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Editoriale

REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO


lunedì 1 agosto 2016
    

Come ci dice la FAO, la media annua pro-capite planetaria di consumo di carne ammonta a 37 chili a persona, con oscillazioni anche evidenti, ovviamente, a favore dei paesi cosiddetti ricchi. Allorquando tutta l’umanità volesse (perché no?) uniformarsi agli standard occidentali, il complesso bovino mondiale a cereali diverrebbe insostenibile per il conseguente impatto ambientale sul nostro piccolo e unico pianeta.

Che fare, allora, siamo costretti a convertirci tutti al vege-veganesimo? Non necessariamente: un aiuto molto significativo potrebbe darcelo l’applicazione su larga scala della rewilding economy. Tale progetto-filosofia consiste nel ripristinare gli ecosistemi naturali laddove la trasformazione agro-alimentare storica non sia più economicamente vantaggiosa. Solo in Italia negli ultimi cinquant’anni la superficie boscata è raddoppiata e le aziende agrarie canoniche sono più che dimezzate, specialmente in ambito collinare-montano. Su questi milioni di ettari s’è già strutturata una fauna selvatica estesa e numerosa, sulla quale poter impostare una fiorente wildlife economy
(vedi recensione libro Wildlife Economy, ndr).

La componente faunistica ungulata (cinghiale, cervo, capriolo, ecc.) già ora può fornire tonnellate di eccellenti proteine animali biologiche sensu stricto a costo di produzione “zero”. Ma tale processo potrebbe-dovrebbe essere integrato e magnificato dal “ritorno” di specie di enorme valore, sia economico che culturale: bisonte europeo, uro, tarpan. Il primo ancora presente in relitte aree centro-europee, il secondo ed il terzo, progenitori del bue e del cavallo domestici, estinti in epoca storica recente.

La formazione e l’affermazione di loro popolazioni rewilded consentirebbe, al pari delle altre specie selvatiche, lo sviluppo di una diffusa e durevole attività economica basata sul loro uso sostenibile. Tra gli usi, culturale, ricreazionistico, naturalistico, venatorio, del “complesso ungulato naturale” così ricostituito potrebbe primeggiare una virtuosa filiera della carne, sostanzialmente priva di impatto ambientale in quanto perfettamente integrata negli ecosistemi naturali e seminaturali. Si tratterà di riequilibrare il consumo di proteine animali a favore di una maggiore sobrietà quantitativa ed a vantaggio di un salto di qualità nutrizionale ed economico.
 

Bernardino Ragni*
 

REWILDING,  una “faccia” molto speciale di Wildlife Economy-Nuovo Paleolitico; in generale: il ripristinare condizioni “selvagge” ancestrali in luoghi di loro storica rimozione.

E.g.  per tutta l’Età Paleolitica, l’Eurasia occidentale, la Penisola Italiana, la Regione Alpino-appenninica, erano estesamente popolati da una comunità di Ungulati ricca di specie e di popolazioni estese (Fig. 1).



ma attraverso tutta l’Età neolitica, l’Età storica, Fino ai Secoli XVII – XX, Homo sapiens  sterminò  Bos taurus, l’Uro e  Equus ferus, il Tarpan (Fig. 2)



e quasi estinse: Bison bonasus, il Bisonte europeo (Fig.3).



Purtuttavia oggi, e nelle prossime decadi, E.g. nei Paesi della UE, in Italia, nella Regione Alpino-appenninica, come in altri Paesi “sviluppati”, si assiste a un estesissimo abbandono dell’agricoltura consueta (Fig. 4).



Questi milioni di ettari di foreste e praterie possono essere il “teatro” per il ritorno di: il  BISONTE EUROPEO,  il  “nuovo” URO,  il  “nuovo” TARPAN (Fig. 5).



Dal punto di vista ecologico la comunità faunistica “rewilded” può utilizzare in modo ottimale le risorse offerte dagli habitat, facendo raggiungere il livello climax alla zoocenosi. E.g. in Italia, nel suo insieme, è presente  la  situazione faunisticamente incompleta illustrata in Fig. 6.



La quale, sviluppando progetti di REWILDING, può evolvere in zoocenosi complesse e complete (Fig. 7).




Dal punto di vista ecologico-economico tale comunità “rewilded” dovrebbe utilizzare più integralmente, ottimalmente, complementariamente possibile l’offerta rifugio-trofica dell’ambiente di vita (habitat) raggiungendo il livello “climax” degli ecosistemi e cioè il massimo della capacità portante ecologica in termini di: numero di specie, numero di individui per specie, biomassa totale, per unità di tempo e di spazio. Tale condizione ecologica si traduce anche nello “optimum” economico consentendo la massima diversificazione possibile degli usi sostenibili, la massima espressione quantitativa possibile per ciascun uso, alla quale consegue il massimo utile possibile, per unità di tempo e di spazio. 
 
