La caccia è come una poesia che si sprigiona all’ interno dell’ animo di ogni adepto, che non ti fa dormire, ti fa svegliare alle ore più impensate.
La caccia è fatta di emozioni: il cane da ferma che rallenta il passo ed incomincia a pedinare e guidare, incomincia a batterti il cuore proprio perché non sai mai dove vada e cosa ci sia davanti al suo tartufo, una beccaccia che con il suo volo zigzagando vola via come una farfalla in mezzo alle fronde delle querce che poi formando un ferro di cavallo ritorna nelle vicinanze di dove è stata alzata, il fagiano che con il suo piumaggio rosso, il maschio, con il suo cho cho ti vola davanti al naso facendoti sobbalzare, le coturnici o uccelli delle rocce che con il loro volo radente e veloce planano verso il basso nella vallata sottostante, la canizza di segugi che scagnando, urlando va su e giù per le valli ed i colli inseguendo i cinghiali e tu stai alla posta con il cuore in gola, in silenzio con l’ orecchio fino, stai in allerta poiché non sai mai dove è e se sbuca dalla tua parte.
Di colori: l’ alba dentro alla botte con il sole che come un dalia arancione sta uscendo in orizzonte e si specchia nell’ acqua; il giallo della canna palustre che grazie al sole che sta sorgendo ridipinge e ravviva i colori della vegetazione palustre e del blu della valle, il martin pescatore che con i suoi colori arancione e turchese si posa sui rami delle canne saltando di qua e di là con il suo volo radente, rapido e veloce, le alzavole, le marzaiole e i fischioni che a pelo dell’ acqua credendo al gioco degli stampi messi precedentemente a dimora nelle vicinanze della tina planano ignari; del bosco con il marrone delle roverelle, il verde dei lecci, degli abeti, lo scoiattolo con la sua pelliccia rossa che sale e scende velocemente dagli alberi.
Di odori: l’odore della nebbia che sembra ti avvolga dentro ad una teca di cristallo, l'odore del muschio, l'odore del pino che ti penetra, ti perfora e ti accoglie nella sua casa; il vento che nella caccia agli acquatici vuol dire giornata fortunata come pure la pioggia, che ti sfiora i capelli, le mani dure dal gelo, la pioggerella che fine fine ti penetra ovunque, ti entra nelle orecchie, nel naso, e t'inzuppa i vestiti che alla fine sei bagnato fradicio.
Di rumori: la pioggerella che con il suo scendere a terra e andando a sbattere, sul cappello, sulle fronde degli alberi, sul fucile, in acqua attorno alla botte crea una orchestra al naturale di strumenti a percussione; l’umidità, la nebbia che ti entra dentro nelle ossa ma che accetti e non gli dai peso vista la passione che hai; il silenzio; le lunghe ore di attesa incerta nella caccia al cinghiale, che sei sempre in guardia perchè sai che tante volte esce senza i cani dietro; il cinguettio della cincia che mentre sei alla posta si poggia sui rami e vola via di qua e di là; la lepre che dal proprio covo si materializza, come i crochi che con i loro fiori forano il terreno e riempiono i prati alpini e ti sorprendono, che tante volte la salti e lei resta immobile, o invece ti schizza e parte quando l’hai già sorpassata e va in direzione opposta alla tua, alle tue spalle.
La caccia non è sparare sparare sparare …..!