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Editoriale

Il mondo che verrà


lunedì 1 ottobre 2018
    

 
L'altro giorno al GameFair ho avuto modo di fare una piacevole chiacchierata con alcuni esponenti storici della caccia, ma anche e ancora attuali per l'esperienza, il pensiero e le attenzioni che tuttora  riservano a questo nostro meraviglioso mondo.

Mi sembra giusto quindi renderne conto a una platea più larga, condividendone gli argomenti in grandissima parte. Prima considerazione. Che si soffra di un ristretto ricambio generazionale  è "aldilà di ogni ragionevole dubbio".  Le cause? La mancanza di vocazioni, ovviamente, ma anche il fatto che da quando l'età minima per ottenere la licenza di caccia è passata da sedici a diciotto anni, è successo che questo minimo gap di due anni appena, in un contesto sempre più metropolitano, ha  dirottato i nostri adolescenti verso altre -  discutibili - tentazioni. Cosa fare? E' indispensabile tornare nella società, in quel mondo che non ci conosce e a volte ci avversa, per spiegare con argomenti comprensibili anche ai tantissimi agnostici profani come oggi più di ieri andare a caccia sia di profonda attualità.

Seconda considerazione. Abbiamo una classe dirigente inadeguata. Anche qui, dato l'andazzo precedente, non ci sono dubbi. Non sono illazioni gratuite. Basta rendersi conto che il numero dei cacciatori in venti anni è più che dimezzato, mentre in controtendenza non è diminuita l'ostilità nei nostri confronti. Perchè? L'ipotesi più accreditata passa prima di tutto per l'impossibilità diffusa a trovare obiettivi comuni. Quelle poche o tante risorse intellettuali e materiali di cui disponiamo vengono in grandissima parte sperperate nel farci la guerra fra di noi, singoli cacciatori divisi per categorie (migratoristi, cinghialai, selettori, cinofili e cinotecnici), e associazioni, piccole o grandi, riconosciute e non riconosciute, che spesso si affrontano non sui contenuti ma sugli espedienti, anche mediocri, per rifilare una tessera.  La politica fa il resto. Ognuno di noi ha una sua bandiera, a volte da poco inalberata, a volte incautamente adottata. E allora? Allora bisognerà adoperarsi per raggiungere un minimo di sentire comune, ma soprattutto di tendere a un rapido ricambio non solo generazionale (scopa nuova spazza meglio), ma anche di gente più preparata, in grado di affrontare le nuove sfide della società, metropolitana e tecnologica, pronta ad innestarvi i nostri valori e le nostre competenze.

Terza considerazione. Ma siamo sicuri di avere a disposizione le necessarie e adeguate competenze? Qui le opinioni si dividono. C'è chi dice che prima che i nuovi si facciano le ossa, servirebbe almeno un periodo di rodaggio (e questo suona a disdoro di chi oggi guida le nostre schiere al centro e sul territorio: avrebbero dovuto pensarci per tempo), mentre altri pensano che di rincalzi ce ne abbiamo pochi, dal momento che altri interessi prevalgono sugli indubbi sacrifici a cui sottostare da parte di chi si mette a disposizione del bene comune. A ciò occorre aggiungere che la diffusa disoccupazione nelle classi giovanili pone più impellenti e legittime priorità. Tutto questo, prima ancora di disquisire sulle più indicate strategie da mettere in campo per affrontare il difficile ma indispensabile recupero. Che semmai potrà essere oggetto di future riflessioni.

Conclusioni. Come impostare dunque un progetto preliminare per dare un domani alla nostra passione? Risposte semplici in un mondo governato dalla complessità non ce ne sono. Quello che traspare tuttavia è che esistono ancora sacche d'interesse che andrebbero di nuovo coltivate. Negli ultimi vent'anni, mentre le licenze di caccia calavano di anno in anno,  molti di coloro che sparivano alla vista persistevano nella collateralità. Non sono pochi ancora oggi coloro che praticano la caccia esclusivamente fuori dei nostri confini. In buona parte abbienti (ma non solo) e in definitiva abbastanza preparati: conoscono almeno una lingua, sono al corrente delle regole di caccia di altri paesi, dispongono di rispettabili competenze faunistico-venatorie. Molti altri sono passati al tiro, trascinando con sè figli e nipoti, che potrebbero costituire un buon serbatoio  su cui basare un programma minimo di rilancio.

