Eradicazione dei mufloni nell’Isola del Giglio: una scelta corretta per la conservazione della biodiversità
Durante la scorsa settimana abbiamo assistito alle feroci polemiche che si sono scatenate dopo l’inizio degli abbattimenti (subito sospesi) sull’Isola del Giglio dei mufloni, specie aliena non originaria del Parco Nazionale Arcipelago Toscano non minacciata di estinzione, e introdotta sull’isola negli anni ’50. L’eradicazione dei mufloni nell’Isola del Giglio rappresenta, per le associazioni animaliste e ambientaliste più radicalizzate, una nuova occasione per cercare di distorcere la realtà e spingere la società e l’opinione pubblica verso un concetto sbagliato di ambientalismo. Ormai stiamo assistendo ad una campagna politico/mediatica volta a criminalizzare tutte le attività umane che comportano l’uccisione di animali, nonostante esse siano legali e strettamente regolamentate da normative nazionali ed europee. Questa volta siamo però arrivati davvero al paradosso! I fantomatici paladini della salvaguardia della biodiversità sono contrari ad azioni volte alla tutela e al ripristino di biodiversità minacciate. Tali posizioni, diventate ormai insostenibili anche ad una parte del mondo ambientalista, ci devono portare a considerare una parte delle associazioni e dei movimenti pseudoambientalisti e animalisti come degli estremisti. Dobbiamo però riconoscere che tali associazioni e movimenti sanno muoversi bene a livello mediatico e politico, visto che riescono ad utilizzare alcuni mezzi di comunicazione e alcune testate giornalistiche come cassa di risonanza per far passare il loro messaggio distorto. Le notizie riportate, sempre con termini non scelti a caso come “mattanza” ed “esecuzioni”, sono spesso false o manipolate a dovere. Ad esempio, il costo che viene riportato per tale operazione di 1,6 milioni di euro. Tale valore, però è il costo totale dell’intero progetto dal titolo LETSGO GIGLIO “Less alien species in the Tuscan Archipelago: new actions to protect Giglio island habitats” finanziato dalla Commissione Europea all’interno del programma Life. LETSGO GIGLIO ha come obiettivo migliorare la qualità e il carattere naturale dell’ecosistema presente sull’Isola del Giglio attraverso la tutela di alcune specie animali e vegetali e degli habitat in cui vivono. Questo progetto si svolgerà sull’importante sito Natura 2000 dell’Isola del Giglio che conserva molti habitat e specie di interesse comunitario minacciate dalla diffusione delle specie aliene invasive. Gli interventi previsti, oltre alla “famigerata” eradicazione del muflone, prevedono anche il controllo del Carpobrotus, il controllo con riduzione della popolazione di coniglio selvatico, attività di semina e piantagione di specie autoctone (leccio e altre specie) ed infine l’eradicazione di Trachemys scripta (tartaruga dalle orecchie gialle).
Dobbiamo ricordare che nel mondo il muflone europeo (Ovis aries musimon) causa un impatto negativo su 189 specie minacciate di estinzione, così come si evince dalle più importanti pubblicazioni sulle specie invasive nel mondo, l’invasive species compendium (una risorsa enciclopedica di informazioni scientifiche per supportare il processo decisionale nella gestione delle specie invasive in tutto il mondo), e la banca dati IUCN Global Invasive Species Database.
Le isole, visto il loro isolamento e le loro dimensioni, rappresentano un ambiente con ecosistemi particolari e più fragili rispetto agli ecosistemi continentali. Per questo motivo, l’impatto che possono avere specie aliene sull’ecosistema viene amplificato. Gli ecosistemi insulari sono particolarmente vulnerabili ai grandi erbivori come il muflone poiché le piante insulari in questi ecosistemi si sono evolute in gran parte in assenza di grandi erbivori, quindi, sono vulnerabili agli effetti causati dalla brucatura e dal calpestio causato da questi animali. I gravi danni alle specie vegetali e agli habitat naturali, accompagnati da fenomeni di erosione, hanno effetti indiretti anche su specie animali minacciate. Nel caso dell’Isola del Giglio bisogna sottolineare che a beneficiare dagli interventi previsti, tra cui l’abbattimento di una cinquantina di capi di una specie aliena saranno almeno una dozzina di specie autoctone minacciate sia vegetali che animali.
Come ultima cosa, vorrei ricordare che i mufloni sono nell’Isola del Giglio e non dell’Isola del Giglio perché qui non avrebbero mai dovuto esserci!
Alessandro Gaviraghi
Nota:
mi presento, sono Alessandro Gaviraghi un biotecnologo veterinario con dottorato di ricerca in biotecnologie applicate alle scienze veterinarie e zootecniche, ma soprattutto sono un cacciatore e amante della cultura rurale nel suo insieme. In questi ultimi mesi mi sento sempre più attaccato e infangato da una frangia di estremisti animalisti e ambientalisti che gettano continuamente fango sulla mia identità storico-culturale. Purtroppo, noi cacciatori siamo frammentati in un insieme di associazioni venatorie che non riescono ad esprimere una singola voce e una singola risposta a questi attacchi, risultando così incapaci di far sentire il nostro peso e il nostro ruolo nella società. Ritengo che l'unica soluzione sia cercare di riconquistare il nostro peso nella società ritornando ad aggregare intorno a noi un insieme di persone, non direttamente appartenenti al mondo della caccia, attraverso una comunicazione imparziale, basata rigorosamente su conoscenza e ricerca scientifica, che riesca a ridefinire un ruolo fondamentale del cacciatore nell'ambiente. In fondo, chi meglio dei cacciatori potrebbe trarre beneficio in un ecosistema in salute su cui poter agire attraverso una corretta gestione venatoria. (A.G.)