E' finita da pochi mesi la caccia, ma non sono finiti gli attacchi a cacciatori e cacciatrici da parte di quelli che oggi vogliono farsi chiamare animalisti! Stravolgendo lessicalmente (amore per gli animali e difesa dei loro diritti) un termine che veniva usato per chi dipingeva o scolpiva animali, da qualche anno il suo significato nasconde le mire di chi semplicemente vuole lucrarci sopra.
Viene chiesta l'abolizione della caccia in virtù degli abbandoni dei cani da caccia, ma quante volte questo risulta essere la verità? Se proviamo ad andare a fondo alle varie richieste di adozioni di questi cani, che spesso sono dei cuccioli o cuccioloni, quello che si viene a sapere è ben altro: qualcuno lo ha fatto diventare un modo per pagare le bollette. Ma guai a dirlo o sarete bersaglio dei loro insulti, offese e minacce di morte! Vengono prese foto dei nostri carnieri per essere usate come bersaglio ai loro insulti e minacce; sento dire sempre più spesso che devo nascondere la mia passione o le mie foto, proprio per non essere vittima di questi animalisti. Ma dove finisce la nostra libertà di espressione? Perché nascondere una passione o un'attività che è legale e per cui ogni anno si pagano tasse e assicurazioni, si sono frequentati corsi e svolto esami per arrivare a praticarla?
Perché le denunce che vengono fatte verso queste persone devono cadere nel nulla? L'unica risposta che riesco a darmi è che i nostri governanti si adoperino soltanto per disarmo di un popolo, hanno iniziato togliendo la leva obbligatoria, sono passati per la caccia e ora stanno buttando un occhio anche ai possessori di armi sportive. La morsa si stringe. Non possiamo difenderci, nemmeno le denunce verso queste persone servono. "Purtroppo è il male moderno dei Social che crea queste persone", è la risposta che ti viene data dagli organi di polizia postale. Ma cosa significa? Stare su un social può giustificare un'offesa o una minaccia di morte, o la maleducazione?
Oggi tutto è sui social, ma non tutti usano i social, c'è chi ancora vuole andare con il nipotino a pescare in tranquillità sul fiume o al lago o chi vuole portare il figlio o la figlia ad una fiera di caccia. Ma gli viene riservato lo stesso trattamento, ed è proprio sui social che si organizzano le domeniche di disturbo a queste persone o alle attività legate alla caccia e alla pesca.
Il branco si riunisce per gettare sassi nei fiumi, rompere canne da pesca, gridare insulti a nonni e nipotini che passano del tempo insieme spaventandoli. Un classico, ormai. Ogni anno li ritrovi alla Fiera di Vicenza guardati a vista da poliziotti che preferirebbero fare altro che stare li a sorvegliare una gabbia di matti che lanciano insulti a chi lavorando e pagando le tasse paga anche il loro stipendio, con un indotto che ogni anno crea lavoro e fa girare l'economia di un settore. Mentre l'animalismo cosa porta all'economia di un paese? Di sicuro arricchisce le tasche dei privati, ma a livello nazionale quali attività si portano avanti? L'associazione più importante che oggi a livello mondiale si muove a favore della salvaguardia delle specie animali è il WWF, e guarda caso ha fra i suoi soci fondatori Filippo di Edimburgo, noto cacciatore che si è guadagnato il soprannome di " principe sanguinario" per aver difeso la sua passione e aver detto che un'arma da fuoco è pericolosa solo se messa nelle mani di un pazzo.
Ed è una sicurezza oggi dover sostenere esami e visite mediche per avere l'opportunità di cacciare. Ma mai cedere alle loro provocazioni, pena la perdita immediata del porto d'armi, come è successo recentemente ad un collega per aver detto in presenza di rappresentanti della legge che avrebbe difeso la sua zona fino all'ultima goccia di sangue. Secondo un giudice avrebbe messo in dubbio proprio il lavoro di pubblica sicurezza. Da una parte veniamo offesi e minacciati per la nostra passione e dall'altra proprio per mantener la nostra passione dobbiamo stare zitti.
Il Veneto ha recentemente approvato una legge contro questo abuso. Una legge che vieta il disturbo di un'attività lecita. Chiaramente è stata impugnata, fornendo a questi fanatici dall'ingiuria e dalla minaccia facile un'altra occasione per continuare nella loro attività scriteriata, come fosse un gioco.
Si fa fatica a capire le ragioni di questo moderno animalismo, si vede il maltrattamento animale solo dove fa più comodo. Gli esempi sono infiniti, ma selezionati a dovere. Di contro, certe forme di maltrattamento non sono prese in considerazione.
Animalisti a corrente alternata. Secondo la loro visione antispecista-nonviolenta sarebbe richiesto, oltre all'attività individuale, un impegno concreto e profondo in ambiti collettivi per contrastare sistematicamente le attività connesse allo sfruttamento animale, ma oltre a mangiare vegano, al non indossare capi in pelle e all'andare a disturbare le varie attività di caccia e pesca, quali sono le attività svolte per la collettività? Se guardiamo alla caccia, vengono pagate tasse, concessioni ATC e assicurazioni, e parte dei proventi della caccia che vanno allo stato e alle regioni e agli ATV viene impiegata a sostegno del patrimonio faunistico e ambientale. Spesso, questi nostri soldi vanno a finire anche nelle loro casse (e tasche).
Fino a quanto dovremo lasciar perdere, per quanto dovremo sopportare tutto questo?
Ogni anno nascono associazioni animaliste, sistematicamente impegnate a contestare cacciatori e pescatori. E gli ungulati che ormai strabordano fino ad affacciarsi nelle città? Non sia mai detto che vadano controllati, ridotti. Ben vengano i cinghiali in centro a Genova, ben vengano i lupi nelle nostre campagne. Sono predatori, è la loro natura, non possiamo farci niente se mangiano qualche cane o intere greggi di pecore; il povero pastore che ci rimette del suo lavoro e che chiede disperato una soluzione è solo un altro ostacolo all'animalismo esasperato, oltre che al veganismo. Quando poi il pastore trova da solo la soluzione al suo problema e ottiene risarcimenti ridicoli, il branco si riunisce e insulta sul web.
Se andiamo a scoprire chi sono sono queste persone dall'insulto facile, non troviamo solo dei ragazzi ma anche persone adulte, anziani anche, ossia persone dalle quali ti aspetteresti un po' di buonsenso, ormai svanito con l'avvento dei social, di cui questi stessi personaggi fanno un uso esagerato, per diffamare una passione, la caccia, che peraltro è praticata anche del fondatore dello stesso Facebook.
Ma da noi, in Italia poco importa, visto che proprio in questi giorni s risuona ovunque l'eco delle dichiarazioni della presidentessa italiana della stessa associazione mondiale fondata da cacciatori, che in una trasmissione televisiva (Linea Verde) ha dichiarato seraficamente di essere "vegetariana ma non praticante" in contraddizione con tutto quello che ad ogni piè sospinto costoro pretendono di sostenere nella loro falsità.
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