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Editoriale

Ripensare la caccia?


lunedì 29 dicembre 2008
    

Michele ChialvoLa caccia  è una delle tante attività umane - il campeggio, la raccolta di funghi o di erbe selvatiche, l'alpinismo... - che una determinata società in determinati tempi e luoghi può ritenere legittime o meno.

Nel nostro ordinamento attuale lo è, ma non lo è per una parte importante della società in cui viviamo; e questo è qualcosa di cui, se vogliamo continuare ad esercitarla, non possiamo non tener conto.


Il motivo principale per cui questo accade è la progressiva urbanizzazione dell'Italiano medio e quindi il suo estraniamento da un rapporto sano con un territorio nel quale senta di affondare radici. Alla base della cattiva immagine della caccia nel contesto in cui ci troviamo a vivere, sono senza dubbio i famosi polli a sei zampe, così come i cani abbandonati; cioè le deviazioni di una società che gli animali li antropomorfizza senza capirli e, in realtà, senza saperli amare.


Anni fa feci una terribile discussione con una collega che riteneva di poter equiparare i cacciatori alle SS naziste. Antifascista per nascita, oltre che per convinzione, mi infuriai non tanto per l'offesa ai cacciatori, cui ero abituato, ma per l' implicita derubricazione degli orrori nazifascisti.


Non si possono però ignorare le colpe dei cacciatori; la troppo frequente mancanza di rispetto per l'ambiente, per il lavoro della terra, per la proprietà altrui, infine anche per il mondo dei cacciatori, quelli veri, che non meritano nè l'ostruzionismo ignorante della gente di città, nè l'antipatia spesso giustificata di quella di campagna.


Mio cognato, cacciatore anche lui, una decina di anni fa fu svegliato all'alba da un'esplosione che sembrava essere avvenuta in casa - abitava in campagna e quella notte diluviava. Scese per andare a vedere che succedeva e trovò un cacciatore che si era messo a fare la posta nel portico di casa. Alle sue proteste, il personaggio rispose candidamente che la caccia è libera... 


Ecco, mi pare di aver espresso abbastanza compiutamente il mio pensiero. Mi riservo per una prossima occasione le idee, le emozioni, i racconti di vita vissuta o narrata, che sarebbero in grado di riempire qualche enciclopedia.
In bocca al lupo.

Michele Chialvo
Giornalista del Tg3

Profilo di Michele Chialvo in Amici di BigHunter


Ndr:
Sappiamo della correttezza e della serietà professionale dell'amico Michele Chialvo. Anche noi, come lui, riteniamo che la caccia – se vogliamo che possa dare gioia ai nostri nipoti, così come l'ha data a noi, e tanta – deve ripensarsi in rapporto alle mutate condizioni della società in cui viviamo. 

Pensiamo anche, tuttavia, che la caccia e la stragrande maggioranza dei cacciatori racchiudano in sé un grande patrimonio di conoscenze, di valori, di umanità. Sta a noi dargli corpo, farlo sapere, utilizzando tutti i mezzi e i più adatti a testimoniarlo a un'opinione pubblica distratta e spesso soverchiata da informazioni fasulle o ancora peggio montate ad arte per stravolgere la realtà.

Tanto per fare un esempio, ci siamo resi tutti conto che in questi ultimi venti o trent'anni siamo stati utilizzati, noi cacciatiori, come utile capro espiatorio a cui attribuire certe responsabilità del dissesto naturale per distrarre l'attenzione dai più dai veri mali dell'ambiente.

Che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Ecco, noi riteniamo che questo non debba più succedere. Dobbiamo adoperarci tutti insieme per far emergere tutti gli aspetti positivi – per la tutela e la qualificazione del patrimonio faunistico, del territorio, delle tradizioni più genuine -  che la caccia e i cacciatori (anche quelli meno adeguati) già oggi esprimono. Grazie Michele, in ogni caso, perchè anche testimonianze come le tue servono a ricordarci che dobbiamo migliorarci. Come tutti, del resto.

La redazione BigHunter Magazine

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19 commenti finora...

Re:Ripensare la caccia?

