Prendo spunto anch'io, come Napolitano e P. Francesco – al bando comunque qualsiasi megalomania - da alcune missive fra le più significative postate alle mie recenti note sulla comunicazione, per dare un po' più di corpo a quel modesto contributo, nell'intento di risolvere uno dei problemi più antichi della nostra caccia: la scarsa sensibilità di molti nostri dirigenti a capire che fra propaganda, informazione, controinformazione e comunicazione subliminale c'è una bella differenza.
Viva la contiguità. A proposito di alleanze naturali, voglio dire comunque in premessa e senza polemica che, come tutti voi, conosco molti cacciatori che sono anche cercatori di funghi, pescatori, tartufai. Non vedo perciò impossibile che altri che condividono con noi alcuni di questi piacevoli interessi, e non (ancora) affetti come si diceva una volta dal sacro fuoco di diana, non riescano a capirci. Semmai, il problema sta nel sapergli spiegare che cos'è questa strana cosa che ci prende quando ci alziamo prima dell'alba, quando stiamo lì a tribolare al gelo in una botte a pelo d'acqua, in cima a un monte a sbinocolare un camoscio. Il problema sta nella cultura di riferimento. Alla gente di campagna, in provincia, malgrado la televisione, è più facile farlo capire. La gente ci conosce, sa chi siamo, cosa facciamo; partecipa ai nostri riti, agli incontri conviviali soprattutto, capisce il nostro impegno per la difesa del territorio.
Più difficile, certo, entrare nella mente di un metropolitano, che ragiona per schemi, per sentito dire, senza toccare con mano tutti i risvolti di una realtà – la nostra – che si svolge lontano dai suoi occhi, dai suoi modelli culturali, dalla sua vita, trascorsa in gran parte fra quattro mura, in città ormai colpite da convulsioni mortali. La loro, pescatori, fungaioli o treker o biker.... che siano, non è passione. E' hobby da praticare nel weekend. Che è cosa ben diversa.
Fra il serio e la burla. “... più che ironia – scrive lo Zaratin che mi dà i compiti a casa - questi vanno proprio presi per il c@lo Quante volte abbiamo avuto la sensazione che lo stessero facendo con noi? Una persona dotata di un minimo di buon senso non può aver provato questa sensazione nel vedere per TV il lancio delle agenzie matrimoniali per cani e gatti. Il blitz degli animalisti contro la Lego perché aveva messo in commercio le costruzioni di zoo e parchi non vi pare una presa per il c@lo? Io a volte ho proprio la sensazione che tutto questo sia architettato per divertimento, per vedere fino a dove la gente ci può credere. Ho disquisito la scorsa settimana sul caso nutrie con un esponente politico che ha proposto (con tanto di richiesta formale agli organi competenti e comunicati stampa) di risolvere il problema non coltivando le campagne vicino agli argini dei fiumi oppure recintando con della rete tutte le campagne. Ecco, ma vi pare ci si debba perdere del tempo? Detto questo, quando le cose non sanno di ambientalismo ragionevole, è perfettamente inutile arrabbiarsi e motivare con delle argomentazioni serie ma bisogna usare la stessa moneta. Andate su FB e cercate il gruppo “Fronte di Liberazione Vegetale”, metteteci “mi piace”. Stanno facendo una campagna, già 900 milioni di firme raccolte in Italia (tanto per rimanere sui numeri sparati dagli animalisti) per chiedere lo stop alla tortura delle zucche per la festa di Halloween, chiedendo di sostituirle con un polpettone di carne. Ebbene, credetemi, ci sono alcuni ignari lettori che cominciano (seriamente) a provare indignazione per le torture perpetrate ai nostri “fratelli fogliosi”.
