività dello studio mi dirà lei...ma sappiamo bene entrambi credo che studi, modelli e statistiche conducono a conclusioni diverse in base a chi li conduce...insomma così non se ne esce...

da aaa 12/03/2010 1.15

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Che dormirci sopra porti a più miti consigli? buonanotte.

da Fromboliere 11/03/2010 22.54

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Se un concetto non vuole entrare nelle teste è inutile cambiare vincolante o obbligatorio, non si fidano a priori, magari perché hanno già avuto l’esperienza dei CIP e la parola ‘assimilati’, di insana memoria, introdotta da chi, appunto, era al potere. ISPRA non deve essere la voce definitiva su questi giudizi; che ci spieghino cosa vuol dire ‘parere’, oppure spiegamelo tu, che ti dai tanto da fare, a ‘noi’ non ci va bene, è un ente allineato, serve a loro che non riescono a pensare ad altro che a metterci un caporale sulla spalla perché se no spareremmo troppo, ecco l’eterno ‘parere’ che riemerge, ma chi vogliono prendere in giro. Accettate studi scientifici prodotti per conto dei cacciatori, sul modello francese, che possano accertare se le specie coinvolte siano o no in periodo pre riproduttivo? questi studi hanno prodotto la libertà di cacciare la beccaccia fino al 20 febbraio o le tortore dal 31 agosto fino al 16 febbraio e via dicendo e questi studi non sono ‘pareri’, hanno dimostrato scientificamente fatti inoppugnabili. Va ovviamente accettata anche la disposizione conseguente, qualora si stabilissero condizioni fisiologiche opposte, di restringere i periodi venatori, ed anche in base ai differenti livelli di latitudine regionali, per come è la nostra penisola. Questo potrà avvenire? solo se dal tavolo comune verranno cacciati gli animalisti oltranzisti, oppure se, come in Francia, il partito cacciatori prenderà il 4%.

da Fromboliere 11/03/2010 20.58

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

"Dalle persone che ti stanno contro in modo solo ostinato, sparare di più è la fissazione di una minoranza anticaccia che mistifica sapendo di farlo" Fromboliere la proposta di cacciare diverse specie in base ai periodi biologici è qualcosa di molto sensato al fine di recepire la direttiva eu. il punto è che se nel testo concordato al senato si cambia la parola "vincolante" con "obbligatorio" riguardo al parere dell'ispra circa la modifica dei calendari per specie uno se ne chiede anche il motivo...la storiella la conoscete bene ma questo modo di procedere puo' passare inosservato su 1000 cose anche importanti (la depenalizzazione per gli scrichi inquinanti per es) ma non passa certo inosservata se avete tutte le associazioni ambientaliste che controllano anche quanti peli avete nel naso...da qui a far sembrare la proposta solo un pretesto (e un po' lo è, lo sapete bene anche voi, la prove ne è il cambiamento del termine "incriminato") per sparare di più il passo è breve...secondo me è stata strategicamente una scelta sbagliata poi non so che obiettivi si voglion perseguire saluti

da aaa 11/03/2010 19.13

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Ciao, lunga vita!

da Fromboliere 11/03/2010 16.03

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Quando lo pubblicherai, mi dovrai regalare, la prima copia con dedica. Un salutone

da Nato cacciatore 11/03/2010 15.33

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Voglio scrivere un libro sulla mia vita, in tre anni ho scritto 4 pagine. Figuratevi voi che penna che sono, ma sicuramente la vostra stima mi è preziosa. Grazie e saluti

da Fromboliere 11/03/2010 13.22

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Frombo, ho letto con interesse il tuto articolo, come ho sempre letto i tuoi posto con altrettanto interesse, insieme a Spartacus60 e Verre Maremmano, Solengo ecc. Ti auguro che un giorno la tua penna entri nel cuore degli italiano come la spada in una roccia, e tutti si convincano che la verità non è quella dei verdognoli... Augurissimi ed in vocca al lupo per tutto... siamo tutti con te

da Pier76 11/03/2010 13.04

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Vede che hanno ragione quando dicono che pensiamo solo a voler sparare!!?? Gentile signore naturalmente scherzo, la mia ironia è più indirizzata a quegli anticaccia sempre attenti al nostro fare e dire nella vana ricerca di coglierci in fallo, ma tanta attenzione ci diverte e il buon umore è la migliore risposta alle pochezze. Sono a sua disposizione, limitatamente al blog, e la ringrazio per l'onore che fa a me e a tutti i lettori, la saluto.

