Se c'è un sistema sovranazionale legato ai migratori, sicuramente è quello che segue con interesse e a volte con apprensione la beccaccia. Un grande contributo lo fornisce la FANBPO, la Federazione delle Associazioni Nazionali dei Bécassiers del Paleartico Occidentale, che raccoglie circa 7000 beccacciai dislocati in sette paesi europei, da 14 anni impegnati in indagini accurate sulla mitica Scolopax rusticola.
Da queste indagini, si fa sempre più chiaro il quadro del nostro magnifico miracolo alato che vive una vita circolare in Eurasia, l'areale di riferimento dei nostri migratori. Secondo i dati pubblicati sul recente rapporto la FANBPO ci dice che il suo stato generale di conservazione è definito di "minima preoccupazione", e in Europa la tendenza della popolazione è considerata stabile. In inverno, la beccaccia migra in tutti i paesi europei, con una consistenza importante in molti di essi. Pertanto, la gestione sostenibile della specie richiede informazioni regolarmente aggiornate, abbondanti e articolate in dettagliati parametri demografici. Un compito complesso poiché le diverse fasi del suo ciclo di vita annuale interessano paesi diversi, appunto, per cui - come si evince dal rapporto - le sue popolazioni non possono essere adeguatamente valutate con le ordinarie tecniche di censimento degli uccelli. Anche la caccia può fornire dati per valutare annualmente i parametri di abbondanza e demografici e in ogni paese le associazioni di beccacciai incoraggiano i loro affiliati a raccogliere dati durante la stagione venatoria.
Per ogni uccello raccolto, ai cacciatori viene chiesto di determinare il sesso con l'esame delle gonadi e di raccogliere un'ala per la determinazione dell'età.
I dati sulla variazione dell'abbondanza di beccacce durante diversi anni o stagioni di caccia - cito dal Rapporto FANBPO - sono disponibili da 21 anni per la Francia, 17 anni per la Svizzera, 11 anni per la Spagna, 8 anni per il Portogallo. Per questi paesi e per l'Italia, l'Irlanda e il Galles, i dati raccolti vengono utilizzati per valutare i parametri demografici (percentuali e rapporti di età e sesso). La Francia, la Spagna e il Portogallo formano un'unità geografica nell'Europa sudoccidentale, la regione franco-iberica, importante come area di svernamento della beccaccia nel Paleartico occidentale. In questa regione, negli ultimi nove autunni e inverni, l'abbondanza di beccacce è rimasta stabile.
Per quanto riguarda la variazione regionale della percentuale di beccacce giovani nelle ultime cinque stagioni di caccia, il profilo sembra essere relativamente alto nel sud e nel nord-est d' Italia, nelle regioni costiere atlantiche della Francia, nelle regioni spagnole dei Paesi Baschi, della Navarra e dell'Aragona, e nel nord del Portogallo.
Il lavoro sviluppato dalle associazioni dei beccacciai in diversi paesi europei è un esempio di ricerca scientifica diffusa (applicata dai cittadini, singoli o in gruppi). L'obiettivo principale è quello di mantenere uno stato di conservazione favorevole della beccaccia pur consentendo un uso razionale delle sue popolazioni mediante una caccia sostenibile e controllata. Offre dati molto attendibili, che a volte la ricerca ufficiale e qualche "gufo" cercano di ignorare o, in altro caso, di strumentalizzare.
Bene ha fatto perciò, di fronte a gratuiti allarmismi, l'Ufficio Avifauna Migratoria di Federcaccia, in sintonia con Scolopax, a richiamare l'attenzione sul fenomeno, ricordando che prima di trarre conclusioni occorre tener conto dei dati oggettivi in relazione a tutti i parametri di relazione. Che le valutazioni a livello locale non possono essere disgiunte da quelle di carattere complessivo, oggetto di attenta riflessione che coinvolge decisioni di tipo sovranazionale. Che una fluttuazione locale, cioè, in positivo o in negativo, non può essere assunta come valore generale per mettere in crisi un sistema di prelievo venatorio, che - in particolare per l'Italia - è già frutto di una serie di filtri e limiti dettati dalla massima prudenza. Tanto più che, come si legge nelle conclusioni dell'Ufficio Avifauna Migratoria, il prelievo venatorio non è stato mai considerato una causa principale nel declino della beccaccia ed è evidente a tutti coloro che seguono le sorti degli uccelli selvatici europei quante specie non soggette ad attività venatoria sono in diminuzione".
In ogni caso, se mi è concesso di dare un consiglio a tutti i beccacciai di buona volontà e alle diverse organizzazioni che si contendono il primato della verità sul suolo patrio, invece di adoperare le poche risorse umane ormai disponibili a sostegno di visioni di parte, sarebbe opportuno far convergere i nostri sforzi (uniti possibilmente almeno a quelli di tutti gli appassionati migratoristi) affinchè l'opinione pubblica acquisisse la massima consapevolezza delle vere cause - fra l'altro evidenziate ormai da decenni nelle direttive comunitarie: è l'abitat il malato, è l'errato sviluppo il colpevole! - che comportano rischi già oggi per tutto il patrimonio di pregio della nostra fauna selvatica. Solo così riusciremo ad orientare la politica, conseguentemente ...la scienza, e ad ottenere benefici non solo per la caccia o per la beccaccia, ma per tutti coloro che hanno a cuore il futuro dei nostri figli e nipoti
S.R.