 

* Bernardino Ragni, professore di Zoologia ambientale e di Gestione faunistica presso l'Università di Perugia, è l'autore del saggio "Wildilife Economy - Nuovo paleolitico". Aracne Editrice. Ariccia (RM).

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Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Egregio Passatore,sono costretto a ripetermi.Cinghiali,cervi,daini,caprioli,lupi, ma anche tassi e istrici,ecc. provocano quotidianamente incidenti in tutta Italia.La reintroduzione di bisonti,uri e tarpan non aumenterebbe la frequenza di tali incidenti,in quanto la biomassa per ettaro non potrebbe cambiare,mentre il numero di individui per ettaro diminuirebbe,quindi,paradossalmente l'anzidetto rischio si abbasserebbe.La fauna selvatica è,in Italia, patrimonio indisponibile dello Stato,il quale deve rispondere dei danni che essa procura quale che sia il nome della specie.

da Bernardino Ragni 08/08/2016 19.50

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Egregio Bernardino Ragni vivendo nell'appennino tosco romagnolo e dovendomi occupare quotidianamente di problemi. Che riguardano il territorio ,le posso garantire che io ho ben compreso il senso del suo articolo,ma quando mi trovo davanti a famiglie che hanno perso figli ventenni in incidenti con animali selvatici che si sono riprodotti a dismisura non mi riesce essere d'accordo con lei ,per di più nel caso la immissione degli animali a chi spetterebbe?Ma soprattutto gli stessi saranno poi responsabili degli eventuali danni a cose o persone?

da Passatore 06/08/2016 17.58

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Bene, intanto andrò a comprarmi il libro, un cacciatore che legge ne vale due!!! (da un vecchio slogan dell'Editoriale Olimpia, mi pare.)

da vecchio cedro 06/08/2016 0.35

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

articolo molto interessante

da l.b. 05/08/2016 11.49

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Umbria Carni. Anch'io ricordo. Andreotto Gaetani, Confagricoltura, Hardy Reychelt (grafico, attore di spaghetti western), con la compiacenza di Ministero dell'Agricoltura e Foreste e raccordo con WWF, che non dimentichiamolo mai, nasce su spinta di cacciatori e proprietari terrieri che chiedevano la privatizzazione della caccia. Da lì provengono tutti i guai per i cacciatori italiani.

da A.C. 05/08/2016 8.55

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Ringrazio i Commentatori per i loro interventi. Nel dettaglio: “M.G.”, “vecchio cedro”, “Alfredo L.”, “MARCELLO64”, con argomentazioni e punti di vista diversi mi sembra che siano favorevoli al proposta di “Rewilding Economy”; certamente le difficoltà, di ordine prevalentemente culturale, da superare sono molte ma anch’io sono convinto che, associata alla “Wildlife Economy” la R.E sia la risposta tra le più efficaci e durevoli da dare alla agonia economica delle cosiddette “aree interne” una volta definite “marginali”. “Cristiano montano” solleva la problematica dei grandi predatori, che nella realtà italiana equivale a dire “lupo”; in questa sede è impossibile descrivere compiutamente la strategia gestionale tramite la quale il sistema WE-RE consentirebbe di controllare efficacemente il problema-lupo senza necessariamente abbatterne un solo capo. Si, il progetto “Umbria Carni” di oltre trent’anni or sono si avvicinava culturalmente al sistema WE-RE ma aveva in sé un pesantissimo handicap ecologico-economico: parlava di “allevamento” di ungulati selvatici mentre la WE-NP si lascia alle spalle tale condizione "neolitica" per tornare ad una nuova condizione "paleolitica" laddove l'imprenditore non deve investire un centesimo per la produzione della biomassa, cioè per l'allevamento; l’iniziativa umbra (e non solo) tra i primi '80 e la metà dei '90 naturalmente naufragò senza appello in quanto un chilo di carne di daino allevato sarebbe costato molto di più di un chilo di carne di manzo (ovino, suino...) allevato. In effetti nel 1984, quando la Regione Umbria mi coinvolse come zoologo in tale progetto, espressi subito questo mio dubbio, ma non mi ascoltarono...

