Mentre a casa nostra il ministro dell'ambiente fa di tutto per rendere la vita già difficile di per sè ai cacciatori, aldilà delle Alpi, il Demanio Forestale Francese (Office Nationale des Forèts) rilascia licenze a pagamento (cosiddette "Licenze dirette") per effettuare "straordinarie" giornate di caccia in alcuni territori sotto la sua diretta gestione. Come regola generale, il diritto di caccia nelle foreste statali è delegato mediante asta pubblica a chi ci vive, tranne in alcuni aree in cui i cacciatori hanno un'autorizzazione speciale, una licenza, per poterci esercitare l'attività venatoria. Questi cacciatori sono controllati da professionisti dell'NFB che guidano l'azione di caccia.
I territori soggetti a licenze gestite sono classici territori caratterizzati storicamente da tipiche forme di caccia. La professionalità dei direttori di caccia della NFB e delle loro equipe, unita alla qualità delle aree cacciate, rendono speciali queste giornate di caccia.
Per molti appassionati ed esperti, le cacce con "licenza diretta" gestite dall'NFB sono quindi considerate un must. Anche se - come si legge in una brossura che le propone - risultano convenienti (da € 150 IVA inclusa al giorno per cacciare beccacce a € 160 per la selvaggina di grande taglia) e "sono l'occasione per trascorrere momenti di caccia indimenticabili" in 10 aree di caccia uniche, sotto la giurisdizione della direzione territoriale ONF SEINE-NORD, dalla Normandia all'Hauts de France (Piccardia e Nord-Pas de Calais), all'Ile-de-France. In sostanza un migliaio di permessi concessi ad altrettanti fortunati, che contribuiranno a sostenere i bilanci di questa "Azienda di Stato".
Ma cos'è in realtà l'Office National des Forèts? Principale responsabile delle aree naturali della Francia, l'ONF ha al suo attivo circa diecimila professionisti che gestiscono undici milioni di ettari di foreste statali, assicurandone quotidianamente la gestione. L'organizzazione e la gestione della caccia sono uno dei compiti principali di questi operatori professionali. Praticata in modi diversi a seconda delle esigenze del momento, la caccia contribuisce a tenere in equilibrio gli ecosistemi e allo sviluppo della loro biodiversità. Tutto questo in stretta collaborazione con le organizzazioni dei cacciatori.
Insomma, basta passare dall'altra parte delle nostre montagne, verso ovest, che l'orizzonte venatorio si rischiara di una luce più propizia, oggettivamente più funzionale anche e soprattutto a quello che un tempo i greci intendevano con il termine “eco” (oikos): casa, ambiente,economia.
Sarebbe tanto difficile farci un pensierino anche in Italia, e non solo per le aree demaniali, che salvo eccezioni sono configurate alla stregua di parchi e aree protette?
Leonardo Bertini