Se si parla con un cacciatore e gli si chiede cosa è il chioccolo la domanda trova puntualmente la risposta; Bini (1) (1970) a tal proposito dice: “Cosa sia questo aggeggio di metallo credo che tutti lo sappiano, e credo che sappiano grossomodo come si svolge questa caccia….”.
Penso che Bini si riferisse al mondo venatorio, e magari non a tutto. Ma se noi cerchiamo di inquadrare lo strumento e il suo uso, tramite la carta stampata(dizionari, enciclopedie, riviste ecc.) troviamo qualche problema nell’identificazione dell’oggetto e delle sue funzioni. Nella mia ricerca sull’argomento ho potuto appurare che questo vocabolo viene usato erroneamente anche come richiamo per quaglie generando confusione nell’identificazione dello strumento. Ma non è di questo esempio specifico che vi voglio oggi parlare. Ma piuttosto di come viene descritta la parola su alcuni dizionari. La parola chioccolo, come molte altre parole, può avere significati diversi come in questo caso rivolta verso l’elemento acqua, Pascoli…al bosco lungo il chioccolo d’un rivo, oppure il chioccolare dell’acqua di una fontana, credo possa andar bene anche il termine generico di chioccolio se inteso come cinguettio degli uccelli. Ma se si abbina il termine chioccolare, citando specificatamente il nome di un uccello al di fuori del merlo, penso che questo crei confusione sia per quanto riguarda il verso dell’uccello stesso, e anche per quanto riguarda l’identificazione del richiamo ad esso attribuito. Prendiamo come esempio il Battaglia (2) (1961) alla voce chiòccolo tra le altre cose dice: “…richiamo caratteristico del merlo, del fringuello e di alcuni altri uccelli …. fischietto usato per attirare gli uccelli imitandone il richiamo….”. Treccani (3) (1970) Fischio di latta o di ottone, con cui i cacciatori imitano il chioccolare di alcuni uccelli. Pananti (4) dice: "se un pettirosso tra i più folti rami/cheto s’asconde o fugge come un pazzo/ o dolcemente il chioccolo lo chiami,…" Fracchia si spinge più avanti con il verso del pettirosso: Fracchia (5) (1931) …dove si fosse nascosto il mio pettirosso non so. Ma presi il mio chioccolo e mi misi a chiamarlo, e poco dopo eccolo spuntare dietro a una foglia …. saltellante e vispo…mettersi a chioccolare anche lui come il mio chioccolo". Queste brevi descrizioni e citazioni vengono riprese da molti altri dizionari e vocabolari della lingua italiana. Cerchiamo di chiarire alcuni concetti. partendo da due verbi importanti; attirare e imitare. Due verbi con due significati ben diversi che non vanno confusi e che tutti ben ne conoscono il significato.

Prendere il chioccolo per attirare il pettirosso, le cince, il fringuello o altri uccelli io credo sia l’interpretazione giusta. Perciò attirare non imitare (con il chioccolo non si imita il pettirosso, le cince ecc.). Altro concetto; il verso degli uccelli. Io non sono un ornitologo ma vedo con difficoltà l’abbinamento del classico verso del merlo che è un (chiò- chiò) rotondo, a volte ovattato, ad uccelli come i fringuelli che il loro verso classico è un (cìn-cìn-cìn) squillante, lo stesso vale ancora di più per il pettirosso che il suo verso classico è simile ad un ticchettio (tìc-tìc-tìc). “metallico e penetrante”.
Io penso che questo modo di dire sia sui generis perché non si è trovato il termine giusto della voce propria da abbinare ai vari uccelli (dando per scontato alcune frasi che possono rientrare in una licenza poetica o letterale). Perciò ad un osservatore seppur profano come io sono, viene difficile comprendere che il pettirosso e il fringuello chioccolino, se poi si aggiunge che alcuni dizionari alla voce chioccolo dicono genericamente fischio di latta o di ottone senza fornire un minimo di dimensione, dello strumento senza citare il Savi, che su questo argomento dice (tre volte più grosso di quello delle allodole) e aggiungono pispola, pispoletta, pispolino ecc.. la confusione è completa. Una cosa và aggiunta, l’uccello che più si avvicina al chiò del merlo nel suo verso è il tordo sassello (turdus iliacus L. 1758) che quando è posato emette oltre al tipico “striscio” un chiò più sottile e più rauco. Perciò, se il chioccolo lo si definisce in modo generico “fischietto per attirare gli uccelli” la definizione può anche essere accettata, ma se si aggiunge sempre genericamente “imitandone il richiamo”; questo non è né esatto, né veritiero (come vedremo in seguito). Per evitare ulteriori malintesi è bene descrivere come è fatto il richiamo denominato chioccolo.
