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Carducci)Calendari venatori. Le bugie degli ambientalistiUn'arte chiamata cacciaAREZZO SCONFESSA LA BRAMBILLAAnimalismi e solitudiniIn un vecchio armadioSTAGIONE VECCHIA NON FA BUON BRODOBelli, matti ed inguaribili SIAMO LIGURI!Ieri, mille anni fa, io caccioCosa mangiano gli animali degli animalisti?SCIENZA, CONOSCENZA, CULTURAC'ERA UNA VOLTA UNA SCIMMIAMOVIMENTO STATICO, ANZI NO, REGRESSIVOORSI. COMUNITARIA. PROVVEDIMENTO ZOPPO MA CON SICURO VALORE SIMBOLICOAerei e trasporto munizioni - La situazione della caccia oggi: “Io speriamo che me la cavo”ALL'ARIA APERTA!Contro ogni tentazione. PORTIAMOLI A CACCIAIPSOS FACTO! DIAMOCI DEL NOIIN FINLANDIA SI', CHE VANNO A CACCIA!RIFLESSIONI DI UN PEONEIL PAESE PIU' STRANO DEL MONDOFuoco Amico PER UNA CULTURA RURALE. MEGLIO: PER UNA CULTURA DELLA CACCIA CHE AFFONDA LE SUE RADICI NELLA TRADIZIONE RURALEE Jules Verne diventò anticaccia CULTURA RURALE E CULTURA URBANA A CONFRONTOL'Enpa insulta i cacciatoriSELVAGGINA IN AIUTO DELL’ECONOMIAAmerica: un continente di vita selvaggiaLA LIBERTA’ DI STARE INSIEME A chi giova la selezioneLA CACCIA COME LA NUTELLA?LUPO, CHI SEI?Le fonti energetiche del futuro: nucleare si o no?TOSCANA: ARRIVA LA NUOVA LEGGEA caccia con L'arco... A caccia con la storia...Interpretazioni e commenti di nuova concezione10 domande ai detrattori della cacciaIL BRIVIDO CHE CERCHIAMOLa caccia come antidoto alla catastrofe climaticaPer una educazione alla natura E' IL TEMPO. GRANDE, LA BECCACCIA IL CAPRIOLO MANNAROCONSIDERAZIONI E PROPOSTE PER IL FUTURO DELLA CACCIA IN ITALIACaccia - anticaccia: alla ricerca della ragione perdutaAllarmismo e vecchi trucchettiAncora Tozzi ?REALISMO, PRIMA DI TUTTOLe invasioni barbaricheAPERTURA E DOPO. 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Editoriale

LA RICERCA DIMENTICATA


lunedì 9 luglio 2012
    
Tordo Si diceva la ricerca. Quella applicata alla caccia. Così si chiamava infatti un tempo il laboratorio di Bologna (Laboratorio di Zoologia Applicata alla caccia), quello fondato nel 1933 dal prof. Alessandro Ghigi. Per anni Rettore dell'Ateneo bolognese, come si legge sul Dizionario biografico Treccani, Ghigi fu “un antesignano della protezione della natura, della difesa degli equilibri biologici, della tutela del paesaggio, della conservazione delle risorse naturali, dell'educazione naturalistica nella scuola, argomenti a lui congeniali fin dall'inizio dell'attività, ma a cui consacrò in particolare gli ultimi, operosissimi anni di vita; deve essere quindi considerato maestro e pioniere dell'ecologia pura e applicata".

“Scienziato, educatore e umanista – si legge ancora sul Treccani - il G. fu altresì uomo di azione, capace di iniziative che lasciarono il segno nel settore dell'educazione e nel campo della zoologia applicata. Presso l'Università di Bologna istituì nel 1922 la cattedra, e nel 1939 l'istituto, di zoocolture, il Centro avicolo e l'Istituto nazionale di apicoltura nel 1931, il Laboratorio di zoologia applicata alla caccia, divenuto poi Istituto di biologia della selvaggina. A Rovigo creò nel 1921 la Stazione sperimentale di pollicoltura di cui tenne la direzione fino al 1936, e a Fano il Laboratorio di biologia marina e di pesca (1939). Nel 1911 fondò, insieme con E. Arrigoni degli Oddi e altri, la Rivista italiana di ornitologia e nel 1931 la Rivista di avicoltura. Nel 1951 costituì, e per lunghi anni presiedette, la Commissione per la protezione della natura e delle sue risorse in seno al Consiglio nazionale delle ricerche".