Il disegno, appena abbozzato, ha bisogno tuttavia di un supporto corale. Prima di tutto le associazioni venatorie: almeno su questo dovrebbero mettere da parte futili conflitti e illogiche concorrenze. Poi il mondo della produzione, agricoltori compresi. Che riescano a coniugare l'interesse immediato (attenzione al mercato) con obiettivi di prospettiva. E più che sul mondo ambientalista (ormai perso, salvo rare oasi di riflessione non fideistica) si dovrebbe insistere sul mondo della ricerca, delle accademie,  per mirare alla costituzione di nuova conoscenza, ma soprattutto di percorsi di formazione integrale, che siano capaci di sfornare quei nuovi dirigenti in grado di affrontare le tempeste di questa società, sempre più soggetta a manomissioni  ideologiche che niente hanno a che fare col mondo reale.

E infine, qulache spunto, per non addormentarvi, lo voglio però dare, anche se non prettamente venatorio. Basta guardarsi intorno, ascoltare, per capire che il grande malato, anche per la caccia, è l'ambiente. Diventare protagosti attivi, mettendosi a disposizione della società, essere noi i primi ambientalisti con iniziative mirate, fatte conoscere, soprattutto nei loro risvolti concreti, tangibili, dovrebbe essere la prima cosa su cui ci dovremmo applicare. Tutto il resto, a mio parere, viene di conseguenza.

Siro Ponti

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Re:Il mondo che verrà

Ma la gente sta fuori di testa o sbaglio? Vegani genitori che impediscono ai propri figli di mangiale l'alimento piu' sano che esista sulla terra la carne ,poi magari gli insegnano che in ciappettarsi tra uomini sia vero amore? ma llminmadei migliori nuorti vuostra ch he cche di mmmmdda!

da hu 05/10/2018 10.05

Re:Il mondo che verrà

AMEN .

da mAMONE COSTA 05/10/2018 10.02

Re:Il mondo che verrà

nelle province toscane sapete quanti giovani ci provano a prendere la licenza e vengono bocciati all' orale? Informatevi!!! La licenza La presi nel 2004, mi feci un culo come un paiolo, scritto e orale, tanti miei coetanei bocciarono perchè la provincia a secondo di come si svegliavano facevano passare o bocciare. I primi sono loro che hanno causato il sovrannumero di giovani, ti bocciano a prescindere. Dopo con il cavolo che ci riprovi

da David85 05/10/2018 0.35

Re:Il mondo che verrà

Ma con tutti i nemici che abbiamo non è l'ora di smettere di farci la guerra (di sigle) tra noi?

da Anchise 04/10/2018 10.19

Re:Il mondo che verrà

Che c'entra la Fidc col gamefair?

da Federico N. 03/10/2018 20.37

Re:Il mondo che verrà

GAME FAIR? Perché esiste ancora, quanti gatti erano presenti? 3? 4? 8? hahahahahahaahahahahahah