Ovvia, mi pare, una considerazione. E non serve studiare granchè. Il mondo, da sempre, è fatto di ingenui, distratti, gonzi. Anche colti, superlaureati. Ortega diceva anche di più, riferendosi ai cattedratici. E' sui creduloni, sui distratti, su quelli in tutt'altre faccende affaccendati che agisce la controinformazione, è efficace l'ipocrisia del politically correct. Su queste debolezze ataviche dell'uomo s'imbastiscono campagne che hanno come obiettivo la distorsione della realtà. Accendere un riflettore sul topolino che mangia il formaggio per far restare in ombra quel Moloch - dagli te un'identità, Zaratin - che divora interi ecosistemi.
Certo, i modi per attrarre l'attenzione sono infiniti, compreso la presa per i fondelli. Con la mia modestissima, e parzialissima proposta, intendevo individuarne uno, che rilancio, basato su alcuni elementi, appunto...elementari. Primo punto: la disponibilità della materia prima. L'umorista satirico Giuliano (Giuliano Rossetti), personaggio molto noto al grande pubblico, non storce il naso di fronte alla caccia. Cosa che invece fanno molti altri suoi colleghi che si misurano nella satira, indulgendo a facili consensi nel momento in cui, spesso sollecitati da forze occulte, sproloquiano sulla nostra attività e sui cacciatori. Mi piacerebbe per esempio sapere cosa (e chi) c'è dietro la martellante campagna anticaccia di “Striscia la notizia”. Trasmissione a mio avviso di parte, che propone casi falsamente emblematici per colpire gruppi e persone estratte non a caso da una pletora di gente e di casi di malaffare. Non parlo di caccia e di cacciatori, ovviamente, ma di ben altro. Tanto per ricordare qualche compitino a casa, inviterei chi ne ha voglia a rileggersi (spero) il vecchio Mc Luan. Io la penso come Massimo Marracci, che scrive: “Mi sa che di compiti a casa ne abbiamo (avremmo) da fare un pò tutti... a patto di riuscire poi a concretizzare gli sforzi dell'analisi in soluzioni comuni e condivise! Questo sarà il vero, duro, reale ostacolo da superare!” Anche Massimiliano Filippi condivide.
Appunto. Oggi di questo si tratta: occorre fare un uso diffuso dello strumento, aldilà delle appartenenze. Sarebbe possibile, a mio avviso, grazie al secondo punto: in fatto di caccia, la satira di Giuliano si è dimostrata efficace, convincente. Al di sopra delle parti. Con sketch e vignette alla portata di tutti. Che tutti sono in grado di capire e assimilare. Perchè il problema, lo ripeterò fino alla nausea, non è quello di convincere noi cacciatori, che siamo già convinti. Semmai è quello di convincere i nostri dirigenti – a tutti i livelli, fino alla periferia più estrema – che serve a poco parlarci addosso, ma che il nostro impegno va rivolto all'esterno, con argomenti che siano assimilabili da un comune cittadino, che – l'ha confermato anche Finzi - è disinformato sulla stragrande maggioranza dei temi che ci riguardano. E non ha certo tempo di acculturarsi sulla chiusa dei tordi o sul numero delle setole del cinghiale. Può solo acquisire e fare propria qualche pillola di conoscenza che gli viene offerta, meglio se con leggerezza. Quindi, insisto con la melassa, parliamo pure fra di noi di calendari, di deroghe, di incomprensioni, ma per i profani adoperiamo altri argomenti.
Terzo punto: le risorse. In venti anni, lo sappiamo tutti, le nostre fila si sono dimezzate. Quindi, anche il nostro peso politico e il nostro peso economico. La cultura dominate, quella metropolitana, non solo in Italia, si basa su altri assunti: l'animalismo è uno di questi. Volendola contrastare, questa cultura metropolitana, in una società in cui tutto è merce, anche le idee, anche l'etica, dovremmo disporre di ingenti capitali. Che non abbiamo. Per cui, messa a punto una strategia di comunicazione, sperando che sia quella giusta, dovremmo adottare mezzi e strumenti a basso costo. Una serie di campagne mirate (per gli argomenti rimando a quanto già scritto), che grazie alla nostra ramificazione sul territorio sia possibile diffondere praticamente a costo zero.