E ancora: “La sua riconosciuta competenza gli valse importanti cariche amministrative e politiche: deputato al Parlamento dal 1934 al 1939, consigliere nazionale dal 1939 al 1943, senatore del Regno fino alla soppressione del Senato regio, consigliere superiore della educazione nazionale dal 1935 al 1943: in tale veste propose, come unico naturalista, riforme tuttora in vigore nelle nostre università. Fu membro dell'Accademia pontificia, di quelle dei Lincei, dei XL, delle scienze di Bologna, delle scienze di Torino e dell'American Ornithologists' Union di Washington, socio onorario della British Ornithologists' di Londra, della Zoological Society di Londra e della Societé mammologique et ornithologique di Francia, membro d'onore e medaglia d'oro del Conseil international de la chasse di Parigi, presidente della World's Poultry science Association, medaglia d'oro del Consiglio nazionale delle ricerche, dottore honoris causa delle Università di Boston e di Coimbra".

Questo era l'uomo, non esente da peccati ideologici, dirà qualcuno, che tuttavia non potranno cancellare i tanti tantissimi meriti scientifici. E il grande merito di aver assistito con la sua sapienza, e il suo impegno, un'attività, la nostra, ponendosi come primo riferimento la  zoologia “applicata”. Si adoperò, come del resto i suoi allievi (fra tutti Augusto Toschi, autore di una monumentale “Avifauna Italiana”), a far sì che la ricerca s'indirizzasse su questioni pratiche, che avessero riscontro nelle cose. Basandosi sulle tante tantissime competenze dei cacciatori. Volontari, al servizio di una causa, che prima di essere fine a se stessa, si preoccupava - e ancora si preoccupa - della conservazione di un bene comune.

Allora c'erano le risorse, si dirà, allora erano altri tempi. Allora c'erano altri valori. E' vero. Non c'è dubbio. Ma è altrettanto vero che l'esperienza e la disponibilità dei cacciatori, nonostante tutto, ci sono ancora. La passione e la voglia di darsi da fare, da parte degli stessi, pure. Le competenze, lacunose quanto volete, anche. Perdipiù, nel mentre  si denuncia un distacco sempre più marcato di certa ricerca dalle cose reali – e non solo per mancanza di fondi – d'altra parte si fa di tutto per arroccarsi dietro a pretese competenze, ignorando o rifiutando confronti, collaborazioni, disponibilità.

Certo è che non si può fare ricerca applicata - alla caccia, ovviamente, che non si ha più neppure il coraggio di definirla col suo nome: oggi si nasconde tutto dietro una generica e mistificante definizione di Protezione e Ricerca Ambientale con un rinvio specifico a un tramontato Istituto per la Fauna Selvatica, ancor prima definito  della Biologia della Selvaggina” (che poi caccia è. O almeno “era”, visto che sempre più spesso si adoperano termini come "controllo", "selezione", "prelievo degli esuberi") - no non si può fare, se non si usufruisce di competenze diffuse, se non si "presidia" quotidianamente l'ambito dell'indagine, se non si fa conto su una disponibilità di risorse a basso costo e ad alta resa.

Del resto, volendo approfondire, sono anni che si fa di tutto per allargare il solco, insistendo nel distinguere fra caccia (e sua gestione) e tutela della fauna, fra ministeri competenti: da una parte quello dell'agricoltura, - quello giusto, non c'è dubbio alcuno, almeno finchè la presenza della fauna selvatica dipenderà dalle peculiarità “rurali” del territorio - e quello dell'ambiente, costituito, ormai l'hanno capito tutti, per far da paravento a certe “trascuratezze” (le vogliamo chiamare così?) dei nostri amministratori pubblici, dediti più a cavalcare le diverse onde populiste, e certi egoismi, che non a preoccuparsi di una tutela dinamica, produttiva, economicamente sostenibile, come invece fanno ovunque nel mondo. In cerca di applausi facili, piuttosto che di critiche sofferte.

E che la ricerca applicata non navighi in mari tranquilli lo si riscontra facilmente quando ci soffermiamo a scorrere i dati delle scarne ricerche (e vecchie) verso cui si indirizzano le ancor più scarne risorse di cui si dispone. Sull'avifauna, per esempio, cavallo di battaglia di Ghigi (e di Toschi), quella migratoria in particolare, si fa prima a dire "non siamo in grado di fornire elementi conoscitivi", piuttosto che "diamoci da fare insieme, dateci una mano, diamoci una mano".

Per cui si assiste a una superfetazione di organismi, con l'immancabile apposizione di nuove sigle a liturgie vecchie e logore, che celebrano più il dejavue piuttosto che addentrarsi in territori incogniti, e si perdono di vista gli obiettivi primari, che non sono quelli di stabilire un soggettivo primato della verità, ma più semplicemente risolvere problemi pratici per  mantenere un patrimonio che ormai sembra orientarsi verso un'irresponsabile "automanutenzione". Col risultato che la natura prenderà davvero il sopravvento e il nostro bel paese (paesaggio?) e la selvaggina che un tempo si definiva "pregiata", ovvero che aveva un...prezzo, se ne andranno a farsi benedire.