da dove è arrivata fidc ...ha fatto danni 02/10/2018 20.46

Re:Il mondo che verrà

Il mondo che verrà è un mondo incognito. E probabilmente ostile. Non solo per la caccia, ovviamente. Se si tiene un conto delle vicende dell'ultimo secolo, rispetto alla nostra storia plurimillenaria - basta analizzare i trend - ci rendiamo conto che oggi tutto cambia rapidissimamente, che non c'è più niente di certo. Il primo problema per la caccia, stando proprio ai trend, è che anche in Italia (ma altrove è anche più preoccupante) la popolazione è sempre più metropolitana e sviluppa una cultura naturalistica teorica, salottiera, ispirata alle fantasie inculcate nella testa della gente da parte dei padroni del vapore (economia e soprattutto finanza; oggi ci sono anche i social influenzer, vedi cosa sta succedendo nella mente degli italiani che stanno per finire nel baratro convinti di andare in paradiso, grazie agli algoritmi di Casaleggio-Di Maio). Per la caccia, poi, se non confidiamo nelle AAVV a chi ci dobbiamo appellare? Il problema è che le contrapposizioni anche ideologiche ci fanno indebolire (e non ne abbiamo bisogno): conta più la tessera che una strategia di lungo respiro. Si vive sulle paure, sull'emergenza, rinviando quel problema che è grosso come una casa: non abbiamo ricambi, non abbiamo giovani, non abbiamo più la sensibilità del cacciatore autentico, soprattutto se si invoca la mancanza di opportunità di sparare centinaia di cartucce. Lo spazio non manca, visto che con tutte le deficienze di territorio e di ambiente abbiamo un indice cacciatore-ettaro sicuramente migliore di trent'anni fa. Discorso diverso per la selvaggina: più ungulati, cinghiali ma non solo, meno migratori e piccola selvaggina stanziale. Ma qui il problema sta nell'industrializzazione dell'agricoltura. Cosa che Lipu e WWF, ma non solo, foraggiati dalle centrali della produzione (chimica, petrolio, centrali agricole e industria in genere), sanno ma non dicono. E' anche per questo che SPARANO sulla caccia e sui cacciatori. E la PAC? OK, vediamo.

da Occhio alla PAC 02/10/2018 17.00

Re:Il mondo che verrà

Sono d'accordo con Filippo, purtroppo quello che hai scritto in modo molto chiaro e fattibile sul da farsi lo stiamo dicendo da anni !! Tanto che i sordi dall'altra parte ormai ti fanno pensare che è inutile tanto ci dobbiamo pur capacitare che non c'è niente da fare, questa è la minestra perchè ormai hanno constatato che anche volendo le nostre iniziative ( quelle già fatte da molti anni ) vengono sempre annullate da chi ha il potere politico. Si è pensato perfino a dare molti voti a chi ha promesso prima delle elezioni impegno per la modifica della 157 e della 394 sui parchi, ma eccoci quà con ministri che etc. etc. Un cordiale saluto.

da jamesin 01/10/2018 19.10

Re:Il mondo che verrà

MIRKO SONO ANNI CHE DICO CHE BISOGNA FAR CAPIRE AI RAGAZZI INCOMINCIANDO DALLE SCUOLE CHE I CACCIATORI NON SIAMO I CRIMINALI CHE VOGLIONO FAR CREDERE, TUTTO QUESTO ODIO VERSO DI NOI è DOVUTO DAL PROLIFERARE DEGLI ANTI CACCIA NEL CORSO DEGLI ANNI ,LE AAVV SE NE SONO FREGATE DI TUTTO ED ORA ECCOCI QUA A PIANGERCI ADDOSSO, LA COSA GRAVE E CHE CI SONO PERSONE CHE ANCORA CREDONO NELLE AAVV

da GENNY 4 BOTT 01/10/2018 18.54

Re:Il mondo che verrà

Silvano Gambassi di Siena dovresti dire alla CCT invece di spulciare la PAC comunitaria di spendere un po' di sokdi pet far conoscere la caccia a chi non ci va invece dei rimborsi soese

da Luciano tani Sesto 01/10/2018 18.25

Re:Il mondo che verrà

Io vado a caccia per dispetto degli anticaccia. Spiedi di un metro e mezzo di uccelli alla faccia della lipu. lega. italiana . procioni . united .

da ah ah 01/10/2018 17.51

Re:Il mondo che verrà

Siro Ponti dovrebbe leggersi le proposte della nova PAC 2020-27, avanzate dalla Commissione in sede UE. Quelle proposte elaborate purtroppo senza un ns. fattivo contributo, salvo poche osservazioni avanzate da FACE, ci fanno fare un cospicuo passo in avanti nella gestione e tutela dell'ambiente, occorre condividerle ed implementarle nel piano di azione nazionale che l'Italia dovrà elaborare.

da Silvano Gambassi Siena 01/10/2018 17.51

Re:Il mondo che verrà

Gli anticaccia in Italia hanno vita facile nessuno ha investito un centesimo per spiegare la caccia a chi non la pratica ma molti si sono arricchiti con essa senzs difenderla sui mezzi di informszione. Le aavv sono le prime responsabili di qyesto. Per i fatti liguri dico solo che il brscconiere ha commesso una imprudenza ancora piu grande di quello che gli hs sparato un po come attraversare di notte l'autostrada e lamentarsi oerche si giene investiti.