CI RENDIAMO CONTO,CHE IN UNA MANIERA O IN UN ALTRA,CI METTONO CONTRO,E QUESTO NON VA BENE,NOI CACCIATORI ITALIANI....NON CADIAMO NELLE SOLITE CHIACCHIERE,IL NOSTRO PROBLEMA è UNO SOLO,CHI CI RAPPRESENTA,NON è ALL'ALTEZZA DELLA SITUAZIONE,ESEMPIO,157??SONO 15 ANNI,SOLO CHIACCHIERE,A T C,PARCHI,PARCHETTI,PARCONDISCION,MA BASTA!NON NE POSSIAMO PIU QUESTA è LA VERITà.I CALENDARI VENATORI DEVONO ESSERE UGUALI IN TUTTA ITALIA,NORD,CENTRO,SUD E FINIAMOLA UNA BUONA VOLTA CON RITORNELLI DA SALOTTINO.DA VERO CACCIATORE CAMPANO.

da BRED 67 25/02/2011 19.17

Re:Ripensare la caccia?

x vito, no non è vegetari-ano e solo uno sfigato!!

da amo tua sorella 13/08/2009 14.07

Re:Ripensare la caccia?

prendiamolo come un tentativo malriuscito di difendere i cacciatori e andiamo avanti a costruire una legge migliore che ci dia soprattutto la dignita' che certi loschi figuri ci hanno tolto...

da nino65+++ 04/02/2009 18.46

Re:Ripensare la caccia?

Per questo, mi pare che Big Hunter stia già facendo quanto possibile. Proviamo a dargli una mano. Io ce la metto tutta.

da giuliano Incerpi 07/01/2009 8.28

Re:Ripensare la caccia?

Caro GIULIANO,ho seguito il dibattito,e sono totalmente d'accordo sul punto di sostenere INSIEME gli aspetti e le aspettative del mondo della caccia.(lasciamo perdere per carità di Patria l'antifascismo che con la caccia non c'entra nemmeno a spingerlo)Ben sai,per esperienza,che il migliore dei progetti non vale nulla se non si trova il modo di realizzarlo. Ora per presentare una comune proposta occorre che le AA:VV (le uniche associazioni che in questo momento hanno voce in capitolo) si siedano ad un tavolo e comincino a sottoscrivere dei punti.Già qui vedo le prime difficoltà,visti gli interessi di poltrone e politici che ognuna di loro rappresenta.Ognuno dovrebbe fare un passo in avanti,chi comincia ?Chi è la persona di così alto prestigio che si sente in grado di reggere il timone? Se te la senti hai tutto il mio appoggio.

da vico 02/01/2009 15.01

Re:Ripensare la caccia?

Credo anch'io che Minos abbia centrato il problema e che questo blog abbia una volta in piu dimostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, di collocare la caccia nella sua giusta e naturale posizione. La Caccia è passione e pulsione dell'animo umano, trasversale quindi per sua stessa natura ad ogni convinzione individuale sia essa religiosa, politico-ideologica, di censo e cultura. La Caccia aggrega un popolo variegato figlio dei tempi, dei condizionamenti, e di ogni altra sana diversità che convivendo formano con il dialogo una vera democrazia.Concludo rubando a Minos una sua bellissima frase nella quale mi ritrovo in toto " Mi sento cacciatore ed in quanto tale un'evoluzione del cittadino " E questo con i nostri comportamenti dobbiamo dimostrare. Chi vive la caccia è con me. A prescindere.

da Silvano Barbanti 02/01/2009 9.03

Re:Ripensare la caccia?

Le sagge parole di Minos hanno interrotto le mie conclusioni, che peraltro riprendo da dove le avevo lasciate. E cioè: ....E si cerchi il più possibile di sostenere INSIEME quei valori, quegli aspetti della caccia su cui tutti siamo d'accordo. Antifascisti e no.

da Giuliano Incerpi 02/01/2009 8.10

Re:Ripensare la caccia?

Mettendo la politica in mezzo facciamo come le federazioni. Qui è la caccia sana il bene da difendere non destra e sinistra. Cinico? Rivediamoci tutti e costruiamo. Mi sento cacciatore ed in quanto tale un'evoluzione del cittadino. Paradossale? Presuntuoso? Credo che come a caccia il rispetto e il buon senso sono Regole Base anche nella vita. Attaccandoci così non mostriamo ne l'uno ne l'altro. Auguri e Rivediamoci.

da Minos 01/01/2009 23.16

Re:Ripensare la caccia?