Belli quei tempi, quando il vecchio prof. Videsott, direttore del Gran Paradiso, concedeva qualche capo al safarista di turno, e così integrava i suoi bilanci. Mentre oggi si assiste alla commedia del capo-vigilantes imbellettato, che davanti a una telecamera snocciola i successi contro il bracconaggio, ignaro che l'acqua del fiume che gli lambisce i lucidi stivaloni da parata, trasporta veleni, liquami organici e lavatrici, non certo prodotti da quei pochi untorelli - esecrandi, d'accordo, nessuno vuole giustificare il bracconaggio -   ma frutto invece di macroscopiche anomalie di cui tutti siamo vittime.
O tempora, o mores...
 

Mario Campana

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36 commenti finora...

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

... e meno male che c' è chi dice:" i sogni mettiamoli da parte"...

da Fromboliere 13/07/2012 20.52

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Perche lo trovi un sogno. Mirko ? io l'ho già proposto . Per una stagione TUTTI evitiamo di pagare i vari balzelli, tanto il modo di andare per una settimana a caccia si trova oltreconfine e con la stesa spesa che si è risparmiata facendo sciopero . Chi non può ( io sarò uno di quelli ...) purtroppo si dovrà accontentare di veder correre il cane su di un prato : GRATIS ! Vedremo il mancato introito da parte dello Stato cosa vuol dire quando si muoverà qualcuno che riabiliterà la nostra posizione nella societ�

da renzo 13/07/2012 20.03

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Grillo non ama la nostra categoria! meglio astenersi da pagare la licenza.... MA TUTTI...certo servirebbe un LEDER ma bravo come Grillo, ma pro cacciatori! ma è un sogno amico mio!

da Mirko 12/07/2012 15.41

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Potrebbe essere un deterrente, senza dubbio, come un deterrente è il movimento di Grillo. Quanto meno servirebbe a ricompattare i portatori di interessi interni, che - fra cinofili, allevatori, agrituristici/alberghieri e trattori e ristoratori, cartucciai, mangimisti, dirigenti e operatori venatori a tutti i livelli - mica sono pochi. Guardate che se si fanno i conti, si superano le centomila unità. Contare per credere. Ma quelli non smetteranno mai di darsi da fare attivamente, ne andrebbe della loro stessa esistenza. E probabilmente fanno bene.

da Renzo M. 12/07/2012 15.15

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

servirebbe un LEDER serio capace di convincere i cacciatori TUTTI a non rinnovare la licenza anche per un anno! sai che divertimento vedere i presidenti degli ATC senza stipendio ( come scappano) e tutti gli scagnozzi senza il gettone di presenza, di copo le spese false per ripopolamento ridicoli e interventi stupidi finirebbero e anche gli ambientalsiti finirebbero di mungere la vacca !! per noi non sarebbe un problema, perchè con pochi euro si può varcare il confine e andare a caccia TUTTO L'ANNO senza nessun tipo di problema! ma non abbiamo il coraggio , siamo una manica di coglioni senza palle! Il futuro è nero! In Bocca al Lupo!

da Mirko 12/07/2012 14.53

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Marco F.: La situazione odierna è nota a tutti, nel suo insieme c'è moltissimo di cui dolersi e molto meno di cui rallegrarsi. E una situazione dalla quale, io personalmente, non riesco a nutrire alcun ottimismo. Nella filiera ambientale si è creata una tale miscela di interessi, dove noi cacciatori siamo gli ultimi a poter nutrire ottimismo, ma i primi pagare. Tradotto poi in valore materiale, la sproporzione di ciò che paghiamo per ciò che ci portiamo a casa in prede, è, il più delle volte, antieconomica. Ma chi vuole rinunciare, se siamo sempre 700.000? Potrei concludere che ciò voglia dire che ci riteniamo soddisfatti, così la chiudiamo lì. Ma è evidente che così non è. Siamo delusi dalla politica, siamo delusi dalle associazioni, siamo delusi dai nostri ATC, dalle legnate che ci danno gli animal ambientalisti, media ecc ecc, spesso perfino gli stessi contadini non ci vogliono più in giro. Allo stato attuale, dove tutti questi componenti, che mangiano nello stesso piatto, non è più legittimo aspettarsi che la caccia nutra un ruolo diverso da quello che ha ora: un ruolo subalterno da ultima ruota del carro nella filiera ambientale. Detto questo io non ho proposte da fare. Se si vuole cambiare non rimane altra cosa che tentare di capovolgere le proporzioni o... emigrare. Quaglie in Macedonia per 770€, in Romania 800, Bulgaria 550. Questo provocazione per ricordare che la democrazia non ha ancora cancellato il sostantivo "proprietà". Discorso già fatto migliaia di volte, inutile ogni critica. Fate voi, diversamente continuiamo a nutrirci di ricordi

