L'art.43 della legge Comunitaria è un primo passo avanti. Mi spiace averne letto polemiche considerazioni nel dibattito dei siti venatori.
Innanzitutto si mettono a posto tutte le procedure di infrazione che l'Italia ha con l'Unione Europea in tema di caccia; è questo un tema assai importante anche se spesso non considerato a dovere dai cacciatori.
Ricevere condanne dall’U.E. vuol dire aprire la strada a provvedimenti restrittivi e, spesso irrazionali. Mi è venuto molto spesso il dubbio che non mettere a posto il contenzioso comunitario sia stato un interesse degli anticaccia anche perché, nel merito, non era difficile farlo. Mancavano nella 157/92 alcune cose minori prescritte dalla direttiva uccelli (79/409) che, oggi sistemate, non avranno nessun impatto significativo sulla caccia!
La seconda cosa significativa riguarda le nuove regole sul prelievo in deroga (storno, fringuello, cormorani etc). Di questo tema non si è parlato nel dibattito sulla presunta caccia no-limits! Il Governo avrà un limite temporale di intervento sui provvedimenti delle regioni e, soprattutto, ci sarà un D.P.R. (Decreto del Presidente della Repubblica) concordato con le stesse regioni che darà le regole (finalmente) all'interno delle quali le regioni dovrenno/potranno operare.
E' l'occasione per avere quel quadro di certezze che da un decennio è invocato anche dagli agricoltori in una materia in cui sempre sono arrivati i ricorsi al T.A.R. Per la prima volta l'ISPRA avrà un tempo determinato per rispondere ai pareri richiesti dalle regioni e, anche sulla base di un ordine del giorno approvato dalla Camera dei Deputati (direttiva del Ministro), dovrà attenersi ad analisi scientifiche e non paragiuridiche come spesso è avvenuto in passato.
Veniamo poi alla tanto discussa “deroga” di 10 giorni a febbraio per talune specie. Qui ne abbiamo sentite di tutti i colori! La verità è che se ci sono, in una Regione, studi che dimostrano che per talune specie la migrazione pre-nuziale in quella decade non è iniziata si potrà andare a caccia.
Le Regioni, finalmente, dovranno acquisisre informazioni e studi sulla migrazione nel proprio territorio e fornirle a motivazione del loro calendario venatorio. Il tema della gestione e della scientificità della caccia è ineluttabile. E' così che funziona in quei paesi europei che spesso citiamo ad esempio e proprio per la scientificità della programmazione la caccia in quei paesi è più forte!
Si poteva fare di più?
Certo che si! la limitazione alla prima decade è un non senso: o si programma con la scienza o con la politica! E programmare con la scienza voleva dire non mettere un limite all'arco temporale. Però l'articolo 43 ha, e avrà per il futuro, una valenza simbolica. Cari amici mi fate un esempio dal 1992 di una norma di una legge statale che interviene sulla caccia alla migratoria senza porre limitazioni ma aprendo una strada di proroghe?
Franco Orsi