Poco più che cinquantenne, assistente parlamentare, pubblicista, dirigente della Viterbese Calcio, convinto ambientalista e cacciatore, competente amministratore anche per la materia venatoria, Francesco Battistoni, Forza Italia, è stato eletto senatore nel collegio di Viterbo.
A proposito della caccia, ecco cosa ci ha detto:
Sen. Battistoni, cosa pensa della caccia?
Penso che la caccia, oggi, rappresenti la memoria storica della tradizione rurale italiana, espressione della cultura e del modo di vivere della "civiltà contadina". E' evidente, tuttavia, la necessità di adeguarla ai tempi moderni, trovando sintesi costruttive con il mondo dell'agricoltura e dell'ambientalismo ed incentivando la figura del cacciatore quale "guardiano della natura", ultimo baluardo a difesa della biodiversità.
Prevede di occuparsi delle questioni della caccia nella sua attività di parlamentare?
-Prevedo di occuparmene dialogando con tutti, nella speranza che il confronto possa essere sereno, anche con quel mondo ambientalista che troppo spesso si è scagliato contro la caccia, partendo da posizioni preconcette. Mi auguro che in questa legislatura si possano mettere da parte le contrapposizioni ideologiche per trovare insieme le soluzioni ai problemi sul tappeto. A tal proposito, penso anzitutto all'emergenza cinghiali che in alcuni territori ha raggiunto livelli davvero preoccupanti.
Ha o ha avuto esperienze dirette con questa attività, o tramite amici e conoscenti? Quali considerazioni ne può trarre?
Essendo anch'io cacciatore, ho esperienze dirette, anche se i numerosi impegni non mi consentono di dedicare molto tempo alla pratica venatoria. Personalmente, quindi, ritengo che la caccia, oltre ad essere una delle poche attività che ci consente il contatto con la natura, abbia anche una funzione spiccatamente socializzante.
Ritiene che l'attuale legge sulla caccia (157/92) debba essere riformata? Eventualmente come?
-Penso che la legge quadro sulla caccia (Legge 157/92), pur valida nell'impianto generale, vada modificata nelle parti in cui risulta non più adeguata ai tempi. Le proposte di modifica devono riguardare, in primo luogo, la già citata problematica dell' elevatissimo aumento delle popolazioni di cinghiali. L'attuale legge, infatti, era stata pensata in un contesto storico in cui tale espansione era inimmaginabile: i cinghiali abitavano la maremma tosco-laziale e la Sardegna, loro territori d'elezione, mentre sparuti gruppi cominciavano ad affacciarsi altrove. A mio avviso, con la situazione attuale, è necessario che la legge nazionale fornisca gli strumenti normativi adeguati a contenere l'emergenza. A tal proposito, penso sia giunto il momento di affrontare il problema dove ha avuto origine, vale a dire nelle zone di protezione che nel tempo sono diventate bacini di proliferazione per le popolazioni di cinghiali. E' necessario studiare forme di prelievo all'interno di tali aree, non invasive per le altre specie selvatiche, ma al contempo efficaci per il contenimento dei suidi (penso ad esempio alle catture o alla caccia di selezione). Altro tema importante è quello della caccia alla selvaggina migratoria: ritengo che vada fatto un ragionamento di respiro europeo, che possa riportare il termine dell'attività venatoria alla migratoria, alla fine di febbraio, come peraltro già avviene in tanti paesi dell'Unione Europea. Sarebbe questo un importante traguardo, capace anche di recuperare alla pratica venatoria tanti migratoristi "defraudati" del loro migliore periodo di caccia. Da ultimo, penso che vada rivisto il sistema sanzionatorio attraverso la depenalizzazione dei reati in materia di caccia ( reati contravvenzionali che non fanno altro che gravare il già notevole carico dei tribunali italiani), da sostituire con sanzioni amministrative, i cui proventi dovranno confluire in un fondo da utilizzare in iniziative per la caccia ed i cacciatori corretti che rimangono la grande maggioranza.
Conosce l'impegno dei cacciatori nel volontariato, nella gestione faunistica e ambientale, nelle attività umanitarie?
Si, conosco questo aspetto dell''attività venatoria e credo che vada implementato e sostenuto. Credo che questi valori antichi appartengano naturalmente al cacciatore e che il suo compito sia quello di farsene portatore nella modernità.
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