da Fromboliere 12/07/2012 12.54

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

E' sempre un piacere leggere persone come Fromboliere e Pietro2, per la ricchezza di contenuti che sanno esprimere. Ciò detto, credo che lo stesso Fromboliere abbia implicitamente indicato, in uno dei suoi scritti e nell'ambito di un altro discorso, il motivo reale per cui anche gli animal-ambientalisti, al di là delle battaglie di facciata, molto probabilmente sono contrari all'abolizione dell'art. 842: se la selvaggina non fosse più patrimonio statale indisponibile, chi pagherebbe i danni agricoli causati dagli ungulati che, nelle aree da loro gestite, prolifererebbero inevitabilmente? Penso che la sola idea di dover scucire dei soldi faccia rischiare l'infarto a questi mangiapane a tradimento, da sempre esclusivamente abituati ad ingrassarsi a spese della collettività.

da Marco F. 12/07/2012 10.34

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

... amen!

da Fromboliere 11/07/2012 19.35

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Senza scomodare i solidi fondamentalisti, sia di qua che di là, bisognerebbe ricordare che con la costituzione dgli ATC l'art. 842 sembrava scongiurato. O anche già applicato. Gli ambientalisti radicali (compreso certi personaggi che s'ispirano agli Ecodem) spingono ancora per l'842 perchè - digiamogelo - hanno alle spalle bei signorotti con belle tenute che vorrebbero sfuttare al massimo la selvaggina che mangia il loro grano e la loro erba. Il resto sono pippe per gonzi. Il fatto è che a vent'anni di distanza ci sono ATC che non funzionano o che funzionano malissimo, compreso quelli della regione capitolina amministrata per decenni dagli Ecodem. Oggi che si comincia a leggere dichiarazioni anche di insospettabili che vorrebbero ritoccare (ma non più drasticamente riformare) la 157, date retta. Ragioniamo di cose concrete: i sogni, o gli incubi, mettiamoli da parte.

da Fracastoro da Velletri 11/07/2012 18.40

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Comunque il Professore viveva in tempi sicuramente migliori dei nostri! Altro che convinzioni politiche discutibili....a quei tempi i cacciatori avevano tutta la legittimità che gli competeva ed il Capo del governo non si vergognava a pubblicare la propria immagine su "Venatoria" la rivista dei cacciatori!

da Marco 11/07/2012 18.09

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Mi scuso per la tardività Fromboliere;io non mi sono affatto fermato alla caccia,infatti ,non caso,ho scritto in maiuscolo il termine TUTTO e per la stessa ragione ho fatto l'esempio(attuale,anche) dell'energia elettrica.Ma ho la certezza,e,del resto,data la sua sopracitata scommessa,credo anche lei,che NESSUN politico(se preferisce lo chiami dirigente)permetterà mai che un individuo o un insieme di soggetti,gestiscano qualcosa(l'ambiente,nello specifico)con l'unico fine del benessere di quest'ultima/o,senza normarlo con disposizioni che di tutto gli può fregare,meno che del suo stato di salute.La giustizia(generale,non quella italiana)non dovrebbe fare altro che applicare norme da altri dettate;lei è troppo.....per non credere che questa applicazione,a secondo di come la si attui,non arrivi stravolgere addirittura la volontà del legislatore che quella norma ha stilato!

da pietro 2 11/07/2012 18.02

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

pietro 2: da buon cacciatore continui a focalizzarti solo sul problema caccia: ormai da trenta'anni un vero guazzabuglio ecc. ecc. Il problema è 'Gestione Ambientale' di territori agglomerati e non devo ripeterlo ancora, territori ad uso caccia e non, nell' ambito dei quali, ogni individuo è chiamato a collaborare, green tax, la chiamiamo così? Ex 842, vuoi abolire la caccia? fallo nei terreni su cui hai giurisdizione, nel resto non puoi metterci il naso, se ti riempi di cinghiali perché sono tranquilli a casa tua, dargli da mangiare tutta la tua campagna, contento tu e i contadini che ci abitano, vediamo se non cambieranno idea su a chi affidare la gestione ambientale in seguito, ma se vengono a mangiare nella mia terra, se sono cacciatore, i cinghiali sono miei e ne faccio quel che mi pare. Non leggetemi alla lettera è solo un esempio banale, visto che è di caccia che volete sentir parlare. Buona notte.

