Mentre il Ministro Costa, memore della sua storia professionale, grazie a un decreto di ridistribuzione delle competenze ("Terre dei fuochi" da Mipaaf a Minambiente, Turismo da Mibac a Mipaaf), continuerà ad occuparsi dei "fuochi" soprattutto della sua "terra" (Napoli e dintorni), noi, insieme a tutta la gente del bosco, siamo al secondo anno di campagna contro gli incendi gestita dai Carabinieri Forestali, dalla Protezione Civile, e soprattutto dai Vigili del Fuoco.
Gli allarmi da oltre confine, dalla Grecia alla California, che da qualche settimana hanno tenuto sveglia anche l'opinione pubblica italiana, non fanno altro che ricordarci che anche dalle nostre parti dobbiamo restare "vigili" su questo fronte, per evitare che il solito occhiuto della Lipu, oggi chiamato a smistare le emergenze nella torre di controllo del Generale Costa, non si riproponga con la sceneggiata dello scorso anno, quando chiese come al solito provvedimenti drastici contro la caccia, di fronte al disastro del fuoco che - secondo lui - aveva falcidiato il patrimonio faunistico di decine di milioni di capi (grilli, ma non grillini, compresi).
C'è di più. Ovvero, c'è di peggio. In piena estate, mentre - stranamente - il sito web del Corpo dei Vigili del fuoco segnala "service unavailable", con la Protezione Ciivile piuttosto indaffarata fra bombe d'acqua, smottamenti, frane, emergenze varie: a cui oggi purtroppodobbiamo aggiungere l'immane tragedia di Genova e quella del Pollino - la Ministra Bongiorno (Pubblica Amministrazione), pressata dall'ambientalismo disfattista dei 5Stelle dichiara che la riforma del Corpo Forestale finita davanti alla Consulta "è fallita", come "si è visto l'estate scorsa con l'Italia devastata dagli incendi." Per cui, sentenzia, "dopo il giudizio, bisognerà pensare come cambiare rotta".
Fortunatamente, il sistema "privato-volontaristico" non aspetta che fra questi opposti potentati ministeriali, paraministeriali e finto-ambientali si recuperi quell'armonia che visto le premesse appare più che una chimera. Fra i volontari, invece, quelli senza stellette ma con tanta esperienza, in coordinamento o autonomamente, si danno molto da fare decine di migliaia di cacciatori, che anche a caccia chiusa, in piena estate, invece di andare in ferie, invece di abbronzarsi sulle spiagge di "vacanzieri ambientalisti", consumano gli scarponi sui sentieri, fra improvvisate torri di avvistamento, altane, fasce tagliafuoco, e sono in grado - come hanno sempre fatto - di segnalare in tempo reale i primi focolai e successivamente attivarsi e mettersi a disposizione di chi gestisce le operazioni di controllo e spegnimento.
Un sistema abbastanza esperimentato, che sarebbe bene che le nostre associazioni venatorie mettessero, appunto, "a sistema", istituzionalizzandolo, sollecitando e firmando accordi con gli organi predisposti (quali? I Carabinieri Forestali?, il Ministero dell'Ambiente, il Ministero dell'Agricoltura, i Vigili del Fuoco?, i coordinamenti regionali o ex provinciali?), e mettendo almeno una fascia al braccio o una pettorina che li identificasse come "volontari cacciatori". La pubblicità è l'anima del commercio, si dice, e quando fra l'altro costa poco o nulla è un peccato non darvi seguito.
Un sistema che, nell'attesa che lor signori (ministri, partiti politici, parlamento) si mettano d'accordo su chi se ne deve occupare praticamente, trova riscontri tecnologici sovranazionali in un progetto comunitario, direttiva INSPIRE AF3 (Advanced Forest Fire Fighting), ripreso in Italia dal Politecnico di Torino, che sta lavorando su un data-base geo-topografico "che si riveli strumento per previsione e monitoraggio delle aree a rischio, stima del danno e gestione del post-incendio", sviluppando tecniche innovative, attraverso la realzzazione di un elevato livello di integrazione dei dati.
Fantascienza? Chi lo sa. Intanto al Politecnico hanno provato a sviluppare il progetto su un'area definita (la Sardegna), collegando i dati a disposizione, ovvero le aree forestali, i modelli di combustibile, le risorse idriche, le reti viarie e tecnologiche, i centri di comando e quelli operativi, le squadre disponibili, i dati meteo, i punti di innesco e la posizione di provenienza dell'avvistamento (primo allarme). Nella sua complessità, non sembra cosa impossibile. Perchè non tenerne conto, signor Ministro? I cacciatori ci sono oggi e ci saranno anche domani.
Rinaldo Scotti