Così, di primo acchito, questo nuovo governo fa venire in mente Giacomo Puccini, ma non per le sue armonie (al contrario, questo matrimonio rattoppato fra Lega e 5S può ricordare al massimo Luigi Nono e la cosiddetta musica dodecafonica) ma per il suo spirito burlone, che lo portava a fare scherzi ai suoi amici più cari. Come tutti sanno, Puccini era un appassionato cacciatore. Ce lo ricordano le tante foto e i numerosi reperti venatori (fucili, suppellettili, animali impagliati) conservati nella casa museo di Torre del Lago (Viareggio). Fra questi reperti tassidermici, ce n'è uno che a prima vista metterebbe più di un dubbio anche al naturalista navigato. Un immaginario incrocio fra un uccello acquatico e una lepre, o comunque un piccolo mammifero, se non ricordo male, che fa bella mostra di sè nella "stanza della caccia". Uno dei tanti scherzi bonari, appunto, che il maestro riservava ai suoi compagni di cacce, di ribotte, di rimpatriate.
Ecco, questo viene in mente a leggere il cosiddetto "Contratto" di Governo, che altro non è se non un vacuo programma con pochi obiettivi certi e tanta materia indefinibile, facilmente interpretabile secondo le necessità del momento. Un chimerico ircocervo che per quanto ci riguarda direttamente, il futuro della caccia, pone a mio parere non pochi interrogativi.
La storia anche recente del movimento di Grillo ha fatto passare notti agitate a molti di noi. Numerosi interventi dei diversi rappresentanti anche nelle sedi istituzionali (Regioni e Comuni in particolare) ne costituiscono una allarmante riprova. Anche se, all'avvicinarsi della recente tornata elettorale e poco dopo, si ha notizia di sporadici "ripensamenti" di personaggi pentastellati a caccia di consensi. Che peraltro dimostrano la pochezza di esperienza e di conoscenza della materia.
Dall'altra parte, la Lega fin dagli esordi e con testimonianze dirette anche dei suoi massimi esponenti, a partire da Matteo Salvini, ha dimostrato di considerare i cacciatori e la caccia come elemento di notevole importanza culturale, sociale ed economica. Ne è scaturito poco più che un codicillo che dice (e non dice) tutto e il contrario di tutto. Questo il testo: "Reati ambientali e tutela degli animali. E' necessario provvedere all'implementazione delle leggi attuali riguardanti i reati ambientali e quelli nei confronti degli animali, garantendo maggiore tutela rispetto a fatti gravi ancora non adeguatamente perseguiti e un maggiore contrasto al bracconaggio".
Analizzandolo, mentre si nota che la parola caccia o parafrasi ad essa attinenti non ce ne sono, sembrerebbe che al momento non esista alcun accordo su come procedere. Una specie di garanzia dello status quo. Ovvero: ognuno si tiene le sue idee, ma intanto resta tutto congelato al presente. Ma in Piemonte, ad esempio, si sta per esperimentare un compromesso che può aprire la strada a ben altri guai.
Giusto annotare, però, che qualsiasi governo si distingue per le sue attività quotidiane. Che si esplicano tramite provvedimenti proposti dai diversi dicasteri. Nella fattispecie, i due di riferimento - agricoltura e ambiente - per quel che ci riguarda sono da considerare antitetici, con una aggravante di merito, oggi, visto che l'agricoltura è stata affidata a Gian Marco Centinaio, leghista da sempre a fianco dei cacciatori, mentre l'ambiente è appannaggio di un ex forestale, il generale dei Carabinieri Sergio Costa, che guardacaso le associazioni animaliste soprattutto le più retrive non hanno perso tempo ad arruolare nei propri effettivi. E la nomina a capo di gabinetto di un'esponente di spicco dello schieramento a noi non favorevole potrebbe complicare non poco la situazione. Per inciso, proprio di questi tempi si sta discutendo animatamente sul contrasto al bracconaggio, fenomeno sicuramente esecrabile, ma che anche per nostra distrazione non è stato (o al massimo lo si è fatto troppo tardi) delineato e delimitato nella sue giuste dimensioni; o al massimo lo si è fatto troppo tardi . Tanto che gli animalisti hanno finora avuto gioco facile a fare di tutta l'erba un fascio, sulla base di dati decontestualizzati e assolutamente fuori da ogni ragionevole verosimiglianza.
Cosa aspettarci? Nel breve periodo, a mio avviso, poco o niente, sia da una parte sia dall'altra. E quindi un'ulteriore opportunità per far valere le nostre ragioni. Per le quali, occorre organizzare una coesa serie di iniziative che dipendono solo da noi e dalle nostre associazioni di rappresentanza.
Dato per scontato che una costante dettagliata sollecitazione nei confronti di tutti i rappresentanti istituzionali che si sono dimostrati a noi vicini (e ce ne sono - come sappiamo - in quasi tutti gli schieramenti, di governo e di opposizione), affinchè a tutti i livelli locali e nazionali si tenga conto delle nostre legittime aspettative, dall'altra, nei riguardi del ministero dell'ambiente, l'iniziativa a mio parere fra le più efficaci potrebbe essere quella di richiamare il ministro, notoriamente persona di irreprensibili virtù, ai suoi impegni prioritari, dei quali la sua storia (curriculum) è ricca di spunti.
E' noto infatti il suo impegno decennale in Campania nel contrasto ai veri sconquassi ambientali, terra dei fuochi, ecoballe, crimini di varia natura a danno del territorio e delle popolazioni. Dovendosi adesso occupare degli stessi problemi dalla stanza dei bottoni, il suo orizzonte sarà pertanto più vasto e complesso. Sempre a mio parere, si tratterà quindi da parte nostra di ricordagli tutti i giorni, ogni ora, ogni minuto, quali sono i veri problemi della nostra società, con una comunicazione da noi sapientemente e oggettivamente orchestrata. Inquinamento, inquinamento e inquinamento. Dissesti ed emergenze ambientali, crimini piccoli e grandi che ci riguardano tutti, anche nei più ascosi anfratti del nostro paese, che ognuno di noi è in grado di denunciare e documentare.
Facciamolo. Faremo così anche un grande regalo alla totalità dei cittadini, spesso distratta dalle chimere di quel falso ambientalismo, che negli ultimi decenni ha ridotto a mera chiacchiera vuota di significato un argomento, un problema, che può segnare profondamente il nostro futuro.
Vito Rubini