Per la sua definizione credo che vadano usate almeno due citazioni; non come due delle tante ma come le citazioni che permettono di identificare lo strumento. La prima è di carattere generico come riportano alcuni vocabolari della lingua italiana i quali lo definiscono come : “un grosso fischio di latta” la seconda appartiene a Savi (6) che ne specifica la grandezza con un esempio chiaro e lampante che divide e identifica nettamente le due tipologie di richiami: “… è un fischio d’ottone della figura di quello delle allodole , ma quasi tre volte più grosso”. È da queste due citazioni che noi incominciamo a definire lo strumento sia come forma che come dimensione . Sono proprio le parole di Savi che fanno tutto questo, perché il richiamo per le allodole si può definire un “piccolo chioccolo”, e lo stesso vale approssimativamente anche per le dimensioni. Perciò chioccolo per quanto riguarda le grandi dimensioni e “pispola” per quanto riguarda le piccole dimensioni. Ecco le due tipologie. A questi esempi per completarne il quadro và aggiunto il diametro. Quindi una definizione abbastanza esauriente di chioccolo può essere questa: "Grosso fischio di latta o di ottone a fori contrapposti dalle dimensioni minime di 30mm"; con il quale si imita principalmente, naturalmente (in un altro articolo magari, vedremo perché ho aggiunto principalmente) il verso del merlo. Per una definizione completa e puntuale dovremmo invece scrivere; Chiòccolo: Grosso fischio di latta, di ottone o di altro materiale, formato da due dischetti del diametro minimo di 30 mm, forati al centro e contrapposti, tenuti assieme da una banda di giusta misura, che ne consente il buon funzionamento. Con il chioccolo si imita principalmente il verso del merlo. A seguire dovrebbe essere anche modificato il significato della parola chioccolatore in questo modo; Chioccolatore: colui che usa il chioccolo. agg. e sm. Che chioccola (merlo).
La definizione di chioccolatore appena detta è quella giusta, ma, per correttezza và accompagnata da una nota , che per gli amanti di questa caccia risulta scontata, ma per la completezza di questo aggettivo bisogna ribadire, che molti chioccolatori, nell’atto pratico della caccia, non usano solo il chioccolo, ma abbinano ad esso diversi altri richiami. Perciò il chioccolatore usa diversi richiami, diversi “fischi” ma ogni richiamo ha la sua specificità che non và confusa con il chioccolo. Questa padronanza con fischi diversi, lo ha portato a un “rango superiore”, a tal punto che alcuni lo indicano come “fischiatore unico” come nel brano del flauto magico (7) dove l’uccellator Papageno dice…. magistralmente chioccolo, finchè ghermisco il roccolo.. in questo caso la parola chioccolo è usata in rima con roccolo, ma c’è da dire che Papageno viene normalmente raffigurato con una siringa (flauto di Pan) strumento lontano dal classico chioccolo, ma nella descrizione dell’autore l’uccellatore nell’imitare gli uccelli non fischia; chioccola. Questo può essere anche un onore; dare al chioccolatore un ruolo di esempio “unico e generale” nell’attrazione degli uccelli. In questo caso può prevalere la licenza poetica della parola che fa rima con roccolo, in altre situazioni può determinare confusione nel significato da attribuire alla parola stessa. Ritornando al nostro strumento è bene chiarire che; con il chioccolo non si imita il verso del fringuello o del pettirosso.
