I numeri ci dicono che il mondo venatorio è composto da almeno 700.000 associati alle varie AAVV, più circa altri 200.000 privati.
Ad una massa di 900.000 cacciatori, si aggiungono migliaia di persone che gravitano nell'indotto (armerie, abbigliamento, munizioni, ecc..) ed altre centinaia di migliaia che fanno parte della cosiddetta cultura rurale. Un universo variegato portatore di molteplici verità che in molti casi cozzano l'una con l'altra. A parole ci diciamo che tutte le cacce hanno pari dignità, ma quando si presenta la possibilità, si tirano bordate sulle cacce diverse della propria. Come se non bastasse al di fuori di questo piccolo grande cosmo in rotta di collisione, nessuno ci ama. In sostanza il mondo rurale e quello (diciamo) civile – metropolitano non vogliono capirsi.
Bisogna pertanto immaginare di cambiare. Come potremmo cambiare il nostro rapporto con gli altri? Una prima proposta ci viene dall’Anuu che per prima l’ha dichiarato per bocca del suo presidente dott. Castellani puntando sull’unità con una sola federazione, sulla scorta, per intenderci della FNC (Federation Nationale des Chasseur) francese. La base tutta unita indistintamente dalla propria appartenenza ha risposto SI, le società a quando?
Comunicazione
Si sprecano gli appelli ad una maggiore e mirata comunicazione di ciò che facciamo e siamo verso l'esterno. Ma siamo attrezzati? Le risorse umane ci sarebbero, per capirlo basterebbe leggere le riflessioni nei vari blog sulla caccia, dove si possono trovare intelligenti disamine da parte dei diversi nomi noti al nostro mondo, sicuramente preparati culturalmente e dotati di spirito di iniziativa e lungimiranza. Quello che manca sono i canali da cui questa comunicazione dovrebbe passare, come ad esempio avviene, sempre per citare i nostri cugini, nella vicina Francia, dove grazie alla comunicazione passata su Tv e giornali, in un lasso di tempo di meno di venti anni l’opinione positiva nei confronti della caccia e dei cacciatori è quasi raddoppiata, passando dal 32% al 65%, una vera iniziativa di tendenza. Certo che ha pesato su tutto l’efficacissima campagna di comunicazione su scala nazionale, volendo rapportarci a noi, finora sulle tv nazionali abbiamo visto la famosa puntata di Porta a Porta (un piccolo esempio di vera comunicazione), una sola pubblicità sempre a livello nazionale(Bighunter), una manifestazione a Roma il 9 marzo u.s ed infine una prossima il 7 settembre p.v. a Venezia. Meglio di niente, ma un poco a livello di conoscenza del mondo venatorio.
Il mondo civile – metropolitano
Ci sembra distante ma non lo è affatto. Solo se si riesce a capire “la liaison” ovvero un possibile legame tra loro e noi, attraverso una riuscita comunicazione, fattore determinante e necessario, possiamo farci davvero capire. Non è impossibile e nemmeno così complicato. Ad onore del vero bisogna riconoscere che gli italiani non si fanno facilmente contagiare dallo spirito anticaccia, vedi i due referendum falliti. Di contro, però, c’è un tam tam continuo su TV e giornali conniventi con lo scrivere falsità, assistiamo al feeling trasversale del ministro del turismo (MVB) con il verde Bonelli per non parlare di altri ministri, per continuare ultimamente la pubblicazione da parte di Farefuturo di Charta minuta dove un editoriale dell’onorevole Adolfo Urso afferma con vigore che “è ora di sfatare un luogo comune secondo il quale la tutela e la protezione degli animali siano appannaggio della sinistra, mentre alla destra toccherebbe il ruolo di sponsor dei cacciatori” (ma indipendentemente da destra o sinistra se fosse vero e forse un peccato?), poi ancora per una informazione rafforzativa sciorina una serie di illustri personaggi di destra grandi ecologisti.
Altro messaggio che ci deve inquietare è la proposta di legge sulle armi, che potrebbe risultare fatale, potremmo anche dire devastante, sul mondo venatorio e dell’indotto sul medesimo. Il mondo Rurale
Qui molto del mio pensiero è influenzato dal rapporto che vige in Francia tra cacciatori e mondo rurale. E' del mese di febbraio 2007 un sondaggio/inchiesta fatto per conto della FNC sul tema “Sindaci e Cacciatori per una ruralità dinamica”. Due piccoli dati ci fanno capire questo rapporto: i sindaci prettamente rurali risultavano il 30% del totale su tutto il tutto il territorio nazionale, mentre ben il 90 % si dichiarava favorevole alla presenza dei cacciatori sui loro terreni.
Allora proviamo ad immaginare l’impatto del cacciatore quale attore economico dei territori rurali, quest’idea mi viene ripensando ad alcune puntate di linea verde quando il conduttore intervistava non più solo agricoltori anziani ma giovani imprenditori con tanto di laurea in tasca, quindi in grado di sapere cose una pianificazione industriale.
Per concludere faccio una proposta/provocazione , che si possa costituire un gruppo di lavoro fra questi tre mondi affinché si possa trovare un comune sentire. E' importante pensare di costruire il nostro SISTEMA INFORMATIVO per far capire che anche noi facciamo parte da sempre del movimento ambientalista con tutta la cultura che ne segue, dice bene ed ha perfettamente ragione Massimo Zaratin quando afferma che gran parte delle cose odiate dai signori ambientalisti/ecologisti sono condivisi anche da noi stessi e sempre Massimo ad affermare che tolti i luoghi comuni il loro contro si trasforma in pro-caccia(basta poco per accorgersene e sicuramente non serve l’ intelligenza del prof. Robert Laugdon eroe protagonista dei romanzi di Dan Brown).
Marcello Lentini