Ho sempre visto positivamente chi a qualsiasi titolo produce lavori scientifici, frutto di grandi sacrifici economici e di tempo, dedizione per la ricerca e grande passione per gli animali. Sempre felice nel vedere che finalmente da qualche anno anche una parte del mondo venatorio ha incrementato considerevolmente i lavori scientifici su specie di interesse venatorio e dove purtroppo per queste specie si riscontrano sempre più immotivate restrizioni non riscontrabili nel resto d’Europa. Ma l’Europa non dovrebbe essere uguale per tutti? Se in Italia si applicassero integralmente e totalmente la Direttiva Uccelli, Habitat, etc. come in tutta Europa, credo che le associazioni animaliste e ambientaliste si strapperebbero i capelli, si potrebbe fare l’elenco di quello che è sancito, permesso e praticato in altri Stati membri in ottemperanza a tali direttive.
Vorrei mettere sul piatto della bilancia le centinaia di pubblicazioni ornitologiche nazionali e non solo, in pratica tutta la bibliografia esistente in materia: come libri, manuali, guide, enciclopedie, testi vari, lavori scientifici pubblicati su atti di convegni o su riviste scientifiche ornitologiche, etc. a partire dai primi del novecento fino ad arrivare ai giorni nostri. In pratica se non erro tutte riportano pressoché una fenologia migratoria per esempio del tordo bottaccio che va da febbraio ad aprile con appunto febbraio inizio migrazione primaverile/risalita/ripasso/prenuziale (termini usati secondo il tipo di pubblicazione, il periodo, gli autori, etc.), picco di migrazione a marzo e coda ad aprile, questo in buona sostanza. Del resto questo è riportato anche nella recente pubblicazione " Spina F. & Volponi S., 2008 - Atlante della Migrazione degli Uccelli in Italia. 2. Passeriformi. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) - (Tipografia SCR-Roma); a pagina 229 è presente una tabella colorata dove è riportato l’intero ciclo biologico: il periodo di svernamento colore viola che va dalla seconda decade di dicembre fino alle prima decade di febbraio; il periodo di migrazione primaverile colore giallo che va dalla seconda decade di febbraio alla seconda decade di maggio; il periodo di nidificazione colore verde che va dalla terza decade di maggio alla seconda decade di agosto; il periodo di migrazione autunnale colore rosso che va dalla terza decade di agosto alla prima decade di dicembre. Inoltre ho voluto prendere a caso tra le decine e decine di pubblicazioni che ho in casa, una pubblicazione di Spina-Brichetti-Cagnolaro meno recente della prima: Uccelli d’Italia (anno 1986) edita da Giunti, dove all’interno della bella prefazione a firma degli autori, si legge: “E’ per questo che, nonostante la ricca pubblicistica già esistente in campo ornitologico si è voluto realizzare col presente volume un’opera di grande impegno, moderna, puntuale nell’informazione e completa per quanto concerne l’ornitofauna italiana”. Citando poi all’interno della stessa, testualmente per il tordo bottaccio: “è di passo soprattutto in ottobre e marzo”. Noi non possiamo che essere d’accordo.
Una volta i vecchi cacciatori consigliavano di restare a casa il mese di gennaio, lo definivano il mese “morto” perché praticamente non c’era nulla, era tutto fermo, poi a caccia si ritornava a febbraio e marzo. Infatti gennaio è il mese in cui si cacciano alcune specie ed in certi luoghi solo in concomitanza di grande freddo, altrimenti come dicevano………"purgaaaaa". Quindi si hanno movimenti di tanti uccelli dovuti solo alle avverse condizioni meteorologiche, nella ricerca di fonti trofiche.
Sono dell’idea che la ricerca scientifica dovrebbe essere prioritaria per il mondo venatorio; purtroppo, il nostro mondo almeno per la sua buona parte, è ancora lontano da capirne l’effettiva importanza, mentre è indispensabile che TUTTI si adoperino affinché sia il punto di forza.