da Fromboliere 10/07/2012 22.35

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Anche se so che la teoria del Lombroso(ha i tratti somatici del criminale,quindi,delinque) non dovrebbe trovare,oggi,alla luce di una miriade di studi sulla criminalità,nessun riscontro,non le sembra,Fromboliere,sospetto,che anche e sopratutto un certo mondo ambientalista da salotto,si batta anch'esso per il divieto di caccia nei terreni privati,senza il consenso del proprietario?Ripeto,anche per me,il futuro della caccia e dell'ambiente può esistere solo se si "responsabilizza"gestionalmente,il proprietario del fondo,ma a questo deve andare in parallelo una diversa normativa nella quale si identifichi TUTTO ciò che insiste in quei territori;TUTTO!In caso diverso,siamo di fronte al solito guazzabuglio istituzionale itagliano:botte vuota,moglie e amico ubriachi.

da pietro 2 10/07/2012 22.05

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

... il declino dell' interesse verso la caccia è dovuto al fatto che la caccia non ha voluto accettare il cambio epocale che ha posto la natura all' interesse di tutti. Si è fatta soffiare la gestione ambientale dormendo sugli allori con un' autosufficienza che, ancora oggi, non riusciamo a scrollarci di dosso. Oggi non si può tornare indietro, oggi si deve anticipare e spiazzare l' ambientalismo con riforme radicali che non si possono proporre se prima il mondo venatorio non si rimette in riga con se stesso. Azzerare tutto per ricominciare. Questo significa abolire l' art 842: tu hai il tuo e io mi tengo il mio, solo questo, come poi gestirò il mio lo deciderò in seguito. Se però non azzeriamo prima la nostra mentalità non si potrà mai ripartire. Ora sentendo l' aria che tira, nelle vette dirigenziali, scommetto, perché mi piace vincere facile: non ce la faremo mai.

da Fromboliere 10/07/2012 21.37

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Il declino dell'interesse alla caccia dura da troppo tempo per essere reversibile.Occorre una manovra epocale.L'abolizione dell'842 non passa necessariamente nel trasformare la fauna proprietà privata.Ma dovrebbe avere come scopo ,quello di rendere economicamente interessante il mantenimento delle popolazioni selvatiche.Spesso leggiamo commenti che vorrebbero obbligare gli agricoltori a fare una serie di operazioni a favore della fauna.Nessuno dice mai ,perchè dovrebbero farlo e con quali soldi.Dovrebbero farlo e basta.Pia illusione.Il primo interlocutore dei cacciatori dovrebbe essere l'agricoltore.Invece leggo spesso insulti e auspici che gli ungulati si mangino tutto.Questo denota una abissale miopia nella gestione e anche un egoismo senza prospettiva.

da vico 10/07/2012 20.00

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Premesso che,a prima vista,anche a me sembrerebbe che solo l'abolizione dell'842(con le conseguenze,però,del parallelo estero)potrebbe dare una speranza per il prosieguo dell'attività venatoria,vorrei porre una domanda:perchè la certezza che la gestione privata(ovvio,per la caccia)dei terreni ne faccia conseguire anche un diritto sulla fauna?Non c'è nessun automatismo giuridico che faccia scattare una simile ipotesi;ci fa' piacere pensarlo,visto che in altri Stati questa è la situazione;ma(ed altissimi esempio di diritti calpestati ne abbiamo a iosa,basta ricordarsi il prelievo forzoso sui conti cc di un governo passato,forse non molto"amato")chi ci dice che,ina volta abolito il famigerato articolo,cambino le cose?Solo un piccolo es.:quando c'era un unico gestore dell'energia elettrica(anche oggi,con lievi variazioni è così)anche chi la "produceva"in proprio doveva essere sottoposto a tassazione;perchè la fauna non dovrebbe più essere patrimonio indisponibile?

da pietro 2 10/07/2012 17.54

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

@ Ger.mano, fermiamoci alla storia o almeno da quando come dice lei la gestione della natura a preso la piega utilitarista, certo l'uomo con il suo ingegno ha capito come intervenire per far rendere di più una pianta un terreno un bosco, ha iniziato a allevare bestiame, poi ha tirarto fuori gl'idrocarburi, minerali, ha prodotto medicine e sconfitto epidemie.... sembrerebbe che l'uomo sia il toccasana di tutto l'ambiente e in qualche modo si autoconvinto che è così, ma se poi si va ad analizzare i risultati ci troviamo difronte a: tonnellate di rifiuti da smaltire ( gl'animali non ne producono) ci troviamo aria acqua terra inquinati, ( gl'animali non inquinano) ci troviamo a dover pensare che l'energia sta finendo almeno quella più conosciuta e sfruttata ( gl'animali non hanno bisogno d'energia aggiuntiva usano solo quella che gli serve per vivere e che si procurano con i pasti) ci troviamo a dover occupare sempre più suolo per i nostri allevamenti o agricoltura ( gl'animali non modificano l'ambiente e se lo fanno come i castori sono casi sporadici) ci troviamo in un mondo dove si allunga l'aspettativa di vita e si restringono gli spazi occupabili ( gl'animali subiscono la selezione della specie ) evvia dicendo. Potrò sembrare pessimista o estremista ma se si fanno i conti anche se per alcuni periodi può sembrare che ha migliorato l'ambiente e il suo sfruttamento se andiamo a vedere bene questo sfruttamento esponenziale non sta portando che danni.