da Mirko 01/10/2018 17.09

Re:Il mondo che verrà

La disamina sullo “status” della caccia omette una considerazione molto ovvia: la stanca rassegnazione dei cacciatori, determinata dal contesto generale di crescenti limitazioni e regole (talvolta al limite dell’assurdo), polemiche e incertezze entro il quale, ogni anno sempre peggio, sono costretti ad esercitare la propria attività. Rassegnazione che è anche tra le cause del crescente disimpegno e del calo delle “vocazioni” tra i nostri giovani. La diffusa, continua e frustrante campagna anticaccia che ad ogni occasione presenta l’attività venatoria come una attività anacronistica e violenta, avversata dalla pubblica opinione e mal tollerata contribuisce ad allontanare i giovani da tale pratica. Gli stessi padri cacciatori, considerato tale quadro sempre più negativo, si sono guardati bene dal coltivare nei figli la loro passione, con ciò intendendo preservarli dalle prospettive amare a cui andrebbero incontro avvicinandosi ad una attività bellissima ma troppo avversata e pertanto destinata ad un futuro di ulteriori limitazioni se non addirittura alla fine. Al mancato ricambio generazionale è ricollegabile anche la lamentata, scarsa adeguatezza della classe dirigente. In un mondo sempre più complesso e conseguentemente più legato alla specializzazione delle competenze, è necessario ripensare al ruolo delle Associazioni, formare nuovi quadri dirigenti di adeguata preparazione, privilegiando la professionalità e superando, dove necessario, i limiti propri delle attività di mero volontariato. E’ necessario abbandonare ogni interesse corporativo e realizzare la tanto condivisa (stando ai sondaggi) quanto finora solo teorizzata, unità del mondo venatorio e la collaborazione con quello agricolo. Porrei attenzione particolare alla diffusione di notizie da parte dei mezzi di informazione e sulla necessità di rispondere senza indugio e in tutte le sedi opportune ad ogni attacco denigratorio e strumentale.

da Filippo 01/10/2018 15.31

Re:Il mondo che verrà

signori ripeto ancora una volta MASSIMO RISPETTO PER QUEL POVERO RAGAZZO E LA SUA FAMIGLIA, COME HA DETTO ANCHE IL TG LA ZONA ERA DELIMITATA MA QUESTO NON GIUSTIFICA UN BEL NIENTE E NON AUTORIZZA A SPARARE A QUALSIASI COSA SI VEDE O SI SENTE MUOVERE .D ALTRO CANTO QUEL POVERO AMICO NON VOLEVA CERTO UCCIDERE QUALCUNO NE TANTOMENO ROVINARSI LA VITA PER SEMPRE ,PER CUI CERCHIAMO DI NON FARE COMMENTI DA SAPUTI PERCHè L INCIDENTE PUò CAPITARE A CHUINQUE DI NOI. ORA GLI SCIACALLI DELLE ASSOCIAZIONI ANTI CACCIA NON FANNO ALTRO CHE INZUPPARCI IL PANE DENTRO BEN BENE, A COMINCIARE DA MAGALLI STAMATTINA, IN ITALIA OGNI ANNO TRA SLAVINE, SPELEOLOGI, ESCURSIONISTI, SUB,SPORT A U T O S T R A D E MUOIONO MOLTE PERSONE ANCHE IN CALABRIA QUEST ANNO SONO MORTE PERSONE INNOCENTI MA, QUANDO SI TRATTA DI CACCIA ANCHE I MORTI RESUSCITANO E FANNO COMMENTI A SPROPOSITO, COME QUELLO FATTO DALL ESPONENTE FIDC AL TG DELLE 13,30