da Fromboliere. 10/03/2010 20.26

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Sig. Fromboliere Lei ha deciso di farmi consunare un'intera cartuccia.Scherzo naturalmente ! Ancora vivissimi e sinceri complimenti. Il prossimo taccuino lo baserò in parte sui suoi ragionamenti. Un saluto alla redazione di BigHunter ed a tutti i frequentatori del sito.

da Antonio PINOTTI 10/03/2010 20.08

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Dalle persone che ti stanno contro in modo solo ostinato, sparare di più è la fissazione di una minoranza anticaccia che mistifica sapendo di farlo, alla sola ricerca di inconfessati privilegi, non si può pretendere simpatia, anzi della simpatia in generale, come sufficiente concessione, la caccia non ne ha bisogno ne saprebbe cosa farsene, ancor meno la vuole. Ne fa tranquillamente a meno.

da Fromboliere 10/03/2010 19.35

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Incredibile. Tali sistemi, esasperatamente capillari, pare si vogliano ispirare ad organizzazioni di tipo più.... "famigliare" che politico. Ma oggi, in Italia, famiglia e politica sono la stessa cosa?

da Fromboliere 10/03/2010 19.23

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

caro fromboliere, "cose importanti ma marginali" non l'avevo ancora sentita come espressione :)...un po' come le convergenze parallele di lontana memoria :) si scherza eh? comunque (lo so è fuori tema) personalmente non credo che la caccia sia una problematica oggi fondamentale per l'ambiente. le emergenze (importanti) da affrontare sono il consumo di territorio e l'uso dei diserbanti nei "deserti" delle colture intensive...altro che i soldi spesi per le campagne sulla co2. detto questo rimango dell'idea che in una società trasversalmente pervasa da tematiche ambientali (è un dato di fatto) difficilmente si possa in modo duraturo migliorare l'immagine dei cacciatori con politiche come quelle viste dove l'unica cosa che traspare è solo la voglia di poter sparare di più, questo la gente lo percepisce e l'effetto simpatia evapora... saluti

da aaa 10/03/2010 19.14

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Grazie Fromboliere, sei riuscito a tradurre in parole il mio pensiero ... confermo che quello che scrivi è realtà: pochi mesi fa in occasione del cambio commissione per l'abilitazione all'esercizio venatorio mi ero candidato come commissario inviando il mio curriculum, che vi garantisco ben nutrito in materia (dopo aver avuto colloquio speranzoso con i rappresentanti della mia provincia i quali concordavano che i soldi dei cittadini dovevano essere spesi bene e quindi i commissari esperti per quella materia dovrebbero essere tali. Il commissario per la materia sanitaria dell’ultima commissione era un geometra!). Ancora una volta è stato premiato "l'ideale" e non la professionalità; cioè è stato nominato commissario chi di quella materia proprio poco o nulla conosce ... ha però una tessera politica! Malgrado tutto ciò non ho avuto la forza di ribellarmi. Provo una pena totale per queste persone avvelenate dentro, per il coraggio che non hanno e per le scelte che non sanno fare … Nonostante tutto credo al bene e per questo ho scritto questo (estendendo a quante più persone possibili la mia amara riflessione): perchè credo a quella forma di onestà intellettuale per cui "fa più paura il silenzio dei "giusti" che le critiche dei "malvagi" ".(M.L.King)

da Piero 10/03/2010 19.08

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

x nato cacciatore dico mio figlio per riferirmi a tutti i giovani, perche le future generazioni abbiano a memoria di chi siamo e non che una maestra si impaurisca a vedere il padre di un alunno vestito con la cacciatora e ti dica : - ma lei è cacciatore mica ci porterà il bimbo con lei? - e tu le rispondi : - ma io ho una coscienza non come la sua e fino a che non salta un fosso non ce lo porto mi pesa già il fucile in spalla!!! - Ma non si vergogna? - -" mi vergono di mandare mio figlio a imparare l'educazione da lei!" cosi diceva mio padre nei primi anni 80 a quella che e stata la mia maestra elementare e non dobbiamo permettere a nessuno di insultarci o a guardarci male. i nostri figli hanno la nostra discendenza come un certificato enci e su 10 10 divengono cacciatori perchè hanno un insegnamento, facciamoci insegnanti di chi non ha "certificati" in famiglia

