Lo Spinone, un magnifico cane da ferma di razza italiana. E un servizio su una rivista di molti anni fa.
Le origini, si diceva, sono lontane perché discende dall'antico Spinone delle Alpi (il che è tutto da dimostrare), e a caccia possiede le qualità venatorie del Bracco Italiano ma con un aspetto estetico più “country”, e il mantello “folk”dal pelo ruvido con la tipica barba lo rendono simpatico e meno “snob”.
Forse al tempo avrò anche esagerato nel contestare tante definizioni così di moda, ma volevo soltanto precisare qual è il modello di Spinone che considero e che ho conosciuto. Oggi come allora ho presente un cane dalle forme imponenti, col pelo irto e setoloso, che a caccia si muove, a seconda dei casi, con l'impeto di un cinghiale o con la delicatezza di un Setter in filata. E poi guarda in un modo che non si può descrivere.
Superata la polemica, qualcuno trova ancora strana questa mia passione per una razza così lontana da quella allevata e utilizzata. E' vero e non l'ho mai nascosto, ma ho anche cercato di spiegare che in collina, dove sono nato e cresciuto, abbiamo scelto il Pointer, e lo Spinone, per comprensibili ragioni ambientali, era utilizzato pochissimo. Poi l'ho visto, grandissimo, in padule dove credo sia imbattibile.
Il pelo ruvido e fitto gli consente, appena uscito dall'acqua, di scuotersi vigorosamente e con le sue difese può affrontare sia la vegetazione del bosco che quella sgradita e tagliente della valle e della palude. Qualità indispensabili per certe zone, dove se c'è il cane deve essere eccezionale, altrimenti, come dicevano i nostri vecchi, è meglio lasciarlo a casa.
Purtroppo questa razza, un tempo apprezzatissima, ha avuti lunghi periodi di crisi e i soggetti eccellenti sono stati veramente pochi, forse per eccessiva consanguineità e accoppiamenti spesso volutamente sbagliati.
Non conosco la situazione attuale della razza e anche per ragioni anagrafiche, ho perso molti contatti, ma per questa ormai risaputa stima per lo Spinone, alcuni amici mi parlavano di appassionati che stanno tentando il recupero dell'antica “razza” dei Restoni dell'Appennino.
Personalmente, è ovvio, non contentissimo che qualcuno parli ancora di cani da caccia, ma sarei molto cauto a parlare di “razza”. A prescindere da quello che si dice sul “Manuale del cacciatore” (1983), lo Spinone appartiene a una razza che da sola porta questo nome e classificato, appunto, come Spinone Italiano, mentre gli altri cani da ferma a pelo duro vengono chiamati Griffoni.
Allevati e selezionati soprattutto in Francia, sono tre: uno a pelo duro, il Korthaal e due a “pelo lanoso”, il Boulet e il Barbet. Curiosa la storia del Korthal, un Griffone creato e selezionato con soggetti francesi in Germania da un olandese (il Sig. Korthaal, appunto), ha fatto parte delle razze da ferma tedesche fino al 1885, quando è diventato francese. A seguire, per complicare le case, aumentare le tensioni e far divertire genetisti e cacciatori, sono anche arrivati il Drahthaar (pelo duro) e lo Stichelhaar (pelo ruvido).
Riguardo ai “Restoni” invece, posso soltanto riferire quello che ho sentito fin da ragazzo. Quando nascevano soggetti un po' sotto–taglia rispetto ai 70 cm dei maschi di Spinone, più leggeri e più veloci, ma sempre con strutture importanti, venivano genericamente classificati come Restoni, e spesso preferiti dai cacciatori in certe zone della Toscana.
Spiacente per gli amici, ma non so altro al riguardo; anche con un po' di rammarico.
Mario Biagioni