da fiore 10/07/2012 17.50

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Non sono d'accordo che l'abolizione dell'art. 842 sia la soluzione da attuare per salvare la caccia in Italia e renderla simile alle altre nazioni europee.Faccio un esempio pratico , la lotta ai nocivi per la salvagurdia della selvaggina e degli animali di bassa corte. Noi cacciatori siamo selettivi, per questo scopo usiamo fucili, e chi è abilitato usa anche le trappole per corvi e gazze, mentre è pratica diffusa fra gli agricoltori l'uso di esche avvelenate, perchè costano meno delle carutucce e della licenza di caccia. Questa barbara pratica, molto diffusa, innesca una catena di danni alla fauna presente sul territorio usufruibile per la caccia.. Questo è uno degli aspetti più significativi della differenza di sensibilità ambientale fra un agicoltore e un cacciatore sul tema del mantenimento della fauna selvatica sul territorio. Solo gli agricoltori -cacciatori adottano certi accorgimenti quando fanno i lavori agricoli per savaguardare le covate di selvatici presenti ,nei prati.Penso quindi sia lunga e faticosa la strada per un cambio radicale delle abitidini lavorative e di gestione del territorio per lasciare gestire solo agli agricotori la questione ambiente-caccia

da Bekea 10/07/2012 16.45

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Fiore, mi sa che sei fuori strada. E' vero che la natura fa da sè. Ovvio. Ci sono i principi della fisica. L'universo, almeno come lo conosciamo, funziona così, e rispetta il secondo principio della termodinamica. Ma qui si sta parlando di ambiente, territorio e patrimonio faunistico. E in Italia, da che mondo è mondo, parlo di storia (e anche di preistoria, ovvero quando la storia l'abbiamo dovuta fare per interpolazione archeo antropologica), il territorio è stato amministrato dall'uomo. Il paesaggio - e non la wilderness, cosa lontana dalla nostra interpretazione culturale del rapporto di interdipendenza fra uomo e natura - è quello che alcuni erroneamente chiamiano ambiente "naturale". Ma la sua attuale consistenza dipende da millenni dall'intervento dell'uomo. Che oggi cerchiamo di interpetare lungimirante, ma che sempre è stato di matrice "utilitaristica". Tant'è vero che gli odierni risultati, sotto gli occhi di tutti, lo dimostrano. Non c'è speranza? Chissà. Di fronte al pericolo, probabilmente riusciremo (o meglio, coloro che verranno riusciranno) a frenare in tempo e a recuperare quello che ci sarà da recuperare. La caccia e la selvaggina: per noi, ma in primo luogo, fino a ieri, per l'agricoltore, il proprietario o detentore del terreno, era un bene reddituale. E anche per noi, alla fin fine, cacciatori mossi dalla...passione, ha un valore quantificabile anche economicamente. Solo che facciamo sempre più fatica a percepirlo. O a riconoscerlo.

da Ger. Mano 10/07/2012 11.27

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

... dormi bene

da Fromboliere 10/07/2012 0.12

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

comunque desertificazione sarà! è solo una questione di tempo, più o meno lungo ma il non ritorno mi sa che già è passato!

da fiore 09/07/2012 23.21

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

ehh behh... di fronte all' assoluto ogni parola è polvere al vento... lasciamo campo libero alla desertificazione, se vogliamo

da Fromboliere 09/07/2012 23.05

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

approposito dell'editoriale, beh sto diventando sempre più integralista, le parole gestione e amministrazione della fauna selvatica mi fanno venire l'orticaria, lo so che oggi magari servono per poter far campare ancora qualche anno l'attività venatoria, ma secondo me sono solo stupide forzature per giustificare l'auto distruzione operata dall'uomo, la natura non ha bisogno d'essere gestita o amministrata forse l'uomo si perchè a differenza degl'animali ha un comportamento che in granparte va contro natura, e uno che va contro natura non può certo avere la pretesa di gestirla.

