A chi fosse interessato all'argomento ricordiamo quanto è stato comunicato dalla Società specializzata nella sua ultima assemblea del 7 maggio 2011. Dalla relazione del Presidente per l'anno 2010, dopo le informazioni sulle nascite, sito web e rappresentanze territoriali, rileviamo: Il Pointer del cacciatore: “Il giorno che dietro un Pointer non ci sarà un fucile, avremo perso la caccia e lo stesso Pointer”. Parole dell'Avv. Zurlini ormai diventate un cult. Seguono dichiarazioni di impegno con l'introduzione di una Prova di Attitudini Venatorie (PAV), completa di apposito regolamento, già approvato e reso operativo dall'Enci nel 2010. Nei primi mesi dell'anno si sono tenute, in varie regioni, alcune di queste prove. L'obiettivo è quello di verificare sul terreno le qualità naturali... con “la convinzione che il cane da caccia è la base da cui partire per arrivare al cane da prove”. Il che, posto in questi termini, si presta anche ad una diversa interpretazione dell'obiettivo.
E' comunque il quadro un po' scoraggiante di un lungo periodo di impegno e di lavoro che forse andrebbe riconsiderato, e non solo per i distratti. Negli anni '74 – '75, quando il Pointer Club contava meno di cento soci, tenendo presente gli scopi della Società specializzata, che “mira a svolgere ogni più efficace azione per migliorare, incrementare, valorizzare la razza e potenziare la selezione e l'allevamento”, un gruppo di volenterosi e appassionati mise mano ad un impegnativo programma di iniziative, a partire dalla innovativa formula Prova + Esposizione, introdotta per la prima volta al Raduno di Polena (Roccaraso) nel giugno del 1975. Sono stati anni di confronto, propositi e verifiche; di certo quei pochi non verranno mai ringraziati abbastanza.
In un commento dell'Annuario, il compianto Attilio Dassi indicava quanto doveva essere fatto da subito. Principalmente da individuare e definire: l'area di influenza della Società specializzata; quali gli interventi da attivare per la valutazione e il controllo di ogni singolo soggetto; come provvedere per risolvere il problema delle frequenti difformità dei criteri di valutazione, sia in prova che in esposizioni; tenere presente la necessità di Giudici specialisti, possibilmente con l'esperienza di allevatori della razza.
In proposito è riportata l'opinione di Giulio Colombo, che negli anni '50 scriveva: l'Enci ha bisogno di specialisti consci, non di dilettanti estemporanei... l'allevatore di una razza, che l'abbia scelta non per sofisticarne l'impiego, sa di essa più di qualsiasi teorico secchione che ne abbia pensato lo standard sui libri.
In quegli stessi anni, anche lo “stato dell'arte” fu descritto in modo più che realistico . L'avvocato Zurlini, in sintesi: “- una manciata di buoni soggetti, tipici e di buone attitudini; un'altra di soggetti tipici con scarse attitudini; ancora un'altra di ottime attitudini ma scarsamente tipici. Il resto una caterva di cani poco tipici e di scarse attitudini, di inetti e fuori tipo”. Più severamente A. Dassi “- La razza Pointer è già pericolosamente vicina alle soglie di una degenerazione in campo internazionale, per cui abbiamo oggi il pointer inglese, quello francese, danese, americano e chissà quant'altri ancora. E' necessario un tempestivo intervento, per non ritrovarsi a rappresentare, anziché una razza, diverse varietà”.
Se in molti allevano e pochi selezionano, la Società specializzata dovrà controllarne i risultati attraverso le prove, tutte le prove, e non dedicarsi esclusivamente alla grande cerca. La nostra cinofilia non ha scopi spettacolari né competitivi, bensì fini d'applicazione di quella scienza che si occupa della riproduzione della specie, del suo miglioramento e della sua utilizzazione che si chiama zootecnia.
Per definire e chiudere, sempre citando Zurlini, prendiamo nota: “… certi cinofili saccenti si sentono raffinati intenditori perchè in grado di apprezzare un coglione velocissimo solo perchè corre compostamente a freddo e a testa alta... E non passa loro nemmeno per il cranio che per “vedere” una cosa del genere basta non essere orbi e non c'è nessun bisogno di capir di cani, di caccia, di selvaggina e d'aver nozioni di meccanica animale... nè passa per la testa, a questi sprovveduti, che per sentire un urlo basta non essere sordi, mentre per gustare una melodia occorre capir di musica e avere un'anima. E per trattarne è meglio aver studiato al Conservatorio e aver suonato in un'orchestra".
Eravamo partiti bene, credo. Con presupposti, propositi e programmi adeguati; bisogna ammettere, per chi ha vissuti quegli anni, che se poco o tanto è stato sbagliato, resta difficile capire come, cosa e perchè. Aspettiamo i risultati della PAV e proviamo ad essere ottimisti.