da GENNY 4 BOTT 01/10/2018 15.03

Re:Il mondo che verrà

Caro Pratese trovi difficoltà a sviluppare da solo le cose che ho citato ? Il discorso è lungo per cui ci vorrebbero ore, comunque cercherò di essere mooolto coinciso. Quello che è stato omesso da Ponti o forse non ha afferrato è che se andiamo alla deriva per mancanza di sostituti giovani chiaramente non è solo il ricambio generazionale ma è il divertimento allo sparo e il territorio cacciabile che hanno ristretto e che manca. Molti vanno all'estero perchè si divertono a vedere molta selvaggina e di conseguenza a prenderla SPARANDO anche senza limiti ne di capi ne di giornate in alcuni casi. Padri, figli e nipoti vanno al tiro a divertirsi perchè SPARANO anche fino a 100 cartucce giornaliere. Pochissimi sono i veri cacciatori, quelli cioè che vanno con il cane a fagiani, quaglie e beccacce, ai quali sparare a cinque sei selvatici è già divertimento. Purtroppo anche questi stanno scomparendo con la comparsa dei parchi che hanno tolto quasi tutto il territorio cacciabile per questa passione ed hanno ridotto la caccia che se riesci a vedere involare una beccaccia ad ogni uscita senza neanche incarnierarla devi già ringraziare il buon Dio. Per non dire delle quaglie dove vederle dopo che hanno aperto la caccia alla terza di settembre ci vuole l'orchestra. Come puoi vedere i giovani che si appassionano a queste condizioni ? Cacciare si, ma cacciare dalla tasca e basta. Spero adesso di essere stato chiaro. Pace e bene fratello.

da jamesin 01/10/2018 14.46

Re:Il mondo che verrà

Egregio Siro Ponti la sua disanima sul mondo che verrà potrà essere opimabile ma su alcuni punti NON condivisibile da che conosce il mondo venatorio ed in particolar modo la storia delle associazioni venatorie; che lo hanno guidato dal 1945 ad oggi 2018. cordialità

da Fucino Cane 01/10/2018 14.01

Re:Il mondo che verrà

A me hanno insegnato che quando c'è un problema la prima cosa da fare è chiermi dove io ho sbagliato. Cercare invece un colpevole aiuta solo a sbagliare di nuovo. Provaci Jamesin. Vedrai che ti fa bene.

da Alberto Pratese 01/10/2018 13.38

Re:Il mondo che verrà

Non sono pochi ancora oggi coloro che praticano la caccia esclusivamente fuori dei nostri confini. ------------------------------------------------ Molti altri sono passati al tiro, trascinando con sè figli e nipoti, che potrebbero costituire un buon serbatoio su cui basare un programma minimo di rilancio.>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>> Caro Ponti con tutto il rispetto per come la vedi io dico che il passo che ho copiato la dice lunga su tutto quello che hai scritto. ( trascinando con sè figli e nipoti ) Tutto stà a chiedersi il perchè figli e nipoti si sono fatti trascinare passando al tiro ed altri vanno all'estero a cacciare. Io aggiungerei e molti altri circa 10.000 solo in campania si sono rotti ed hanno smesso addirittura. Non fai riferimento al territorio sottratto forse perchè ancora non ti hanno toccato. Queste sono cose su cui a mio parere bisogna riflettere, e poi su tutto il resto. Pace e bene

da jamesin 01/10/2018 13.16

Re:Il mondo che verrà

È un sogno irrealizzabile fin quando ci saranno le AAVV. Tutt.ora esistenti

da Genny 4 bott 01/10/2018 12.22

Re:Il mondo che verrà

Per rifa crescere la caccia si deve fare una unica ASSOCIAZIONE, eliminare tutti gli ATC, fare un calendario unico in tutta ITALIA. Si deve ritornare indietro con gli anni quando la caccia funzionava veramente.

da Giovanni 01/10/2018 12.10

Re:Il mondo che verrà

Purtroppo in ITALIA SE SI VUOLE FARE CARRIERA E SPETTACOLO E AVERE UN AUDIENCE ALTO DEVI PARLARE IN NEGATIVO DELLA CACCIA E DEI CACCIATORI

da Genny 4 bott 01/10/2018 11.56

Re:Il mondo che verrà

10 minuti fa magalli su rai 2.... anche jiuscra la ragazzina autistica scomparsa nei boschi potrebbe essere stata impallinata dai cacciatori ,bella robba sto s nzo di magalli e tutta la rai comunista!e la stonzetta di giornalista che lo accompagnava… doveste sentire cosa czzxo ha detto. che schifo la rai.

da Giacomo 01/10/2018 11.19