Altro che con la politica, altro che con il calcio. Chi scende davvero in campo siamo noi. I cacciatori. A giorni ci tocca. A me già fremono braccia, gambe, mani. Dita. Complice questo agosto, finalmente torrido, al mattino, prima dell'alba esco per godermi le brezze antelucane, fresche di fremiti.
Ieri sono stato in padule. Già prima di giorno ero sul barchino, seduto, immobile fra le canne. Sinfonie immutate da sempre, battiti d'ali, strepiti, sguazzi. Una germana mi si è posata a un paio di metri. Non ce l'ho fatta a non muovermi. Quando m'ha visto ha buttato un bercio e s'è dileguata sciaguattando. La settimana scorsa ero in collina. Ai margini di un bosco. C'è un'altana di un amico, là ci dovevamo vedere, per chiacchierare un po' e dare un'occhiata al nostro capitale. Che è un patrimonio di tutti, ma che senza di noi andrebbe perduto. Al primo chiarore dell'alba, sembrava che ci fosse una festa. Un branchetto di cinghiali razzolava in un cantone. Poi s'è affacciato un capriolo, un maschio. Prudente. Dopo poco è arrivata anche la femmina. Una lepre, probabilmente sazia, ha attraversato il prato caracollando. Ogni tanto si fermava. Orecchie ritte, scrutava il suo basso orizzonte. L'ho persa nel bosco. Dove un gran tramestio dava l'idea che ci fosse qualcosa di voluminoso. Un cervo? Qua ce ne sono diversi. Oggetto del desiderio di tanti. Cominciano anche loro a fare danni. Se non alzano le quote di abbattimento nel piano, presto saranno dolori. Faranno danni per davvero. Alla prima luce un maschio di fagiano dava la voce a un gallo che svegliava il pollaio del casolare sul poggio di fronte. Che meraviglia.
Fa bene Bighunter a proporre sempre nuovi ragazzi e tante ragazze che si affacciano alla caccia. La nostra è una passione fantastica. Sarebbe un peccato che la gente di oggi la perdesse. In una stagione di caccia impari di più che con un corso universitario di zoologia. Se poi ti appassioni e cominci a frequentare feste, sagre, cene, incontri, allora sì che ti fai un'esperienza. Gente seria, onesta, passioni genuine. Umanità. Convivialità, buona tavola, allegria. Amicizia. Di quella vera.
Gente sana. Schietta. Magari un po' rustica, ma verace. Che chi la conosce si ricrede. Scaccia tutti i pregiudizi che si è fatto ascoltando la televisione, leggendo i giornali. Averne, di cacciatori. Siamo quelli che tengono sotto controllo il territorio. Danno una mano quando c'è un problema. Sempre pronti appena la Protezione Civile ha bisogno di braccia, di mezzi. Di gente esperta. Che per ogni emergenza sa cosa fare, senza bisogno di indottrinamenti. Sa dov'è l'acqua. Conosce tutti i passaggi nel bosco. I punti critici dove può divampare un incendio. Sa comunicare con la radio. Sa come usare la vanga, l'accetta, la roncola. Non fa chiacchiere. Fa e basta.
Ma il momento si avvicina. Stamani, prima di uscire, ho controllato la mia attrezzatura. Non mi voglio ritrovare impreparato. Ho aperto l'armadio, ho dato un'occhiata alla doppietta. Ho smontato e rimontato l'automatico. E la carabina. Una spruzzatina di lubrificante che non guasta mai. Le cartucce: ce l'ho. Almeno per l'apertura. Anche quelle con pallini non di piombo. Mah. Vogliono proprio che le cose funzionino peggio. Ormai lo sanno tutti che il piombo nei pallini da caccia non è un problema. Solo all'Ispra continuano a menare il can per l'aia. Sciagurata ignoranza.
Gli scarponi. Sarà bene che gli dia un'altra occhiata. Mi sembrano induriti. Col "battistrada" al limite... del ritiro della patente. Maglietta antisudore, camicia, gilet, pantaloni, calzettoni, berretto. Pettorina di sicurezza. C'è tutto? Domani ricontrollo. Ma non è solamente, lo so, perchè ho paura che mi manchi qualcosa. Lo faccio perchè ho voglia. Sento l'apertura che s'avvicina. E' come l'estro nei tordi. Sento le avvisaglie ancora in chiusa, comincio a tirar di verso, in sordina, senza un motivo, qualche fischiatina che scappa. E poi via. Un ritornello dopo l'altro. Col testosterone che galoppa.
Il cane. Siamo stati dal veterinario. Con le prime sgambate mi sembrava che tirasse da una parte. Uno strappo? No, fortunatamente. Solo qualche muscolo indolenzito. Domenica si torna a sgambare. Anche per lui ho controllato la borraccia. E' a posto. La confezione di crocchette pronte all'uso. Il suo benessere prima di tutto. Altro che la Brambilla. Voglio più bene io al mio bretoncino che lei al suo ciuccio.
Stasera vado in sezione. Gli ultimi aggiornamenti del calendario. La preapertura. Le tortore. I colombacci dove il calendario li prevede. Le covate dei fagiani. Due chiacchiere coi lepraioli. Magari, se li piglio in vena, rimedio anche la promessa di una cena con le pappardelle. L'aggiornamento sui censimenti. Un paio di caprioli mi toccano anche quest'anno. Gli storni in deroga. E i cani nuovi della muta. Eh si, oggi, passata l'apertura, passato il passo, un paio di volte a settimana si fa una capatina alla posta. Che canizze! E' il refugium peccatorum di tutti i malati come me.
Cari miei. Senza caccia non so stare.
E voi?
Vito Rubini