La caccia, non come sport, ma come attività in grado di affinare tratti della nostra personalità. Attaccata, denigrata quasi sempre perché considerata uno sport. Ma non è così. La caccia è un istinto nato nel profondo dell'uomo e con l'uomo stesso milioni si anni fa. Non un atto di uccidere per vantarsi di trofei, ma un modo semplice di procurarsi cibo e di consentire all'uomo di tornare a fare parte della natura non come spettatore ma come anello di una catena. Come tutte le cose, ha bisogno di essere avvicinata per essere compresa, e attraversata per essere amata. E' semplice estensione dei nostri istinti primordiali, rappresenta il fondo sul quale il nostro vivere si snoda. Ci si immerge totalmente nella natura e si cammina ascoltando intorno e dentro se stessi. L'attività venatoria impegna molto sotto ogni punto di vista, fisico, psicologico e sensoriale. Permette ad alcune capacità insite nell'essere umano di ampliarsi. Il ritorno alla vita di tutti i giorni e il confrontarsi con la quotidianità ne subiscono inevitabilmente l'influenza: un cacciatore conserva dentro se atteggiamenti e modi di fare particolari, per questo la caccia è uno stile di vita.
L'attesa. Un mondo sommerso di tecnologia, di numeri, videogiochi, un modo di vivere e di pensare che ci ha abituati al “tutto e subito”. La caccia è quel gradino che ci permette di tornare alla semplicità e di accedere al rurale. Un proiettare all'indietro, al tempo dei nonni, il momento presente. Una realtà che rimane così com'è e da sola si conserva intatta. Non esistono evoluzioni. Ma ancora più importante è che consente una cosa che oggi sta sparendo: il gusto dell'attesa, scandito dai preparativi. La caccia consente di ritrovare questo stato d'animo e di assaporarlo nel più piccolo frangente. Si parte il mese precedente l'apertura tra la preparazione dell'appostamento fisso (chi ce l'ha) e l'addestramento del cane. E' un continuo occhiare al calendario tra la preapertura e la terza domenica di settembre, mentre la trepidazione cresce. Lo sguardo è quasi sempre rivolto all'insù, al cielo, ultima tappa del sabato precedente l'apertura. Il mese dei preparativi è trascorso e si guarda alle stelle: l'adrenalina si fa sentire, tenendo il più delle volte svegli, come quando da piccoli si andava in gita con la scuola. E questo sentimento di sospensione accompagna fino al momento in cui si chiude la prima cartuccia nel fucile.
Il quotidiano si annulla nel silenzio del bosco, è il grande passo in un'altra realtà fatta di canti, di profumi, in un'aria ovattata di respiri trattenuti prima dello sparo. E' l'alba di una vita quasi irreale, apprezzabile solo da chi la vive.