Giulia Corsini è una nota veterinaria, senza peli sulla lingua, impegnata a combattere molti pregiudizi che affliggono le società moderne in fatto di rapporto con gli animali, ponendo spesso l'accento sulla errata concezione che la contemporanea "civiltà" di stampo metropolitano offre dei complessi legami che intercorrono fra animali e ambiente.
Queste sue ultime considerazioni sulle vicende referendarie che riguardando la caccia sono lapidarie. Eccole.
La caccia è un argomento estremamente divisivo e per via della sensibilità della popolazione nei confronti degli animali, irrimediabilmente modificata dall'industrializzazione che ha aumentato il benessere, la possibilità di avere animali da compagnia e il fatto che la maggior parte delle persone non sono più implicate direttamente nel processo di produzione dei beni alimentari.
La maggior parte della popolazione, avendo un'esperienza limitata all'animale da compagnia, generalizza il bel rapporto che ha con tutto il Regno Animale e in tutti i rapporti che intercorrono tra l'uomo e gli animali. Quelli che hanno una visione più articolata dei complessi rapporti con gli animali, attualmente sono relegati ad una nicchia molto ristretta, ovvero gli agricoltori e gli allevatori, che conoscono predatorismo, parassitismo, commensalismo, e tutti gli altri tipi di relazione che possono formarsi tra uomo e animali a seconda del contesto.
Per questo e per l'assenza di esperienza diretta, il referendum sulla caccia potrebbe avere delle ripercussioni negative sulle collettività.
Parlando degli effetti che assisteremo nel caso in cui passasse:
- Sovrappopolamento di alcune specie animali ad alta prolificità
- Problematiche nel monitoraggio delle malattie infettive di carattere zoonotico e non (Peste Suina Africana, Tubercolosi Bovina eccetera).
- Aumento del bracconaggio per difendere i raccolti.
- aumento del conflitto animale-uomo, anche in ambiente urbano.
Giulia Corsini