Tristi tempi, purtroppo. Confinati in casa, con la primavera che si spiega. Il cane che freme. Non capisce il perchè. Gli amici che non si fanno vivi. Il morbo che appesta tutti i canali televisivi con l'incalzare dei dati. Un fioco lumicino di speranza dal quale prendi nuovo vigore e ti aspetti che anche i tuoi compagni, non solo i più anziani, abbiano presto di che gioire. La solidarietà dei cacciatori sicuramente commuove. Non solo per gli importi di riguardo, tenendo conto del nostro censo, ma per il corale immediato coinvolgimento. Passerà.
Tutto questo passerà, ma non sarà più come prima. Almeno le nostre anime avranno da sopportare un fardello ancora più pesante. Le Cassandre imperversano, una contro l'altra. In contraddizione perpetua. Ottimismo e millenarismo, ricostruzione e carestie fanno a gara a confondere i nostri pensieri. Certo è che, da cacciatori, noi sappiamo da tempo che questa non era la strada. La natura non è solo rose e fiori. E' bellezza e tragedia. L'uomo, noi tutti, con la nostre filosofie, anche le più sofisticate, non siamo in grado di sfuggire a queste leggi tremende. Siamo solo capaci di ripartire, di ricostruire la nostra vita dopo la buriana. Come le termiti che si ritrovano distrutto il termitaio. O gli uccelli che si arrabattano anche in questi giorni a imbottire di nuovo il nido dopo che una burrasca glielo ha spelacchiato.
In un momento come questo, fanno sorridere, amaramente sorridere, certe fanfare ambientaliste, anche di livello, che si aggrappano a tiritere del passato. Si richiama la necessità a riforestare, per esempio, quando da noi semmai i provvedimenti dovrebbero mirare a riqualificare il patrimonio boschivo, tanto aumentato quanto malandato, spopolato, a causa di errate politiche di sviluppo. Nei confronti delle quali abbiamo visto che gli slogan non bastano. Occorre cambiare indirizzo. I veleni, prima di tutto. Le acque, la falda, le polveri sottili nell'aria, la spinta allo spreco, il consumo dei consumi. Città più vivibili, campagne più armoniose, demografia. Forse, la butto là, niente parchi potrebbe dire finalmente tutto parco. Tutto protetto da questa ingordigia incontrollata, che mentre fa finta di salvare (ma non lo fa) il 10% del territorio, massacra tutto il resto e gestisce male quel 10%, appunto. Solo per salvarsi, e salvarci, la coscienza.
Ovvio che siamo tutti colpevoli. Più o meno nel nostro piccolo. Siamo un paese con una altissima speranza di vita. Il progresso della seconda metà del novecento ha migliorato la nostra eistenza. Abbiamo visssuto in pace, in una società opulenta, decentemente libera. Evidentemente, tuttavia, non tutto è andato bene. Il prossimo futuro, dopo questo disastro planetario, ci dirà chi sarà stato in grado di organizzarsi meglio, per ripartire, in occidente come in oriente, in Europa come in Cina o in America, o in Africa. O in Oceania.
Da cacciatori, forse un po' rudi, poco adatti alle sottigliezze degli algoritmi, sappiamo però che la natura può essere matrigna. Va trattata con rispetto. Solo così può ricompensarti. Ci dobbiamo impegnare pertanto, soprattutto i nostri giovani, le nostre giovani, per una società che tenga conto non solo del reddito, importantissimo per carità!, ma anche della salute dei suoi cittadini, delle bellezze del creato, dei valori dello stare insieme in armonia. Della salvaguardia del patrimonio storico e culturale delle nostre città e delle tradizioni delle nostre campagne, del cibo sano e giusto, del corretto equilibrio fra le specie animali. Il lupo, il cinghiale, il colombaccio non sanno che a un certo punto si devono fermare. Tocca a noi essere responsabili anche per loro. La natura selvaggia reclamata dalla pubblicità dei dentifrici non esiste più. Esistono i virus, quelli sì, che possono far danno a noi e a loro. Esistono i batteri, che possono far bene o anche male. Esiste l'uomo saggio. L'unico essere vivente che pur ripondendo a logiche naturali sarebbe in grado di orientare di riequilibrare a suo vantaggio, a vantaggio di tutti, anche degli altri esseri viventi, quella che noi chiamiamo natura. Un "Buongoverno" insomma, che adesso ci serve planetario. Che salvi l'uomo, ma anche tutto ciò che di bello e di buono lo circonda. Affetti, animali e piante compresi.
E in Italia, sarà bene che per ripartire si cominci a dare un po' più retta anche ai cacciatori. E i cacciatori, sarà bene che s'impegnino ancora di più per essere protagonisti del futuro del paese.
Paolo Firmani