L'avevo detto che ne avremmo riparlato. Appena un paio di settimane fa, o tre, salvo il vero, in quelle note "Sprazzi di sereno", che molti di voi avranno letto su questo portale. Non pensavo di farlo così presto, sono così pigro, ormai, ma la sollecitazione di un simpatico bretoncino, così si firma in un post che la redazione di Bighunter mi trasmette, mi incalza a scriverne di nuovo, e più o meno, subito!
Niente di male. L'avevo detto, perchè pensavo, e lo ribadisco, che "con una azione di comunicazione più attenta, più ordinata, più costante, complessa e articolata, si riesce a trasmettere segnali rassicuranti e positivi nei confronti di un'opinione pubblica che per troppo tempo è rimasta in balia delle frange più integraliste di quella fauna pittoresca ma sempre più pericolosa che va sotto la generica definizione di animalisti. Alimentata ad arte, oggi, per questioni di cassetta, anche da quelle componenti ecologiste che fallite storicamente cercano di salvare la pelle scadendo nella più turpe demagogia". E, in sostanza, concludevo, con una nota autobiografica, che la campagna promozionale di Federcaccia Toscana, ripresa con grandissimo successo quest'anno con le ironiche ma caustiche vignette di Giuliano, può essere un modo azzeccato di comunicare con un pubblico distratto.
E qui s'innesta bretoncino, che mi rimprovera, bonariamente s'intende, di aver dato troppo valore ai contenuti di questa campagna, che invece, secondo il suo parere, "si caratterizzava per un messaggio che, seppur ironico, era fondamentalmente chiuso e autocelebrativo." Anche se, aggiungeva subito dopo il simpatico piccolo fermatore, si può capire che "questo è il primo istinto che viene quando un'intera categoria come la nostra è posta violentemente sotto attacco. Ma proprio in questi casi vale moltissimo il famoso proverbio che "la miglior difesa è l'attacco", ovvero, in questo caso, quella della generosità, dell'apertura e della sfida senza reti di protezione".
Okkey. Rispetto tutte le opinioni, ci mancherebbe, e le apprezzo, soprattutto se - come questa, di bretoncino - hanno come obiettivo lo stesso di tutti noi, che è quello di darsi da fare per uscire da quell'angolino sempre più stretto e sempre più buio, che ci stanno confezionando - spero senza riuscirci - i nostri storici e nuovi detrattori.
Il privilegio che mi consente di riparlarne attraverso le pagine (oggi lo chiamano wall, muro, è cosi?) di questo portale offre a tutti l'opportunità di dire la propria. E questa è una grande cosa.
Ma vediamo, insomma. Partendo proprio dalle vignette toscane. Non dimenticando, soprattutto, che erano state confezionate, nella libera interpretazione del noto principe della satira, tenendo conto del contesto territoriale, del dibattito che in quel territorio anche in questo periodo si sta evolvendo, dello specifico obiettivo che nel periodo della campagna mirava a richiamare l'attenzione dei cacciatori toscani a mettere al bando polemiche e malumori, per prepararsi di nuovo alla nuova stagione di caccia, rispondendo così al latente problema della...."crisi delle vocazioni". Qualcuno vi può anche leggere uno spiccato invito al tesseramento con l'associazione che l'ha promossa, del tutto legittimo, del resto, ma personalmente invito tutti a valutarne anche e soprattutto l'impatto mediatico sui distratti cittadini toscani. Che, ricordiamolo, non corrispondono per niente all'immagine che ce ne vorrebbero dare la Brambilla e gli anticaccia più sfegatati, e anche qualche trinariciuto senese, che non ha ancora capito una mazza. No, sono, i nostri concittadini, molto più semplicemente, distratti, disinteressati. E se gli propini balle, più per liberarsi di te, che per convinzione, ti dicono che hai ragione. L'indagine di Finzi lo mette bene in evidenza, questo. O almeno mi pare.
Le vignette toscane (nell'ordine, come le raccolgo dal sito di Federcacciatoscana.it).