da verre maremmano 10/03/2010 19.03

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

L’immagine della caccia, come da me proposta ti sfugge, si nota dal tuo commento delle 14,09, parli di cose marginali, importanti si ma marginali, quindi anche se ispirato dalla mancanza di un nesso pertinente, il tuo intervento sulla caccia risulta dettato dai soliti ostinati preconcetti. Lo stesso preconcetto visto a Porta a Porta dove si voleva far credere che il ripasso fosse già in atto stante la primavera iniziata quando invece tutta Europa è ancora stretta nella morsa del gelo, Sud Italia compreso. Fisiologicamente i volatili, di cui tanto voi parlate, sarebbero cacciabili; in Francia, una commissione scientifica, promossa da cacciatori, lo ha dimostrato, per questo si cacciano fino a Febbraio. I cacciatori italiani devono fare la stessa cosa, presentare dati scientifici incontestabili non tanto per allungare o per accorciare la stagione di caccia, bensì per dimostrare che la caccia è una questione che riguarda solo loro e che quindi saranno in grado di gestirsela in modo maturo e senza le vostre bugie che devono essere tacciate sistematicamente.

da Fromboliere 10/03/2010 17.39

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

toccato :)... vedremo cosa succederà... ciao

da aaa 10/03/2010 17.08

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

ANCHE IL TEMPO aaa!!! ; LA NOSTRA PASSIONE FROMBOLIERE è INNATA, E' ATAVICA E ISTINTIVA, LA SAPPIAMO CONTROLLARE, PERCHE SI PARLA DI PRELIEVO VENATORIO NON DI CACCIA SELVAGGIA, E PER QUESTO CI DISTINGUIAMO DAI BRACCONIERIIL NOSTRO è UN RAPPORTO INTIMO CON IL CANE E LA NATURA. SE MIO FIGLIO TRA QUALCHE ANNO VOLESSE VENIRE CON ME FAREI IL MUTUO PER ACCONTENTARLO, GIA A 6 ANNI LO VORREBBE, MA QUALCHE IMBECILLE GLI DIRà CHE LE MANI DI SUO PADRE GRONDANO DI SANGUE IO PENSO CHE NOI CACCIATORI DOVREMMO FARCI CONOSCERE! E SOLO COSI' L'ALTRO MONDO, QUELLO SPENTO DAI MEDIA E DAI LEASING RITORNI A VIVERE COME LO FACCIAMO NOI IN UN ISTINTIVO MA CONTROLLATO RAPPORTO CON L'AMBIENTE. IN MAREMMA QUANDO SI ABBATTE L'IRSUTO SI URLA : VIVA MARIA E CHE VIVA MARIA PER TUTTI

da VERRE MAREMMANO 10/03/2010 17.03

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Non ne dubita nessuno!

da Fromboliere 10/03/2010 16.56

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

mi sfugge il nesso...

da aaa 10/03/2010 16.48

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Mi fai venire in mente una persona che recentemente, a Porta a Porta affermò tronfiamente, come un evento a tutti ormai visibile e quindi innegabile: "è già primavera!" Quindi, amico, lo vedrai tu stesso, mai dire mai.

da Fromboliere 10/03/2010 15.47

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

rilanciare la caccia? con le proposte harakiri che sono state fatte? siamo seri...fino a settembre tutto filava liscio, animali ce ne sono, gli ambientalisti erano occupati sul co2 e nessuno si interessava alla vostra attività...qualche scaramuccia sulle deroghe ma poca cosa...poi le proposte (indecenti), le furbate in senato, il patetico e goffo tentativo di sfruttare la necessità di adeguarsi alle direttive europee stravolgendone (in malafede) il senso per un pugno di giorni in piu' caccia...le proposte di depenalizzione di certi reati di bracconaggio...e infine una manifestazione flop... altro che effetto simpatia, il colpo di immagine alla categoria è stato tremendo. l'unico risultato ottenibile è sperare di avere lo stesso calendario dello scorso anno (senza deroghe però...).

da aaa 10/03/2010 14.09

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Che nessuno creda che la caccia possa morire, che possa diventare moribonda questo sì e forse qualcuno aspetta che ciò avvenga per poi raccoglierla a mani basse. Oggi la caccia deve essere amministrata come una grande azienda. Un’azienda ricca di storia che ha dato immagine e lustro all’Italia. Un’ azienda che è come una famiglia, soggetta sia a crisi economiche che a crisi morali e quindi a rischio di perdere spazio e visibilità. Ogni azienda ha un capo, un amministratore delegato, ed è lui che deve riunire il meglio per rilanciarla. Ci vogliono capacità; oggi prima tra tutte, il taglio agli sprechi, economici e ideologici e molta qualità umana e professionalità, che necessitano a loro volta di strutture come, per esempio, studio e ricerca; la caccia, per tradurre in pratica le sue idee ed i suoi progetti, non ha ovviamente bisogno di catene di montaggio bensì di proporre un modello, quindi, per far questo, il suo amministratore delegato deve saper sedere ai tavoli che contano, media compresi, portando con sé tutto quel capitale necessario per rilanciarla.

