Il continente americano dal punto di vista venatorio è un vero e proprio giacimento aurifero. Le immense praterie, il deserto, i lunghissimi fiumi che irrompono in imponenti cascate, le montagne rocciose, rappresentano un ambiente e un panorama di una bellezza straordinaria. Per noi che veniamo dal vecchio continente, trovarsi di fronte a quegli spazi immensi e selvaggi dona delle emozioni che difficilmente si possono raccontare.
Ma volendo provare a fare un piccolo excursus con la immediata consapevolezza che sarà certamente parziale vista l’enorme quantità delle specie e delle sottospecie e partendo per comodità da nord, dal grande freddo, dove per quasi otto mesi all’anno la neve è la padrona assoluta, si possono cacciare i Caribù, i Mountain Goat e i Dall Sheep. il Caribù di montagna fa parte della famiglia delle renne e ne è il più grande membro, sia le femmine che i maschi presentano dei palchi ramificati che vengono rinnovati ogni anno. La specie è originaria delle regioni artiche e sub-artiche quali la Siberia, il Nord America e la Groenlandia; nel 1892 è stato introdotto in Alaska. Come tutti gli animali che vivono nei climi particolarmente freddi il caribù possiede uno spesso strato di sottopelo lanoso che lo isola dalle basse temperature mantenendo il calore corporeo.
Il Mountain Goat è uno dei trofei più ambiti del grande nord, è un animale la cui struttura lo rende un grandissimo arrampicatore, lo si trova spesso in pareti quasi verticali, il pelo e di un colore bianco candido che contrasta con le corna che sono presenti sia sui maschi che sulle femmine e possono arrivare a venticinque centimetri di lunghezza; durante il periodo più freddo i Mountain Goat si trovano spesso nei versanti maggiormente assolati e limitano al massimo la mobilità al fine di risparmiare energie. Alcuni animali sono così sedentari che sono considerati come in un semi-letargo. I maschi adulti possono raggiungere gli 85 chili di peso e conducono una vita solitaria, vivono fino ai dodici anni anche se il primo anno di vita è quello più critico per via dei luoghi accidentati dove vivono e per le rigidità del clima.
Altro ungulato che si caccia in questa fascia di territorio è la pecora di Dall (Dall sheep); prima particolarità di questo animale è il candido manto bianco, sia le pecore che gli arieti presentano delle corna permanenti, ma mentre per le femmine sono più gentili e corte, i grossi arieti possono presentare trofei che misurano anche più di un metro di lunghezza e raggiungono i 115 chili di peso. A differenza però del cugino Bighorn, la Dall Sheep ha le corna con un diametro parecchio inferiore.
La pecora di Dall è una specie esclusiva del nuovo mondo ed è possibile trovarla e cacciarla solo nel nord ovest del Canada e in Alaska, anche se qualcuno sostiene che la pecora delle nevi (snow sheep) della Siberia è più o meno la stessa specie. Durante i mesi di luglio e agosto gli animali compiono una vera e propria migrazione dai territori rocciosi ai pascoli alpini dove si “rimpinzano” letteralmente delle grasse erbe che nascono al discioglimento delle nevi. Una particolarità riscontrata è che gli stessi gruppi usano le medesime rotte di migrazione di generazione in generazione. L’habitat tipico della Dall Sheep è rappresentato per circa nove mesi da pareti con forte pendio spazzate dal vento, rivolte verso sud.
In generale si può dire che ognuna delle tre specie descritte vive in ambienti particolarmente difficili pertanto anche la caccia di questi animali comporta non poche difficoltà; lunghe camminate a piedi in mezzo alla neve e con una temperatura esterna spesso ben al di sotto dello zero, Le attrezzature devono essere scelte con particolare cura, ed il consiglio è quello di affidarsi a delle guide locali con forte esperienza dei luoghi e degli animali da cacciare. Per quanto riguarda le armi da utilizzare è bene indirizzarsi su calibri molto potenti e che presentano delle traiettorie radenti; non è raro che in queste condizioni si debba sparare a distanze notevoli, quindi a partire dal mitico 7 mm Rem Mag, per andare al .300 Win Mag o al .300 Weatherby Mag. Naturalmente sono fondamentali strumenti ottici di altissima qualità e non è pensabile andare a caccia in questi luoghi senza un ottimo binocolo, un lungo, indispensabile per effettuare l’attenta valutazione del capo da abbattere, un telemetro che insieme al cannocchiale da puntamento, munito di reticolo balistico o della moderna torretta balistica, ci può fornire indispensabili indicazioni su dove piazzare il colpo.
In bocca al lupo a tutti.
Federico Cusimano
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