1) La Dieta. Problema che riguarda tantissimi dei nostri compatrioti, soprattutto bambini, che a suon di merendine "ecological-correct" soffrono quanto meno di sovrappeso. L'esile setterino rappresentato, in gran forma, spiega al suo compare, seduto, bolso, e dal mantello a pois rossi che lo fanno sembrare proprio malato, che il suo segreto non è la palestra (ormai destinazione finale di tanti naturalisti di maniera), ma...la caccia. messaggio, a mio avviso, chiaro, chiarissimo, alla gente comune, più che ai cacciatori, che comunque è bene che si ricordino che la loro attività fa anche bene alla salute. 2) La caccia è con gli agricoltori. Mi pare che sia il tormentone, non solo in Toscana, che ormai ci perseguita in tutto il paese. Abbiamo ormai più cinghiali, caprioli cervi e daini, ma anche volpi e...lupi (e piccioni, e nutrie, e cornacchie, e storni) che in una tenuta del Devonshire (Uomo-Lupo compreso). Anche questo, mi pare un monito alla gente distratta, perchè capisca che se non ci sono i cacciatori ad impegnarsi, a schifìo finisce, altro che chiacchiere! Le vigne del Chianti, i boschi dell'Appennino Tosco-Emiliano non ne possono più. E' quasi una calamità. Frutto a mio avviso dell'inconsulta gestione ecologista delle aree protette, che, se ci fossero gli americani a governarci, le avrebbero aperte alla caccia e a i cacciatori da mo'. Tanto che, in Parlamento, le larghe intese le stanno praticando soprattutto per trovare una soluzione a questo disastro. Anche se, fin che ci sarà la Brambilla, e qualche suo ormai sparuto esegeta, sarà difficile che la spuntino.
3) La caccia...a tavola mette tutti d'accordo. Beh, anche questo i cacciatori lo sanno. Ma lo sanno soprattutto, anche se non fa male ricordarlo, tutti quelli che ci apprezzano non per la nostra passione - magari ci snobbano, magari ci contestano - ma quando si trovano davanti a un bel piatto di pappardelle alla lepre o a un prosciuttino di cinghiale o di cervo. Anni fa, avevo un amico, un po' radical chic, anticaccia, che si faceva delle abbuffate di arrosto girato di allodole o di beccacce al crostone.... Più lo invitavo, e meno protestava contro la caccia...
4) La caccia...nata con l'uomo. L'ironia che fa riflettere sulla prima "cacciata", fatta proprio da Lui, il Padreterno, nella sua simpaticissima demenzialità, se da una parte vuol richiamare i cacciatori all'orgoglio di sentirsi..."a sua immagine e somiglianza", come dice la Bibbia,dall'altra - sono convinto - fa sorridere il passante che legge e capisce che la battuta, per niente blasfema, offre l'interpretazione più schietta del momento in cui l'uomo, assaporando il frutto della conoscenza, divenne veramente uomo, libero di scegliere il proprio destino di...cacciatore. Come dire che la caccia - nel momento in cui lo impegnò ad aguzzare l'ingegno, riflettere sulle strategie, mettersi insieme, trasmettersi anche con i graffiti le esperienze di caccia - affrancò l'uomo dalla bestia. (Nota: non datemi dell'esagerato. Anch'io mi chiamo Giuliano. "Guido!...si fa per ragionare"... come direbbe Benigni).
5) A caccia...Passione e ironia. Ecco, questa si, che potrebbe essere un po' la vignetta-guida della serie, può essere considerata "autocelebrativa", come argomenta bretoncino, ma - lasciatemi dire, richiamandomi alla sopracitata indagine di Finzi - noi cacciatori siamo anche un po' autoironici, ci piace prenderci in giro. Una padella è un'onta leggera, ma sempre un'onta. Perchè non dedicarla ai nostri antipatici avversari? Ai quali, l'avrete letto, non ha fatto granchè piacere, visto come si sono comportati in quel del grossetano, dove hanno imbrattato di epiteti fegatosi tutti i manifesti affissi sui...muri, nelle strade e nelle piazze.
Tuttavia, è bene chiarire che quando allora scrivevo che non mi farei scappare l'opportunità che abbiamo di godere del talento satirico di Giuliano, non intendevo dire che bisognava allargare l'orizzonte toscano a quello italiano con gli stesso argomenti. No. Una campagna di livello nazionale, urbi et orbi, "al colto e all'inclita", ha bisogno di ben altri contenuti. Lo so. Ma stavolta si è fatto tardi, ho già scritto troppo. Ne riparleremo. Se volete. Intanto datevi da fare. Suggerite anche voi qualcosa su cui Giuliano potrebbe riflettere e sbizzarrirsi. Sennò, a che serve il muro, the wall?
Giuliano Incerpi
(o anche: Il Diversamente Giuliano)
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