Far passare un provvedimento tampone come è quello che intende incrementare le operazioni di controllo faunistico tramite il necessario adeguamento della legge quadro 157/92 per un’elargizione a favore dei cacciatori è quanto di più inopportuno si possa immaginare. Anzitutto perchè anche i sassi ormai dovrebbero aver capito che una cosa è la caccia, quella regolamentata per tre mesi circa l’anno e per la quale si pagano copiose tasse statali e regionali, un’altra è l’intervento regolatore coordinato dagli organi dello Stato per riequilibrare situazioni di degrado ambientale e di pericolo pubblico causati dall’eccessivo proliferare di una specie animale. Ovvero ciò che da manuale deve necessariamente essere fatto se si parla di gestione faunistica in ambiente antropico e ciò che viene fatto ormai in tutto il mondo.
Politicamente l’attacco a questa modifica può trovare pochi appigli ed obiezioni, dato che una norma simile, se non identica, era stata concepita già anche dalle opposizioni sotto la spinta delle insistenti proteste degli agricoltori che nel nostro Paese contano decisamente di più dell’esiguo popolo dei cacciatori, poco numerosi e la cui attività prettamente hobbystica lascia piccolo margine di manovra rispetto alle seppur lecite istanze. Sicuramente è opinabile la necessità di inserire la modifica di una norma statale come la 157 nell’ambito di una manovra di bilancio, cosa che per altro è sembrata un po’ troppo forzata anche forse a chi non ha nulla in contrario al contenuto della modifica, che ripetiamolo, riscrive l’articolo 19 (controllo faunistico) prevedendo che questo si possa applicare durante tutto l’anno anche nelle aree protette e nelle zone urbane. Ma va da sé che nessuno si sogna di sparare pallettoni nel bel mezzo di un centro urbano o di una periferia mirando il cinghiale di turno. Per le zone abitate si procederà ovviamente con proiettili anestetici, sparati da personale addestrato e gabbie di cattura, come per altro già in parte accade oggi. L’unica differenza consiste nei tempi di attivazione di questi protocolli, per cui occorreranno meno scartoffie e meno passaggi (come il dover dimostrare che metodi ecologici incruenti, prioritari, non sono percorribili). Un alleggerimento delle procedure che si deve anzitutto al buonsenso che l’Europa ci impone nel caso del cinghiale per non esporci nuovamente a focolai di Peste Suina Africana, non certo questa una questione trascurabile per le ovvie ripercussioni sull’industria della carne suina e dunque dell’economia italiana.
Non si può affrontare la questione senza approfondire tutti questi aspetti e utilizzare espressioni come “caccia selvaggia” solo per raccogliere qualche clic in più, o peggio, come purtroppo tante sigle animaliste hanno fatto in questi giorni, sfruttare l’ennesima occasione servita da una stampa troppo superficiale, per attaccare nuovamente i cacciatori, che in questa vicenda c'entrano poco o nulla. Nessun cacciatore a quanto ci risulta brama di partecipare alle operazioni di controllo faunistico. Proprio per la natura di queste “battute”, coordinate da personale tecnico e spesso inconcludenti per il singolo che viene chiamato ad operare. Parteciperanno se chiamati, per dare il loro attivo contributo. Tolte le dubbie interpretazioni, ora infatti viene messo nero su bianco che le autorità preposte (arma dei Carabinieri) possano avvalersi dei cacciatori iscritti agli ambiti territoriali di caccia o nei comprensori alpini per le operazioni di abbbattimento.