Lontano da me l'idea di adoperarmi per perdere la causa. Cerco tuttavia di riflettere e di aiutare a riflettere - chi lo vuol fare, ovviamente - su ciò che è meglio per "la Causa" (non quella di un tribunale). Soprattutto perchè non voglio che si continui - di qua e di là - a considerare la caccia come quialcosa di non più accettabile, oggi. Voglio invece - ripeto - che della caccia si parli per quanto di buono già sta facendo. E di quanto di più potrà fare. Ripensandola dove è necessario ripensarla. Non sono antifascista per nascita, anche se poco dopo che ero arrivato al mondo, i nostri Padri Costituenti varavano un Ordinamento - ancora in vigore - che fra i suoi principi fondamentali - inalienabili - annoverava l'antifascismo. L'attuale Presidente della Camera, a mio avviso al di sopra di ogni sospetto, ce ne può dare a tutti testimonianza. Ho letto e riletto attentamente quanto scritto da Chialvo. Mi pare, ma non la vorrei fare troppo lunga, che quel suo interlocutore - che paragonava i cacciatori alle SS - ammettesse implicitamente di schierarsi con gli antifascisti. Quindi, quella di Chialvo (non gli farei una colpa per essere nato in una famiglia di antifascisti. Come se io dicessi cacciatore per nascita. Così è, perchè a casa mia quando arrivai erano tutti cacciatori) potrebbe essere interpretata come una critica anche a quelli della sua stessa parte. Se e quando così superficialmente si comportano. Quanto a mettere in evidenza in nostri difetti, d'accordo, andiamoci piano, ma non pensiamo che ci si faccia del bene facendo finta che non esistano. Come diceva quell'arzillo vecchietto nella scena finale di "A qualcuno piace caldo" - ricordate la grande Marylin? -: "Nessuno è perfetto". Insisto però affinche dalle nostre diversità nell'essere cacciatori - che ci sono - si traggano valutazioni positive: E si cerchi il più possibile....

da Giuliano Incerpi 01/01/2009 19.18

Re:Ripensare la caccia?

... di quei cacciatori che non sono antifascisti come lui. Se per caso dovesse incontrarli sul campo, rivolgerebbe loro la parola. E se sì, per parlare di caccia o di politica? Mi chiedo soprattutto cosa penserà il signor Chialvo di quei cacciatori che sono fascisti come me. Si rifiuterà di stringere loro la mano? Io non ho la fortuna, come il signor Chialvo, di essere nato con le mie idee: quando la mamma mi partorì, ero come tutti gli altri neonati, non avevo la camiciola nera o il fazzolettino rosso al collo. Però, da quando sono nato, non mi preoccupo se il mio interlocutore non la pensa come me, e non sento il bisogno di strombazzare al mondo come la penso quando parlo di qualcosa che non riguarda strettamente la politica. Lo faccio adesso perché mi ci vedo costretto. Soprattutto non mischio la politica con la caccia e, a tal proposito, mi piace ricordare che tra i miei compagni di battute ci sono comunisti, forzisti, cattolici, e nessuno che si faccia problemi per come la pensano gli altri, perché siamo tutti cacciatori, abbiamo fiducia e rispetto gli uni degli altri. Il signor Chialvo, probabilmente, frequenta solo con cacciatori antifascisti e tra una lepre ed una starna. parla di Berlusconi, di Veltroni e di Luxuria. Il suo ideologismo si ravvisa dalla "miopia" ideologica con cui riversa sul mondo venatorio la responsabilità di una ghettizzazione che nasce dal pregiudizio, appunto ideologico, del mondo anticaccia, non dai cattivi comportamenti dei cacciatori. In ogni caso, benvenuto anche a lui: noi cacciatori "per nascita" non facciamo discriminazioni. E che il nuovo anno porti un po' più di senno a lui e ai suoi colleghi.

da Martino, Bologna 01/01/2009 13.51

Re:Ripensare la caccia?

