Come giustamente ha scritto l’ex Senatore Franco Orsi (vedi editoriale BigHunter) in Italia sulla fauna selvatica siamo al paradosso. Da una parte si continua a protestare per i danni all’agricoltura e non solo, dall’altra nulla si fa per intraprendere l’unica strada possibile che permetta di contrastare certi fenomeni crescenti e pericolosi (il dilagare della PSA è uno di questi). Proprio Orsi (nella famosa riforma che portava il suo nome) aveva tentato di modificare la legislazione venatoria italiana al fine di valorizzare la caccia nella sua funzione di mantenimento di equilibri ecologici. Siamo nel 2009. Lì, e negli anni che seguono, scopriremo invece che le istituzioni e la politica erano e sono in realtà molto sensibili al livore animalista, che di razionale e di ragionevole non ha nulla, ma che istintivamente fa tanta presa sulle teste e sulle pance della gente. Così siamo arrivati ai giorni nostri, con un crescendo di assurdità istituzionalizzate. L’ultima la follia del contraccettivo per i cinghiali, che mai ha funzionato altrove, approvato in Parlamento come soluzione alla carlona con tanto di sperpero di ingenti somme di denaro pubblico che vedremo svanire senza l’ombra di alcun risultato apprezzabile. Per non parlare dei parchi che fanno l’occhiolino agli amici animalisti, buttando alle ortiche anni di studi scientifici ed esperienze non appena qualcuno protesta per il sangue versato dei poveri caprioli o daini di turno, arrivando poi al paradosso del Parco del Circeo che ha deciso di abbattere un centinaio di capi (anche qui sperperando risorse pubbliche) per il solo fatto che questa è la procedura sanitaria necessaria se si vuole far adottare dei selvatici a privati (vedi link notizia). Follia.
E’ inutile girarci attorno, anche se parecchi storceranno il naso, il futuro della caccia in un mondo che disconosce il valore di certe tradizioni millenarie e di quel modo interdipendente di intendere il rapporto con la natura, non può prescindere da una rivalutazione in chiave utilitaristica di questa attività. Sulla carta infatti la caccia non è che una concessione ludica e ricreativa a privati cittadini che infatti sono chiamati a chiedere speciali permessi e pagare fior di tasse, dichiarando in anticipo cosa e dove intendono cacciare.
Giusto, certamente. Se vai a caccia, ti appropri di risorse di tutti che fanno parte del patrimonio faunistico nazionale, è sacrosanto che sia così (anche se sull’entità di certe tasse si dovrebbe poter discutere…). Ma è proprio solo tutto qui? Perchè allora facendo leva sui problemi faunistici (vedi crescita smisurata di certe specie) o problemi di ordine pubblico (animali che si spingono in zone densamente abitate), si chiamano sistematicamente a raccolta i cacciatori, addirittura, in alcuni famosi casi, facendogli pagare ulteriori tasse se non raggiungono obiettivi di riduzione in termini di capi abbattuti? Perchè allora si strizza felicemente l’occhio con tanto di encomi pubblici ai tanti tra i praticanti che come volontari si dedicano anima e corpo alla manutenzione di pezzi di bosco, facendo da sentinelle sul fronte degli incendi, aiutando la protezione civile in caso di alluvioni, terremoti e ricerca di persone scomparse?
Anche in questi giorni, di fronte all’ingresso della PSA nell’Italia continentale, è stata da più parti sottolineata l’importanza del cacciatore, dato che capillarmente diffuso su tutto il territorio, di fatto, anche se spinto da un suo personale interesse e senza "obbligo di firma", permette di tenere sotto controllo la diffusione di questo pericoloso virus, come per altro già abbondantemente dimostrato in Sardegna.
Appare dunque ipocrita non ammettere che la caccia, intesa come tessuto sociale, scrigno di conoscenze preziose e soprattutto per le tante ore prestate gratuitamente sul campo, sia un patrimonio di pubblica utilità. Resta da chiedersi perchè non pretendere con tutte le forze possibili questo passaggio, attraverso un riconoscimento di legge, che implica diritti e doveri, ma anche una necessaria rivalutazione formale e sociale che permetta allo Stato di sapere su chi contare e allo stesso tempo concedere qualche cosa in più alla luce di evidenze scientifiche. Cinzia Funcis
Redazione Big Hunter. Avviso ai commentatori
Commentare le notizie, oltre che uno svago e un motivo di incontro e condivisione , può servire per meglio ampliare la notizia stessa, ma ci deve essere il rispetto altrui e la responsabilità a cui nessuno può sottrarsi. Abbiamo purtroppo notato uno svilimento del confronto tra gli utenti che frequentano il nostro portale, con commenti quotidiani al limite dell'indecenza, che ci obbligano ad una riflessione e una presa di posizione. Non siamo più disposti a tollerare mancanze di rispetto e l'utilizzo manipolatorio di questo portale, con commenti fake, al fine di destabilizzare il dialogo costruttivo e civile. Ricordiamo che concediamo questo spazio, (ancora per il momento libero ma prenderemo presto provvedimenti adeguati) al solo scopo di commentare la notizia pubblicata. Pertanto d'ora in avanti elimineremo ogni commento che non rispetta l'argomento proposto o che contenga offese o parole irrispettose o volgari.
Ecco le ulteriori regole:
1 commentare solo l'argomento proposto nella notizia.
2 evitare insulti, offese e linguaggio volgare, anche se diretti ad altri commentatori della notizia.
3 non usare il maiuscolo o ridurre al minimo il suo utilizzo (equivale ad urlare)
4 rispettare le altrui opinioni, anche se diverse dalle proprie. 5 firmarsi sempre con lo stesso nickname identificativo e non utilizzare lo spazio Autore in maniera inappropriata (ad esempio firmandosi con frasi, risate, punteggiatura, ecc., o scrivendo il nickname altrui)
Grazie a chi si atterrà alle nostre regole. |