Ci si mette poi anche la Tv a gettare benzina sul fuoco. In uno dei tanti dibattiti di questi giorni abbiamo assistito alle sparate di Angelo Bonelli, esponente dei Verdi, che ha potuto fare riferimenti alla braccata del tutto fuori contesto, spalleggiato dall’attrice attivista e vegana Loredana Cannata che non avendo probabilmente altro da dire ha nuovamente citato a sproposito uno studio sulle variabili della proliferazione dei cinghiali che secondo gli animalisti avrebbe concluso che la caccia ne causa un incremento di numero. Se il riferimento è all'arcicitato studio Europeo (qui il link per chi volesse approfondire), in realtà nella migliore delle ipotesi non l’hanno capito perchè dice esattamente il contrario! Nessuno studio ad oggi ha mai dimostrato la correlazione tra caccia e aumento dei cinghiali e non esiste in realtà nessun dato a supporto. Anzi le ricerche disponibili dimostrano che dove c'è la caccia i cinghiali diminuiscono, essendo attualmente e incontrovertibilmente la caccia la prima causa di morte del cinghiale.
Si tratta dell’ennesima mistificazione ormai cavalcata da anni dagli animalisti italiani ben lieti di non ricevere mai alcuna obiezione dai giornalisti che li invitano a parlare, nemmeno quando fanno affermazioni del tutto false e palesemente inventate. Ad Angelo Bonelli, Wwf e Lav e compagnia cantante che immaginano un far west a colpi di arma da fuoco all’interno delle aree protette e nelle città, lasciamo rispondere direttamente al Presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri. “Chiunque legga con attenzione il testo - ha scritto in questi giorni - vede che non viene aperta la caccia in nessuna zona dove oggi è vietata, né in città, né tantomeno nelle aree naturali protette. Già con le leggi vigenti è possibile svolgere attività di controllo della fauna selvatica in tali aree, nei soli parchi nazionali e regionali nel 2021 sono stati abbattuti o catturati e poi abbattuti oltre 16.000 cinghiali”. Già perchè anche i Parchi non possono di certo sottrarsi ai principi di gestione faunistica!
La Lav prima del varo definitivo della legge di Bilancio si è addirittura rivolta a Mattarella, forte del sostegno di migliaia di soci, chiedendo di respingere il provvedimento che “permetterebbe a cacciatori armati fino ai denti di mettere a rischio la vita di animali e persone nelle nostre città e nei nostri boschi”. E’ così, purtroppo, fomentando disinformazione ed estrema superficialità, che si ottengono percentuali bulgare nei sondaggi contro la caccia. Il fine ultimo, più che la protezione della natura, è ricevere quelle belle donazioni che garantiscono il loro sostentamento. Leggi anche: C. F. Redazione Big Hunter. Avviso ai commentatori
Commentare le notizie, oltre che uno svago e un motivo di incontro e condivisione , può servire per meglio ampliare la notizia stessa, ma ci deve essere il rispetto altrui e la responsabilità a cui nessuno può sottrarsi. Abbiamo purtroppo notato uno svilimento del confronto tra gli utenti che frequentano il nostro portale, con commenti quotidiani al limite dell'indecenza, che ci obbligano ad una riflessione e una presa di posizione. Non siamo più disposti a tollerare mancanze di rispetto e l'utilizzo manipolatorio di questo portale, con commenti fake, al fine di destabilizzare il dialogo costruttivo e civile. Ricordiamo che concediamo questo spazio, (ancora per il momento libero ma prenderemo presto provvedimenti adeguati) al solo scopo di commentare la notizia pubblicata. Pertanto d'ora in avanti elimineremo ogni commento che non rispetta l'argomento proposto o che contenga offese o parole irrispettose o volgari.
Ecco le ulteriori regole:
1 commentare solo l'argomento proposto nella notizia.
2 evitare insulti, offese e linguaggio volgare, anche se diretti ad altri commentatori della notizia.
3 non usare il maiuscolo o ridurre al minimo il suo utilizzo (equivale ad urlare)
4 rispettare le altrui opinioni, anche se diverse dalle proprie. 5 firmarsi sempre con lo stesso nickname identificativo e non utilizzare lo spazio Autore in maniera inappropriata (ad esempio firmandosi con frasi, risate, punteggiatura, ecc., o scrivendo il nickname altrui)
Grazie a chi si atterrà alle nostre regole. |