Innanzitutto buon anno a tutti. Desidero rispondere a quanto scrive Giuliano Incerpi. Carissimo Incerpi, credo di non esagerare affermando che tu sei uno dei grandi personaggi della cultura venatoria italiana, perciò è con autentico rispetto, e senza alcuna piaggeria, che mi dispongo a ribattere a quanto dichiari nel tuo post con l'umiltà di chi non ha la tua esperienza e la tua conoscenza dei problemi. Condivido al cento per cento quanto scrivi: noi cacciatori dobbiamo essere tutti uniti, senza contrapposizioni di tipo ideologico-partitico. Infatti è così: la caccia ha il magico potere di abbattere barriere di classe, d'istruzione e di appartenenza partitica. Ma forse Michele Chialvo non lo sa. Infatti è lui che ha il cattivo gusto di venire qui a tenderci la "trappola della contrapposizione ideologica". Non siamo noi a metterla in politica, è lui. Michele Chialvo tira fuori la storiella del collega imbecille che equiparava i cacciatori alla SS. Che valore può avere un aneddoto tanto inutile e risibile? Perché ci racconta questa storia? Lo fa, a mio modesto avviso, per mettere subito in chiaro una cosa: che lui è antifascista per nascita. Sì, ho proprio l'impressione che sia questa la sua preoccupazione, non le discriminazioni che da sempre dobbiamo subire noi cacciatori. Ora quello che mi preoccupa non è il fatto che il signor Chialvo si dichiari antifascista, ma piuttosto che si definisca "antifascita per nascita". Cosa significa? Esiste per caso un genoma antifascista? Nossignori, io non credo proprio. Esiste piuttosto la volontà, in tutto ciò che si fa o di cui si parla, d'infilarci la politica e di farlo senza preoccuparsi delle idee altrui. Dichiarare pubblicamente di appartenere ad una certa compagine politico-ideologica "per nascita" è una dichiarazione di irriducibilità, di indisponibilità all'autocritica e alla comprensione dell'altrui pensiero che non ha paragoni. Mi chiedo allora cosa ne penserà, il signor Chialvo, di quei cacciator

da Martino, Bologna 01/01/2009 13.48

Re:Ripensare la caccia?

Caro Giuliano, abbiamo capito che Chialvo non è un anticaccia. Rilevo però che per sostenere la causa dei cacciatori ha sprecato i tre quarti del suo articolo per evidenziare la negatività della caccia e errori di una parte di coloro che la praticano. RicordO le affermazioni di quell'imputato che sentendo l'intervento del proprio avvocato difensore davanti al giudice gli disse: Avvocato, la prego, si fermi, altrimenti perdiamo la causa...

da SERGIO BERLATO 31/12/2008 12.20

Re:Ripensare la caccia?

Ho sempre pensato che le ideologie, specialmente quelle partitiche estremiste, rappresentino un gradino più basso nella scala dell’evoluzione della maturità dell’uomo. Bandiere, colori, etichette, ferree posizioni e giudizi sommari, nei limiti imposti dal vivere in codesta società, cerco sempre di scrollarmeli di dosso il più possibile. Purtroppo, per avviare una discussione o un dialogo, è per forza di cose necessario partire da un’idea che per quanto libera da pregiudizi possa essere, cela in sé un’opinione di fondo che deriva dall’ascolto e dall’osservazione. In questo editoriale, nei modi e nei contenuti espressi, trapela in tutta la sua essenza quel senso di “arrendevolezza”, vizio appartenente alla classe dirigente venatoria del passato, nei confronti della società metropolitana che viene sì, giustamente condannata quale colpevole dell’abbandono delle attività naturali da parte dell’uomo, ma subito dopo assolta in virtù di una ricerca “bonacciona” di dialogo che fa salire nuovamente sul banco degli imputati la caccia. Sembra che tutto, alla fine, si debba ridurre ad un “mea culpa” per un maggior senso di responsabilità da infondere ai soli fruitori “naturali” dell’ambiente scordandosi, per l’ennesima volta, delle industrie dei veleni e della speculazione edilizia che trovando validi capri espiatori, hanno potuto regnare indisturbate negli ultimi 20 anni. Questo modo di pensare appartiene all’ecologismo tradizionale e la maniera con la quale, in questo scritto, viene rappresentata la caccia ne evidenzia nome, cognome e pure patronimico. Affinché i cacciatori dialoghino in maniera propositiva è necessario siano proprio loro convinti che la sanissima passione per la caccia non ha più alcuna colpa da espiare perché solo così potranno orientare i loro sforzi comuni verso obiettivi finora impuniti. Riserviamoci invece l’ultimo esame di coscienza per comprendere l'ingenuità nel seguire, in passato, le chiassose voci di chi conosce la natura molto meno di noi.

da massimo zaratin 30/12/2008 11.27

Re:Ripensare la caccia?