da fiore 09/07/2012 22.39

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

fiore... non sfondare porte che sono già aperte. Ho già specificato che non ho conoscenze e nemmeno tempo, per citare ogni iniziativa che già è in grado di funzionare e perfino in campo venatorio, non solo ambientalista, che si sa che loro ci anticipano sempre...Guardate la luna, che è l' editoriale, i miei commenti sono solo il dito. Ti saluto.

da Fromboliere 09/07/2012 22.18

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

è inutile coltivare l' insalata se c' è un' industria che inquina l' acqua o il terreno. Prima me la devo prendere con lei e non posso farlo da solo in qualità di cacciatore, ho bisogno di tutta la filiera ambientale per farlo... Fromboliere, i tuoi discorsi mica sono sbagliati è il tempo che è sbagliato, la caccia selvaggia ( e non dispregiativo) cioè la caccia che faceva mio nonno è finita non tornerà più e anche se ci mettessimo tutto l'impegno e le buone idee che hai elencato non riusciremo mai a andare contro il progresso smodato e sfrenato che soddisfa il consumismo dei nostri giorni figurati se si dovessero sacrificare aree edificabili o aree industriali per il bene dell'ambiente e della caccia di conseguenza! mai nessuno approverebbe la caccia verrà ridotta al surrogato delle aziende faunistiche, siamo o non siamo nell'epoca dei soldi! oggi in buonsenso e le idee sono in secondo piano la prima regola è rende o no? e se non rende lo facciamo rendere ugualmente con intrallazzi e leggi varie perchè per quello è stato creato. Da tempo anch'io avevo idee e propositi simili ai tuoi ma devo dire che la ragione in questo caso passa avanti al cuore, l'evidenza è troppo impietosa e non ammette cambiamenti. Comunque la speranza è l'ultima a morir..... forse se un bell'asteroide ci facesse una bella carambola e il numero delle persone tornasse ad essere sostenibile per il pianeta anche la caccia tornerebbe...

da fiore 09/07/2012 21.44

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

.. se in una area, dove per secoli hanno dimorato le pernici rosse, per fare un esempio, oggi sono quasi estinte ed un ente vuole ripopolarle, è coerente che prima ci si renda conto quali siano le cause della loro estinzione. Se le acque di superficie sono inquinate, se si sono instaurate famiglie sovrabbondanti di volpi, o le cornacchie dominano incontrastate e si debbano applicare le bonifiche appropriate, chi credete che sia in grado di fare queste operazioni, il contadino? ed in più dandogli soldi? E' il Consorzio Territoriale che seguirà un piano studiato da un Ente Ambientale Nazionale, a metterlo in atto con i soldi di tutti. Il Consorzio provvederà ad abolire l'uso degli anticrittogamici, a promuovere la cultura biologica, a rendere quindi un ambiente migliorato usufruibile per ognuno,dove torneranno a vivere le rane, gli insetti ed anche le rondini, a fine catena. I cacciatori provvederanno a riportare i giusti equilibri con una caccia, tipo varmint, anche durante i periodi di neve, alla francese, con l' uso di carogne di pecora per attirare corvi e cornacchie a cui tirare con fucili a palla di piccolo calibro, il 22 era una volta il calibro eccellente... e via dicendo. Alla fine l' utilità di simili politiche andrà a favore di chiunque, ma chiunque, non solo i cacciatori dovrà collaborare economicamente alla realizzazione di questi progetti. Intendo che le riforme debbano essere di ampio respiro non limitarsi a migliorare solo un orticello, è inutile coltivare l' insalata se c' è un' industria che inquina l' acqua o il terreno. Prima me la devo prendere con lei e non posso farlo da solo in qualità di cacciatore, ho bisogno di tutta la filiera ambientale per farlo... e sarà una lotta dura comunque, ma se non impariamo a nutrire alleanze finiamola di darci le arie dei protettori dell' ambiente....

da Fromboliere 09/07/2012 18.12

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Secondo me non va abolito l'art.842 ma va abolita la legge 394 o quantomeno modificata profondamente, in quanto tra brevissimo tempo portera' alla chiusura dell'attivita' venatoria per mancanza di territorio.Un saluto.

da ettore1158 09/07/2012 17.00

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Alessandro Ghigi (SCRITTO CON LA G)

da LERT 09/07/2012 15.37

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

La Francia ci potrebbe aiutare. Là le Acca vengono prese in affitto dai cacciatori, con un regolare accordo (pluriennale?). E i cacciatori gestiscono il territorio e salvaguardano capre e cavoli. Le istituzioni sovrintendono e per l'aspetto faunistico indirizzano, attraverso un organo centrale fatto di tecnici. Che non sono nè scienziati nè ambientalisti, racchiudendo invece nel termine tutte e due le funzioni, molto pragmaticamente. Chissà se all'Arcicaccia e agli Ecodem, che si definiscono posopopaicamente all'avanguardia nella gestione del territorio, andrebbe bene. Ne dubito.

