Leggo, oggi, una delle tante baggianate trasmesse dal tam-tam mediatico degli anticaccia. Sembrerebbe che alla data del 22 novembre 2015, la caccia avesse fatto tante vittime quante ne aveva fatte nella stagione precedente. Preoccupato, vado a consultare la fonte (una nota associazione fondata da un noto sedicente scienziato) e scopro che più della metà dei malcapitati è venuta a mancare, purtroppo, ma non per causa di caccia: malore, infarto, caduta in un dirupo, incidente stradale eccetera eccetera.
Succede che la vita frenetica di questi maledetti tempi porta la maggior parte di noi - spesso lo faccio anch'io - a scorrere rapidamente le tante fonti di informazione, limitandosi ai titoli. Ecco quindi la bufala che s'insinua nella memoria della gente e piano piano, da orecchio a orecchio, consolida il fatto come se fosse davvero un fatto, mentre invece è solo il frutto di un turpe meccanismo di propaganda, che fa invidia al tragico impianto di Joseph Goebbells, il grande mistificatore al soldo di Adolf Hitler.
E così, hainoi, va per il resto delle cose che ci riguardano.
Entri in un bar e per caso senti che due signore ingioiellate e munite di borse e scarpe di rettile, probabilmente griffate (tempo fa in una vetrina del centro di una grande città era esposta una borsa di coccodrillo che costava ben 18mila euro: diciottomila), che inveiscono nei confronti del barista che “confessava” a un amico di aver passato una bella mattinata ai colombi. Per carità, ognuno la può pensare come vuole, liberamente, ma quando il suo dire si basa, come per le due signore in questione, sull'assunto che non si possono uccidere gli animali per piacere o per divertimento, allora ti cascano letteralmente le braccia.
Ma non basta. In questi giorni impazzano le polemiche sui cosiddetti Key Concept. Per chi non lo sapesse, sono la chiave di lettura individuata dai nostri burocrati europei, supportati da scienziati anch'essi in gran parte sedicenti, per definire quando stabilire le date di apertura e di chiusura della caccia alle poche specie migratorie consentite dalla legge. Se ti appassioni alla materia, scopri però che di scienza in questi KC c'è poco, mentre tanto c'è di ideologia, se è vero com'è vero che alle stesse latitudini (in Corsica per esempio, che geograficamente è un tutt'uno con la Sardegna), le date previste sono sostanzialmente diverse. Eppure, anche in Corsica siamo sempre in Europa. Eppure, il metodo di analisi per definire le date è ovviamente lo stesso. Eppure, i dati forniti dalla scienza francese sono più ampi e circostanziati dei nostri. E più freschi, se si pensa che quelli riportati dall'Ispra sul sito del Ministero dell'Ambiente - piuttosto parziali, dicono - risalgono al 1999 (Atlante della migrazione degli Uccelli in Italia). Ti imbestialisci per la palese disparità e - curioso come sei - cerchi di indagare ulteriormente. Qualcuno ti dice che di dati (scientificamente inoppugnabili, ovviamente) più aggiornati ce ne sono eccome, anche per l'Italia. E sono stati a suo tempo fatti conoscere - dicono - al Ministero e alla Commissione Europea che dovrebbe occuparsi di apportare dopo tanti anni le necessarie modifiche alle liste della direttiva "Uccelli".
Qualcun altro ti racconta di certe contraddizioni, per cui, se vai a ben vedere, ricercatori dello stesso istituto (scientifico) su isole tirreniche alle stesse latitudini di Sardegna e Corsica, segnalano per esempio il picco del ripasso dei tordi, che è rapidissimo, intorno alla fine di marzo, cioè più o meno nello stesso periodo segnalato formalmente e ufficialmente dai KC francesi. Allora? Chi ha ragione? Perché, se così è, i nostri organi governativi, che dovrebbero essere imparziali, e non tifare per questo o per quell'altro, perseverano nell'impiccio, anzi, per nascondere l'impiccio fanno di tutto - come ha denunciato la coraggiosa Briano sostenuta da altri pezzi da novanta del Parlamento Europeo - per cambiare la legge in modo che, poi, tutto torni, a prescindere dai KC? Sarà mica perché, nel frattempo, il can-can animalista (compreso le signore con borse e scarpe di coccodrillo, che conta nei salotti romani, eccome se conta) serve a distrarre il popolo bue, come succede fin dall'epoca di Barabba, per consentire a chi lo manovra di proseguire nella spoliazione del suolo, nell'inquinamento di acqua e di aria, nello sfruttamento insensato del nostro patrimonio naturale?
E si ritorna all'assunto del titolo. Si può parlare ancora di informazione? Mah! I nuovi nuovissimi mezzi di comunicazione di massa si prestano a distorcere la realtà, più e meglio delle manipolazioni di Caifa al tempo di Barabba, e più e meglio di Goebbels. Chi ne dispone, chi li sa utilizzare, chi li utilizza, dispone di un potere di persuasione immenso. E' qui che si dovrebbero concentrare le attenzioni del nostro popolo di cacciatori, e di chi ci guida, se vogliamo ristabilire un minimo di verità sulla caccia nel nostro disgraziato paese. Altro che tessere!
Claudio Loreti
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