Attenti ragazzi! Cerchiamo di non cadere nella trappola della contrapposizione ideologica. Nell'Intergruppo Caccia Pesca e Tiro, in parlamento, ci sono nostri rappresentanti di tutti gli schieramenti. Che cercano di superare eventuali steccati ideologici collegandosi alla comune passione nella caccia. Lo stesso dicasi per quel che riguarda il mondo dei cacciatori. E' attraversato da varie e a volte contrastanti posizioni "ideologico-venatorie" (cinghialai, migratoristi, cacciatori di montagna...), che possono essere definite politiche. L'errore è stato è e continuerà ad essere quello di non dialogare prima di tutto al nostro interno. Se ci mettiamo poi anche valutazioni di tipo ideologico-partitico, addio! Faremo il gioco dei nostri avversari. Che non è vero che non ci sono più. Il Parlamento, e la nostra società, sono attraversati trasversalmente, in modo variegato ma concreto, da posizioni pro e anticaccia a prescindere dalla collocazione politica. Sono sensibilità diverse, maturate in questi ultimi cinquant'anni in cui la nostra società si è trasformata da prevalentemente contadina a prevalentemente metropolitana. E qui, noi, cacciatori, ci possiamo fare ben poco. L'unica nostra chance è quella di essere il più possibile uniti, e di dimostrare a un mondo che ci capisce sempre meno, che anche oggi noi possiamo fare qualciosa con il nostro impegno i nostri comportamenti le nostre sensibilità a favore di tutti, non solo della caccia, ma della comunità in genere. Mi associo quinfdi a quanto scritto dalla redazione di Big Hunter a margine della nota di Chialvo. Che non è un "diverso". E' uno come noi, che a suo modo ama la caccia. Cerchiamo di ricordarlo.

da Giuliano Incerpi 30/12/2008 9.02

Re:Ripensare la caccia?

Io credo invece ci sia un forte legame fra la caccia e qualsiasi altra, sana, sincera e non "turistica", attività a contatto con la natura però purtroppo sono ancora più "pessimista" di sergio berlato perchè io ho constatato che chi più parla male della caccia, non solo non conosce la caccia, ma la natura in generale... ...sufficiente chiedere cosa ne pensa colui che fin da piccolo non ha mai potuto beneficiare di un benchè minimo contatto con essa. Saluti.

da massimo zaratin 29/12/2008 20.41

Re:Ripensare la caccia?

Purtroppo a parlare di caccia sono spesso persone che non sanno la differenza tra una faraona ed un fagiano. Ho più volte avuto modo di constatare che chi più parla male della caccia, meno la conosce. Anche questo giornalista che lavora al TG3 (meglio nota come TeleKabul)e si lascia andare ad inappropriati paragoni,sia di natura storica che di natura ambientale, farebbe bene ad informarsi prima di fare certe considerazioni. Ma considerando le sue radici, non possiamo certo pretendere di estrarre sangue dalle rape....

da SERGIO BERLATO 29/12/2008 20.03

Re:Ripensare la caccia?

Quello che trovo veramente fuori luogo è paragonare la caccia al campeggio e alla raccolta delle erbe selvatiche con tutto il rispetto per i campeggiatori ed i raccoglitori d'erba. O forse di caccia non si conosce niente?

da Fosco 29/12/2008 17.49

Re:Ripensare la caccia?

Cosa significa "antifascista per nascita"? Con tutto il rispetto, affermazioni del genere mi fanno lo stesso effetto delle idiozie di chi paragona i cacciatori alle SS.

da Martino. Bologna 29/12/2008 14.23

Re:Ripensare la caccia?

Si è vero credo che un sano "mia culpa" anche da parte nostra sia necessario ma affiancato ad un onesta visione della caccia da parte di tutti i mas media. Siamo stanchi di essere dipinti per quelli che non siamo. Anche tra di noi ci sono gli stupidi come ha incontrato suo cognato ma le posso garantire come Lei ben sa che le eccezioni fanno parte della nutura umana tutta. Forse l'unica differenza è che noi facciamo rumore sparando sia in modo corretto che non.

da Sergio S. 29/12/2008 12.20