Più un terzo degli habitat europei sono a rischio di scomparsa. Speriamo che prima o poi se ne accorgano anche i nostri ambientalisti, che sembra passino il tempo a manifestare contro la caccia, dimenticandosi che la fauna selvatica non corre rischi per responsabilità dei cacciatori, ma è condannata a soccombere quando non ci saranno più habitat adatti. E' la ragione per cui ormai da decenni sono state varate le tante direttive ("Habitat", appunto, "Uccelli", che si dovrebbe occupare di preservare gli habitat, "Natura 2000"), che tuttavia segnano il passo, non per la rigorosità nei confronti della caccia (esagerata, onerosa e ingiusta) ma proprio per non essere riuscite a scongiurare l'impoverimento dei nostri territori.
Il quadro desolante è delineato da un meticoloso lavoro realizzato da 300 esperti dell'IUCN, che ha appena pubblicato la lista rossa sugli habitat. Un'analisi dettagliata dello stato di salute dei territori su scala europea suddivisa in tipologie (490) in 35 paesi, da cui emerge che in particolare tre quarti delle torbiere, oltre la metà dei pascoli, e quasi la metà di laghi, fiumi e coste europee sono in declino.
Nell’Europa a 28 Paesi il 37% degli habitat è in cattiva salute (il 24% è vulnerabile, l’11% in pericolo, il 2% in grave pericolo), mentre si scende al 32% nell’Europa a 35. In particolare, nella Unione europea, sono minacciati l’84% delle paludi, il 53% delle praterie, il 46% dei corsi d’acqua. Le foreste, brughiere e habitat rocciosi sono nel complesso meno minacciati, ma rimangono osservati speciali. Quasi un terzo degli habitat marini nel Mar Mediterraneo sono a rischio di collasso, così come quasi un quarto nell'Atlantico nord-orientale. Alcuni habitat, in particolare nel Mar Nero, rimangono poco studiati e non è stato possibile determinare il loro status.
Tra le principali minacce del depauperamento degli habitat la modifica della destinazione del suolo per fare posto all'agricoltura intensiva, l'urbanizzazione e lo sviluppo delle infrastrutture, l'inquinamento e l'invasione di specie animali e vegetali aliene. I mari sono per lo più minacciati da inquinamento, pratiche di pesca distruttive e la modifica delle coste. Alcuni sistemi terrestri e marini mostrano già effetti dannosi provocati dai cambiamenti climatici, cosa che probabilmente peggiorerà in futuro.
Il gruppo italiano di ricerca (composto da 15 ricercatori provenienti da diverse università italiane e istituzioni ambientali) è stato coordinato dalla botanica Daniela Gigante, ricercatrice dell’Università di Perugia (Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie), che alla redazione di BigHunter.it, spiega: “il contributo italiano deriva da un’analisi di tutto il materiale disponibile (comprendente, ad esempio, le varie pubblicazioni scientifiche e le cartografie ad oggi edite oltre a dati inediti ove disponibili) che però rappresenta un insieme molto frammentato e disomogeneo. Al momento non esiste una sintesi valida a livello nazionale, ma come gruppo di lavoro italiano stiamo rielaborando il materiale per predisporre una pubblicazione piu’ specifica per l’Italia". L'impoverimento degli habitat, con la conseguente perdita di biodiversità, è il vero fulcro della questione ambientale, italiana ed europea, su cui occorre, concentrare gli sforzi governativi.
Anche i cacciatori possono fare molto. Abbiamo chiesto un parere anche su questo alla coordinatrice del progetto. "Personalmente non ho niente contro i cacciatori, se sono mossi da amore per il territorio e piacere di vivere il contatto con la natura. Anzi forse si potrebbe dire che (sempre che operino nel rispetto delle norme) sono rimasti tra i pochi a fornire, in qualche misura, un po’ di presidio del territorio e tutela dal forte abbandono che sta caratterizzando alcuni dei paesaggi piu’ belli dell’Appennino, con importanti conseguenze quali ad esempio l’incespugliamento delle praterie secondarie e la loro progressiva perdita (habitat E1.1e)".
Per chi volesse saperne di più, la Lista Rossa Europea degli habitat terrestri e l'analogo volume per gli habitat marini possono essere scaricati in formato pdf sul sito della Commissione Europea: cliccando sulle immagini delle rispettive copertine.
In particolare per quanto riguarda gli habitat terrestri, a pag. 31 inizia l’Annex A che contiene la "List of terrestrial and freshwater habitats and their Red List results”.
Ulteriori informazioni e tutto il materiale accessorio sono disponibili qui. C.F.
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