Se ben difficile è vedere uno spiraglio in fondo all'inesorabile tunnel del cambiamento climatico, sul quale sicuramente abbiamo una parte di colpa tutti noi con i nostri stili di vita ormai consolidati, ben più concreta e plausibile è la lotta contro un’altra piaga ambientale ad esso correlata: gli incendi boschivi.
Partiamo dal fatto che il fenomeno è tutt’altro che sotto controllo. E' di queste ore la notizia di un devastante incendio in Puglia che ha già interessato 250 ettari di bosco. Altri roghi sono stati segnalati un po' ovunque. La stagione estiva 2021, come prima quella del 2017, in Italia è stata purtroppo teatro di una devastazione record: 160 mila ettari di territorio sono andati in fumo. Il che significa su per giù aver superato di 4 volte la media di quanto annualmente è bruciato dal 2008 al 2020. E non sono certo stati fenomeni naturali. Gli incendi, la maggior parte almeno, ce lo sentiamo ripetere da sempre, sono di origine dolosa. Il fenomeno delittuoso è particolarmente evidente in Sicilia, Calabria, Campania e Sardegna, dove ogni anno si raggiungono cifre preoccupanti in termini di numero di roghi e superficie percorsa dal fuoco.
Tabella numero incendi 2020
I dati sono tratti dal Sistema Europeo di Informazione sugli incendi boschivi (EFFIS), ottenuti dal monitoraggio dei satelliti della Nasa e del progetto europeo Copernicus, che li rende particolarmente attendibili, precisi e confrontabili a livello globale. L’ultimo rapporto EFFIS, riferito all’annata 2020, tra cifre e statistiche, riporta in particolare l’esempio virtuoso della Regione Toscana, dove, grazie alla strategia coordinata con piani di prevenzione specifici sulle aree a rischio e l’attivazione di una rete di volontariato, si stanno mettendo in atto misure di prevenzione e di monitoraggio all’avanguardia. Vedi video
Gli incendi hanno un forte impatto non solo sulla qualità dell’aria che tutti respiriamo e di tutte le altre risorse (suolo, acqua, ecc.) ma sono una delle maggiori preoccupazioni per la perdita di biodiversità. Il bosco impiega decenni per tornare allo splendore e alla complessità biologica preesistente, particolarmente se pensiamo alle foreste di latifoglie e conifere o alle pinete. Se non oggetto di una lungimirante opera di rimboschimento molte bellezze naturalistiche del nostro bel paese potrebbero finire per essere solo un lontano ricordo, scalzate da una vegetazione spontanea che, causa clima attuale e condizioni mutate del terreno, non torneranno più ad avere le peculiarità di un tempo. Ne consegue anche un impoverimento della qualità faunistica, con la scomparsa di specie animali che da sempre hanno caratterizzato determinati luoghi.
Proprio a tutela di flora e fauna un ruolo cruciale lo hanno quanti direttamente e concretamente frequentano i boschi. I cacciatori soprattutto. A migliaia hanno contribuito - e lo fanno in maniera sempre più coordinata e riconosciuta finalmente dalle autorità - a bloccare sul nascere tantissimi incendi, grazie ad un costante monitoraggio (le cosiddette sentinelle dei boschi) e a prevenire la propagazione delle fiamme, grazie ad interventi di manutenzione degli ambienti rurali che purtroppo pochi altri si prendono l’onere di portare avanti.
In questo il contributo dei cacciatori singoli e associati è fondamentale e dà la misura dell’enorme potenziale ambientalista della categoria. Attivismo concreto e sul campo, senza pari. In Sardegna i volontari cacciatori dei comuni della zona di Oliena (vicino a Nuoro e Dorgali) hanno fatto la differenza. Da quando hanno coordinato un servizio di volontariato, il territorio è stato interessato solo marginalmente dalla piaga degli incendi e i pochi casi verificatisi non hanno creato danni di sorta. Abbiamo già accennato al ruolo importante dei cacciatori in Toscana, coordinato dalla CCT. Esempi simili percorrono tutta Italia, da nord a sud.
Sta a voi renderne conto, anche su queste pagine, sia come impegno preventivo sia come attività sul campo. Inviateci le vostre esperienze, fatevi sentire e ne daremo conto. Sarà un ottimo biglietto da visita che il mondo della caccia potrà presentare all'opinione pubblica e alle istituzioni.
Cinzia Funcis