Come ha fatto appena sapere la Federcaccia in una nota, in merito alle richieste restrizioni su pavoncella e moriglione nei calendari venatori, già prima della lettera del Ministero alle Regioni, si era mossa la Cabina di Regia del mondo venatorio, con una circostanziata comunicazione inviata alla dirigente Giarratano, in cui si segnalavano contenuti parzialmente e sorprendentemente inesatti della lettera della Commissione Ue e si suggerivano argomentazioni per rispondere alla commissione Ue entro il 31 luglio.
Nella lettera, sostanzialmente ignorata dal Ministero, che infatti ha chiesto alle Regioni di vietare la caccia alle due specie, si faceva presente che, diversamente da quanto asserito, la pavoncella è stata recentemente classificata da AEWA nella colonna A categoria 4 (di seguito A4), diversamente dal moriglione che è invece nella colonna A, categoria 1b (di seguito A1b). Una differenza importante perché, ai sensi dell'articolo 2.1.1 dell'accordo AEWA, le specie della colonna A4 possono essere cacciate secondo un uso sostenibile.
Vi si spiegava inoltre che non corrisponde al vero che la pavoncella in Italia non sia oggetto di un Piano d'Azione, poiché tale specie è inclusa nel Multispecies Action Plan on Grassland Breeding Waders, approvato da AEWA e Commissione Europea che, tra l'altro, ha focalizzato le azioni da intraprendere nella riduzione dell'impatto dell'agricoltura e dei predatori. E' vero invece che la caccia in Italia, subordinata a piani di gestione, si è dimostrata compatibile con i criteri di sostenibilità.
Nella lettera della Cabina di Regia si scendeva anche nei particolari. Evidenziando per esempio che la pavoncella è soggetta dal 2010 in Italia a stretti limiti di prelievo proposti da ISPRA (5 capi al giorno e 25 annuali), adottati da tutte le regioni italiane, e che la situazione demografica della specie nel territorio italiano è favorevole. La popolazione nidificante di circa 6.000-7.000 coppie è giudicata in aumento e così lo è quella svernante nel lungo termine.
Per il moriglione, si legge: “se è vero che la classificazione AEWA nella colonna A1b ne prevede il divieto di caccia, è vero che la Commissione ha chiesto l'eccezione, poiché la direttiva Uccelli ne consente il prelievo. Il comportamento della Commissione appare comunque sorprendente, non avendo nemmeno previsto la stesura di una Piano d'Azione Internazionale sulla specie, che dimostra un declino già da alcuni anni. Inoltre, il prelievo venatorio non è considerato un fattore che ha influenzato il declino, che è attribuito alle trasformazioni degli habitat riproduttivi. In tale contesto, i limiti di prelievo consigliati da ISPRA (2 capi al giorno e 10 annuali) adottati dalla maggior parte delle regioni italiane, costituiscono una forma di gestione sostenibile che si adatta alla situazione della specie e che consente di rispondere in modo costruttivo alla Commissione”.
Un recente studio effettuato da Acma in 34 zone italiane, ha valutato che la popolazione in transito post nuziale e e in parte svernante non dimostra più il declino accertato fino al 2012, e appare in ripresa. Tutti questi elementi dimostrano la sostenibilità della caccia. A tal proposito la Cabina di regia ripropone (come già fatto alcuni anni fa) la stesura di un piano d'azione nazionale per il moriglione.
Tutto questo a dimostrazione che ancora una volta dal Ministero dell'Ambiente provengono precostituite azioni ostili alla caccia, mentre implicitamente si tenta di nascondere sotto il proverbiale tappeto tutte le palesi inadempienze acclarate dalle cospicue e onerose procedure d'infrazione relaative alla materia ambientale, che con la caccia niente hanno a che vedere. Lipu o non Lipu.