"Sono Vegano" - "A pranzo che fai?" - "Vado al MC Donald’s". E’ una delle belle affermazioni che ho sentito da qualche collega, presunto animalista e ambientalista. Ormai va di moda essere vegani.
La moda è una cosa pazzesca; se andasse di moda essere cacciatori, saremmo rovinati, sai quanti inutili, ignoranti e finti cacciatori domenicali ci troveremmo a dover incrociare ogni qualvolta andassimo a caccia?
Dal un lato meglio così. Meglio dire sono vegano e non sapere cosa vuol dire, piuttosto che fare dei danni mostruosi come uccidere senza pietà, senza scrupoli e soprattutto senza cognizione di causa.
Noi abbiamo le spalle larghe, la fedina pulita e ovviamente siamo tutti incensurati. Riusciamo a sostenere un dibattito, a far presente con pazienza ed un pizzico di sarcasmo che negli hamburger del MC Donald’s c’è la carne, e se questo risulta inutile e senza senso a chi ci ascolta, a differenza loro, riusciamo anche a fare a meno di imporre il nostro pensiero e lasciar correre.
Qualche volta mi piacerebbe raccontare a queste persone del normale ciclo della vita, dei predatori, delle prede e della catena alimentare, e chiarire che se si nasce, si muore e si dovrà morire, inevitabilmente, tutti.
Mi piacerebbe anche spiegare a queste persone che non è la caccia a distruggere il territorio ma bensì l’inquinamento delle città in cui viviamo, le coltivazioni su larga scala e gli allevamenti intensivi, l’urbanizzazione. Sono questi senza nessun dubbio i mali del mondo e mi chiedo sempre più spesso come mai da parte di così sensibili salvatori della natura vi si ponga un minimo di attenzione, prima di puntare il dito contro i cacciatori.
Ogni mattina, quando prendo il treno per andare a lavoro, il mio primo pensiero è quello di osservare i campi attraversati dalla ferrovia, nella speranza di scorgere un coniglio, un fagiano, una lepre. Ogni tanto ci riesco e il mio sguardo si illumina e d’istinto scatto di colpo sul sedile. Qualcuno, fra i più attenti, mi guarda con atteggiamento qualche volta scostante, qualche volta incuriosito o sorpreso, ma quasi tutti ignorano, sono lì, tutti, col capo chino a guardare qualcosa sul cellulare, spesso hanno le cuffie con la musica così alta che rintronerebbero un sordo (non udente?), sono presi da quei giochi stupidi e mi rendo conto che la realtà è molto distante da loro. Allora, quando entro in città, mi immergo nella lettura dei racconti di caccia del mio scrittore preferito.
Qualche volta però vorrei parlare con queste persone, provare a fargli notare il mondo fuori, la rugiada che c’è alla mattina nei campi, i tordi che nel mese di ottobre solcano i cieli e li noti alti e zirlanti, intrepidi mente attraversano le città, ricordare loro delle mucche che ogni mattina pascolano tranquille e silenziose mentre il treno scorre verso la città: come le invidio. Ma questo mondo è a loro invisibile, ed è assurdo che vogliano difendere qualcosa che non conoscono. Pazzesco.
Ma oggi, purtroppo, viviamo in questo mondo; è così! Dall'interno di uffici, aiutiamo il pianeta con qualche versamento a qualche presunto ente ambientalista, così, per sentirci a posto con la coscienza.
Allora, mi rendo conto che anche io sono travolto da questo vortice di ipocrisia e incoscienza, mi accorgo che è già sera mentre scrivo queste note. Il giorno è volato via, al lavoro, e penso al tordo, alla beccaccia, che oggi avranno attraversato i miei posti di caccia mentre io non c'ero.
Volgo lo sguardo fuori dalla finestra, l’imbrunire di fine novembre, pioviggina, una leggera nebbiolina inizia ad alzarsi, le foglie morte ricoprono i marciapiedi, i merli salutano la sera e chioccolano tra le siepi, due pettirossi si rincorrono tra i rami ormai spogli ed una cornacchia vola verso il ricovero notturno; non vedo più le macchine in coda, le luci degli stop e degli abbaglianti, col pensiero volo all’ultimo posto di caccia in cui sono stato e spero che lì in quella porzione di natura ancora incontaminata, la beccaccia quasi sicuramente stasera passerà, furba e schiva come sempre, protagonista incontrastata della cruenta danza della natura.
Il mio vagare viene interrotto quando sento: ”Amore, è pronta la cena!” La mia compagna mi chiama, brasato di colombacci con polenta taragna. Menomale, si ritorna al mondo reale!