da Bernardino Ragni 05/08/2016 8.12

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

(continua da sopra) Il signor “passatore” si mostra palesemente ostile alla proposta WE-RE ma le sue motivazioni dimostrano che evidentemente non sono riuscito a far comprendere, solo a lui, che, mentre è possibile che Bisonte europeo, Uro e Tarpan possano integrare la loro alimentazione-base con i getti del rovo, si può escludere che possano nutrirsi di “uva, mais e patate”, le cose in effetti stanno come, scherzosamente, ha commentato “MARCELLO64”; possiamo anche rassicurare il “passatore” del fatto che le sue scorribande notturne in moto non saranno meno sicure di oggi con l’arrivo di bisonti, uri e tarpan; infine egli non sa, evidentemente, che se le colline e le montagne italiane non si coltivano più, non è per la WE-RE ma perché il costo di produzione non “regge” nel mercato globalizzato; quindi solo sviluppando concretamente WE-RE sulle colline e montagne, si otterrebbe da queste biomassa edibile di prima qualità, reddito, occupazione, laddove ora c’è abbandono e disoccupazione; lo informiamo anche che il suo dissesto idrogeologico riceverebbe un incremento drammatico dalla ri-coltivazione di colline e montagne con i metodi intensivi e industriali di oggi.

da Bernardino Ragni 04/08/2016 19.07

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Se la memoria non mi inganna, idee simili giravano già circa 30 anni addietro, in Regione Umbria; da qualche parte dovrei avere gli atti di una serie di convegni (Umbria carni? carni alternative? redditi integrativi da zone marginali?, mi pare promossi da certo Andreotto Gaetani? associazioni agricole?). Qualcuno ricorda qualcosa? La storia si ripete ed in italia comunque i problemi periodicamente riaffiorano ma non vengono risolti. Associazioni venatorie rigorosamente assenti, impegnate in lotte intraspecifiche!

da vecchio cedro 04/08/2016 10.24

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Il cavallo il bue il bisonte che ti attraversano la strada di notte magari con la moto deve essere uno spasso ma prima di dire cazzate perché non pensate .Oggi il grano duro lo pagano19,50€ al quintale l'orzo 11 con la terra non si mangia più in un paese serio si darebbe alla gente la possibilità di poter mangiare coltivando le colline e le montagne ,cosi si combatte il dissesto idro geologico non con ste idee

da passatore 03/08/2016 14.47

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Abbiamo l'Appennino abbandonato, dove prima era vita e laboriosità. Una gestione oculata, magari cominciando da quel che c'è, cinghiali cervi caprioli, non è un'idea peregrina. Anche in Toscana ci dovrebbero riflettere, invece di dare la stura ai peggiori istinti accaparratori, con gli agricoltori in testa. Fra l'altro, gli hanno tutti messo la sordina, ma ieri Coldiretti a Firenze protestava anche per i lupi. E invece alla berlina, anche da parte dell'assessore, è stato messo solo il cacciatore. Ridicolo. Ma questo dimostra che tutti hanno paura degli ambientalisti e che i cacciatori invece non fanno più paura. Probabilmente è anche un po' colpa nostra. Sarebbe bene perciò farci una bella riflessione.

da Alfredo L. 03/08/2016 8.09

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Il cavallo,bue e bisonte,che mangiano patate,vorrei vederli,questa mi manca....semmai me li mangio con le patate arrosto o in umido(pomodoro)magari fosse.

da MARCELLO64 02/08/2016 19.13

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Il problema è che gli animali poi non si mangiano i rovi ma il mais uva patate ecc.poi che si fa,chi li paga i danni agli agricoltori ?i soliti patacca tu,no grazie

da passatore 02/08/2016 16.17

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

...e poi qualcuno si prenderà la bega di spiegare a lorsignori che per fare ciò è strettamente necessaria la gestione dei grandi predatori. No...visto...si fa per dire.

da Cristiano montano 02/08/2016 16.04

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

E' l'unico modo per salvare ambiente e fauna, come avviene già in quasi tutta l'Europa. Per questo necessario abolire art. 842 cc.

da vecchio cedro 01/08/2016 13.35

Re:REWILDING ECONOMY – IL PASSATO PROSSIMO VENTURO

Ottima idea. Chissà se Galletti e soprattutto gli agricoltori (spalleggiati dai loro alleati ambientalisti) saranno d'accordo. E la vedo dura anche con cinghialai e selettori. Insomma, tutte queste categorie che vedono nella "filiera" un nemico che vorrebbe sottrarre alla loro comepetenza e utilizzo così tanta carne gratuita.

da M.G. 01/08/2016 10.45