Non cercarlo nel corpo bellissimo, fra ali color di bosco, nelle piume di un cromatismo tenue e sopraffino che Madre Natura le ha fornito. Negli occhi ampi, teneri e languidi, attenti a scrutare l'universo in tutte le dimensioni. Quell'universo che non va al di là dei boschi, delle pinete e delle foreste dove i cieli sono spazi di luce filtrata dal sole e dalle nubi grigio-rosa che preludono a perturbazioni e burrasche che aggrediscono la regina, senza scalfire la lineare e sinuosa bellezza del suo corpo. No. Il cuore della beccaccia è un simbolo non di carne e sangue, ma di idee e immagini che ti inseguono per sempre, direi quasi per tutta la vita.
Ma per capire l'anima della regina devi averla conosciuta. Da cacciatore, migratorista, studioso, ornitologo, cinofilo, uomo qualunque,ecc. Devi aver avuto un rapporto conoscitivo con la signora, sia da viva che da morta. E lei ti mostrerà la bellezza con gli occhi della dolcezza e dell'intelligenza, con l'apertura alare delle penne dai colori impossibili, mimetici al vento, alla luce dell'alba e ai rosei tramonti; ed anche nelle oscurità delle tenebre sentirai il profumo di quei colori, il cane sarà attratto dalle emanazioni della regina, e quella, al momento opportuno, nasconderà il suo corpo a qualsiasi tentativo d'insidia. Basta averla vista una sola volta, averle accarezzate le dolcissime piume per pochi secondi, averle chiuso gli occhi alla morte che non annullerà mai quella vitalità che ti porterai dentro per sempre.
Nessun cacciatore uccide mai una beccaccia senza portarla poi dentro, posizionarla nello scrigno della memoria. Non si uccide invano una beccaccia. Essa ti rende partecipe della vitalità dei voli, della scaltrezza dei nascondigli, del sapore delle carni. E così rigenererai la sua piccola anima, nella perennità della specie. Non morrà mai perché , perché quel cuore nascosto diventa un simbolo infinito, con infinite possibilità di rigenerazione. Quello non è un minuscolo groviglio di carne, ma un simbolo che ti rimanda ad un capolavoro d'arte cromatica. E se guarderai i cieli di tutte le stagioni e di tutte le latitudini, la vedrai a volo migrante, seguire le correnti ventose, per cercare nell'azzurro l'atterraggio più consono alla nobiltà alata. Potrà fermarsi per tempo nell'angolo di un bosco, ai piedi di un grosso ceppo d'olivo, tra le cadute foglie di un'abetaia. Ma poi, ispirata, riprenderà il volo per un'abitazione più degna. E non accetterà compromessi di convivenza.
E' razza regale, per sempre. Nasce e muore regina. Nessuno mai sarà capace di detronizzarla, La sua non è nobiltà di censo o di classe, ricevuta in concessione con delle credenziali. Quel cuore l'ha creato Madre Natura e l'ha reso nobile pr congenita definizione, con il sigillo biologico della razza. E così, chi l'ha conosciuta, anche per un breve periodo, più non dimenticherà l'ammaliante bellezza del fascino alato. Ha subito l'impronta definitiva della naturale regalità. Tali simboli sono incancellabili. E quindi diamo alla Signora l'onore che si merita, perché l'ha ricevuto da Madre Natura. Cuore di beccaccia. |