L'anno scorso, in previsione dei tanti soldi in arrivo, il grillino (oggi ex) Di Battista insieme a "un esperto delle Nazioni Unite che si occupa dell'integrazione della protezione ambientale e degli effetti del cambiamento climatico nei progetti del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo", propose a quel simpaticone del ministro dell'ambiente Costa la costituzione di una task force di duecentomila giovani (under 32) da impiegare in un cosiddetto "Servizio ambientale", analogo al "Servizio militare" o al "Servizio civile". Pagandoli meglio, ovviamente. Una specie di reddito di cittadinanza "attivo".
Da allora non se n'è saputo più niente. Chissà che fine avrà fatto. Chissà se nel "covo" di quella Lipu, in cerca di soldi e di occupazione per i tanti birdwhatchers affiliati, avrà ricevuto un'accoglienza calorosa, visto che al binocolo e al cappellino d'ordinanza, Di Battista voleva sostituire vanga e zappa. Per fare cosa? Evitare crisi ecologiche future attraverso "rimboscamento dei crinali, arginare l'erosione del suolo, prevenire frane e inondazioni, combattere la desertificazione, ripristinare eco-sistemi degradati, connettività ecologica, riqualificazione delle sponde dei fiumi, ripopolamento faunistico ed ittico".
In ogni caso, una delle cose a cui anche le nostre cancellerie venatorie dovrebbero applicarsi per attrarre giovani, potrebbe essere proprio quella di offrire un "principio" di occupazione analogo, selezionando negli ambienti giusti giovani soprattutto appassionati alle cose della natura, scevri tuttavia da quelle albagie che si proprinano nei salotti animal-ambientalisti romani. Ragazzi solari, insomma, volenterosi, adusi al vento e alla pioggia, magari propensi per tradizioni e frequentazioni ad abbinare a vanga e zappa anche una doppietta. A cui affiancare le nostre esperienze. Chissà se un idea del genere, forse un po' balzana, potrebbe rientrare in qualche progetto del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), che intanto ha previsto "un bando per l’assunzione di 218 laureati, con il 50 per cento dei posti riservato a soggetti che hanno già svolto attività di supporto tecnico specialistico e operativo in materia ambientale presso il ministero della Transizione Ecologica per almeno due anni, anche non continuativi", nel triennio anteriore a oggi. Con ulteriori 200 tecnici che saranno assunti invece per fronteggiare le necessità dettate dal dissesto idrogeologico e saranno incaricati presso le strutture commissariali regionali." Una proposta analoga, così come l'aveva avanzata il Che Guevara grillino, fatta da noi guadagnerebbe poca attenzione, ma individuando i partner giusti e e un percorso condiviso con autorevoli e competenti forze territoriali, forse potrebbe segnare una piccola ma significativa svolta anche per le anemiche fila delle nostre legioni. Di certo, di lavoro da fare, per rimettere in sesto il nostro paese, ce ne sarebbe davvero molto. Se non mettiamo in campo forze giovani e motivate da una cultura ricca di valori come quella che esprime il mondo della caccia, dovremo faticare le proverbiali sette camicie per far fronte all'irruenza ideologica che ci sta sempre più insidiando i garretti.
Paolo Brandi
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