Lo strumento in questione, nel suo essere e nell’uso che ne fa l’uccellatore, ha una forte attrazione per molti altri animali compreso i fringuelli, i pettirossi, le cince ecc. Se ce ne fosse ancora bisogno faccio questo esempio che dovrebbe spazzar via ogni dubbio al lettore: Nella zona dove io risiedo e caccio, ci sono molti usignoli del Giappone che hanno colonizzato questi boschi, e risiedono stabilmente sia in Liguria che in Toscana, questi uccelli non sono certamente animali autoctoni, e nemmeno di “nazionalità italiana”, sono uccelli che sono arrivati da un altro continente, però quando io comincio a chioccolare imitando il merlo, incuriositi dai miei versi arrivano per primi, ancor prima del locale pettirosso. Bene; io non imito l’usignolo del Giappone, il mio chioccolo non è fatto per imitare l’usignolo del Giappone, ma loro sono attratti dal mio canto e vengono a curiosare. Questo è quello che avviene nel bosco quando si chioccola. Diversi richiami a volte nascono per una tipologia di animale poi sono venduti dalle ditte produttrici per più di una tipologia di animale, magari aggiungendo uno o più fori che permettano diverse tonalità, il chioccolo no! Questo discorso vale anche quando si fanno gare locali, nazionali o internazionali, quelle sono gare di imitazione del canto degli uccelli, coloro che vincono queste gare sono campioni di imitazione del canto degli uccelli, non campioni di chioccolo. Nonostante la sua attrattività verso altri animali resta il richiamo per il merlo per eccellenza . E viene venduto come tale. Nel panorama dei richiami questo strumento è uno dei pochi richiami insieme al quagliere ad avere un suo nome proprio, italiano, derivato dall’animale a cui è dedicato, non confondibile con altri. Perciò in conclusione si ribadisce che: mentre noi chioccoliamo cercando di imitare il “chiò” del merlo, in varie cadenze, da questo suono “fatato” sono attratti anche altri uccelli o animali. La forte attrazione e versatilità che ha questo strumento, unita alla parziale conoscenza di questa tipologia di caccia, può aver indotto alcuni autori a commettere l’errore nell’ indicarlo come richiamo generico (La parola chioccolo/i per indicare genericamente dei richiami) o addirittura come richiamo specifico di altri animali (fringuelli, pettirossi..ecc.) ma, come ho cercato di dimostrare, così non è. Queste storture penso che debbano essere corrette sia per fare chiarezza sul tema dei richiami da caccia, ma anche e soprattutto per l’uso corretto della nostra lingua italiana.
Questo breve articolo fa parte della ricerca storica che sto svolgendo sull’argomento e che forse un giorno vedrà la luce.
Marco Stagnaro
IL CHIOCCOLO e IL CHIOCCOLATORE
Tavola di sintesi
Cosa è il chioccolo
Grosso fischio di latta, di ottone o di altro materiale, formato da due dischetti del diametro minimo di 30 mm forati al centro e contrapposti. tenuti assieme da una banda di giusta misura, che ne consente il buon funzionamento. Con il chioccolo si imita principalmente il verso del merlo
Significato e derivazione della parola chioccolo
Voce onomatopeica che deriva dal tipico verso del merlo . (il merlo chioccola)
Come si usa il chioccolo
Principalmente in aspirazione con “colpi” secchi e stoppati.
Secondariamente anche in espirazione.
Che animali si possono imitare con il chioccolo
Oltre al merlo, volendo si possono abbozzare, più che imitare, altri versi; tipo il fruscio che attira la ghiandaia in espirazione, o alcune note del canto di primavera del merlo in aspirazione.
Che animali attira il chioccolo
Gli animali attratti dal chioccolo sono molti, è difficile farne l’elenco, ne citiamo solo alcuni oltre al merlo: pettirosso, cince, tordi, cesene, fringuelli, cornacchie, volpe, faina, scoiattolo…ecc.
Chi è il chioccolatore
E’ colui che usa il chioccolo.
Cosa fa un chioccolatore
E’ un cacciatore che pratica la caccia con il chioccolo e nel praticare questa tipologia di caccia abbina al chioccolo altri richiami come la civetta , il gufo..ecc.
Chioccolatori
Nota. Questa scheda è riferita alla pratica venatoria.
Note
1- Bini Adriano (1970)-Il chioccolo pag 51-52 in Diana rivista del cacciatore N°18 del 30 settembre 1970. Editoriale Olimpia
2-Battaglia Salvatore . (1961-2002) - Grande dizionario della lingua italiana. 21 vol. Torino : UTET
3-Dizionario Enciclopedico della lingua italiana Treccani (1970). Roma, Istituto poligrafico dello stato
4- Pananti Filippo 1809 (1799) La civetta “poemetto”
5- Fracchia Umberto (1931)-Gente e scene di campagna. Mondadori A. editore
6- Savi Paolo (1827)-Ornitologia toscana. Pisa, dalla Tipografia Nistri
7- Liebeskind, August Jakob (2000) - Lulu, o Il flauto magico. A cura di Camilla Miglio. Roma : Donzelli