L’ attività venatoria oggi non può più essere esercitata senza che il prelievo di qualsiasi specie non sia inserito in un concetto generale di conservazione e di protezione. Prelievo praticabile solo sulla base di precisi elementi conoscitivi dello status e della dinamica delle popolazioni, non solo a livello locale ma più in generale a livello globale della popolazione stessa. L’attività venatoria è ammessa laddove persistono ed interagiscono i concetti di salvaguardia, di mantenimento, di riqualificazione e di miglioramento degli ambienti naturali, in sinergia con precisi studi e ricerche scientifiche che saranno poi la base per determinare dei seri piani di prelievo, prelievi che incideranno solo sul surplus della popolazione animale interessata. La natura offre risorse rinnovabili e queste risorse sono i frutti da raccogliere senza mai intaccare l’albero. Per l’attività venatoria è indispensabile una forte sinergia con la ricerca e col mondo scientifico, da qualsiasi parte si collochi.
Fin da bambino sono rimasto affascinato dalla natura e dal mondo degli uccelli, accompagnato da una passione irrefrenabile per la caccia. Questo ha fatto sì che da autodidatta mi sia avvicinato all’ornitologia e finanche a disegnare gli uccelli che osservavo nell’ambiente naturale. La passione ha preso il sopravvento nello studiarli ed acquisire sempre più dati in modo sistematico e con metodologia scientifica. La passione per la caccia agli uccelli migratori, studiarne le dinamiche in relazione alle stagioni, alle condizioni climatiche, ai venti, alle fasi lunari, etc. mi ha permesso di raccogliere dati nel corso di tanti anni, per poi essere anche elaborati. Ecco che tutto questo mi ha portato anche alla presentazione di due poster al XVI Convegno Italiano di Ornitologia, 22-25 settembre 2011, Cervia (RA), un lavoro sull’allodola ed uno preliminare sul tordo bottaccio, questo poi ultimato anche con i punti di ascolto notturni che purtroppo non avevo potuto inserire a Cervia, e comunque poi ampliato fino al 2014 in una più completa pubblicazione sulla rivista scientifica UDI - Gli Uccelli d’Italia, rivista della SOI – Società Ornitologica Italiana. Per queste specie, sono forse tra i lavori più a lungo termine e per questo forse i più attendibili (26 anni per l’allodola e 14 anni per il tordo bottaccio); tra l’altro credo l’unico lavoro sul tordo bottaccio con la tecnica dei punti fissi d’ascolto nelle ore notturne. Lavori che potranno essere utili per una maggiore conoscenza di queste specie e forse anche per la stesura dei calendari venatori.
L’allodola Alauda arvensis: status e fenologia post riproduttiva in un’area campione del centro Italia (1985-2010). Poster presentato al XVI Convegno Italiano di Ornitologia, 22-25 settembre 2011 Cervia (RA). De Vita S. e Biondi M.
Il tordo bottaccio Turdus philomelos a Castel Fusano – RNSLR - (Roma) status e fenologia (periodo: 2000-2011). Poster presentato al XVI Convegno Italiano di Ornitologia, 22-25 settembre 2011 Cervia (RA). De Vita S. e Biondi M.
L’allodola Alauda arvensis: Migrazione post riproduttiva un’area campione del centro Italia (1985-2010). U.D.I. XXXVIII: 82-84 (2013) - De Vita S. e Biondi M.
Il tordo bottaccio Turdus philomelos a Castel Fusano – RNSLR - (Roma) status e fenologia (periodo: 2000-2014). U.D.I. XXXIX: 51-57 (2014) - De Vita S. e Biondi M.
Purtroppo abbiamo appreso in questi giorni del divieto imposto dal Ministro Galletti relativo all’accorciamento del periodo di caccia per alcune specie. Ho 56 anni e non mi ricordo, ma potrei ovviamente sbagliare, che in materia di inquinamento, discariche abusive, fumi tossici, scarichi fognari in mare, dissesto idrogeologico e tanto altro in materia di danni ambientali con ricadute devastanti fino alla perdita di vite umane, si siano invocati i poteri sostitutivi dello Stato per poter obbligare quelle Amministrazioni a sanare alcune disastrose situazioni appunto pericolose per l’incolumità pubblica. Eppure per 10 giorni di caccia questo è stato fatto.