Non solo facebook. “...non a caso - commenta Fromboliere - si cita Facebook: ci viene, in forma sorprendente, stante il loro concetto di democrazia, concesso uno spazio nel loro "centro di gravità permanente". Uno spazio del quale, ora, usufruiscono solo quattro gatti di noi. Uno spazio per il quale (dovrei meravigliarmi?), nessun presidente di alcuna nostra associazione, ma nemmeno delle sezioni più periferiche, voglia perdere tempo ad usufruire. Eppure è proprio lo stesso "onorevole" (Zanoni?) ad invitarci a partecipare ai simposi a cui tiene bordo, sulla caccia, il bracconaggio, l'ambientalismo, l' uccellagione e il rispetto degli animali. Ne fa uno un giorno si e l' altro no: capita mai a nessuno di pensare di organizzare una compartecipazione di persone competenti e civili che vadano, per dire la loro primariamente, o appunto, per esperimento, ad uno di questi "simposi", giusto per proporsi, giusto per vedere l' effetto che fa, ma sopratutto per documentarlo... anche a rischio di essere buttati fuori, appunto, perché questo sarebbe già un bello scoop su cui spendere ironia in quantità industriale, diversamente, non dovesse succedere, aver potuto dire la nostra nella tana del lupo potrebbe essere già la posa di una prima pietra per un avvicinamento... “.
Verissimo, Fromboliere. Ma bisogna tener conto di un altro dato che ci contraddistingue. Il ridotto livello di competenza informatica dei “nostri”. Anche, purtroppo, della nostra classe dirigente. L'età media della categoria, inutile negarlo, ...ci frega! E dunque, in attesa di nuovi arrivi – giovani, giovani, giovani – se vogliamo avere presa sulla restante parte dell'opinione pubblica, dovremo utilizzare anche altri “mediatori”. Ai pochi spazi pubblicitari a pagamento che in alcuni periodi dell'anno appaiono su pagine di quotidiani, cartelloni, manifesti, spot televisivi, volantini anche, alle poche notizie obiettive (più sui giornali di provincia che sui grandi mezzi di informazione) che si intercettano qua e là, sarebbe opportuno affiancare, in parallelo, un'opera di diffusione capillare di questi messaggi comprensibili da tutti, facili facili, utilizzando la satira come chiave di accesso. Lo dovremmo fare tutti insieme, tutte le associazioni, a tutti i livelli, dalle cancellerie fino all'ultima sezione del paesino più sperduto delle nostre montagne, le categorie produttive, gli amici, tutti noi senza distinzione alcuna. Adoperando anche Facebook, chi lo utilizza A qualsiasi messaggio, qualsiasi lettera (su carta o via @mail), qualsiasi comunicazione (comunicati stampa compresi) dovrebbe contenere come “affrancatura” di garanzia un “bollino satirico”. Una specie di marchio dinamico di qualità. Avremmo così - gratuitamente o quasi - un ritorno d'immagine e un'operazione d'informazione secondo me irraggiungibile con qualsiasi altro mezzo o sistema che il nostro mondo sia in grado di mettere in campo.
Come partire? Semplice. Chi di dovere, singole associazioni, Face, Cncn, altri se ci sono, dovrebbero proporre all'umorista satirico (secondo me Giuliano Rossetti è l'autore ideale) una serie di argomenti da interpretare. Mettere poi le vignette, serie per serie, periodo per periodo, a disposizione gratuita, on-line, da scaricare, di tutti coloro che – con o senza targhe, le più disparate, di associazione o di azienda - le vorranno adoperare e riproporre: su Facebook, sui comunicati stampa, nelle lettere anche personali, nei biglietti di auguri, ovunque. Tutto qui.
Giuliano Incerpi |