da Guspino 09/07/2012 14.50

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

X Mino.Tanto le aziende agricole non hanno problemi e tu vorresti che si occupassero anche dei lanci ,dei miglioramenti ambientali ecc.E con quali soldi ? e con quali ritorni ? Se l'art.842 non viene abolito è solo perchè le organizzazioni agricole non vogliono avere anche il problema della gestione della caccia.

da vico 09/07/2012 13.44

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Condivido in pieno quanto scritto daFromboliere. Per dare una nuova dignità, anche economica com'è inevitabile di questi tempi necessita abolire l'art. 842, come nei migliori modelli del resto d'Europa.

da vecchio cedro 09/07/2012 13.10

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Oggi l' ATC richiama una realtà spesso triste e malinconica. Oggi si deve creare il Consorzio di Gestione Territoriale. Ogni regione ne deve avere uno solo che potrebbe essere, come non, diviso in tanti sotto consorzi in proporzione dell' area territoriale disponibile. Compito primario dovrebbe essere quello di amalgamare il benessere ambientale con tutte le attività che in esso si svolgono, parchi compresi, risalendo alle qualità autoctone delle zone gestite. Gli ambientalisti si occuperanno delle aree che saranno date loro in gestione, con lo stesso medesimo concetto, amalgamare alla natura ricompresa nel parco tutte le attività che in esso si svolgevano nel passato. Questo è un concetto che di per se non può escludere la caccia, ancor più quotidianamente intesa come esercizio di tutela di certi equilibri che quindi vigono in qualsiasi area, anche quelle private ed in qualsiasi realtà rurale, se internamente ad esse le sproporzioni siano causa di nocività agli stessi ambienti e a quelli limitrofi. Ovviamente ogni consorzio deciderà come agire in base alle valutazioni espresse dal recupero di un ente scientifico rigorosamente privato ed autonomo, di levatura nazionale, che agisca secondo un preciso capitolato e che sia finanziato proporzionalmente da ogni persona che nell' ambito del consorzio svolga la sua attività nell' ambiente. Quindi: industrie, agriturismi, riserve private, aziende agricole, cacciatori, pescatori, associazioni ambientali, proprietari di terreni privi di alcun uso, cercatori di funghi e di tartufi e via dicendo...

da Fromboliere 09/07/2012 12.26

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

L'abolizione dell'842 è quanto di peggio si possa fare. Bisogna invece coinvolgere le aziende agricole nella gestione della fauna attraverso i fondi della Politica agricola comunitaria. Catture, lanci, miglioramenti ambientali, recinzioni, devono essere fatte dalle aziende agricole. Non dai cacciatori. E va impedito a chi è possessore di porto d'armi di rappresentare le Ass agricole negli Atc e nei Ca, altrimenti non si faranno mai gli interessi degli agricoltori.

da Mino 09/07/2012 11.41

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

sono d accordo con fromboliere la caccia va riformata passando anche con l abrogazione dell art 842 in maniera di dare anche agli agricoltori una ragione di guadagno che si riprquoterebbe in un a migliore tutela dell ambiente ed una migliore gestione della fauna so che molti non condividono cio ma.... a parer mio e l unica strada per salvare quel poco che e rimasto della caccia saluti

da alpigino 09/07/2012 11.34

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

Io non mi dilungo sull' argomento, non ne avrei ne il tempo e nemmeno le conoscenze --------------------------------------------------- per il tempo non lo posso sapere ... per le mancate conoscenze : ho i miei dubbi !

da renzo 09/07/2012 10.36

Re:LA RICERCA DIMENTICATA

... da dove partire allora? o meglio da dove ripartire? Secondo me la caccia, il mondo venatorio, oggi, non può più tergiversare. Tra un proposito, un progetto e una dichiarazione d' intento, ci ritroviamo con sempre minor considerazione, maggiori difficoltà, sempre più spinti verso un baratro, dove pare che lentamente ci vogliano buttare. Oggi è ora che noi, il mondo venatorio intero, capiamo che per potere tornare a vivere abbiamo bisogno di una grande riforma, sostanziale e necessariamente radicale. Ogni arto di questo corpo deve cominciare a muoversi coerentemente con il suo cervello e progettare un nuovo sistema venatorio proponendo alla fine una nuova legge. Io non mi dilungo sull' argomento, non ne avrei ne il tempo e nemmeno le conoscenze ma non è una novità che penso che l' art 842 debba essere abolito. Questo è l' unico modo per tornare in possesso della caccia.

da Fromboliere 09/07/2012 10.13