Dice: la migratoria è di tutti. Vero, si può rispondere, quindi anche mia.
Ma chi lo dice che è di tutti? Mah, la lista è lunga. Quando si parla di piccola migratoria, quella che i nordici considerano "canterina", perchè da loro la conoscono nella stagione degli amori (e quando uno è innamorato, lo sanno tutti, canta; anche l'uomo, non solo il tordo o il fringuello, o...il gatto, a suo modo, ovviamente), quando si parla di singvogel, sembra appunto che sia solo loro, dei tedeschi, dei danesi, dei britannici. Salvo che quando danno noia ("fanno danni"), che allora anche i più compassati britannici o i rigorosi teutonici, qualche deroga se la concedono. Dati di qualche anno fa, per esempio, mentre noi tapini, cacciatori italiani, apparivamo (orrore!) in terza posizione, indovinate chi ci sopravanzava in classifica? Salvo errori, al secondo posto c'era la Germania (DE) con 520 deroghe, e al primo il Regno Unito (UK) con ben 1.747 deroghe. Fra cui, specie da noi da sempre "verboten", "forbidden", vietate insomma. Come - nel Regno Unito, in Danimarca, in Olanda, in Germania, in Austria - il Cigno, l'Airone Cinerino, il Piviere, il Cormorano, l'Astore, la Poiana, la Civetta, il Gufo, l'Allocco, il Picchio Verde, il Fringuello, lo Zigolo, il Frosone, il Cardellino, il Ciuffolotto, la Capinera, il Crociere, la Rondine, il Falco Pellegrino, ma anche altre genericamente citate (in UK, ancor prima della Brexit) come "Passeridae, Falconiformes, Accipitriformes and Any wild Birds". E, anche, due cicogne (in Germania).
Giusto, la migratoria è di tutti. Ma in casa nostra, come si vivesse nella Fattoria degli Animali, per qualcuno questa regola vale di più. Tanto che, come abbiamo già letto di recente anche su questo portale, si dà retta a chi si strappa le vesti contro i cacciatori, mentre si girano gli occhi dall'altra parte quando si tratta di individuare i veri responsabili di un effetto annunciato.
Ma, poi, è proprio vero che la migratoria è di tutti e quindi - parallelamente, come succede in questi casi - di...nessuno?
Macchè, neanche a parlarne. La migratoria, è vero, nasce e cresce al nord, sverna al sud, e per trasferirsi transita - a diverse altezze, secondo le diverse specie - sopra le nostre teste; ma se vuoi che scenda, se vuoi che si fermi, gli devi far trovare dove ripararsi, dove riposarsi, dove mangiare. Ci vogliono gli autogrill. Specifici. Per gli acquatici, ovviamente, acqua, paludi, marcite, lanche. Per i silvani, i boschi, le selve, ma anche le olive o le bacche della macchia mediterranea. Per i "terricoli", i grani, le stoppie, per gli insettivori, ri-ovviamente, campagne ricche di insetti. Insomma, in un paese antropizzato come il nostro, ci vuole il contributo dell'uomo. Ma se, quest'uomo, non fa altro che cementificare e dequalificare (in Italia, negli ultimimi quarant'anni, la perdita di superficie agricola ammonta a più di cinque milioni di ettari, come dire l'equivalente di Liguria Lombardia e Emilia Romagna), mentre sulla restante SAU (Superficie Agricola Utilizzata) si continua a spruzzare veleni, grazie anche alle politiche comunitarie, quel che ne risulta in patrimonio di biodiversità offre un panorama davvero desolante. Qualcuno lo dovrebbe un giorno o l'altro spiegare anche a quelli dell'Ispra e alle anime belle del nostro firmamento ambientalista/animalista. Perchè, altrimenti, questi continuano a bacchettare i cacciatori, e a far finta di niente sul resto dell'universo mondo, che invece di danni ne fa, a tutti, in termini di patrimonio naturale, ma anche di bellezza, se è vero come è vero che anche gli animali selvatici, componente animata del paesaggio, fanno parte di questa nostro incommensurabile patrimonio, e se è vero come è vero - ce lo ripetono ad ogni pie' sospinto - che la nostra impareggiabile costituzione all'art.9 "... tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione".
Ma allora, la migratoria di chi è? Di tutti? O di chi si adopera per tutelare il paesaggio, creare ambienti e ricovero adatti alla sosta e alla permanenza degli uccelli, s'impegna a mantenere e curare zone umide per anatre e beccaccini , boschi sani per colombi e beccacce, oliveti integri per tordi e fringuelli (ma anche capinere), messi incontaminate, incontaminate, per le allodole e via di seguito?
A queste domande, tutti noi, cacciatori compresi, che oggi svolgiamo un ruolo di primaria importanza attraverso la gestione degli ambiti, sarà bene che si dia una chiara risposta, altrimenti le tante direttive comunitarie ("Uccelli", "Natura", "Habitat") resteranno inutili strumenti, nelle mani dei soliti saltimbanchi che li utilizzano per denigrarci.
Marco Carmi