da Fromboliere 10/03/2010 11.49

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

allo storno in nove paesi d’Europa meno che in Italia, oltre tutto quello che in altri paesi d’Europa è possibile e in Italia no. Quindi tutti i tifosi sfegatati se sono tali potranno dimostrarlo alle prossime elezioni; potiamolo quest’albero di rami secchi.! Omaggi!

da SPRINGER PUGLIESE 10/03/2010 10.26

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

La separazione ideologica che è stata insinuata nella caccia da chi avrebbe dovuto conservarne l'immagine è una protervia, un'ignominia che ne ha sfregiato l'immagine. E' stata come una macchia d'inchiostro sopra un quadro d'autore. Oggi siamo sbandati anche per questo motivo, ogni cosa buona che ognuno di noi fa o vorrebbe fare, può, al massimo, servire alle nostre coscienze. Non è poco, ma ci vorrebbe di più.

da Fromboliere 10/03/2010 9.36

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Buonasera Fromb, considerazioni ineccepibili. Aggiungerei che, oltre le AV, ognuno di noi a fatto meno di quel che poteva. La caccia non è uno sport ma ci ccomportiamo come se lo fosse, accettando "sportivamente" ingiuste sconfitte, perche c'è sempre qualcosa di più importante e il tempo che vorremmo dedicarle non lo troviamo facilmente. Proviamo pian piano a rivalutarci dialogando e divulgando le nostre ideologie venatorie sempre sane pulite seppur costantemente denigrate. Saluti.

da clava63 09/03/2010 23.20

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Signor Pinotti, complimenti per Roma, in una giornata di mezza settimana e con il tempo che c'era avete fatto vedere cosa vuol dire crederci e il credo centra sempre un bersaglio. La saluto

da Fromboliere 09/03/2010 22.52

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Sig.Fromboliere, ho scaricato il Suo scritto. Mi servirà non poco. Dopo tanti lacchè, tanti nani e ballerine, finalmente una voce vera ed onesta.

da Antonio Pinotti 09/03/2010 22.12

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

PER DARVI RISPOSTE LEGGETE GLI STATUTI DELLE AA VV COSI CAPIRETE ... E SE CAPIRETE, SONO TUTTI CONSULTABILI, FATEVI UN'IDEA! VIVAMARIA

da VERRE MAREMMANO 09/03/2010 21.47

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Mi date agio di onorare un debito.....quello che ho con il mio ex professore di lettere, che ora riposa in pace. Ciao

da Fromboliere 08/03/2010 22.13

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Avevo ragione Massimo, il frombo è una grande penna, stracolma d'inchiostro.

da Nato cacciatore 08/03/2010 21.57

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Ciao Zaratin, sono commosso.......e non è da me,grazie e grazie anche perché vai a Roma, auguri!

da Fromboliere 08/03/2010 21.18

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

E infatti leggo or ora che l'avvocato Dente fa fede a quanto sopra. Le associazioni guardano incantate: finalmente qualcuno che fa qualcosa!!

da Fromboliere 08/03/2010 21.15

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

x l'autore dell'articolo...credo di aver trovato un altro matto come me!...sei un grande! Non saprei argomentare contro nemmeno una lettera...e non è da me! ;) parto per Roma :)

da massimo zaratin 08/03/2010 21.03

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

X Nato cacciatore: è una questione di coscienza, se avesse ancora voce nell’animo dei cacciatori anche il lato cittadino se ne gioverebbe. Ma i grandi sommovimenti interiori si possono generare quando si corre il rischio di gravi perdite, la libertà, per esempio o le cose tra le più amate o quando il troppo non è più metabolizzabile e la dignità individuale si ribella, quando ancora viva. In questi mesi di letture, in questo ed in altri blog di caccia, ho maturato la convinzione che ormai lo scontro frontale non sia solo inevitabile, ma addirittura necessario perché è l’unico mezzo che ci metterà di fronte alla nostra capacità di reazione e i nostri dirigenti potrebbero alla fine trovare il giusto pretesto per allearsi. Roma è già una vittoria perché il volano ha ripreso a girare. Ti saluto

