Che non è, come si potrebbe pensare, una femmina di bufalo gravida. No. E' semplicemente, invece, la mistificazione che si consuma in questi giorni a queste latitudini, per celebrare la giornata contro il bracconaggio. Come dire, se ne parla un giorno, e gli altri 364 continuiamo a fare i comodi nostri.
Perchè, sì, nessuno vuole mettere in dubbio l'interesse dei contemporanei, cacciatori in prima linea, per il benessere della fauna selvatica. Nel nostro piccolo, per esempio, stiamo dimostrando che il nostro paese è sicuramente ai primi posti in fatto di ricchezza di biodiversità e di patrimonio faunistico di specie pregiate; che poi sono quelle che sono oggetto di caccia, ricordiamocelo! Per la cronaca, l'Italia è il paese che ne detiene di più in Europa: 55.600 specie animali pari al 30% delle europee e 7.636 specie vegetali salvate dall'estinzione, dice Coldiretti. E questo, a nostro avviso, anche grazie ai cacciatori. No, noi siamo a posto. Vogliamo invece ricordare a questi smemorati che spendono fior di centinaia di milioni di euro per dirottare l'attenzione della gente dai veri problemi dell'ambiente, che i problemi - appunto - stanno da un'altra parte.
E dove? Ma come, dove? Non gliel'ha detto nessuno a quelli del WWF, ma anche a tutti coloro che danno retta alle infinite camarille animaliste, ben pasciute dal 5 x mille, che c'è una specie, un essere vivente che forse avrebbe più bisogno di essere tutelato?
Proviamo, modestamente, a spiegarglielo con un po' di dati. Chissà che non imparino qualcosa, anche se - visto le fonti che li sostanziano - sarà una gara dura.
Ebbene, si sappia - e si faccia sapere - che stando ai dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno per esempio nel mondo si registrano ben sette milioni (settemilioniii!) di morti a causa di malattie legate all'inquinamento atmosferico. In Italia abbiamo il record invidiabile di 80 mila decessi all'anno, dovuti soprattutto a polveri sottili, biossido di azoto, ozono.
E mentre tutti gli organi di stampa, le testate televisive, i sicofanti del buonismo (probabilmente profumatamente unti) non si risparmiano per farci sapere della riduzione di specie africane i cui prodotti sono ampiamente intercettati dai creduloni cinesi (che peraltro vengono accolti in Europa - e in Italia - con il tappeto rosso, per vendergli un sacco di roba, compreso le più rinomate società di calcio), si continua a "sparare" senza nessuna distinzione contro i cacciatori, che tuttavia in Africa, per quel poco che è ancora loro consentito sono quelli che contribuiscono legalmente ai miseri bilanci di quelle economie. I safari, appannaggio soprattutto di ricchi americani, solo in Sudafrica portano legalmente cento milioni di euro all'anno (fonte Ecoblog).
In Europa i morti da inquinamento sono 491 mila, da quanto si legge nel rapporto dell'Agenzia Europea dell'Ambiente. In Italia, si soffre soprattutto in Padania (Milano 550 morti all'anno), ma tutte le grandi città del nostro paese non sono esenti dal superare i limiti consentiti. Che peraltro, purtoppo, trovano soluzione solamente con un espediente che potrebbe risultare ridicolo se non gridasse vergogna per il rispetto che certi nostri governanti (non solo italiani) hanno della vita umana. Quale espediente? Quello ovvio. Se si superano i limiti previsti, basta alzare per legge l'asticella. E tutto è risolto!
E allora, vada pure una volta all'anno accendere il riflettore sul problema del grave impoverimento di biodiversità a livello planetario (non del bracconaggio, che è conseguenza di ben note politiche coloniali che si perpetuano con nuovi metodi da qualche secolo almeno).
E questo, a nostro avviso, lo ripetiamo, anche grazie ai cacciatori, che si prodigano per una caccia legale. Ma vorremmo che per tutti gli altri giorni dell'anno, le nostre benemerite associazioni caritatevoli, compreso ambientalisti e animalisti, tenessero viva l'attenzione di tutti sulle reali cause del dissesto ambientale. Che arreca infiniti lutti a tutti gli esseri viventi, noi compresi, purtroppo.
Ma per ora tutto questo passa sotto silenzio, o quasi, cari signori del WWF e compagnia cantante. Buon pro vi faccia!
Sergio Martini