da Fromboliere 08/03/2010 19.45

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

TUTTI A ROMA DOMANI

da VERRE MAREMMANO 08/03/2010 19.37

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Bella domanda! in quanto cacciatori, agli occhi di una parte sostanziosa della società, rappresentiamo le pulci che infestano il folto pelo del propro cane, in quanto cittadini, siamo parte integrante di questa società inglobata, confusa, decadente, con valori quasi persi, ormai alla deriva, che si lascia portare dai venti senza una meta precisa, eleggendo a propri paladini, "cavalieri" macchiati e pavidi, che nulla hanno in animo di difendere, se non i propri meschini interessi. Detto questo, bisogna avere l'onestà di ammettere che anche nel nostro piccolo riflettiamo la matrice sociale del nostro vivere quotidiano. Partendo da questi presupposti, è difficile dare una risposta, senza temere di commettere l'errore nel decidere da dove cominciare.

da Nato cacciatore 08/03/2010 18.55

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Giusto per ricollegarmi a quanto scritto da Nato cacciatore: andavo a caccia a 16 in un posto bellissimo dove ho sparato, con quel grande uomo di mio padre, le mie prime quaglie, oggi a 47 anni, vedo la "MIA" campagna piena di enormi ventilatori e di quaglie neanche l'ombra. Gli uomini eccelsi ancora ci sono, ma molto lontani dalla politica, dove regna l'ignoranza e l'arroganza. Da cacciatore non accetterei mai la caccia tutto l'anno e come me penso molti altri.

da Antonio 08/03/2010 17.00

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Ragazzi, vi ringrazio tutti, voi e quelli che verranno nei prossimi commenti, ma darmi del lei è eccessivo e ne sorrido. La caccia, mondo ricco di tradizioni, di culture e di arti ha sempre accolto tra le sue braccia uomini eccelsi, a volte mi chiedo se è più la caccia che ha fatto grandi questi uomini o loro che hanno fatto grande la caccia, ma suvvia non giochiamo con le parole: sono gli uomini che fanno grandi le cose. Sono le forze che hanno dentro di se, forze legate al loro sapere, alla generosità, ad un ideale ed alla passione che fanno grandi le cose nelle quali loro credono. Oggi, che questi uomini esistono ancora, è fuor di dubbio, c’è solo da chiedersi se credono ancora nella caccia o se invece vedono in essa un condensato di tutte quelle cose negative che hanno fatto della nostra società un pessimo modello. Ed è qui che l’ottimismo vacilla: da che parte cominciamo? mettiamo prima mano alla caccia o alla società?

da Fromboliere 08/03/2010 15.42

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Ed è così! io cittadino con i piedi ben radicati in campagna, e di questo devo ringraziare mio nonno, ed è a lui che devo la mia passione per la caccia. Appena è stato possibile, ho fatto il controesodo, da giovane sposo, sono andato a vivere in un paese a qualche Km dalla città, e in periferia dello stesso, meno di dieci minuti a piedi e sono in aperta campagna, ma purtroppo lentamente sta sparendo,(fra qualche anno, non sarò più in periferia, questo nel mio caso specifico) ma più in generale, con essa spariremo anche noi, lentamente ma inesorabilmente, e così perderemo un'altra occasione, la più importante, perchè in pericolo c'è la nostra esistenza. Caro Frombo, abbiamo maturato una specializzazione da laurea con 110 e lode nel perdere le occasioni, e come giustamente sostiene Aldorin, ne pagheremo le conseguenze, e temo a caro prezzo. Il tuo editoriale è la conferma che la mia fiducia era ed è ben riposta. Un fraterno saluto

da Nato cacciatore 08/03/2010 14.46

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Difficilmente i tacchini si tolgono le penne ed entrano nel forno da soli... anche se è Natale. Ogni poltrona, poltroncina e scranno è saldamente legato a chi bada più al proprio orticello che al bene comune. La miriade di associazioni venatorie che contraddistingue il panorama italiano ne è esempio. Chi è causa del proprio male pianga se stesso!!! Fromboliere tu hai ragione (mi permetto il tu anche se non ci conosciamo), ma le negligenze del passato ed odierne (domani a Roma saremo TRAGICAMENTE divisi) si pagano. Eccome!

da aldorin 08/03/2010 12.18

Re:RIFLESSIONI DI UN PEONE

Egregio Fromboliere non posso che condividere queste "considerazioni". Penso che a breve sarà riproposto qualche referendum abrogativo di qualcosa (842 ?). Bene, da cacciatore, dirò anche io BASTA a questo ciarpame.

da antonio 08/03/2010 12.17